Giorno 69

Crocifisso

Sapienziali Salmi 31,20-25
Nuovo Testamento Marco 15,1-32
Antico Testamento Levitico 21,1-22,33

Introduzione

Ai tempi della schiavitù negli Stati Uniti, gli schiavi del sud vivevano in condizioni brutali. Componevano canzoni, gli "spirituals", profondamente commoventi con melodie toccanti, ricche di emozioni. Gli spirituals erano carichi di speranza e attesa. Erano il grido dell'anima dello schiavo desideroso di libertà.

In mezzo a sofferenze al limite della sopportazione, molti di quegli schiavi hanno accolto Gesù come loro Salvatore e Signore e hanno sperimentato la sua grazia, pace e speranza. Da questa relazione hanno potuto cantare:

"Eri lì quando crocifissero il mio Signore?"

Nel brano del Nuovo Testamento di oggi, cogliamo la straordinaria notizia che colui che "essi crocifissero" è in realtà il mio Signore. Nell'Antico Testamento, Dio è descritto come "Il Signore".

Nell’ebraico originale il nome usato per indicare "Signore" era YHWH. Una parola che non aveva vocali e che non poteva essere pronunciata perché considerata troppo sacra. Anche successivamente, quando ai testi ebraici originali furono aggiunte le vocali, il nome YHWH ne rimase senza. Il dibattito a riguardo è continuato negli anni e continua ancora oggi. Ci si interroga su quali vocali dovrebbero essere usate: alcuni studiosi pensano che si debba dire "Geova", altri, la maggior parte, "Yahweh".

Nella traduzione greca dell'Antico Testamento, la Septuaginta, il nome sacro YHWH è tradotto Kyrios, Signore. Ed è lo stesso nome che gli autori del Nuovo Testamento, che erano monoteisti ebrei, associano a Gesù dicendo che Gesù è il Kyrios, "Gesù è il Signore" (Romani 10,9; 2 Corinzi 4,5; Atti 2,36). Una cosa straordinaria che ci permette di affermare che il nostro Signore è stato crocifisso per noi.

Sapienziali

Salmi 31,20-25

20 Quanto è grande la tua bontà, Signore!
  La riservi per coloro che ti temono,
la dispensi, davanti ai figli dell'uomo,
  a chi in te si rifugia.
21 Tu li nascondi al riparo del tuo volto,
  lontano dagli intrighi degli uomini;
li metti al sicuro nella tua tenda,
  lontano dai litigi delle lingue.

22 Benedetto il Signore,
  che per me ha fatto meraviglie di grazia
  in una città fortificata.
23 Io dicevo, nel mio sgomento:
  "Sono escluso dalla tua presenza".
Tu invece hai ascoltato la voce della mia preghiera
  quando a te gridavo aiuto.

24 Amate il Signore, voi tutti suoi fedeli;
  il Signore protegge chi ha fiducia in lui
  e ripaga in abbondanza chi opera con superbia.
25 Siate forti, rendete saldo il vostro cuore,
  voi tutti che sperate nel Signore.

Commento

Amare il Signore

Davide esorta: "Amate il Signore, voi tutti suoi santi" (v.24a). Amare il Signore è il primo comandamento. Una relazione d'amore a doppio senso: "Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo" (1 Giovanni 4,19). Il nostro amore è una risposta al suo amore.

Davide scrive: "Benedetto il Signore, che per me ha fatto meraviglie di grazia" (Salmi 31,22a). Dio ti ama: "Quanto è grande la tua bontà, Signore! La riservi per coloro che ti temono" (v.20, MSG).

"Tu li nascondi al riparo del tuo volto" (v.21a), "Li metti al sicuro nella tua tenda" (v.21b), ti protegge dalla "rissa delle lingue" (v.21b). Quando gridi "aiuto", sente la tua "preghiera" (v.23b). "Il Signore protegge chi ha fiducia in lui" (v.24, MSG). Perciò "siate forti, rendete saldo il vostro cuore" (v.25a), anche quando le cose sembrano difficili. "Siate forti, rendete saldo il vostro cuore, voi tutti che sperate nel Signore" (v.25, MSG).

Preghiera

Signore, ti lodo per le grandi meraviglie del tuo amore. Grazie perché quando ti chiedo aiuto ascolti il mio grido di misericordia. Signore, aiutami.
Nuovo Testamento

Marco 15,1-32

Gesù davanti a Pilato

15E subito, al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato.

2 Pilato gli domandò: "Tu sei il re dei Giudei?".

Ed egli rispose: "Tu lo dici".

3 I capi dei sacerdoti lo accusavano di molte cose. 4 Pilato lo interrogò di nuovo dicendo: "Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!".

5 Ma Gesù non rispose più nulla, tanto che Pilato rimase stupito.

6 A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà per loro un carcerato, a loro richiesta. 7 Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio. 8 La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere.

9 Pilato rispose loro: "Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?". 10 Sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. 11 Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba.

12 Pilato disse loro di nuovo: "Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?".

13 Ed essi di nuovo gridarono: "Crocifiggilo!".

14 Pilato diceva loro: "Che male ha fatto?".

Ma essi gridarono più forte: "Crocifiggilo!".

15 Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

Gesù insultato

16 Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. 17 Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. 18 Poi presero a salutarlo: "Salve, re dei Giudei!". 19 E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. 20 Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.

La crocifissione di Gesù

21 Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo. 22 Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa "Luogo del cranio", 23 e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese. 24 Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso.

25 Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. 26 La scritta con il motivo della sua condanna diceva: "Il re dei Giudei".

27 Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra. [ 28 ] 29 Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: "Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, 30 salva te stesso scendendo dalla croce!". 31 Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: "Ha salvato altri e non può salvare se stesso! 32 Il Cristo, il re d'Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!". E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.

Commento

Gesù è il Signore

"Eri lì quando crocifissero il mio Signore?" Gesù è umiliato, torturato e poi crocifisso. Non è facile leggere queste righe e vedere quante cose terribili hanno fatto a Gesù, mio amico e Signore. Gesù è:

  1. Mio re

I soldati scherniscono e umiliano Gesù, lo salutano come "Re dei Giudei" (Marco 15,2.18), un termine che verrà poi scritto anche sul legno dello croce come motivo della sua condanna (v.26). Gesù accetta questo termine, egli è il compimento del grande desiderio di Israele e delle molte promesse di un re davidico (vedi Isaia capitoli 9 e 11). Ma Gesù è un re diverso.

Viene consegnato a Pilato dai capi religiosi per "invidia" (Marco 15,10, MSG). Dovremmo prestare sempre molta attenzione all'invidia. L'invidia è a volte descritta come il "peccato religioso".

Gesù subisce insulti e false accuse. Anche noi a volte ne riceviamo: siamo calunniati e derisi. Ma sebbene non sia facile, dovremmo essere grati che Dio ci permetta di vivere questo, perché, sia pur nel piccolo, significa entrare nelle sofferenze di Gesù. In situazioni come queste, prega che Dio ti aiuti a rispondere come Gesù, con amore e perdono.

  1. Mio Messia

È curioso e in un certo senso ironico che i capi religiosi si facciano beffe di lui e lo chiamino "Il Cristo, re di Israele" (v.32), perché è esattamente ciò che egli è. Il termine "Cristo" deriva dal greco Christos, che traduce l'ebraico Mashiah o Messiah. Sia in greco che in ebraico significa letteralmente "unto", cioè consacrato tramite unzione. In precedenza avevamo visto Gesù come Sommo Sacerdote consacrato (unto) di Dio. Qui lo vediamo anche come Re consacrato (unto).

  1. Mio Salvatore

Anche nelle parole beffarde dei passanti: "Salva te stesso scendendo dalla croce!" (v.30) e dei capi religiosi: "Ha salvato altri e non può salvare se stesso!" (v.31) troviamo una sfumatura interessante, perché ciò che dicono è vero. Gesù è il Salvatore del mondo ma non poteva salvarsi. Per salvare tutti noi, me e te, Gesù doveva andare fino in fondo e affrontare l'agonia della crocifissione.

L'episodio di Barabba è un'immagine dell’opera compiuta da Gesù Salvatore del mondo. Come me e come te, Barabba è colpevole e merita una punizione: "Si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio" (v.7). Gesù, invece, è completamente innocente. Lo stesso Pilato esclama: "Che male ha fatto?" (v.14) Eppure Barabba viene "rilasciato" e liberato, e Gesù "consegnato... perché fosse crocifisso" (v.15). L'innocente è stato condannato e ucciso affinché io, il colpevole, potessi essere liberato. Forse non siamo assassini come Barabba, ma tutti abbiamo bisogno di essere salvati da lui, il Salvatore del mondo.

  1. Mio Signore

Nel brano di ieri abbiamo visto che il sommo sacerdote ad un certo punto chiede a Gesù: "Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?" A questa domanda Gesù risponde: "Io lo sono!" (14,61-62) A questa risposta il sommo sacerdote reagisce accusando Gesù di blasfemia, cioè di affermare di essere Dio. Ma perché dice questo? Quando Dio rivela il suo nome YHWH a Mosè (Esodo 3,14-15), ne spiega anche il significato. YHWH deriva dalla frase ebraica "Io sono colui che sono" o semplicemente "Io sono". La reazione del sommo sacerdote alla risposta di Gesù indica che Gesù dichiara di essere nientemeno che YHWH (il Signore).

Questa sorprendente verità fa da sfondo allo straordinario grido dell'anima di San Paolo in Filippesi 2,5-11, riassunto in questa preghiera.

Preghiera

Signore, aiutami ad avere gli stessi sentimenti di Gesù che umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte. Grazie per averlo esaltato e per avergli donato il nome che è al di sopra di ogni nome. Grazie perché al nome di Gesù ogni ginocchio si piegherà nei cieli, sulla terra e sotto la terra e ogni lingua proclamerà che *Gesù Cristo è il Signore*.
Antico Testamento

Levitico 21,1-22,33

Prescrizioni sacerdotali

21Il Signore disse a Mosè: "Parla ai sacerdoti, figli di Aronne, dicendo loro: "Un sacerdote non dovrà rendersi impuro per il contatto con un morto della sua parentela, 2 se non per un suo parente stretto, cioè per sua madre, suo padre, suo figlio, sua figlia, suo fratello 3 e sua sorella ancora vergine, che viva con lui e non sia ancora maritata; per questa può esporsi all'impurità. 4 Come marito, non si renda impuro per la sua parentela, profanando se stesso.

5 I sacerdoti non si faranno tonsure sul capo, né si raderanno ai margini la barba né si faranno incisioni sul corpo. 6 Saranno santi per il loro Dio e non profaneranno il nome del loro Dio, perché sono loro che presentano al Signore sacrifici consumati dal fuoco, pane del loro Dio; perciò saranno santi.

7 Non prenderanno in moglie una prostituta o una già disonorata, né una donna ripudiata dal marito. Infatti il sacerdote è santo per il suo Dio. 8 Tu considererai dunque il sacerdote come santo, perché egli offre il pane del tuo Dio: sarà per te santo, perché io, il Signore, che vi santifico, sono santo.

9 Se la figlia di un sacerdote si disonora prostituendosi, disonora suo padre; sarà arsa con il fuoco.

10 Il sacerdote, quello che è il sommo tra i suoi fratelli, sul capo del quale è stato versato l'olio dell'unzione e ha ricevuto l'investitura, indossando le vesti sacre, non dovrà scarmigliarsi i capelli né stracciarsi le vesti. 11 Non si avvicinerà ad alcun cadavere; non potrà rendersi impuro neppure per suo padre e per sua madre. 12 Non uscirà dal santuario e non profanerà il santuario del suo Dio, perché la consacrazione è su di lui mediante l'olio dell'unzione del suo Dio. Io sono il Signore.

13 Sposerà una vergine. 14 Non potrà sposare né una vedova né una divorziata né una disonorata né una prostituta, ma prenderà in moglie una vergine della sua parentela. 15 Così non disonorerà la sua discendenza tra la sua parentela; poiché io sono il Signore che lo santifico"".

16 Il Signore parlò a Mosè e disse: 17 "Parla ad Aronne dicendo: "Nelle generazioni future nessun uomo della tua stirpe che abbia qualche deformità potrà accostarsi ad offrire il pane del suo Dio; 18 perché nessun uomo che abbia qualche deformità potrà accostarsi: né un cieco né uno zoppo né uno sfregiato né un deforme, 19 né chi abbia una frattura al piede o alla mano, 20 né un gobbo né un nano né chi abbia una macchia nell'occhio o la scabbia o piaghe purulente o i testicoli schiacciati. 21 Nessun uomo della stirpe del sacerdote Aronne con qualche deformità si accosterà per presentare i sacrifici consumati dal fuoco in onore del Signore. Ha un difetto: non si accosti quindi per offrire il pane del suo Dio. 22 Potrà mangiare il pane del suo Dio, le cose sacrosante e le cose sante; 23 ma non potrà avvicinarsi al velo né accostarsi all'altare, perché ha una deformità. Non dovrà profanare i miei luoghi santi, perché io sono il Signore che li santifico"".

24 Così Mosè parlò ad Aronne, ai suoi figli e a tutti gli Israeliti.

22 Il Signore parlò a Mosè e disse: 2 "Parla ad Aronne e ai suoi figli: trattino con rispetto le offerte sante degli Israeliti e non profanino il mio santo nome, perché sono offerte consacrate a me. Io sono il Signore.

3 Di' loro: "Nelle generazioni future ogni uomo della vostra discendenza che si accosterà in stato di impurità alle offerte sante, consacrate dagli Israeliti in onore del Signore, sarà eliminato dalla mia presenza. Io sono il Signore.

4 Nessun uomo della stirpe di Aronne affetto da lebbra o da gonorrea potrà mangiare le offerte sante, finché non sia puro. Così sarà per chi toccherà qualsiasi cosa impura a causa di un cadavere o per chi avrà perdite seminali, 5 oppure per chi toccherà un rettile che lo rende impuro o una persona che lo rende impuro, qualunque sia la sua impurità. 6 Colui che avrà avuto tali contatti resterà impuro fino alla sera e non mangerà le offerte sante prima di essersi lavato il corpo nell'acqua; 7 dopo il tramonto del sole sarà puro e allora potrà mangiare le offerte sante, perché esse sono il suo cibo. 8 Non mangerà carne di bestia morta naturalmente o sbranata, per non rendersi impuro. Io sono il Signore.

9 Osserveranno dunque ciò che ho comandato, altrimenti porteranno la pena del loro peccato e moriranno per aver commesso profanazioni. Io sono il Signore che li santifico.

10 Nessun profano mangerà le offerte sante; né l'ospite di un sacerdote né il salariato potrà mangiare le offerte sante. 11 Ma una persona che il sacerdote avrà comprato con il proprio denaro ne potrà mangiare, e così anche lo schiavo che gli è nato in casa: costoro potranno mangiare il suo cibo. 12 Se la figlia di un sacerdote è sposata con un profano, non potrà mangiare del contributo delle offerte sante. 13 Se invece la figlia del sacerdote è rimasta vedova o è stata ripudiata e non ha figli, ed è tornata ad abitare da suo padre come quando era giovane, potrà mangiare il cibo del padre; ma nessun profano potrà mangiarne.

14 Se uno mangia inavvertitamente di un'offerta santa, darà al sacerdote il valore dell'offerta santa, aggiungendovi un quinto. 15 I sacerdoti non profaneranno dunque le offerte sante degli Israeliti, che essi prelevano per il Signore, 16 e non faranno portare loro il peso della colpa di cui si renderebbero colpevoli, mangiando le loro offerte sante; poiché io sono il Signore che le santifico"".

Leggi relative alle vittime

17 Il Signore parlò a Mosè e disse: 18 "Parla ad Aronne, ai suoi figli, a tutti gli Israeliti dicendo loro: "Chiunque della casa d'Israele o dei forestieri dimoranti in Israele presenterà la sua offerta, per qualsiasi voto o dono spontaneo, da presentare come olocausto in onore del Signore, 19 per essere gradito, dovrà offrire un maschio, senza difetto, di bovini, di pecore o di capre. 20 Non offrirete nulla con qualche difetto, perché non sarebbe gradito. 21 Se qualcuno presenterà al Signore, in sacrificio di comunione, un bovino o un ovino, sia per adempiere un voto sia come offerta spontanea, la vittima, perché sia gradita, dovrà essere perfetta e non avere alcun difetto. 22 Non presenterete in onore del Signore nessuna vittima cieca o storpia o mutilata o con ulcere o con la scabbia o con piaghe purulente; non ne farete sull'altare un sacrificio consumato dal fuoco in onore del Signore. 23 Un capo di bestiame grosso o minuto che sia deforme o atrofizzato, potrai offrirlo come dono spontaneo, ma non sarà gradito come sacrificio votivo. 24 Non offrirete al Signore un animale con i testicoli ammaccati o contusi o strappati o tagliati. Tali cose non farete nella vostra terra 25 né prenderete dalle mani dello straniero alcuna di queste vittime per offrirla come cibo in onore del vostro Dio; essendo mutilate, difettose, non sarebbero gradite a vostro favore"".

26 Il Signore parlò a Mosè e disse: 27 "Quando nascerà un vitello o un agnello o un capretto, starà sette giorni presso la madre; dall'ottavo giorno in poi, sarà gradito come vittima da consumare con il fuoco per il Signore. 28 Non scannerete mucca o pecora lo stesso giorno con il suo piccolo.

29 Quando offrirete al Signore un sacrificio di ringraziamento, offritelo in modo che sia gradito. 30 La vittima sarà mangiata il giorno stesso; non ne farete avanzare nulla fino al mattino. Io sono il Signore.

31 Osserverete dunque i miei comandi e li metterete in pratica. Io sono il Signore. 32 Non profanerete il mio santo nome, affinché io sia santificato in mezzo agli Israeliti. Io sono il Signore che vi santifico, 33 che vi ho fatto uscire dalla terra d'Egitto per essere vostro Dio. Io sono il Signore".

Commento

Adorare il Signore

In questo brano viene data molta attenzione al "santo nome" (22,2) di Dio. Nel capitolo 22, per nove volte Dio dice al suo popolo: "Io sono il Signore" (vv.2-3,8-9,16,30-33). Ma perché, in questi versetti, Dio sottolinea così spesso il suo nome?

Ai tempi dell’Antico Testamento, i nomi avevano un grande significato. Si riteneva che rivelassero qualcosa di molto importante della stessa persona. Lo stesso avviene con Dio: il nome YHWH dichiara l'unicità e la grandezza di Dio.

Ricorda inoltre alle persone la loro relazione unica con lui. Era un nome che era stato rivelato a Mosè come segno della promessa di Dio di stare con il suo popolo (Esodo 3).

Ogni volta che Dio dichiara "Io sono il Signore" ci ricorda sia la sua grandezza sia il suo rapporto con noi. Ciascuna delle leggi in questo capitolo è costruita su queste verità e indica ognuna di esse.

Il tema di Levitico 21 è la santità di Dio e la necessità del sacerdozio affinché il popolo possa avvicinarsi a Dio. Nel Nuovo Testamento vediamo che Gesù è il grande sommo sacerdote ed è attraverso di lui che ci avviciniamo a Dio. Gesù è:

  1. Completamente santo

È scritto che il sommo sacerdote debba essere puro (21,11b). Gesù è moralmente perfetto. Gesù è "santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori" (Ebrei 7,26, MSG).

  1. Consacrato a Dio

Il sommo sacerdote deve essere consacrato a Dio (Levitico 21,12). Gesù lo è (Luca 2,22).

  1. L'unto

Il Sommo Sacerdote deve essere unto con olio (Levitico 21,12), come simbolo dello Spirito Santo. Gesù viene unto dallo Spirito Santo al suo battesimo. Egli è l'unto, il Cristo.

Se il capitolo 21 ci ricorda la necessità di un sacerdote perfetto, il capitolo 22 ci ricorda la necessità di un sacrificio perfetto. Il sacrificio deve essere "senza difetto" (22,19.21). Gesù è il sacerdote perfetto ma anche il sacrificio perfetto.

Questi tre brani sono straordinari, ci aiutano a meditare sullo straordinario grido dell'anima: "Gesù Cristo è il Signore" (Filippesi 2,11), sul suo meraviglioso amore per noi dimostrato sulla croce e sulla nostra risposta che possiamo dare al messaggio "Amate il Signore" (Salmi 31,24a).

Preghiera

Signore, desidero adorarti. Sei tu che mi santifichi. Sei tu che mi salvi dalla prigionia. Tu sei il Signore. Signore, ti amo.

La moglie di Nicky dice

Salmi 31,25

"Siate forti, rendete saldo il vostro cuore, voi tutti che sperate nel Signore".

Oggi ho bisogno di molta forza. In realtà, ne ho bisogno quasi tutti i giorni! Più forza Signore, per favore.

Versetto del giorno

Salmi 31,24

"Il Signore protegge chi ha fiducia in lui".

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