Giorno 64

Come mantenersi in buona salute

Sapienziali Proverbi 6,20-29
Nuovo Testamento Marco 12,28-44
Antico Testamento Levitico 13,1-59

Introduzione

  • Evitare il fumo e ogni dipendenza dal tabacco
  • Fare esercizio fisico ogni giorno
  • Mantenere una dieta salutare per il cuore
  • Tenere il proprio peso sotto controllo
  • Controllare regolarmente la pressione sanguigna
  • Tenere il colesterolo sotto controllo
  • Tenere la glicemia sotto controllo

Secondo l’American Heart Association (associazione di cardiologia americana), sono queste le sette cose da fare per mantenere in forma il proprio cuore.

Il cuore umano pesa circa 450 grammi. Batte mediamente 100.000 volte al giorno e nel corso di una vita normale circa due miliardi e mezzo di volte. Il tuo sistema circolatorio, costituito da arterie, vene e capillari, ha una lunghezza complessiva di oltre 100.000 chilometri. Qualcosa come più del doppio della circonferenza terrestre.

Tutto questo non è soltanto una meraviglia biologica, ma è anche il "cuore pulsante" della vita umana. Senza il cuore, il tuo organismo cesserebbe di funzionare quasi istantaneamente. Nel mondo occidentale, le malattie cardiache sono la prima causa di morte.

Gesù parla molto del cuore come metafora della vita interiore. Ne parla come centro della vita fisica, spirituale e mentale dell'uomo. Il cuore è il centro e la sorgente di tutta la nostra vita interiore, dei nostri pensieri, dei nostri sentimenti e della nostra volontà.

Dio è molto attento al nostro cuore. Desidera che il nostro cuore sia in buona salute. A Samuele dice: "Perché non conta quel che vede l'uomo: infatti l'uomo vede l'apparenza, ma il Signore vede il cuore" (1 Samuele 16,7).

Molto più importante della salute fisica del tuo cuore è la sua condizione spirituale. Nei passi biblici di oggi guarderemo cinque punti fondamentali per una sana condizione spirituale del proprio cuore.

Sapienziali

Proverbi 6,20-29

Proverbi 6,20-29

20 Figlio mio, osserva il comando di tuo padre
  e non disprezzare l'insegnamento di tua madre.
21 Fissali sempre nel tuo cuore,
  appendili al collo.
22 Quando cammini ti guideranno,
  quando riposi veglieranno su di te,
  quando ti desti ti parleranno,
23 perché il comando è una lampada
  e l'insegnamento una luce
e un sentiero di vita
  l'istruzione che ti ammonisce:
24 ti proteggeranno dalla donna altrui,
  dalle parole seducenti della donna sconosciuta.

25 Non desiderare in cuor tuo la sua bellezza,
  non lasciarti adescare dai suoi sguardi,

26 poiché, se la prostituta cerca il pane,
  la donna sposata ambisce una vita preziosa.
27 Si può portare il fuoco sul petto
  senza bruciarsi i vestiti,
28 o camminare sulle braci
  senza scottarsi i piedi?
29 Così chi si accosta alla donna altrui:
  chi la tocca non resterà impunito.

Commento

1. Custodire il proprio cuore

Gesù insegna che l'adulterio ha origine nel proprio cuore: "Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore" (Matteo 5,28). Questo insegnamento di Gesù si basa su quanto già scritto nel libro dei Proverbi, dove si sottolinea l'importanza di custodire il proprio cuore: "Non desiderare in cuor tuo la sua bellezza" (Proverbi 6,25).

Gesù mette in guardia dai gravi pericoli dell'adulterio. Si tratta di una situazione paragonabile ad un terribile incendio. Il sesso è come la fiamma in un focolare. Se vissuto all'interno di una relazione coniugale esclusiva, è fonte di grande benedizione. Se invece fuoriesce da questo confine, crea gravi danni, come una fiamma fuori dal focolare: "Si può portare il fuoco sul petto senza bruciarsi i vestiti, o camminare sulle braci senza scottarsi i piedi?" (vv.27-29a)

L'adulterio non capita quasi mai per caso. L'infedeltà nasce dal cuore. È proprio il cuore il luogo in cui dobbiamo custodire la fedeltà. Custodire questi insegnamenti e fissarli nel proprio “cuore" (v.21).

Preghiera

Signore, aiutami a prendere le tue parole e a fissarle nel mio cuore. Quando cammino, possano guidarmi. Quando dormo, possano vegliare su di me. Quando mi sveglio, possano parlarmi. Siano come una lampada e una luce che mi tiene sulla via della vita. Custodisci il mio cuore, Signore.
Nuovo Testamento

Marco 12,28-44

Il più grande comandamento

28 Allora si avvicinò a lui uno degli scribi che li aveva uditi discutere e, visto come aveva ben risposto a loro, gli domandò: "Qual è il primo di tutti i comandamenti?".

29 Gesù rispose: "Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l'unico Signore; 30 amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. 31 Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c'è altro comandamento più grande di questi".

32 Lo scriba gli disse: "Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all'infuori di lui; 33 amarlo con tutto il cuore, con tutta l'intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici".

34 Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: "Non sei lontano dal regno di Dio". E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Di chi è figlio il Messia?

35 Insegnando nel tempio, Gesù diceva: "Come mai gli scribi dicono che il Cristo è figlio di Davide? 36 Disse infatti Davide stesso, mosso dallo Spirito Santo:

Disse il Signore al mio Signore:
Siedi alla mia destra,
finché io ponga i tuoi nemici
sotto i tuoi piedi.

37 Davide stesso lo chiama Signore: da dove risulta che è suo figlio?".

E la folla numerosa lo ascoltava volentieri.

Avvertimento contro i maestri della legge

38 Diceva loro nel suo insegnamento: "Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, 39 avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. 40 Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa".

L'offerta della vedova

41 Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. 42 Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.

43 Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: "In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. 44 Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere"

Commento

2. Amare Gesù con tutto il cuore

Marco 12,28-37

L'insegnamento di Gesù è qualcosa di molto affascinante, che attrae le persone: "E la folla numerosa lo ascoltava volentieri" (v.37b). Se dovessi trovare una parola per sintetizzare l'insegnamento di Gesù, direi "Amore".

Alla domanda di uno degli scribi su quale fosse il primo di tutti i comandamenti, Gesù risponde: "Il Signore nostro Dio è l'unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso" (vv.30-31). Al centro di questa risposta c'è una relazione d'amore, una relazione con il "Signore tuo Dio", relazione che nasce nel nostro cuore e che trabocca nell'amore per il prossimo.

Ma chi è "il Signore"? La questione di fondo dietro a tutte queste domande degli scribi a Gesù è: Che cosa questo uomo pensa di essere? Rispondendo agli scribi nel tempio, Gesù risponde alle loro domande interrogandoli a sua volta sulla venuta del Messia ("il Cristo", v.35).

Cita in particolare il Salmo 110, mettendo così in discussione che il Cristo sia semplicemente un re della discendenza di Davide. Egli infatti non è solo figlio di Davide, ma è anche "Signore" di Davide (Marco 12,35-37a).

Queste parole confermano che Gesù è "il Signore". Il comando di amare il Signore con tutto il tuo cuore è quindi un comando di amare Gesù con tutto il tuo cuore. È la priorità assoluta della nostra vita.

A Gesù non interessa l’applicazione letterale della legge, ma lo spirito della legge. Gesù non si ferma alle apparenze, ma guarda il cuore.

3. Concentrarsi sul cuore

Marco 12,38-40

Se penso a me stesso e alla mia vita mi accorgo che il pericolo dell'ipocrisia è sempre in agguato. Sono sempre tentato dall’obiettivo di fare carriera, di essere promosso, apprezzato e onorato. E questo anche nella preghiera: dovremmo sempre essere attenti a come preghiamo, perché la nostra preghiera venga veramente dal cuore e non diventi gesto di ostentazione.

Gesù critica gli scribi perché sa che i loro cuori non sono sinceri. La loro preoccupazione è soprattutto nelle apparenze esteriori e non tanto in ciò che hanno dentro. Di loro Gesù dice: "Amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa" (vv.38-40, MSG).

Tutto il loro agire è per essere ammirati e per ricevere onori dalla gente che li circonda. Ma a Dio non interessa affatto la nostra condizione esteriore e l'ostentazione (v.40). Dio guarda solo il nostro cuore.

4. Donare con il cuore

Marco 12,41-44

A Gesù non interessa quanto grandi siano le nostre ricchezze. A Gesù interessa quanto grande è il nostro cuore.

Gesù contesta l'opinione diffusa a quel tempo secondo la quale Dio apprezzi di più i doni costosi. Afferma che anche i doni più poveri sono a lui importanti. Per Gesù non conta la grandezza di un’offerta di un ricco che dona il superfluo. A contare è invece la generosità del cuore di chi dona con sacrificio.

Ciò che doniamo ed il modo in cui doniamo riflettono le qualità del nostro cuore. Gesù non critica i ricchi che gettano molte monete nel tesoro. Dice solo che la vedova povera che "vi gettò due monetine, che fanno un soldo" (v.42) aveva gettato nel tesoro "più di tutti gli altri".

Gesù legge nel suo cuore. Dice: "Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere" (vv.43-44, MSG). Tutti gli altri badano alle apparenze, ma Gesù vede il cuore. A Dio non interessa la quantità del dono ma la qualità del cuore.

Preghiera

Signore, aiutaci ad amarti con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente e con tutta la forza. Perdonaci per le volte in cui ci preoccupiamo dell'aspetto esteriore anziché del cuore. Signore, aiutaci ad essere generosi nel nostro dare. Donaci un cuore generoso.
Antico Testamento

Levitico 13,1-59

Regolamenti sulla contaminazione delle malattie della pelle

13Il Signore parlò a Mosè e ad Aronne e disse: 2 "Se qualcuno ha sulla pelle del corpo un tumore o una pustola o macchia bianca che faccia sospettare una piaga di lebbra, quel tale sarà condotto dal sacerdote Aronne o da qualcuno dei sacerdoti, suoi figli. 3 Il sacerdote esaminerà la piaga sulla pelle del corpo: se il pelo della piaga è diventato bianco e la piaga appare come incavata rispetto alla pelle del corpo, è piaga di lebbra; il sacerdote, dopo averlo esaminato, dichiarerà quell'uomo impuro. 4 Ma se la macchia sulla pelle del corpo è bianca e non appare incavata rispetto alla pelle e il suo pelo non è diventato bianco, il sacerdote isolerà per sette giorni colui che ha la piaga. 5 Al settimo giorno il sacerdote l'esaminerà ancora; se gli parrà che la piaga si sia fermata senza allargarsi sulla pelle, il sacerdote lo isolerà per altri sette giorni. 6 Il sacerdote, il settimo giorno, lo esaminerà di nuovo: se vedrà che la piaga non è più bianca e non si è allargata sulla pelle, dichiarerà quell'uomo puro; è una pustola. Quello si laverà le vesti e sarà puro. 7 Ma se la pustola si è allargata sulla pelle, dopo che egli si è mostrato al sacerdote per essere dichiarato puro, si farà esaminare di nuovo dal sacerdote: 8 il sacerdote l'esaminerà e se vedrà che la pustola si è allargata sulla pelle, il sacerdote lo dichiarerà impuro; è lebbra.

9 Se qualcuno avrà addosso una piaga di lebbra, sarà condotto dal sacerdote, 10 ed egli lo esaminerà: se vedrà che sulla pelle c'è un tumore bianco, che questo tumore ha fatto imbiancare il pelo e che nel tumore si trova carne viva, 11 è lebbra inveterata nella pelle del corpo e il sacerdote lo dichiarerà impuro; non c'è bisogno che lo tenga ancora isolato, perché certo è impuro.

12 Se la lebbra si propaga sulla pelle in modo da coprire tutta la pelle di colui che ha la piaga, dal capo ai piedi, dovunque il sacerdote guardi, 13 questi lo esaminerà e, se vedrà che la lebbra copre tutto il corpo, dichiarerà puro l'individuo affetto dal morbo: essendo tutto bianco, è puro. 14 Ma quando apparirà in lui carne viva, allora sarà impuro. 15 Il sacerdote, vista la carne viva, lo dichiarerà impuro: la carne viva è impura; è lebbra. 16 Ma se la carne viva ridiventa bianca, egli vada dal sacerdote e il sacerdote lo esaminerà: 17 se vedrà che la piaga è ridiventata bianca, il sacerdote dichiarerà puro colui che ha la piaga; è puro.

18 Se qualcuno ha avuto sulla pelle del corpo un'ulcera che sia guarita 19 e poi, sul luogo dell'ulcera, appaia un tumore bianco o una macchia bianco-rossastra, quel tale si mostrerà al sacerdote, 20 il quale l'esaminerà e se vedrà che la macchia è infossata rispetto alla pelle e che il pelo è diventato bianco, il sacerdote lo dichiarerà impuro: è una piaga di lebbra che è scoppiata nell'ulcera. 21 Ma se il sacerdote, esaminandola, vede che nella macchia non ci sono peli bianchi, che non appare infossata rispetto alla pelle, ma che si è attenuata, il sacerdote lo isolerà per sette giorni. 22 Se la macchia si allarga sulla pelle, il sacerdote lo dichiarerà impuro: è una piaga di lebbra. 23 Ma se la macchia è rimasta allo stesso punto, senza allargarsi, è una cicatrice di ulcera e il sacerdote lo dichiarerà puro.

24 Oppure, se qualcuno ha sulla pelle del corpo una scottatura prodotta da fuoco e su questa appaia una macchia lucida, bianco-rossastra o soltanto bianca, 25 il sacerdote l'esaminerà: se vedrà che il pelo della macchia è diventato bianco e la macchia appare incavata rispetto alla pelle, è lebbra scoppiata nella scottatura. Il sacerdote lo dichiarerà impuro: è una piaga di lebbra. 26 Ma se il sacerdote, esaminandola, vede che non c'è pelo bianco nella macchia e che essa non è infossata rispetto alla pelle e si è attenuata, il sacerdote lo isolerà per sette giorni. 27 Al settimo giorno il sacerdote lo esaminerà e se la macchia si è diffusa sulla pelle, il sacerdote lo dichiarerà impuro: è una piaga di lebbra. 28 Ma se la macchia è rimasta ferma nella stessa zona e non si è diffusa sulla pelle, ma si è attenuata, è un gonfiore dovuto a bruciatura; il sacerdote dichiarerà quel tale puro, perché si tratta di una cicatrice della bruciatura.

29 Se un uomo o una donna ha una piaga sul capo o sul mento, 30 il sacerdote esaminerà la piaga: se riscontra che essa è incavata rispetto alla pelle e che vi è del pelo gialliccio e sottile, il sacerdote lo dichiarerà impuro; è tigna, lebbra del capo o del mento. 31 Ma se il sacerdote, esaminando la piaga della tigna, riscontra che non è incavata rispetto alla pelle e che non vi è pelo scuro, il sacerdote isolerà per sette giorni la persona affetta da tigna. 32 Se il sacerdote, esaminando al settimo giorno la piaga, vedrà che la tigna non si è allargata e che non vi è pelo gialliccio e che la tigna non appare incavata rispetto alla pelle, 33 quella persona si raderà, ma non raderà il luogo dove è la tigna; il sacerdote la terrà isolata per altri sette giorni. 34 Al settimo giorno, il sacerdote esaminerà la tigna: se riscontra che la tigna non si è allargata sulla pelle e non appare incavata rispetto alla pelle, il sacerdote la dichiarerà pura; quella persona si laverà le vesti e sarà pura. 35 Ma se, dopo che sarà stata dichiarata pura, la tigna si allargherà sulla pelle, 36 il sacerdote l'esaminerà: se nota che la tigna si è allargata sulla pelle, non starà a cercare se vi è il pelo giallo; quella persona è impura. 37 Ma se vedrà che la tigna si è fermata e vi è cresciuto il pelo scuro, la tigna è guarita; quella persona è pura e il sacerdote la dichiarerà tale.

38 Se un uomo o una donna ha sulla pelle del corpo macchie lucide, bianche, 39 il sacerdote le esaminerà: se vedrà che le macchie sulla pelle del loro corpo sono di un bianco pallido, è un'eruzione cutanea; quella persona è pura.

40 Chi perde i capelli del capo è calvo, ma è puro. 41 Se i capelli gli sono caduti dal lato della fronte, è calvo davanti, ma è puro. 42 Ma se sulla parte calva del cranio o della fronte appare una piaga bianco-rossastra, è lebbra scoppiata sulla calvizie del cranio o della fronte; 43 il sacerdote lo esaminerà: se riscontra che il tumore della piaga nella parte calva del cranio o della fronte è bianco-rossastro, simile alla lebbra della pelle del corpo, 44 quel tale è un lebbroso; è impuro e lo dovrà dichiarare impuro: il male lo ha colpito al capo.

45 Il lebbroso colpito da piaghe porterà vesti strappate e il capo scoperto; velato fino al labbro superiore, andrà gridando: "Impuro! Impuro!". 46 Sarà impuro finché durerà in lui il male; è impuro, se ne starà solo, abiterà fuori dell'accampamento.

Regolamenti sulla contaminazione degli stampi

47 Quando apparirà una macchia di lebbra su una veste di lana o di lino, 48 nel tessuto o nel manufatto di lino o di lana, su una pelliccia o qualunque altra cosa di cuoio, 49 se la macchia sarà verdastra o rossastra, sulla veste o sulla pelliccia, sul tessuto o sul manufatto o su qualunque cosa di cuoio, è macchia di lebbra e sarà mostrata al sacerdote. 50 Il sacerdote esaminerà la macchia e rinchiuderà per sette giorni l'oggetto che ha la macchia. 51 Al settimo giorno esaminerà la macchia: se la macchia si sarà allargata sulla veste o sul tessuto o sul manufatto o sulla pelliccia o sull'oggetto di cuoio per qualunque uso, è una macchia di lebbra maligna, è cosa impura. 52 Egli brucerà quella veste o il tessuto o il manufatto di lana o di lino o qualunque oggetto fatto di pelle sul quale è la macchia; poiché è lebbra maligna, saranno bruciati nel fuoco.

53 Ma se il sacerdote, esaminandola, vedrà che la macchia non si è allargata sulle vesti o sul tessuto o sul manufatto o su qualunque oggetto di cuoio, 54 il sacerdote ordinerà che si lavi l'oggetto su cui è la macchia e lo rinchiuderà per altri sette giorni. 55 Il sacerdote esaminerà la macchia, dopo che sarà stata lavata: se vedrà che la macchia non ha mutato colore, benché non si sia allargata, è un oggetto impuro; lo brucerai nel fuoco: vi è corrosione, sia sul diritto sia sul rovescio dell'oggetto. 56 Se il sacerdote, esaminandola, vede che la macchia, dopo essere stata lavata, si è attenuata, la strapperà dalla veste o dalla pelle o dal tessuto o dal manufatto. 57 Se appare ancora sulla veste o sul tessuto o sul manufatto o sull'oggetto di cuoio, è un'eruzione in atto; brucerai nel fuoco l'oggetto su cui è la macchia. 58 La veste o il tessuto o il manufatto o qualunque oggetto di cuoio che avrai lavato e dal quale la macchia sarà scomparsa, si laverà una seconda volta e sarà puro.

59 Questa è la legge relativa alla macchia di lebbra sopra una veste di lana o di lino, sul tessuto o sul manufatto o su qualunque oggetto di pelle, per dichiararli puri o impuri".

Commento

5. Mantenere il cuore santo

Le leggi dell'Antico Testamento regolavano ogni aspetto della vita, incluse la pulizia, la salute e l'igiene del corpo. In questo capitolo troviamo un lungo elenco di queste regole, assieme a disposizioni sugli olocausti e i sacrifici. Ma queste regole non riguardano solo la sfera pratica, riguardano anche la santità, e la loro motivazione deriva dal desiderio di compiacere ed emulare Dio (Levitico 11,44). In altre parole, i rituali esteriori sono e devono essere un riflesso dell'atteggiamento interiore del cuore.

Al tempo di Gesù, molti maestri enfatizzavano erroneamente queste leggi. Pensavano che la santità si potesse ottenere semplicemente obbedendo alla lettera e in modo esteriore a queste regole. Non pensavano che riguardasse invece l'atteggiamento interiore del cuore.

Gesù fa notare che c'è qualcosa di molto più importante dell’esteriorità delle cose. Per Gesù la cosa più importante è amare Dio "con tutto il cuore, con tutta l'intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici" (Marco 12,33). La santità non è una questione di apparenza. È una questione di cuore.

Preghiera

Signore, aiutami a proteggere il mio cuore dalla malattia spirituale. Fa che possiamo essere una comunità d'amore, amandoti e amandoci gli uni gli altri. Ti prego di riempire il mio cuore oggi con il tuo Spirito Santo e di mantenerlo santo e sano.

La moglie di Nicky dice

Marco 12,31

"Amerai il tuo prossimo come te stesso".

La domanda che mi faccio oggi è: in questo periodo, mi sto prendendo cura di me stessa?

Versetto del giorno

Marco 12,30

"Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza".

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Riferimenti

Salvo diversa indicazione, le citazioni delle Scritture sono tratte dalla Sacra Bibbia Italiana Cattolica, testo CEI 2008 a cura della Conferenza Episcopale Italiana. Utilizzata con permesso.

Copyright © 2008 — 2019 Diritti d'autore riservati su testo e commento Fondazione di Religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena.

American Heart Association, ‘Life’s Simple 7’, http://www.heart.org/HEARTORG/Conditions/My-Life-Check---Lifes-Simple-7\_UCM\_471453\_Article.jsp#.VqvcnbSp8Rk \[Last accessed January 2016\]

Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®. Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.

NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
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