Giorno 44

Dio opera per il tuo bene

Sapienziali Proverbi 4,20-27
Nuovo Testamento Matteo 27,45-66
Antico Testamento Esodo 13,1-14,31

Introduzione

A metà del diciannovesimo secolo, Lord Radstock si trovò a soggiornare in Norvegia. Nel salone del suo hotel, una bambina stava suonando il piano: "plink, plonk, plink”. Il suono che ne usciva non era dei più gradevoli e Lord Radstock stava ormai perdendo la pazienza! Ad un certo punto, un signore si avvicinò. Si sedette a fianco della bambina ed iniziò a suonare con lei, riempiendo i vuoti tra le sue note stonate. La musica cambiò e ne uscì una melodia bellissima. Solo più tardi, Lord Radstock scoprì che quell’uomo era il padre della bambina, Alexander Borodin, il grande compositore russo, autore dell’opera lirica Il Principe Igor.

Dio ci invita a vivere una relazione con lui che è anche di collaborazione. La fede cristiana riguarda principalmente ciò che Dio ha fatto per noi attraverso Gesù. Ma, in tutto questo, non siamo dei semplici spettatori. Ognuno di noi è chiamato a rispondere, a fare qualcosa. Dio vuole coinvolgerci nel suo piano. Si avvicina e siede a fianco a noi: "Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene" (Romani 8,28). Usa il nostro "plink, plonk, plink" per fare della nostra vita qualcosa di molto bello.

Sapienziali

Proverbi 4,20-27

20 Figlio mio, fa' attenzione alle mie parole,
  porgi l'orecchio ai miei detti;
21 non perderli di vista,
  custodiscili dentro il tuo cuore,
22 perché essi sono vita per chi li trova
  e guarigione per tutto il suo corpo.
23 Più di ogni cosa degna di cura custodisci il tuo cuore,
  perché da esso sgorga la vita.
24 Tieni lontano da te la bocca bugiarda
  e allontana da te le labbra perverse.
25 I tuoi occhi guardino sempre in avanti
  e le tue pupille mirino diritto davanti a te.
26 Bada alla strada dove metti il piede
  e tutte le tue vie siano sicure.
27 Non deviare né a destra né a sinistra,
  tieni lontano dal male il tuo piede.

Commento

Camminare saggiamente

Nel piano di Dio tutti abbiamo un compito, un ruolo da svolgere: rimanere sui suoi sentieri, vivere saggiamente e fare della nostra vita qualcosa di bello! In questo brano sono indicati quattro aspetti da tenere sotto controllo se desideriamo vincere le tentazioni:

1. Cosa pensiamo

Tenere sotto controllo i pensieri del nostro cuore è importante. È dal nostro cuore infatti che sgorga la vita: "Più di ogni cosa degna di cura custodisci il tuo cuore, perché da esso sgorga la vita" (v.23). Dovremmo riempire il nostro cuore di cose belle, specialmente delle parole di Dio (vv.20-21). Esse portano "vita" e "guarigione" (v.22). Oggetto dei nostri pensieri dovrebbe sempre essere tutto ciò: "Che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode" (Filippesi 4,8).

2. Cosa diciamo

Le parole sono potenti e vanno sempre usate con prudenza: "Tieni lontano da te la bocca bugiarda e allontana da te le labbra perverse" (Proverbi 4,24). Si dice che prima di parlare dovremmo sempre chiederci tre cose: "È vero? È gentile? È necessario?"

3. Cosa guardiamo

I nostri occhi vanno protetti. Dovremmo sempre cercare di stare attenti a ciò che guardiamo (soprattutto oggi con internet e i canali social): "I tuoi occhi guardino sempre in avanti e le tue pupille mirino diritto davanti a te" (v.25). Gesù ci mette in guardia, ci dice che "se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso". Ma anche che "se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso" (Matteo 6,22-23).

4. Dove andiamo

Stare attenti ai luoghi che frequentiamo è un altro modo importante per evitare le tentazioni: "Bada alla strada dove metti il piede e tutte le tue vie siano sicure… Tieni lontano dal male il tuo piede" (Proverbi 4,26-27). Questo verso è citato anche nella lettera agli Ebrei. Il suo autore ci esorta a correre "con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù" e a rinfrancare "le mani inerti e le ginocchia fiacche" (Ebrei 12,1-2.12).

Preghiera

Signore, poni una custodia sulla mia lingua e sorveglia la porta del mio cuore. Nella giornata di oggi, aiutami a camminare saggiamente.
Nuovo Testamento

Matteo 27,45-66

Agonia e morte di Gesù

45 A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. 46 Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: "Elì, Elì, lemà sabactàni?", che significa: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?".

47 Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: "Costui chiama Elia".

48 E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. 49 Gli altri dicevano: "Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!".

50 Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.

51 Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, 52 i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. 53 Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti.

54 Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: "Davvero costui era Figlio di Dio!".

55 Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. 56 Tra queste c'erano Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo.

Sepoltura di Gesù

57 Venuta la sera, giunse un uomo ricco, di Arimatea, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù. 58 Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato. 59 Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito 60 e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all'entrata del sepolcro, se ne andò. 61 Lì, sedute di fronte alla tomba, c'erano Maria di Màgdala e l'altra Maria.

La guardie presso la tomba

62 Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i farisei, 63 dicendo: "Signore, ci siamo ricordati che quell'impostore, mentre era vivo, disse: "Dopo tre giorni risorgerò". 64 Ordina dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo giorno, perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: "È risorto dai morti". Così quest'ultima impostura sarebbe peggiore della prima!".

65 Pilato disse loro: "Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete". 66 Essi andarono e, per rendere sicura la tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie.

Commento

Donare generosamente

In modo supremo, attraverso la croce e la resurrezione di Gesù, Dio opera nella nostra vita e per il nostro bene! Gesù ha affrontato sofferenze spaventose e la separazione reale da Dio per noi, perché potessimo godere della presenza di Dio.

Gesù è stato abbandonato dai capi religiosi, dalla sua famiglia, dalla folla e dai suoi discepoli. Dalle profondità della sua sofferenza, a gran voce ha urlato: "Elì, Elì, lemà sabactàni?" che vuol dire: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" (Matteo 27,46)

Le parole pronunciate da Gesù durante l'agonia esprimono un reale senso di alienazione da Dio. Il Salmo 22 citato da Gesù è un grido di sofferenza, di lamento e di separazione da Dio. Nel libro di Giobbe, abbiamo visto che la Scrittura si intreccia con le difficoltà e le complessità della sofferenza umana. Sulla croce Dio risponde alla nostra sofferenza e lo fa entrandoci e facendosene carico.

Pensando alla sofferenza e alla croce, John Stott ha scritto: "Se non fosse per la croce, non potrei credere in Dio. Come si potrebbe adorare un Dio incurante del dolore che affligge il mondo?"

Ma l’amore di Gesù sulla croce che abbraccia la nostra sofferenza è qualcosa che va oltre la semplice solidarietà. Le sue parole esprimono il motivo della sua venuta. Gesù è venuto per "dare la propria vita in riscatto per molti" (Matteo 20,28). Gesù è morto per la nostra libertà. È stato abbandonato perché io e te potessimo accedere a Dio ed essere da lui accolti.

Questa accoglienza trova compimento nel momento della morte di Gesù: "Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo" (Matteo 27,51). Nella lettera agli Ebrei troviamo il significato di tutto questo: il velo separava il popolo dal "Santo dei Santi", dalla presenza di Dio (Ebrei 9,3).

Ora, attraverso Gesù, abbiamo la possibilità di sperimentare la presenza di Dio e di vivere un’amicizia intima con lui. Il velo squarciato da cima a fondo è segno che tutto questo è opera di Dio, e non dell'uomo. È lui che ci offre la possibilità di accedere alla sua presenza. Questo dono è grande e ci è stato fatto attraverso l’abbandono e la sofferenza di Gesù sulla croce. Sulla croce, Dio stava operando qualcosa di grande per il nostro bene.

Ed è stupefacente notare che anche in questo momento chiave della storia dell’umanità, la croce e la risurrezione di Gesù, Dio non fa tutto da solo, ma coinvolge l'essere umano. Attraverso un uomo ricco di nome Giuseppe di Arimatea, che era diventato discepolo di Gesù, prepara la tomba in cui Gesù sarebbe stato sepolto e da cui sarebbe risorto (Matteo 27,57-60).

Non importa quindi se sei ricco o se sei povero. Ciò che conta è la tua risposta al dono che Dio ti ha dato e all’uso che fai di ciò che possiedi. Giuseppe ha donato generosamente e Dio ha reso la sua vita meravigliosa tanto da essere ricordato nei secoli!

Preghiera

Signore, grazie per essere passato attraverso la sofferenza per me. Grazie perché non solo mi perdoni, ma mi permetti di far parte del tuo piano di salvezza.
Antico Testamento

Esodo 13,1-14,31

Consacrazione del primogenito

13Il Signore disse a Mosè: 2 "Consacrami ogni essere che esce per primo dal seno materno tra gli Israeliti: ogni primogenito di uomini o di animali appartiene a me".

3 Mosè disse al popolo: "Ricòrdati di questo giorno, nel quale siete usciti dall'Egitto, dalla dimora di schiavitù, perché con la potenza del suo braccio il Signore vi ha fatto uscire di là: non si mangi nulla di lievitato. 4 In questo giorno del mese di Abìb voi uscite. 5 Quando il Signore ti avrà fatto entrare nella terra del Cananeo, dell'Ittita, dell'Amorreo, dell'Eveo e del Gebuseo, che ha giurato ai tuoi padri di dare a te, terra dove scorrono latte e miele, allora tu celebrerai questo rito in questo mese. 6 Per sette giorni mangerai azzimi. Nel settimo giorno vi sarà una festa in onore del Signore. 7 Nei sette giorni si mangeranno azzimi e non compaia presso di te niente di lievitato; non ci sia presso di te lievito entro tutti i tuoi confini. 8 In quel giorno tu spiegherai a tuo figlio: "È a causa di quanto ha fatto il Signore per me, quando sono uscito dall'Egitto". 9 Sarà per te segno sulla tua mano e memoriale fra i tuoi occhi, affinché la legge del Signore sia sulla tua bocca. Infatti il Signore ti ha fatto uscire dall'Egitto con mano potente. 10 Osserverai questo rito nella sua ricorrenza di anno in anno.

11 Quando il Signore ti avrà fatto entrare nella terra del Cananeo, come ha giurato a te e ai tuoi padri, e te l'avrà data in possesso, 12 tu riserverai per il Signore ogni primogenito del seno materno; ogni primo parto del tuo bestiame, se di sesso maschile, lo consacrerai al Signore. 13 Riscatterai ogni primo parto dell'asino mediante un capo di bestiame minuto e, se non lo vorrai riscattare, gli spaccherai la nuca. Riscatterai ogni primogenito dell'uomo tra i tuoi discendenti.

14 Quando tuo figlio un domani ti chiederà: "Che significa ciò?", tu gli risponderai: "Con la potenza del suo braccio il Signore ci ha fatto uscire dall'Egitto, dalla condizione servile. 15 Poiché il faraone si ostinava a non lasciarci partire, il Signore ha ucciso ogni primogenito nella terra d'Egitto: i primogeniti degli uomini e i primogeniti del bestiame. Per questo io sacrifico al Signore ogni primo parto di sesso maschile e riscatto ogni primogenito dei miei discendenti". 16 Questo sarà un segno sulla tua mano, sarà un pendaglio fra i tuoi occhi, poiché con la potenza del suo braccio il Signore ci ha fatto uscire dall'Egitto".

La salvezza al Mar Rosso

17 Quando il faraone lasciò partire il popolo, Dio non lo condusse per la strada del territorio dei Filistei, benché fosse più corta, perché Dio pensava: "Che il popolo non si penta alla vista della guerra e voglia tornare in Egitto!". 18 Dio fece deviare il popolo per la strada del deserto verso il Mar Rosso. Gli Israeliti, armati, uscirono dalla terra d'Egitto.

19 Mosè prese con sé le ossa di Giuseppe, perché questi aveva fatto prestare un solenne giuramento agli Israeliti, dicendo: "Dio, certo, verrà a visitarvi; voi allora vi porterete via le mie ossa".

20 Partirono da Succot e si accamparono a Etam, sul limite del deserto. 21 Il Signore marciava alla loro testa di giorno con una colonna di nube, per guidarli sulla via da percorrere, e di notte con una colonna di fuoco, per far loro luce, così che potessero viaggiare giorno e notte. 22 Di giorno la colonna di nube non si ritirava mai dalla vista del popolo, né la colonna di fuoco durante la notte.

14Il Signore disse a Mosè: 2 "Comanda agli Israeliti che tornino indietro e si accampino davanti a Pi-Achiròt, tra Migdol e il mare, davanti a Baal-Sefòn; di fronte a quel luogo vi accamperete presso il mare. 3 Il faraone penserà degli Israeliti: "Vanno errando nella regione; il deserto li ha bloccati!". 4 Io renderò ostinato il cuore del faraone, ed egli li inseguirà; io dimostrerò la mia gloria contro il faraone e tutto il suo esercito, così gli Egiziani sapranno che io sono il Signore!". Ed essi fecero così.

5 Quando fu riferito al re d'Egitto che il popolo era fuggito, il cuore del faraone e dei suoi ministri si rivolse contro il popolo. Dissero: "Che cosa abbiamo fatto, lasciando che Israele si sottraesse al nostro servizio?". 6 Attaccò allora il cocchio e prese con sé i suoi soldati. 7 Prese seicento carri scelti e tutti i carri d'Egitto con i combattenti sopra ciascuno di essi. 8 Il Signore rese ostinato il cuore del faraone, re d'Egitto, il quale inseguì gli Israeliti mentre gli Israeliti uscivano a mano alzata. 9 Gli Egiziani li inseguirono e li raggiunsero, mentre essi stavano accampati presso il mare; tutti i cavalli e i carri del faraone, i suoi cavalieri e il suo esercito erano presso Pi-Achiròt, davanti a Baal-Sefòn.

10 Quando il faraone fu vicino, gli Israeliti alzarono gli occhi: ecco, gli Egiziani marciavano dietro di loro! Allora gli Israeliti ebbero grande paura e gridarono al Signore. 11 E dissero a Mosè: "È forse perché non c'erano sepolcri in Egitto che ci hai portati a morire nel deserto? Che cosa ci hai fatto, portandoci fuori dall'Egitto? 12 Non ti dicevamo in Egitto: "Lasciaci stare e serviremo gli Egiziani, perché è meglio per noi servire l'Egitto che morire nel deserto"?".

13 Mosè rispose: "Non abbiate paura! Siate forti e vedrete la salvezza del Signore, il quale oggi agirà per voi; perché gli Egiziani che voi oggi vedete, non li rivedrete mai più! 14 Il Signore combatterà per voi, e voi starete tranquilli".

15 Il Signore disse a Mosè: "Perché gridi verso di me? Ordina agli Israeliti di riprendere il cammino. 16 Tu intanto alza il bastone, stendi la mano sul mare e dividilo, perché gli Israeliti entrino nel mare all'asciutto. 17 Ecco, io rendo ostinato il cuore degli Egiziani, così che entrino dietro di loro e io dimostri la mia gloria sul faraone e tutto il suo esercito, sui suoi carri e sui suoi cavalieri. 18 Gli Egiziani sapranno che io sono il Signore, quando dimostrerò la mia gloria contro il faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri".

19 L'angelo di Dio, che precedeva l'accampamento d'Israele, cambiò posto e passò indietro. Anche la colonna di nube si mosse e dal davanti passò dietro. 20 Andò a porsi tra l'accampamento degli Egiziani e quello d'Israele. La nube era tenebrosa per gli uni, mentre per gli altri illuminava la notte; così gli uni non poterono avvicinarsi agli altri durante tutta la notte.

21 Allora Mosè stese la mano sul mare. E il Signore durante tutta la notte risospinse il mare con un forte vento d'oriente, rendendolo asciutto; le acque si divisero. 22 Gli Israeliti entrarono nel mare sull'asciutto, mentre le acque erano per loro un muro a destra e a sinistra.

23 Gli Egiziani li inseguirono, e tutti i cavalli del faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri entrarono dietro di loro in mezzo al mare. 24 Ma alla veglia del mattino il Signore, dalla colonna di fuoco e di nube, gettò uno sguardo sul campo degli Egiziani e lo mise in rotta. 25 Frenò le ruote dei loro carri, così che a stento riuscivano a spingerle. Allora gli Egiziani dissero: "Fuggiamo di fronte a Israele, perché il Signore combatte per loro contro gli Egiziani!".

26 Il Signore disse a Mosè: "Stendi la mano sul mare: le acque si riversino sugli Egiziani, sui loro carri e i loro cavalieri". 27 Mosè stese la mano sul mare e il mare, sul far del mattino, tornò al suo livello consueto, mentre gli Egiziani, fuggendo, gli si dirigevano contro. Il Signore li travolse così in mezzo al mare. 28 Le acque ritornarono e sommersero i carri e i cavalieri di tutto l'esercito del faraone, che erano entrati nel mare dietro a Israele: non ne scampò neppure uno.

29 Invece gli Israeliti avevano camminato sull'asciutto in mezzo al mare, mentre le acque erano per loro un muro a destra e a sinistra. 30 In quel giorno il Signore salvò Israele dalla mano degli Egiziani, e Israele vide gli Egiziani morti sulla riva del mare; 31 Israele vide la mano potente con la quale il Signore aveva agito contro l'Egitto, e il popolo temette il Signore e credette in lui e in Mosè suo servo.

Commento

Fidarsi totalmente

Nell’Antico Testamento troviamo immagini chiare che prefigurano il piano di salvezza di Dio attraverso Gesù. Per liberare il popolo di Israele dall’Egitto, Dio apre una strada nel mare. Un evento che prefigura lo squarcio del velo del tempio nel momento della morte di Gesù e che apre a tutti noi suo popolo la strada che porta alla sua presenza.

Dio prende l’iniziativa e accompagna il popolo di Israele in tutto il percorso di liberazione dalla schiavitù in Egitto: "Il Signore vi ha fatto uscire di là… In quel giorno tu spiegherai a tuo figlio: ‘È a causa di quanto ha fatto il Signore per me’… Con la potenza del suo braccio il Signore ci ha fatto uscire dall'Egitto, dalla condizione servile" (Esodo 13,3-16).

Ma nel condurre il popolo alla liberazione, Dio non sceglie il tragitto più breve e semplice (v.17). A volte, per aiutarci e prepararci alle battaglie future, Dio sceglie i percorsi più lunghi e difficili. Gli israeliti sono usciti dall'Egitto, ma sono ancora all’inizio di un tempo che li porterà ad affrontare numerose battaglie. Hanno quindi bisogno di imparare a fidarsi completamente della forza e della guida di Dio.

Ma Dio è con loro e non li abbandona mai. Li precede di giorno con una colonna di nubi e di notte con una colonna di fuoco (v.21). Sia come individui che come comunità del popolo di Dio, è di questo che abbiamo bisogno: della sua guida costante!

A volte ci troviamo in situazioni apparentemente senza via d'uscita. Gli israeliti non sanno cosa fare. Dietro hanno l’esercito egiziano e davanti il mare: "Ebbero grande paura" (Esodo 14,10). Eppure Mosè non smette di confidare nell'aiuto di Dio. Dice: "Non abbiate paura! Siate forti e vedrete la salvezza che il Signore oggi opera per voi... Il Signore combatterà per voi, e voi starete tranquilli" (vv.13-14). Mi capita spesso di pensare a questi versetti, specialmente in quelle situazioni che, umanamente parlando, sembrano senza via d'uscita.

Qui Dio compie un gesto sorprendente, separa le acque, e in modo ancor più sorprendente chiede a Mosè di collaborare: "Tu intanto alza il bastone, stendi la mano sul mare" (v.16a). Il compito di Dio è più grande e difficile, ma per farlo vuole che anche noi facciamo la nostra parte.

Spesso preghiamo per qualcuno, ad esempio perché scenda lo Spirito Santo su una persona. È Dio che infonde lo Spirito Santo nel cuore delle persone, è lui che compie l'azione più difficile. Tuttavia, vuole che anche noi collaboriamo, fidandoci e chiedendo che questo avvenga.

La sua parte consiste nel portare riscatto e salvezza: "Il Signore salvò Israele" (v.30). La nostra nel fidarci di Dio: "Il popolo temette il Signore e credette in lui e in Mosè suo servo" (v.31).

Dio opera per il nostro bene e desidera collaborare con noi. È per questo che ha pensato alla creazione: per stare e creare con noi qualcosa di bello sia su questa terra (noi seminiamo e lui fa crescere) sia per il suo Regno.

Preghiera

Signore, grazie perché, in ogni cosa, operi per il mio bene e mi affidi un compito da svolgere. Ti prego, prendi il mio "plink, plonk, plink" e trasformalo in qualcosa di molto bello.

La moglie di Nicky dice

Matteo 27,52–53

"I sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti".

Chissà quante volte questa scena ha spaventato le persone! Mi sono sempre chiesta che fine avessero fatto questi corpi! Probabilmente sono tornati nelle tombe.

Un segno che ci dice che quel giorno è successo qualcosa di veramente straordinario.

Versetto del giorno

Esodo 14,14

"Il Signore combatterà per voi, e voi starete tranquilli".

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Riferimenti

Salvo diversa indicazione, le citazioni delle Scritture sono tratte dalla Sacra Bibbia Italiana Cattolica, testo CEI 2008 a cura della Conferenza Episcopale Italiana. Utilizzata con permesso.

Copyright © 2008 — 2019 Diritti d'autore riservati su testo e commento Fondazione di Religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena.

John Stott, The Cross of Christ, (Intervarsity Press, 2012)

Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®. Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.

NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
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