Giorno 351

Come leggere e comprendere la Bibbia

Sapienziali Salmi 144,9-15
Nuovo Testamento Apocalisse 8,1-9,12
Antico Testamento Esdra 1,1-2,67

Introduzione

Ogni volta che leggiamo e cerchiamo di comprendere la Bibbia, riceviamo tre tipi di aiuto. Primo, l'aiuto dello Spirito Santo che vive in noi (1 Corinzi 2,2-16). Secondo, l'aiuto della Chiesa. Sarebbe arrogante pensare che lo Spirito Santo parli solo a me. Nella storia, ha parlato ad altri e continua a parlare anche oggi al suo popolo. Paolo prega affinché "siate in grado di comprendere con tutti i santi" (Efesini 3,18, NRSV). Terzo, l'aiuto della ragione, cioè la nostra mente. Paolo incoraggia i cristiani ad essere fermi "nella propria convinzione" (Romani 14,5).

Nell'interpretare la Bibbia, ci sono tre domande utili da tenere presenti:

  1. Cosa dice in realtà?

    L'Antico Testamento è stato scritto in ebraico (e aramaico) e il Nuovo Testamento in greco. I testi che leggiamo sono quindi una traduzione nella nostra lingua e alcuni termini potrebbero avere un significato leggermente diverso da quello originale. Possiamo comunque stare tranquilli. La maggior parte delle traduzioni moderne sono affidabili e molto accurate.

  2. Cosa significa?

    Per rispondere a questa domanda, dovremmo chiederci: che tipo di letteratura è? È una scrittura storica? È poesia? Profezia? Apocalittica? Legge? Sapienza? Vangelo? I brani di oggi sono ciascuno di tipo diverso (poesia, apocalittica e storia) e quindi vanno letti in modi diversi.

    Ci dovremmo chiedere poi che significato ha quel brano o quel passaggio per chi l'ha scritto e per chi l'ha letto o ascoltato per la prima volta. E poi: "È successo qualcosa in seguito che ha modificato la nostra comprensione di quel brano?" Ad esempio, che differenza fa la venuta di Gesù nella nostra comprensione di quel brano dell'Antico Testamento? La Bibbia infatti è tutta incentrata su Gesù (vedi Giovanni 5,39-40).

  3. Come si applica alla mia vita?

    Per evitare che diventi un semplice esercizio intellettuale fine a se stesso, è importante riflettere su come ogni passaggio si possa applicare alla nostra vita quotidiana.

Sapienziali

Salmi 144,9-15

  9 O Dio, ti canterò un canto nuovo,
   inneggerò a te con l'arpa a dieci corde,
  10 a te, che dai vittoria ai re,
   che scampi Davide, tuo servo,

  dalla spada iniqua.
  11 Scampami
   e liberami dalla mano degli stranieri:
  la loro bocca dice cose false
   e la loro è una destra di menzogna.

  12 I nostri figli siano come piante,
   cresciute bene fin dalla loro giovinezza;
  le nostre figlie come colonne d'angolo,
   scolpite per adornare un palazzo.
  13 I nostri granai siano pieni,
   traboccanti di frutti d'ogni specie.
  Siano a migliaia le nostre greggi,
   a miriadi nelle nostre campagne;
   14 siano carichi i nostri buoi.
  Nessuna breccia,
   nessuna fuga,
   nessun gemito nelle nostre piazze.
  15 Beato il popolo che possiede questi beni:
   beato il popolo che ha il Signore come Dio.

Commento

Essere veri con Dio (poesia)

Dio vuole che siamo veri con lui. I Salmi non sono preghiere di persone gentili che usano un linguaggio educato. Sono spesso dirette, terrene e ruvide; sono una risposta onesta, vera e personale a Dio.

I Salmi sono scritti nel linguaggio della poesia. Il poeta Robert Burns ha detto: "Il mio amore è come una rosa rossa, rossa". Non lo intendeva in senso letterale.

Gran parte del linguaggio della teologia prevede un paragone. Quando si paragonano due cose, non significa che siano simili in tutto e per tutto.

Ad esempio:

  "I nostri figli siano come piante,
   cresciute bene fin dalla loro giovinezza;
   le nostre figlie come colonne d'angolo,
   scolpite per adornare un palazzo" (v.12, MSG).

I Salmi esprimono anche sentimenti molto umani. Ad esempio, nel brano di oggi il salmista scrive: "Scampami e liberami dalla mano degli stranieri: la loro bocca dice cose false e la loro è una destra di menzogna" (v.11).

Ovviamente, non è vero che tutti gli stranieri sono bugiardi e ingannatori. Ma i Salmi esprimono talvolta rabbia verso Dio e vendetta verso gli altri. Non significa che questi sentimenti siano giusti, ma sono risposte sincere, che anche molti di noi a volte provano in diversi momenti della loro vita.

Davide è in piena guerra e viene attaccato regolarmente da città-stato straniere. Il conflitto armato è un dato di fatto per lui ed è in questo contesto che ringrazia Dio per avergli addestrato le mani alla guerra. Ma questo non significa che dobbiamo emulare questi sentimenti. Sia il Nuovo Testamento che l'Antico Testamento ci esortano ad avere un amore speciale per gli stranieri e gli estranei.

Tuttavia, ci sono altri sentimenti che invece possono essere seguiti e di grande ispirazione. Ad esempio, le parole di Davide nel versetto 9 ci ispirano all'adorazione. Davide ci parla del suo desiderio di ricevere la benedizione di Dio sulla sua famiglia, sul suo lavoro e sulla sicurezza della nazione. E conclude: "Beato il popolo che possiede questi beni: beato il popolo che ha il Signore come Dio" (v.15).

Preghiera

Signore, ti ringrazio perché la tua benedizione è sulla Chiesa, il popolo il cui Dio sei tu. Oggi ti adoro e prego per la tua benedizione sulla mia famiglia, sul mio lavoro, sul mio ministero, sulla città e sulla nazione.
Nuovo Testamento

Apocalisse 8,1-9,12

I sette angeli

8 Quando l'Agnello aprì il settimo sigillo, si fece silenzio nel cielo per circa mezz'ora.

2 E vidi i sette angeli che stanno davanti a Dio, e a loro furono date sette trombe.

3 Poi venne un altro angelo e si fermò presso l'altare, reggendo un incensiere d'oro. Gli furono dati molti profumi, perché li offrisse, insieme alle preghiere di tutti i santi, sull'altare d'oro, posto davanti al trono. 4 E dalla mano dell'angelo il fumo degli aromi salì davanti a Dio, insieme alle preghiere dei santi. 5 Poi l'angelo prese l'incensiere, lo riempì del fuoco preso dall'altare e lo gettò sulla terra: ne seguirono tuoni, voci, fulmini e scosse di terremoto.

Le prime quattro trombe

6 I sette angeli, che avevano le sette trombe, si accinsero a suonarle.

7 Il primo suonò la tromba: grandine e fuoco, mescolati a sangue, scrosciarono sulla terra. Un terzo della terra andò bruciato, un terzo degli alberi andò bruciato e ogni erba verde andò bruciata.

8 Il secondo angelo suonò la tromba: qualcosa come una grande montagna, tutta infuocata, fu scagliato nel mare. Un terzo del mare divenne sangue, 9 un terzo delle creature che vivono nel mare morì e un terzo delle navi andò distrutto.

10 Il terzo angelo suonò la tromba: cadde dal cielo una grande stella, ardente come una fiaccola, e colpì un terzo dei fiumi e le sorgenti delle acque. 11 La stella si chiama Assenzio; un terzo delle acque si mutò in assenzio e molti uomini morirono a causa di quelle acque, che erano divenute amare.

12 Il quarto angelo suonò la tromba: un terzo del sole, un terzo della luna e un terzo degli astri fu colpito e così si oscurò un terzo degli astri; il giorno perse un terzo della sua luce e la notte ugualmente.

13 E vidi e udii un'aquila, che volava nell'alto del cielo e che gridava a gran voce: "Guai, guai, guai agli abitanti della terra, al suono degli ultimi squilli di tromba che i tre angeli stanno per suonare!".

La quinta tromba

9 Il quinto angelo suonò la tromba: vidi un astro caduto dal cielo sulla terra. Gli fu data la chiave del pozzo dell'Abisso; 2 egli aprì il pozzo dell'Abisso e dal pozzo salì un fumo come il fumo di una grande fornace, e oscurò il sole e l'atmosfera. 3 Dal fumo uscirono cavallette, che si sparsero sulla terra, e fu dato loro un potere pari a quello degli scorpioni della terra. 4 E fu detto loro di non danneggiare l'erba della terra, né gli arbusti né gli alberi, ma soltanto gli uomini che non avessero il sigillo di Dio sulla fronte. 5 E fu concesso loro non di ucciderli, ma di tormentarli per cinque mesi, e il loro tormento è come il tormento provocato dallo scorpione quando punge un uomo. 6 In quei giorni gli uomini cercheranno la morte, ma non la troveranno; brameranno morire, ma la morte fuggirà da loro.

7 Queste cavallette avevano l'aspetto di cavalli pronti per la guerra. Sulla testa avevano corone che sembravano d'oro e il loro aspetto era come quello degli uomini. 8 Avevano capelli come capelli di donne e i loro denti erano come quelli dei leoni. 9 Avevano il torace simile a corazze di ferro e il rombo delle loro ali era come rombo di carri trainati da molti cavalli lanciati all'assalto. 10 Avevano code come gli scorpioni e aculei. Nelle loro code c'era il potere di far soffrire gli uomini per cinque mesi. 11 Il loro re era l'angelo dell'Abisso, che in ebraico si chiama Abaddon, in greco Sterminatore.

12 Il primo "guai" è passato. Dopo queste cose, ecco, vengono ancora due "guai".

Commento

Fare la differenza con le nostre preghiere (apocalittica)

La letteratura apocalittica è la letteratura dei sogni e delle visioni, dei misteri divini e della fine della storia. È piena di simboli che richiedono di essere decodificati. In essa ci vengono offerti scorci di cose che spesso sono ai limiti della comprensione umana; le immagini a tratti complicate e fantastiche ci avvicinano a comprendere cose che sono al di là della nostra comprensione.

La letteratura apocalittica è notoriamente difficile da interpretare. Nella Bibbia la troviamo in diversi punti, soprattutto nei libri di Daniele e dell'Apocalisse.

Anche la parte di letteratura che riguarda l'oggi non è facile da capire. Sembra che Cristo chiami il mondo al pentimento e che avverta dell'imminente giudizio.

Prima del giudizio: "Quando l'Agnello aprì il settimo sigillo, si fece silenzio nel cielo per circa mezz'ora" (8,1, MSG). Durante questo periodo di trepidante suspense, tutto il cielo tace, forse a simboleggiare l'opportunità che le preghiere del popolo di Dio siano presentate a Dio e da lui ascoltate.

Le sette trombe (v.2) suggeriscono che Dio sta facendo tutto ciò che è in suo potere per portarci al pentimento. Il desiderio di Dio è di avvertirci delle inevitabili conseguenze dei nostri comportamenti. Le prime quattro trombe annunciano danni alla natura (vv.6-13). Ci sono disastri ambientali (v.7), caos nella creazione (vv.8-9), tragedie umane (vv.10-11) e danni al cosmo (v.12). Poi il quinto e il sesto angelo annunciano danni agli esseri umani (9,1-21).

In mezzo a tutto questo, scopriamo l'importanza delle nostre preghiere. "Poi venne un altro angelo… Gli furono dati molti profumi, perché li offrisse, insieme alle preghiere di tutti i santi, sull'altare d'oro, posto davanti al trono" (8,3). L'effetto esatto delle preghiere non è chiaro, ma ciò che è chiaro è che le nostre preghiere sono ascoltate da Dio. Le nostre preghiere sono importanti. Fanno la differenza.

Ora viviamo nel tempo tra la prima e la seconda venuta di Cristo. Nel nostro mondo vediamo accadere molte delle cose qui descritte in questi capitoli. La nostra risposta dovrebbe sempre essere il pentimento e la preghiera.

Preghiera

Signore, oggi voglio esaminare la mia vita e pentirmi dei peccati che conosco. Ti ringrazio perché ascolti le mie preghiere e perché fanno la differenza.
Antico Testamento

Esdra 1,1-2,67

Decreto per la ricostruzione

1 Nell'anno primo di Ciro, re di Persia, perché si adempisse la parola che il Signore aveva detto per bocca di Geremia, il Signore suscitò lo spirito di Ciro, re di Persia, che fece proclamare per tutto il suo regno, anche per iscritto:

2 "Così dice Ciro, re di Persia:

"Il Signore, Dio del cielo, mi ha concesso tutti i regni della terra. Egli mi ha incaricato di costruirgli un tempio a Gerusalemme, che è in Giuda. 3 Chiunque di voi appartiene al suo popolo, il suo Dio sia con lui e salga a Gerusalemme, che è in Giuda, e costruisca il tempio del Signore, Dio d'Israele: egli è il Dio che è a Gerusalemme. 4 E a ogni superstite da tutti i luoghi dove aveva dimorato come straniero, gli abitanti del luogo forniranno argento e oro, beni e bestiame, con offerte spontanee per il tempio di Dio che è a Gerusalemme"".

5 Allora si levarono i capi di casato di Giuda e di Beniamino e i sacerdoti e i leviti. A tutti Dio aveva destato lo spirito, affinché salissero a costruire il tempio del Signore che è a Gerusalemme. 6 Tutti i loro vicini li sostennero con oggetti d'argento, oro, beni, bestiame e oggetti preziosi, oltre a quello che ciascuno offrì spontaneamente.

7 Anche il re Ciro fece prelevare gli utensili del tempio del Signore, che Nabucodònosor aveva asportato da Gerusalemme e aveva deposto nel tempio del suo dio. 8 Ciro, re di Persia, li fece prelevare da Mitridate, il tesoriere, e li consegnò a Sesbassàr, principe di Giuda.

9 Questo è il loro inventario:

  bacili d'oro: trenta;
  bacili d'argento: mille;
  coltelli: ventinove;
  10 coppe d'oro: trenta;
  coppe d'argento di second'ordine: quattrocentodieci;
  altri utensili: mille.

11 Tutti gli utensili d'oro e d'argento erano cinquemilaquattrocento. Sesbassàr li riportò tutti, quando gli esuli tornarono da Babilonia a Gerusalemme.

Lista dei rimpatriati

2 Questi sono gli abitanti della provincia che ritornarono dall'esilio, quelli che Nabucodònosor, re di Babilonia, aveva deportato a Babilonia e che tornarono a Gerusalemme e in Giudea, ognuno alla sua città; essi vennero 2 con Zorobabele, Giosuè, Neemia, Seraià, Reelaià, Mardocheo, Bilsan, Mispar, Bigvài, Recum, Baanà.

  Questa è la lista degli uomini del popolo d'Israele.

  3 Figli di Paros: duemilacentosettantadue.
   4 Figli di Sefatia: trecentosettantadue.
   5 Figli di Arach: settecentosettantacinque.
   6 Figli di Pacat-Moab, cioè figli di Giosuè e di Ioab: duemilaottocentododici.
   7 Figli di Elam: milleduecentocinquantaquattro.
   8 Figli di Zattu: novecentoquarantacinque.
   9 Figli di Zaccài: settecentosessanta.
   10 Figli di Banì: seicentoquarantadue.
   11 Figli di Bebài: seicentoventitré.
   12 Figli di Azgad: milleduecentoventidue.
   13 Figli di Adonikàm: seicentosessantasei.
   14 Figli di Bigvài: duemilacinquantasei.
   15 Figli di Adin: quattrocentocinquantaquattro.
   16 Figli di Ater, cioè di Ezechia: novantotto.
   17 Figli di Besài: trecentoventitré.
   18 Figli di Iora: centododici.
   19 Figli di Casum: duecentoventitré.
   20 Figli di Ghibbar: novantacinque.

   21 Figli di Betlemme: centoventitré.
   22 Uomini di Netofà: cinquantasei.
   23 Uomini di Anatòt: centoventotto.
   24 Figli di Azmàvet: quarantadue.
   25 Figli di Kiriat-Iearìm, di Chefirà e di Beeròt: settecentoquarantatré.
   26 Figli di Rama e di Gheba: seicentoventuno.
   27 Uomini di Micmas: centoventidue.
   28 Uomini di Betel e di Ai: duecentoventitré.
   29 Figli di Nebo: cinquantadue.
   30 Figli di Magbis: centocinquantasei.
   31 Figli di un altro Elam: milleduecentocinquantaquattro.
   32 Figli di Carim: trecentoventi.
   33 Figli di Lod, Adid e Ono: settecentoventicinque.
   34 Figli di Gerico: trecentoquarantacinque.
   35 Figli di Senaà: tremilaseicentotrenta.

  36 Sacerdoti:

  figli di Iedaià della casa di Giosuè: novecentosettantatré.
   37 Figli di Immer: millecinquantadue.
   38 Figli di Pascur: milleduecentoquarantasette.
   39 Figli di Carim: millediciassette.

  40 Leviti:

  figli di Giosuè e di Kadmièl, cioè figli di Odavia: settantaquattro.

  41 Cantori:

  figli di Asaf: centoventotto.

  42 Portieri:

  figli di
   Sallum, figli di Ater, figli di Talmon,
   figli di Akkub, figli di Catità, figli di Sobài: in tutto centotrentanove.

  43 Oblati:

  figli di
   Sica, figli di Casufà, figli di Tabbaòt,
   44 figli di Keros, figli di Siaà, figli di Padon,
   45 figli di Lebanà, figli di Agabà, figli di Akkub,
   46 figli di Agab, figli di Samlài, figli di Canan,
   47 figli di Ghiddel, figli di Gacar, figli di Reaià,
   48 figli di Resin, figli di Nekodà, figli di Gazzam,
   49 figli di Uzzà, figli di Pasèach, figli di Besài,
   50 figli di Asna, figli dei Meuniti, figli dei Nefisiti,
   51 figli di Bakbuk, figli di Akufà, figli di Carcur,
   52 figli di Baslùt, figli di Mechidà, figli di Carsa,
   53 figli di Barkos, figli di Sìsara, figli di Temach,
   54 figli di Nesìach, figli di Catifà.

  55 Figli degli schiavi di Salomone:

  figli di
   Sotài, figli di Assofèret, figli di Perudà,
   56 figli di Iala, figli di Darkon, figli di Ghiddel,
   57 figli di Sefatia, figli di Cattil,
   figli di Pocheret-Assebàim, figli di Amì.

  58 Totale degli oblati e dei figli degli schiavi di Salomone: trecentonovantadue.

  59 Questi sono coloro che ritornarono da Tel-Melach, Tel-Carsa, Cherub-Addan e Immer, ma non avevano potuto indicare se il loro casato e la loro discendenza fossero d'Israele:

  60 i figli di
   Delaià, i figli di Tobia, i figli di Nekodà: seicentocinquantadue;

  61 tra i sacerdoti,

  i figli di
   Cobaià, i figli di Akkos, i figli di Barzillài, il quale aveva preso in moglie una delle figlie
    di Barzillài, il Galaadita, e veniva chiamato con il loro nome.

  62 Costoro cercarono il loro registro genealogico, ma non lo trovarono e furono allora esclusi dal sacerdozio. 63 Il governatore disse loro che non potevano mangiare le cose santissime, finché non si presentasse un sacerdote con urìm e tummìm.

  64 Tutta la comunità nel suo insieme era di quarantaduemilatrecentosessanta persone, 65 oltre i loro schiavi e le loro schiave in numero di settemilatrecentotrentasette; avevano anche duecento cantori e cantatrici. 66 I loro cavalli erano settecentotrentasei, i loro muli duecentoquarantacinque.

Commento

Realizzare lo scopo di Dio per la nostra vita (storia)

Dio ha uno scopo per la tua vita, qualcosa di speciale che solo tu puoi fare per lui. Il libro di Esdra ci mostra che quando si tratta del piano di Dio, è naturale incontrare opposizione e resistenze. Ma Dio è con noi (1,3) e i piani di Dio alla fine avranno successo.

I fatti nel libro di Esdra sono ambientati in un territorio a noi molto familiare. I libri storici della Bibbia non sono semplici registrazioni di avvenimenti, ma anche interpretazioni degli eventi che accadono. La scrittura storica era vista come un'attività profetica, che registrava i fatti e spiegava o rivelava come Dio fosse all'opera attraverso gli eventi descritti.

Il versetto iniziale di Esdra è un eccellente esempio di questo incontro tra fatti e interpretazioni: "Nell'anno primo di Ciro, re di Persia, perché si adempisse la parola che il Signore aveva detto per bocca di Geremia, il Signore suscitò lo spirito di Ciro, re di Persia, che fece proclamare per tutto il suo regno, anche per iscritto" (v.1) Le fonti storiche oggi a disposizione mostrano che Ciro, re di Persia, permise anche ad altre nazioni prigioniere di tornare a casa.

Allo stesso tempo, lo scrittore spiega il significato di questi eventi storici. Sottolinea come essi si siano avverati nella precedente profezia di Geremia, secondo cui l'esilio sarebbe durato circa settant'anni (Geremia 25,12 e 29,10). Non si tratta solo di una lezione di storia antica, ma di una rivelazione di Dio. Ci mostra la fedeltà di Dio nei confronti del suo popolo. Ci ricorda che Dio è un Dio che salva e dimostra come sia lui a comandare e controllare la storia.

Gli eventi che Esdra descrive in questi capitoli hanno luogo nel 536 a.C. Dopo settant'anni di declino, di sconfitte e di esilio, un nuovo inizio si compie: il popolo di Dio può tornare a casa.

Il decreto di Ciro permette agli ebrei di tornare e di ricostruire il tempio di Gerusalemme. Esdra si concentra sulla ricostruzione del tempio e Neemia sulla ricostruzione delle mura di Gerusalemme. Le loro motivazioni di fondo sono esattamente le stesse. Si preoccupano della gloria di Dio e del popolo di Dio. Entrambi, in modi diversi, realizzano lo scopo di Dio per la loro vita.

Oggi è lo stesso per noi. Avere uno scopo unico per la nostra vita. Tutti abbiamo molti progetti. Progetti che riguardano il nostro lavoro, le nostre passioni e i nostri carismi. Ma in tutti questi, il motivo di fondo dovrebbe essere lo stesso: l'interesse per la gloria di Dio e per il popolo di Dio. Se daremo spazio a Dio, lui realizzerà il suo scopo per noi.

Preghiera

Signore, desidero offrirti la mia disponibilità affinché tu possa realizzare il tuo scopo per me, e perché la mia vita porti gloria al tuo nome.

La moglie di Nicky dice

Ho appena sfogliato la lunga lista dei nomi delle persone che ritornano dall'esilio in Esdra 2. Hanno contato le persone perché le persone contano.

Versetto del giorno

Salmi 144,15

"Beato il popolo che ha il Signore come Dio".

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