Giorno 332

Come ricevere ispirazione

Sapienziali Proverbi 29,1-9
Nuovo Testamento 2 Pietro 2,1-22
Antico Testamento Daniele 3,13-4,15

Introduzione

Qualche tempo fa, nella chiesa di HTB ebbi l'occasione di intervistare due persone di incredibile coraggio e fede. Il primo, Ben Freeth, si era opposto al regime ingiusto e crudele del suo governo in Zimbabwe. A causa di questo e della sua fede in Gesù venne picchiato, torturato, costretto ad assistere alla tortura di sua suocera e di suo suocero e alla morte di quest'ultimo. Eppure, in mezzo a tutto questo, non smise di amare e benedire i suoi torturatori.

Il secondo svolgeva Il ministero di pastore in uno dei sessanta Paesi del mondo in cui il cristianesimo è tutt'oggi perseguitato fisicamente. Anche lui imprigionato, venne condannato a morte per la sua fede in Gesù Cristo. Di fronte all'estrema sofferenza, non esitò a dichiarare la sua fede.

Le vita di uomini e donne come loro sono di grande ispirazione, sfida e motivazione.

Sapienziali

Proverbi 29,1-9

  29 Chi disprezza i rimproveri con ostinazione
   sarà rovinato all'improvviso, senza rimedio.

  2 Quando dominano i giusti, il popolo gioisce,
   quando governano i malvagi, il popolo geme.

  3 Chi ama la sapienza allieta il padre,
   ma chi frequenta prostitute dissipa il patrimonio.

  4 Il re con la giustizia rende prospero il paese,
   quello che aggrava le imposte lo rovina.

  5 L'uomo che adula il suo prossimo
   gli tende una rete davanti ai piedi.

  6 Con la sua trasgressione l'iniquo si prepara un trabocchetto,
   mentre il giusto giubila e si rallegra.

  7 Il giusto riconosce il diritto dei miseri,
   il malvagio invece non intende ragione.

  8 Gli uomini senza scrupoli sovvertono una città,
   mentre i saggi placano la collera.

  9 Se un saggio entra in causa con uno stolto,
   si agiti o rida, non troverà riposo.

Commento

Campioni e ispiratori di giustizia

Le chiese, le organizzazioni e le persone che hanno a cuore la giustizia per i poveri sono sempre state di grande ispirazione per me. Nella Bibbia si parla molto di povertà e di giustizia. In essa troviamo oltre duemila versetti che ci richiamano temi riguardanti la povertà e la giustizia.

La giustizia è davvero importante. "Il re con la giustizia rende prospero il paese, quello che aggrava le imposte lo rovina" (v.4). Vivere in un luogo dove la corruzione di giudici e politici è all'ordine del giorno è qualcosa di terribile.

Nessun sistema giudiziario è perfetto. Tuttavia, vivere in una nazione che gode di un buon sistema giudiziario è sempre un grande privilegio.

"Quando dominano i giusti, il popolo gioisce,
quando governano i malvagi, il popolo geme" (v.2).

Il giusto ha la coscienza pulita e può cantare e rallegrarsi, mentre il malvagio è intrappolato dal suo stesso peccato (v.6).

L'attenzione alla "giustizia per i poveri" (v.7) è il segno di una vita retta: "Il giusto riconosce il diritto dei miseri, il malvagio invece non intende ragione" (v.7, MSG).

Preghiera

Signore, nel cercare di portare giustizia ai poveri, ai senzatetto, ai prigionieri e agli affamati, aiutaci a fare la differenza.
Nuovo Testamento

2 Pietro 2,1-22

Falsi profeti e falsi maestri

2 Ci sono stati anche falsi profeti tra il popolo, come pure ci saranno in mezzo a voi falsi maestri, i quali introdurranno fazioni che portano alla rovina, rinnegando il Signore che li ha riscattati. Attirando su se stessi una rapida rovina, 2 molti seguiranno la loro condotta immorale e per colpa loro la via della verità sarà coperta di disprezzo. 3 Nella loro cupidigia vi sfrutteranno con parole false; ma per loro la condanna è in atto ormai da tempo e la loro rovina non si fa attendere.

4 Dio infatti non risparmiò gli angeli che avevano peccato, ma li precipitò in abissi tenebrosi, tenendoli prigionieri per il giudizio. 5 Ugualmente non risparmiò il mondo antico, ma con altre sette persone salvò Noè, messaggero di giustizia, inondando con il diluvio un mondo di malvagi. 6 Così pure condannò alla distruzione le città di Sòdoma e Gomorra, riducendole in cenere, lasciando un segno ammonitore a quelli che sarebbero vissuti senza Dio. 7 Liberò invece Lot, uomo giusto, che era angustiato per la condotta immorale di uomini senza legge. 8 Quel giusto infatti, per quello che vedeva e udiva mentre abitava in mezzo a loro, giorno dopo giorno si tormentava a motivo delle opere malvagie. 9 Il Signore dunque sa liberare dalla prova chi gli è devoto, mentre riserva, per il castigo nel giorno del giudizio, gli iniqui, 10 soprattutto coloro che vanno dietro alla carne con empie passioni e disprezzano il Signore.

Temerari, arroganti, non temono d'insultare gli esseri gloriosi decaduti, 11 mentre gli angeli, a loro superiori per forza e potenza, non portano davanti al Signore alcun giudizio offensivo contro di loro. 12 Ma costoro, irragionevoli e istintivi, nati per essere presi e uccisi, bestemmiando quello che ignorano, andranno in perdizione per la loro condotta immorale,

13 subendo il castigo della loro iniquità. Essi stimano felicità darsi ai bagordi in pieno giorno; scandalosi e vergognosi, godono dei loro inganni mentre fanno festa con voi, 14 hanno gli occhi pieni di desideri disonesti e, insaziabili nel peccato, adescano le persone instabili, hanno il cuore assuefatto alla cupidigia, figli di maledizione! 15 Abbandonata la retta via, si sono smarriti seguendo la via di Balaam figlio di Bosor, al quale piacevano ingiusti guadagni, 16 ma per la sua malvagità fu punito: un'asina, sebbene muta, parlando con voce umana si oppose alla follia del profeta.

17 Costoro sono come sorgenti senz'acqua e come nuvole agitate dalla tempesta, e a loro è riservata l'oscurità delle tenebre. 18 Con discorsi arroganti e vuoti e mediante sfrenate passioni carnali adescano quelli che da poco si sono allontanati da chi vive nell'errore. 19 Promettono loro libertà, mentre sono essi stessi schiavi della corruzione. L'uomo infatti è schiavo di ciò che lo domina. 20 Se infatti, dopo essere sfuggiti alle corruzioni del mondo per mezzo della conoscenza del nostro Signore e salvatore Gesù Cristo, rimangono di nuovo in esse invischiati e vinti, la loro ultima condizione è divenuta peggiore della prima. 21 Meglio sarebbe stato per loro non aver mai conosciuto la via della giustizia, piuttosto che, dopo averla conosciuta, voltare le spalle al santo comandamento che era stato loro trasmesso. 22 Si è verificato per loro il proverbio: "Il cane è tornato al suo vomito e la scrofa lavata è tornata a rotolarsi nel fango".

Commento

Vite divine ispiratrici

Sono così grato per gli esempi di tante persone che in passato sono state di grande aiuto per noi, come il Vescovo Sandy Millar, il Cardinale Raniero Cantalamessa e molti altri ancora. Con il loro esempio e la loro vita secondo Dio, sono ancor oggi di grande ispirazione per noi.

Il Nuovo Testamento mette in guardia i leader dai culti ingannevoli e potenzialmente pericolosi: "Introdurranno fazioni che portano alla rovina" (v.1). Recentemente, un culto ingannevole di questo tipo, di nome Shincheonji, ha cercato di infiltrarsi nelle chiese di Londra e di tutto il mondo, presentandosi come "studio biblico" per i nuovi credenti. I leader di questo "studio biblico" insegnano ai loro seguaci a mentire e ad ingannare.

Questo capitolo è un attacco forte e formulato contro i profeti bugiardi e gli insegnanti immorali. Pietro mette a confronto le vite di Noè e di Lot con quelle dei "falsi profeti" (v.1).

Noè, "messaggero di giustizia" (v.5, MSG), visse tra "malvagi", ma fu "messaggero di giustizia" (v.5). Anche Lot era un "giusto" (v.8, MSG). Era un "giusto \[che\]... si tormentava a motivo delle opere malvagie" (v.8).

Pietro presenta Noè e Lot come esempi. A coloro che combattono contro i falsi maestri dice: "Introdurranno fazioni che portano alla rovina" e seguono una "condotta immorale e per colpa loro la via della verità sarà coperta di disprezzo" (vv.1-2).

Questi falsi maestri non sono semplicemente leader cristiani con cui Pietro è in disaccordo. Sono leader le cui vite ed insegnamenti sono in totale contrasto con la fede cristiana: con "gli occhi pieni di desideri disonesti e, insaziabili nel peccato" hanno "abbandonata la retta via" (vv.14-15). Essi si lasciano andare a "sfrenate passioni carnali" (v.18). "Promettono loro libertà, mentre sono essi stessi schiavi della corruzione. L'uomo infatti è schiavo di ciò che lo domina" (v.19).

Le cose che Pietro descrive qui possono sembrare molto allettanti, ecco perché è così preoccupato per questi leader. Le sue descrizioni del piacere (v.13), della libertà sessuale (vv.14.18-19) e della ricerca del denaro (v.15) toccano un tasto dolente.

I falsi maestri sono schiavi di queste cose e trascinano gli altri (specialmente i nuovi credenti), ingannando e promettendo libertà (vv.18-19). Ma la vera libertà si trova solo nelle vie di Dio e non in queste tentazioni che promettono così tanto ma in realtà portano solo vuoto. Coloro che le perseguono e le raccomandano sono "sorgenti senz'acqua e come nuvole agitate dalla tempesta" (v.17).

Questo di Pietro è un terribile ammonimento: "Se infatti, dopo essere sfuggiti alle corruzioni del mondo per mezzo della conoscenza del nostro Signore e salvatore Gesù Cristo, rimangono di nuovo in esse invischiati e vinti, la loro ultima condizione è divenuta peggiore della prima. Meglio sarebbe stato per loro non aver mai conosciuto la via della giustizia, piuttosto che, dopo averla conosciuta, voltare le spalle al santo comandamento che era stato loro trasmesso" (vv.20-21).

Preghiera

Signore, l'attrazione del mondo è forte. Aiutaci a non voltarti mai le spalle, perché tu sei il nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.
Antico Testamento

Daniele 3,13-4,15

13 Allora Nabucodònosor, sdegnato e adirato, comandò che gli si conducessero Sadrac, Mesac e Abdènego, e questi comparvero alla presenza del re. 14 Nabucodònosor disse loro: "È vero, Sadrac, Mesac e Abdènego, che voi non servite i miei dèi e non adorate la statua d'oro che io ho fatto erigere? 15 Ora se voi, quando udrete il suono del corno, del flauto, della cetra, dell'arpa, del salterio, della zampogna e di ogni specie di strumenti musicali, sarete pronti a prostrarvi e adorare la statua che io ho fatto, bene; altrimenti, in quel medesimo istante, sarete gettati in mezzo a una fornace di fuoco ardente. Quale dio vi potrà liberare dalla mia mano?".

16 Ma Sadrac, Mesac e Abdènego risposero al re Nabucodònosor: "Noi non abbiamo bisogno di darti alcuna risposta in proposito; 17 sappi però che il nostro Dio, che serviamo, può liberarci dalla fornace di fuoco ardente e dalla tua mano, o re. 18 Ma anche se non ci liberasse, sappi, o re, che noi non serviremo mai i tuoi dèi e non adoreremo la statua d'oro che tu hai eretto".

19 Allora Nabucodònosor fu pieno d'ira e il suo aspetto si alterò nei confronti di Sadrac, Mesac e Abdènego, e ordinò che si aumentasse il fuoco della fornace sette volte più del solito. 20 Poi, ad alcuni uomini fra i più forti del suo esercito, comandò di legare Sadrac, Mesac e Abdènego e gettarli nella fornace di fuoco ardente. 21 Furono infatti legati, vestiti come erano, con i mantelli, i calzari, i copricapi e tutti i loro abiti, e gettati in mezzo alla fornace di fuoco ardente. 22 Poiché l'ordine del re urgeva e la fornace era ben accesa, la fiamma del fuoco uccise coloro che vi avevano gettato Sadrac, Mesac e Abdènego. 23 E questi tre, Sadrac, Mesac e Abdènego, caddero legati nella fornace di fuoco ardente. vv.24-90

91 Allora il re Nabucodònosor rimase stupito e alzatosi in fretta si rivolse ai suoi ministri: "Non abbiamo noi gettato tre uomini legati in mezzo al fuoco?".

"Certo, o re", risposero.

92 Egli soggiunse: "Ecco, io vedo quattro uomini sciolti, i quali camminano in mezzo al fuoco, senza subirne alcun danno; anzi il quarto è simile nell'aspetto a un figlio di dèi".

93 Allora Nabucodònosor si accostò alla bocca della fornace di fuoco ardente e prese a dire: "Sadrac, Mesac, Abdènego, servi del Dio altissimo, uscite, venite fuori".

Allora Sadrac, Mesac e Abdènego uscirono dal fuoco. 94 Quindi i sàtrapi, i governatori, i prefetti e i ministri del re si radunarono e, guardando quegli uomini, videro che sopra i loro corpi il fuoco non aveva avuto nessun potere, che neppure un capello del loro capo era stato bruciato e i loro mantelli non erano stati toccati e neppure l'odore del fuoco era penetrato in essi. `

95Nabucodònosor prese a dire: "Benedetto il Dio di Sadrac, Mesac e Abdènego, il quale ha mandato il suo angelo e ha liberato i servi che hanno confidato in lui; hanno trasgredito il comando del re e hanno esposto i loro corpi per non servire e per non adorare alcun altro dio all'infuori del loro Dio.96` Perciò io decreto che chiunque, a qualsiasi popolo, nazione o lingua appartenga, proferirà offesa contro il Dio di Sadrac, Mesac e Abdènego, sia fatto a pezzi e la sua casa sia ridotta a letamaio, poiché non c'è nessun altro dio che possa liberare allo stesso modo".

97 Da allora il re diede autorità a Sadrac, Mesac e Abdènego nella provincia di Babilonia.

Nabucodònosor e il sogno dell’albero

98 Il re Nabucodònosor

a tutti i popoli, nazioni e lingue, che abitano in tutta la terra:

"Abbondi la vostra pace!

99 Mi è parso opportuno rendervi noti i prodigi e le meraviglie che il Dio altissimo ha fatto per me.

  100 Quanto sono grandi i suoi prodigi
   e quanto potenti le sue meraviglie!
  Il suo regno è un regno eterno
   e il suo dominio di generazione in generazione".

4 Io, Nabucodònosor, ero tranquillo nella mia casa e felice nel mio palazzo, 2 quando ebbi un sogno che mi spaventò. Mentre ero nel mio letto, le immaginazioni e le visioni della mia mente mi turbarono. 3 Feci un decreto con cui ordinavo che tutti i saggi di Babilonia fossero condotti davanti a me, per farmi conoscere la spiegazione del sogno. 4 Allora vennero i maghi, gli indovini, i Caldei e gli astrologi, ai quali esposi il sogno, ma non me ne potevano dare la spiegazione. 5 Infine mi si presentò Daniele, chiamato Baltassàr dal nome del mio dio, un uomo in cui è lo spirito degli dèi santi, e gli raccontai il sogno

6 dicendo: "Baltassàr, principe dei maghi, poiché io so che lo spirito degli dèi santi è in te e che nessun mistero ti è difficile, ecco le visioni che ho avuto in sogno: tu dammene la spiegazione. 7 Le visioni che mi passarono per la mente, mentre stavo a letto, erano queste: Io stavo guardando, ed ecco un albero di grande altezza in mezzo alla terra. 8 Quell'albero divenne alto, robusto, la sua cima giungeva al cielo ed era visibile fino all'estremità della terra. 9 Le sue foglie erano belle e i suoi frutti abbondanti e vi era in esso da mangiare per tutti. Le bestie del campo si riparavano alla sua ombra e gli uccelli del cielo dimoravano fra i suoi rami; di esso si nutriva ogni vivente.

10 Mentre nel mio letto stavo osservando le visioni che mi passavano per la mente, ecco un vigilante, un santo, scese dal cielo 11 e gridò a voce alta: "Tagliate l'albero e troncate i suoi rami: scuotete le foglie, disperdetene i frutti: fuggano le bestie di sotto e gli uccelli dai suoi rami. 12 Lasciate però nella terra il ceppo con le radici, legato con catene di ferro e di bronzo sull'erba fresca del campo;

sia bagnato dalla rugiada del cielo e abbia sorte comune con le bestie sull'erba della terra. 13 Si muti il suo cuore e invece di un cuore umano gli sia dato un cuore di bestia; sette tempi passino su di lui.

14 Così è deciso per sentenza dei vigilanti e secondo la parola dei santi. Così i viventi sappiano che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo può dare a chi vuole e insediarvi anche il più piccolo degli uomini".

15 Questo è il sogno, che io, re Nabucodònosor, ho fatto. Ora tu, Baltassàr, dammene la spiegazione. Tu puoi darmela, perché, mentre fra tutti i saggi del mio regno nessuno me ne spiega il significato, in te è lo spirito degli dèi santi".

Commento

Fede e coraggio che ispirano

Sono sempre rimasto molto affascinato ed ispirato da quelle persone coraggiose e di fede che di fronte all'intimidazione non si spaventano e non arretrano.

Sadrac, Mesac e Abdènego sono esempi ispiratori di fiducia assoluta in Dio. Rifiutano di inginocchiarsi e adorare l'immagine d'oro, nonostante la minaccia di essere gettati in una fornace ardente. Sono determinati a fare la cosa giusta, qualunque sia il costo, perché credono in Dio e nella sua capacità di intervenire se è nella sua volontà.

Al re dicono: "Noi non abbiamo bisogno di darti alcuna risposta in proposito; sappi però che il nostro Dio, che serviamo, può liberarci dalla fornace di fuoco ardente e dalla tua mano, o re. Ma anche se non ci liberasse, sappi, o re, che noi non serviremo mai i tuoi dèi e non adoreremo la statua d'oro che tu hai eretto" (3,16b-18, MSG).

Per Sadrac, Mesac e Abdènego, sarebbe facile trovare una via d'uscita. Potrebbero negoziare e cercare un accordo o un compromesso. Ma la loro fiducia nella potenza di Dio è completa. Sanno che Dio ha il potere di liberarli e si fidano di lui, obbediscono, indipendentemente da ciò che Dio farà. Quando ci troviamo di fronte a decisioni difficili, come loro dovremmo sempre chiederci: "Qual è la cosa giusta da fare?" E poi farla, indipendentemente dalle conseguenze.

La loro fiducia assoluta in Dio è una testimonianza straordinaria per Nabucodònosor. Nel guardare la fornace ardente, vede quattro uomini sciolti camminare in mezzo al fuoco, e con il quarto "simile nell’aspetto a un figlio di dèi" (v.92, KJV). Attraverso la lente del Nuovo Testamento, in questo quarto uomo è possibile riconoscere Gesù stesso, con loro nel loro momento di prova.

Da quella fornace Sadrac, Mesac e Abdènego escono senza "che neppure un capello del loro capo era stato bruciato e i loro mantelli non erano stati toccati e neppure l'odore del fuoco era penetrato in essi" (v.94, MSG). Quando nella vita affrontiamo prove che potrebbero sembrare come una fornace ardente, possiamo essere certi che Gesù è proprio lì con noi.

Dal loro esempio, anche Nabucodònosor ne rimane ispirato (v.95). In lui ha inizio una conversione del cuore. Tuttavia, Dio impiegherà molto tempo per fargli comprendere il messaggio. Nonostante l'esempio di Daniele nel capitolo 2, Nabucodonosor non si converte. La fiducia assoluta in Dio di Sadrac, Mesac e Abdènego ha un grande impatto su di lui. Ma la sua conversione non è ancora completa.

Nel capitolo 4, leggiamo la sua straordinaria testimonianza su come alla fine arriva ad accettare Dio. Condividere la propria testimonianza porta grande gioia: "Mi è parso opportuno rendervi noti i prodigi e le meraviglie che il Dio altissimo ha fatto per me" (4,2). L’atteggiamento del re appare ora del tutto cambiato. Tutta la gloria è data a Dio (v.3).

Inizia dicendo che, in un certo senso, aveva tutto ciò che desiderava. "Io, Nabucodònosor, ero tranquillo nella mia casa e felice nel mio palazzo" (4,1). Ma sotto la prosperità e la soddisfazione c'era una profonda paura (v.1).

Uno dei principali punti del libro di Daniele è che Dio usa esempi ispiratori come Daniele, Sadrac, Mesac e Abdènego e la loro fiducia assoluta in Dio per cambiare la vita di un re e, di conseguenza, per cambiare una nazione.

Preghiera

Signore, aiutaci a fare la cosa giusta, anche quando è molto difficile. Grazie per gli esempi di ispirazione che riceviamo da uomini e donne che camminano con lo sguardo alto mostrando cosa è possibile realizzare con te.

La moglie di Nicky dice

Proverbi 29,7

"Il giusto riconosce il diritto dei miseri".

Nel visitare lo Zimbabwe, ricordo di essere rimasta molto ispirata dalla chiesa di quel Paese. Una chiesa che risplendeva. Abbiamo incontrato molte persone che si sono prese cura dei poveri e che stanno cercando di fare la differenza. Oggi mi chiedo: ci sono ingiustizie attorno a me che Dio desidera portare alla mia attenzione?

Versetto del giorno

Daniele 3,17

"Sappi però che il nostro Dio, che serviamo, può liberarci dalla fornace di fuoco ardente e dalla tua mano, o re".

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The Poverty and Justice Bible (American Bible Society, 2008).

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