Giorno 329

Sapere quando inginocchiarsi

Sapienziali Salmi 133,1-3
Nuovo Testamento 1 Pietro 4,1-19
Antico Testamento Ezechiele 47,1-48,35

Introduzione

Raniero Cantalamessa è un frate cappuccino. Nel 1977 fu inviato dal Vaticano a partecipare come osservatore ad una conferenza negli Stati Uniti, a Kansas City. Erano presenti 20.000 Cristiani cattolici e 20.000 di altre denominazioni. L'ultimo giorno della conferenza, un relatore parlò della tragedia delle divisioni nel corpo di Cristo (la Chiesa). In quell'istante 40.000 persone si inginocchiarono in atto di pentimento. Padre Raniero alzò gli occhi e si accorse di un'enorme scritta al neon che diceva: "GESÙ È IL SIGNORE". In quel momento ebbe una visione straordinaria del significato di unità cristiana: 40.000 persone inginocchiate insieme e in pentimento ai piedi del Signore Gesù.

Ad un partecipante di una chiesa protestante chiese: "Puoi pregare per me?" Desiderava sperimentare di più la presenza dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo scese su Padre Raniero e lo riempì. In quel momento sperimentò l'amore di Dio in un modo straordinario. Si ritrovò a parlare "in una maniera simile al parlare in lingue". Iniziò a comprendere la Bibbia in un modo completamente nuovo. In seguito, nel 1980, sarebbe stato nominato predicatore della Casa Pontificia da Papa Giovanni Paolo II e nel 2020 cardinale da Papa Francesco. Nel suo straordinario ministero, i temi che ricorrono più spesso sono tre: l'unità, l'amore e lo Spirito Santo. Temi distinti, ma strettamente collegati l'uno con l'altro.

Sapienziali

Salmi 133,1-3

Salmo 133

Canto delle salite. Di Davide.

  1 Ecco, com'è bello e com'è dolce
   che i fratelli vivano insieme!

  2 È come olio prezioso versato sul capo,
   che scende sulla barba,
  la barba di Aronne,
   che scende sull'orlo della sua veste.
  3 È come la rugiada dell'Ermon,
   che scende sui monti di Sion.
  Perché là il Signore manda la benedizione,
   la vita per sempre.

Commento

Vivere insieme nell'unità

Dio benedice l'unità (v.1). Più e più volte nella mia vita ho avuto modo di sperimentarlo. Egli benedice l'unità nel matrimonio, nelle famiglie, nelle squadre, nelle comunità, nelle nazioni e nella chiesa. Quando cristiani provenienti da diverse chiese, tradizioni e denominazioni si riuniscono in unità, "là il Signore manda la benedizione" (v.3, MSG).

Il salmista scrive: "Com'è bello e com'è dolce che i fratelli vivano insieme!" (v.1, MSG) C'è un proverbio che dice: "Le cose deboli unite diventano forti". Lo stesso vale per le persone: le persone deboli unite diventano forti.

Il salmista descrive questa unità come "olio prezioso" (v.2, utilizzando un'immagine da Levitico 8,12). È come "la rugiada di Ermon" (Salmi 133,3). Il monte Ermon è una vasta area. Di solito è coperto di neve. Si erge oltre i 2.700 metri sul livello del mare. Si pensa che la sua rugiada mantenga tutta la terra fresca.

Queste immagini di olio e rugiada sono immagini di benedizione. "Là il Signore manda la benedizione!" (v.3)

Preghiera

Signore, grazie perché benedici l'unità. Ti prego di donarci unità nella nostra chiesa e tra le chiese di tutto il mondo.
Nuovo Testamento

1 Pietro 4,1-19

Vivere secondo la volontà di Dio

4 Avendo Cristo sofferto nel corpo, anche voi dunque armatevi degli stessi sentimenti. Chi ha sofferto nel corpo ha rotto con il peccato, 2 per non vivere più il resto della sua vita nelle passioni umane, ma secondo la volontà di Dio. 3 È finito il tempo trascorso nel soddisfare le passioni dei pagani, vivendo nei vizi, nelle cupidigie, nei bagordi, nelle orge, nelle ubriachezze e nel culto illecito degli idoli. 4 Per questo trovano strano che voi non corriate insieme con loro verso questo torrente di perdizione, e vi oltraggiano. 5 Ma renderanno conto a colui che è pronto a giudicare i vivi e i morti. 6 Infatti anche ai morti è stata annunciata la buona novella, affinché siano condannati, come tutti gli uomini, nel corpo, ma vivano secondo Dio nello Spirito.

7 La fine di tutte le cose è vicina. Siate dunque moderati e sobri, per dedicarvi alla preghiera. 8 Soprattutto conservate tra voi una carità fervente, perché la carità copre una moltitudine di peccati. 9 Praticate l'ospitalità gli uni verso gli altri, senza mormorare. 10 Ciascuno, secondo il dono ricevuto, lo metta a servizio degli altri, come buoni amministratori della multiforme grazia di Dio. 11 Chi parla, lo faccia con parole di Dio; chi esercita un ufficio, lo compia con l'energia ricevuta da Dio, perché in tutto sia glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, al quale appartengono la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen!

Lieti di soffrire con Cristo

12 Carissimi, non meravigliatevi della persecuzione che, come un incendio, è scoppiata in mezzo a voi per mettervi alla prova, come se vi accadesse qualcosa di strano. 13 Ma, nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. 14 Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito della gloria, che è Spirito di Dio, riposa su di voi. 15 Nessuno di voi abbia a soffrire come omicida o ladro o malfattore o delatore. 16 Ma se uno soffre come cristiano, non ne arrossisca; per questo nome, anzi, dia gloria a Dio. 17 È questo il momento in cui ha inizio il giudizio a partire dalla casa di Dio; e se incomincia da noi, quale sarà la fine di quelli che non obbediscono al vangelo di Dio? 18 E

  se il giusto a stento si salverà,
   che ne sarà dell'empio e del peccatore?

19 Perciò anche quelli che soffrono secondo il volere di Dio, consegnino la loro vita al Creatore fedele, compiendo il bene.

Commento

Amarsi gli uni gli altri profondamente

L'apostolo Pietro parla di carità fervente (v.8a). La parola greca usata per "fervente" è la stessa usata per un cavallo al galoppo. Significa "tendere" ed è talvolta tradotta "con fervore".

Questo tipo di amore "copre una moltitudine di peccati (perdona e trascura le offese degli altri)" (v.8b, AMP). L'amore perdona i difetti degli altri. Ci permette di conoscere la grazia amorevole e misericordiosa di Dio nella vostra vita.

Sapere questo è fondamentale per mantenere buoni rapporti ed evitare di litigare troppo facilmente con gli altri. Sapere quanto Dio ci ami e che ha perdonato i nostri peccati ci rende più aperti a trascurare le offese e i peccati degli altri.

Ciò non significa che il peccato non abbia importanza. Al contrario, Pietro ci esorta a rompere "con il peccato" (v.1). A rompere con la vecchia vita di cattivi desideri umani e a vivere secondo la volontà di Dio (v.2).

Ricordo bene la reazione di alcuni amici quando dissi loro di aver incontrato Gesù per la prima volta. Erano sorpresi dal cambiamento e lo trovavano strano. Pietro scrive: "È finito il tempo trascorso nel soddisfare le passioni dei pagani, vivendo nei vizi, nelle cupidigie, nei bagordi, nelle orge, nelle ubriachezze e nel culto illecito degli idoli. Per questo trovano strano che voi non corriate insieme con loro verso questo torrente di perdizione, e vi oltraggiano" (vv.3-4, MSG).

Siamo chiamati a vivere diversamente: a essere lucidi e avere autocontrollo in modo da poter pregare (v.7); soprattutto, ad amare (v.8), ad essere ospitali e ad usare i nostri doni (vv.9-10). Dice: "Soprattutto conservate tra voi una carità fervente, perché la carità copre una moltitudine di peccati. Praticate l'ospitalità gli uni verso gli altri, senza mormorare" (vv.8-9, MSG).

Come l'apostolo Paolo, Pietro colloca l'uso dei doni dello Spirito Santo nel contesto dell'amore (vv.10-11; vedi anche 1 Corinzi 12-14). Lo scopo dei doni è l'amore.

Anche quando amiamo con fervore, quell'amore non sarà sempre ricambiato. A volte riceveremo opposizione e non dovremmo sorprenderci di questo: "Carissimi, non meravigliatevi della persecuzione che, come un incendio, è scoppiata in mezzo a voi per mettervi alla prova, come se vi accadesse qualcosa di strano" (1 Pietro 4,12).

La persecuzione è un tipo di sofferenza a cui tutti i cristiani sono chiamati. La sofferenza fa parte del processo di purificazione. Dio usa la sofferenza per affinarci e liberarci dal peccato nella nostra vita (vv.1-2). Le offese sono in realtà una benedizione: "Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito della gloria, che è Spirito di Dio, riposa su di voi" (v.14).

Anche se gli insulti fanno male, ogni critica è, alla fine, una benedizione. Per quanto sia vera, è una benedizione perché da essa possiamo imparare. Se l'accusa non è veritiera e siamo "insultati per il nome di Cristo" saremo beati (v.14). È un onore essere associati a Gesù, tanto che persino condividere la sua sofferenza è una benedizione. In entrambi i casi, una volta che capiremo questo, dovremo essere in grado di vedere ogni critica, per quanto dolorosa, come una benedizione!

A volte soffriamo a causa del nostro peccato (v.15), ma soffrire per essere cristiani non è motivo di vergogna, è motivo di gioia e di lode a Dio (vv.13.16). Non dovremmo scoraggiarci di questo, ma continuare a fare ciò che è buono: "Se uno soffre come cristiano, non ne arrossisca; per questo nome, anzi, dia gloria a Dio" (v.16). Martin Luther King ha detto: "Ho deciso di resistere con l'amore. L'odio è un fardello troppo grande da sopportare".

Preghiera

Signore, ti prego di aiutarci ad essere una comunità che ama profondamente e dove l'amore è così grande da coprire i nostri peccati.
Antico Testamento

Ezechiele 47,1-48,35

Il fiume che sgorga dal tempio

47 Mi condusse poi all'ingresso del tempio e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del tempio era verso oriente. Quell'acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale dell'altare. 2 Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e mi fece girare all'esterno, fino alla porta esterna rivolta a oriente, e vidi che l'acqua scaturiva dal lato destro.

3 Quell'uomo avanzò verso oriente e con una cordicella in mano misurò mille cubiti, poi mi fece attraversare quell'acqua: mi giungeva alla caviglia. 4 Misurò altri mille cubiti, poi mi fece attraversare quell'acqua: mi giungeva al ginocchio. Misurò altri mille cubiti, poi mi fece attraversare l'acqua: mi giungeva ai fianchi. 5 Ne misurò altri mille: era un torrente che non potevo attraversare, perché le acque erano cresciute; erano acque navigabili, un torrente che non si poteva passare a guado. 6 Allora egli mi disse: "Hai visto, figlio dell'uomo?".

Poi mi fece ritornare sulla sponda del torrente; 7 voltandomi, vidi che sulla sponda del torrente vi era una grandissima quantità di alberi da una parte e dall'altra. 8 Mi disse: "Queste acque scorrono verso la regione orientale, scendono nell'Araba ed entrano nel mare: sfociate nel mare, ne risanano le acque. 9 Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il torrente, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché dove giungono quelle acque, risanano, e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà. 10 Sulle sue rive vi saranno pescatori: da Engàddi a En-Eglàim vi sarà una distesa di reti. I pesci, secondo le loro specie, saranno abbondanti come i pesci del Mare Grande. 11 Però le sue paludi e le sue lagune non saranno risanate: saranno abbandonate al sale. 12 Lungo il torrente, su una riva e sull'altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui foglie non appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno, perché le loro acque sgorgano dal santuario. I loro frutti serviranno come cibo e le foglie come medicina.

Confini del territorio e sua divisione

13 Così dice il Signore Dio: Questi saranno i confini della terra che spartirete in eredità fra le dodici tribù d'Israele, dando a Giuseppe due parti. 14 Ognuno di voi possederà come l'altro la parte di territorio che io alzando la mano ho giurato di dare ai vostri padri: questa terra spetterà a voi in eredità.

15 Ecco dunque quali saranno i confini della terra.

Dal lato settentrionale, dal Mare Grande lungo la via di
  Chetlon fino a Sedad, 16 il territorio di Camat, Berotà, Sibràim,
  che è fra il territorio di Damasco e quello di Camat, Caser-Ticòn, che è sulla
  frontiera dell'Hauràn. 17 Quindi la frontiera si estenderà dal mare fino a Casar-Enàn,
  con il territorio di Damasco e quello di Camat a settentrione.
  Questo il lato settentrionale.

18 Dal lato orientale, fra l'Hauràn e Damasco,
  fra il Gàlaad e il paese d'Israele, sarà di confine il Giordano, fino al mare orientale,
  e verso Tamar. Questo il lato orientale.

19 Dal lato meridionale, verso Tamar fino alle acque di Merìba di Kades,
  fino al torrente verso il Mare Grande. Questo il lato meridionale verso il
  mezzogiorno.

20 Dal lato occidentale, il Mare Grande, dal confine sino di fronte all'ingresso di   Camat. Questo il lato occidentale.

21 Vi dividerete questo territorio secondo le tribù d'Israele. 22 Lo distribuirete in eredità fra voi e i forestieri che abitano con voi, i quali hanno generato figli in mezzo a voi; questi saranno per voi come indigeni tra i figli d'Israele e riceveranno in sorte con voi la loro parte di eredità in mezzo alle tribù d'Israele. 23 Nella tribù in cui lo straniero è stabilito, là gli darete la sua parte di eredità. Oracolo del Signore Dio.

48 Questi sono i nomi delle tribù: dal confine settentrionale, lungo la via di Chetlon, all'ingresso di Camat, fino a Casar-Enàn, con a settentrione il confine di Damasco e lungo il territorio di Camat, dal lato d'oriente fino al mare, sarà assegnata a Dan una parte.

2 Sul confine di Dan, dal lato orientale al lato occidentale: Aser, una parte.

3 Sul confine di Aser, dal lato orientale fino al lato occidentale: Nèftali, una parte.

4 Sul confine di Nèftali, dal lato orientale fino al lato occidentale: Manasse, una parte.

5 Sul confine di Manasse, dal lato orientale fino al lato occidentale: Èfraim, una parte.

6 Sul confine di Èfraim, dal lato orientale fino al lato occidentale: Ruben, una parte.

7 Sul confine di Ruben, dal lato orientale fino al lato occidentale: Giuda, una parte.

8 Sul confine di Giuda, dal lato orientale fino al lato occidentale, starà la porzione che preleverete come tributo, larga venticinquemila cubiti e lunga come una delle parti dal lato orientale fino al lato occidentale: in mezzo sorgerà il santuario.

9 La parte che voi preleverete come tributo per il Signore avrà venticinquemila cubiti di lunghezza per ventimila di larghezza. 10 Ai sacerdoti apparterrà la parte sacra del territorio, prelevata come tributo: venticinquemila cubiti a settentrione e diecimila di larghezza a occidente, diecimila cubiti di larghezza a oriente e venticinquemila cubiti di lunghezza a mezzogiorno. In mezzo sorgerà il santuario del Signore. 11 Essa apparterrà ai sacerdoti consacrati, ai figli di Sadoc, che furono fedeli alla mia osservanza e non si traviarono nel traviamento dei figli d'Israele, come si traviarono i leviti. 12 Sarà per loro come una parte sacra prelevata sulla parte consacrata del paese, cosa santissima, a fianco del territorio assegnato ai leviti.

13 I leviti, lungo il territorio dei sacerdoti, avranno una parte di venticinquemila cubiti di lunghezza per diecimila di larghezza: tutta la lunghezza sarà di venticinquemila cubiti e tutta la larghezza di diecimila. 14 Essi non ne potranno vendere né permutare, né potrà essere alienata questa parte migliore del paese, perché è sacra al Signore.

15 I cinquemila cubiti di lunghezza che restano sui venticinquemila, saranno terreno profano per la città, per abitazioni e dintorni; in mezzo sorgerà la città. 16 Le sue misure saranno le seguenti: il lato settentrionale avrà quattromilacinquecento cubiti, il lato meridionale quattromilacinquecento cubiti, il lato orientale quattromilacinquecento cubiti e il lato occidentale quattromilacinquecento cubiti. 17 I dintorni della città saranno duecentocinquanta cubiti a settentrione, duecentocinquanta a mezzogiorno, duecentocinquanta a oriente e duecentocinquanta a occidente. 18 Rimarrà accanto alla parte sacra un terreno lungo diecimila cubiti a oriente e diecimila a occidente, i cui prodotti saranno il cibo per coloro che prestano servizio nella città, 19 i quali saranno presi da tutte le tribù d'Israele. 20 Tutta la parte prelevata come tributo sarà di venticinquemila cubiti per venticinquemila. Preleverete, come possesso della città, un quarto della zona sacra.

21 Il resto sarà per il principe: da una parte e dall'altra della zona sacra e del possesso della città, su un fronte di venticinquemila cubiti della zona sacra a oriente, verso il confine orientale, e a occidente, su un fronte di venticinquemila cubiti verso il confine occidentale, parallelamente alle parti, sarà per il principe. La zona sacra e il santuario del tempio rimarranno in mezzo, 22 fra il possesso dei leviti e il possesso della città, e in mezzo a ciò che spetta al principe; quel che si trova tra la frontiera di Giuda e quella di Beniamino sarà del principe.

23 Per le altre tribù, dal lato orientale a quello occidentale: Beniamino, una parte.

24 Al confine di Beniamino, dal lato orientale a quello occidentale: Simeone, una parte.

25 Al confine di Simeone, dal lato orientale a quello occidentale: Ìssacar, una parte.

26 Al confine di Ìssacar, dal lato orientale a quello occidentale: Zàbulon, una parte.

27 Al confine di Zàbulon, dal lato orientale a quello occidentale: Gad, una parte.

28 Al confine di Gad, dal lato meridionale verso mezzogiorno, il confine andrà da Tamar alle acque di Merìba di Kades e al torrente che va al Mare Grande.

29 Questo è il territorio che voi dividerete a sorte in eredità alle tribù d'Israele e queste le loro parti. Oracolo del Signore Dio.

Gerusalemme e le sue porte

30 Queste saranno le uscite della città. Sul lato settentrionale: quattromilacinquecento cubiti. 31 Le porte della città porteranno i nomi delle tribù d'Israele. Tre porte a settentrione: la porta di Ruben, una; la porta di Giuda, una; la porta di Levi, una.

32 Sul lato orientale: quattromilacinquecento cubiti e tre porte: la porta di Giuseppe, una; la porta di Beniamino, una; la porta di Dan, una.

33 Sul lato meridionale: quattromilacinquecento cubiti e tre porte: la porta di Simeone, una; la porta di Ìssacar, una; la porta di Zàbulon, una.

34 Sul lato occidentale: quattromilacinquecento cubiti e tre porte: la porta di Gad, una; la porta di Aser, una; la porta di Nèftali, una.

35 Perimetro totale: diciottomila cubiti.

La città si chiamerà da quel giorno in poi:     "Là è il Signore"".

Commento

Desiderare lo Spirito Santo

Quando l'amore di Dio viene riversato nel nostro cuore per mezzo dello Spirito Santo (Romani 5,5), riceviamo vita piena, crescita spirituale, fecondità traboccante e guarigione.

Nel vedere l'acqua sgorgare da sotto al tempio, Ezechiele ne riceve un'immagine. Sgorga e diventa un fiume profondo prima fino alle caviglie, poi fino alle ginocchia, poi fino alla vita e infine "era un torrente che non potevo attraversare, perché le acque erano cresciute; erano acque navigabili, un torrente che non si poteva passare a guado" (Ezechiele 47,5, MSG). I lati del fiume sono pieni di alberi (v.7). Dove il fiume scorre, il mare diventa fresco (v.8).

Ovunque il fiume scorra, la vita fiorisce - grandi banchi di pesci - perché il fiume trasforma il mare salato in acqua dolce. Dove scorre il fiume, la vita abbonda. I pescatori gettano le reti e il mare pullula di pesci di ogni tipo.

"Lungo il torrente, su una riva e sull'altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui foglie non appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno, perché le loro acque sgorgano dal santuario. I loro frutti serviranno come cibo e le foglie come medicina" (v.12, MSG).

Gesù ha detto che queste promesse di Ezechiele si sarebbero realizzate non in un luogo, ma in una persona: lui stesso (Giovanni 7,37-39). E che attraverso lo Spirito Santo, i ruscelli di acqua viva sarebbero sgorgati anche da noi. Gesù ha detto: "Chi crede in me. Come dice la Scrittura: dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva" (v.38).

Questo fiume d'acqua viva è un'immagine dell'opera dello Spirito, che porta la vita, l'abbondanza e la benedizione in noi, e che poi sgorga da noi per avere un impatto positivo sugli altri. Tutte le immagini indicano la vita, la crescita, la fecondità e la guarigione. È un'immagine della Chiesa di Gesù Cristo che cresce e porta vita ovunque il fiume scorra.

In definitiva, il fiume prefigura e anticipa la nuova Gerusalemme, la città dove vive Dio. Il nome della città è "Là è il Signore" (Ezechiele 48,35). Un'immagine che prefigura i nuovi cieli e la nuova terra (vedi Apocalisse 22,1-2), che Gesù realizzerà un giorno al suo ritorno.

Preghiera

Signore, grazie per lo Spirito Santo e per la promessa che fiumi di acqua viva sgorgheranno dal mio cuore. Ti prego oggi di riempirlo con lo Spirito Santo affinché possa portare vita, amore, unità e guarigione ovunque vada.

La moglie di Nicky dice

1 Pietro 4,8

"Soprattutto conservate tra voi una carità fervente, perché la carità copre una moltitudine di peccati".

Quando il mondo sembra incattivito, diviso, pronto a giudicare o a pensare il peggio dell'altro, parlare il linguaggio dell'amore può cambiare tutto e invertire l'andamento delle cose.

Versetto del giorno

1 Pietro 4,8

"Soprattutto conservate tra voi una carità fervente, perché la carità copre una moltitudine di peccati".

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MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
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