Giorno 309

Le promesse di Dio

Sapienziali Salmi 119,161-168
Nuovo Testamento Ebrei 6,13-7,10
Antico Testamento Ezechiele 7,1-9,11

Introduzione

Billy Brayn nacque nel 1794 in Cornovaglia. Lavorò come minatore. Per anni visse una vita di alcol, conflitti e litigi in casa. All'età di 29 anni incontrò Gesù e la sua vita cambiò. Ritornò a casa e a sua moglie disse: "Con l'aiuto del Signore, non mi vedrai mai più ubriaco". E così fu.

Il suo tono di voce e il suo sguardo cambiarono. Le sue parole diventarono magnetiche, come cariche di elettricità divina. Folle di minatori venivano per ascoltare i suoi insegnamenti. Nell'ascoltare le sue parole, molti si convertirono e molti guarirono incredibilmente. Amava la Bibbia. Disse: "Le promesse di Dio sono come denaro disponibile in qualsiasi momento".

Dio è il Dio delle promesse. Avere fede significa avere fiducia nelle sue promesse. Dio fa una promessa; la fede crede in essa, la speranza la anticipa e la pazienza la attende con calma.

Sapienziali

Salmi 119,161-168

Sin

  161 I potenti mi perseguitano senza motivo,
   ma il mio cuore teme solo le tue parole.
  162 Io gioisco per la tua promessa,
   come chi trova un grande bottino.
  163 Odio la menzogna e la detesto,
   amo la tua legge.
  164 Sette volte al giorno io ti lodo,
   per i tuoi giusti giudizi.
  165 Grande pace per chi ama la tua legge:
   nel suo cammino non trova inciampo.
  166 Aspetto da te la salvezza, Signore,
   e metto in pratica i tuoi comandi.
  167 Io osservo i tuoi insegnamenti
   e li amo intensamente.
  168 Osservo i tuoi precetti e i tuoi insegnamenti:
   davanti a te sono tutte le mie vie.

Commento

Trovare gioia, soddisfazione e pace nelle promesse di Dio

Il salmista dice: "Grande pace per chi ama la tua legge: nel suo cammino non trova inciampo" (v.165). Ricordo una giovane donna atea che una sera si presentò ad Alpha. Parlò della sensazione di vuoto e di precarietà che provava nella sua vita. Ciò che aveva notato nei cristiani era il loro grande senso di pace. Aveva capito che questa pace derivava dalla loro fede.

La Bibbia è l'ultimo posto dove molte persone si aspetterebbero di trovare pace, soddisfazione e gioia. Eppure il salmista dice: "Io gioisco per la tua promessa, come chi trova un grande bottino" (v.162).

L'autore descrive le parole di Dio usando diverse espressioni. Parla delle "tue parole" (v.161), della "tua legge" (vv.163.165), dei "tuoi comandi" (v.166), dei "tuoi insegnamenti" (vv.167.168) e dei "tuoi precetti" (v.168). Qui descrive la parola di Dio come "la tua promessa" (v.162).

Le parole di Dio sono le sue promesse per noi. Scoprirle è come scoprire un grande tesoro. Nel continuare a scavare e ricercare, si trovano tesori sempre più sorprendenti e belli. Per questo il salmista esulta e dice: "Sette volte al giorno io ti lodo" (v.164).

Preghiera

Signore, ti lodo per i grandi tesori racchiusi nelle tue parole. Nel confidare nelle tue promesse, ti prego oggi di concedermi pace.
Nuovo Testamento

Ebrei 6,13-7,10

Certezza della promessa di Dio

13 Quando infatti Dio fece la promessa ad Abramo, non potendo giurare per uno superiore a sé, giurò per se stesso 14 dicendo: Ti benedirò con ogni benedizione e renderò molto numerosa la tua discendenza. 15 Così Abramo, con la sua costanza, ottenne ciò che gli era stato promesso.

16 Gli uomini infatti giurano per qualcuno maggiore di loro, e per loro il giuramento è una garanzia che pone fine a ogni controversia. 17 Perciò Dio, volendo mostrare più chiaramente agli eredi della promessa l'irrevocabilità della sua decisione, intervenne con un giuramento, 18 affinché, grazie a due atti irrevocabili, nei quali è impossibile che Dio mentisca, noi, che abbiamo cercato rifugio in lui, abbiamo un forte incoraggiamento ad afferrarci saldamente alla speranza che ci è proposta. 19 In essa infatti abbiamo come un'àncora sicura e salda per la nostra vita: essa entra fino al di là del velo del santuario, 20 dove Gesù è entrato come precursore per noi, divenuto sommo sacerdote per sempre secondo l'ordine di Melchìsedek.

Gesù, sacerdote secondo l’ordine di Melchìsedek

7 Questo Melchìsedek infatti, re di Salem, sacerdote del Dio altissimo, andò incontro ad Abramo mentre ritornava dall'avere sconfitto i re e lo benedisse; 2 a lui Abramo diede la decima di ogni cosa. Anzitutto il suo nome significa "re di giustizia"; poi è anche re di Salem, cioè "re di pace". 3 Egli, senza padre, senza madre, senza genealogia, senza principio di giorni né fine di vita, fatto simile al Figlio di Dio, rimane sacerdote per sempre.

4 Considerate dunque quanto sia grande costui, al quale Abramo, il patriarca, diede la decima del suo bottino. 5 In verità anche quelli tra i figli di Levi che assumono il sacerdozio hanno il mandato di riscuotere, secondo la Legge, la decima dal popolo, cioè dai loro fratelli, essi pure discendenti da Abramo. 6 Egli invece, che non era della loro stirpe, prese la decima da Abramo e benedisse colui che era depositario delle promesse. 7 Ora, senza alcun dubbio, è l'inferiore che è benedetto dal superiore. 8 Inoltre, qui riscuotono le decime uomini mortali; là invece, uno di cui si attesta che vive. 9 Anzi, si può dire che lo stesso Levi, il quale riceve le decime, in Abramo abbia versato la sua decima: 10 egli infatti, quando gli venne incontro Melchìsedek, si trovava ancora nei lombi del suo antenato.

Commento

Confidare nelle promesse di Dio e attendere con pazienza

Abramo attese 25 anni, Giuseppe 13, Mosè 25 e Gesù 30. Se Dio ci fa attendere, siamo in buona compagnia.

Nella mia vita ho avuto modo più volte di accorgermi che il tempo che passa tra la promessa di Dio e il suo adempimento è spesso molto più lungo di quanto previsto. Oggi ho imparato ad essere più paziente. Le promesse di Dio sono l'ancora della nostra anima (6,19). Sono solide e sicure. Egli mantiene la sua parola, anche quando sembra impossibile, anche quando le circostanze sembrano indicare il contrario. L'attesa non annulla le promesse di Dio.

Abramo è descritto come "depositario delle promesse" (7,6). Quando Abramo e Sara furono chiamati da Dio, egli promise che da loro sarebbe nata una grande nazione. Promise loro dei figli. Ma dovettero aspettare molti anni prima che la promessa si realizzasse. Aspettarono e aspettarono. Per cercare di realizzare la promessa di Dio, percorsero strade sbagliate, con mezzi umani. Alla fine, però, "il Signore... fece a Sara come aveva promesso" (Genesi 21,1). Abramo aveva cent'anni! Alla fine, Dio adempì la sua promessa: "Abramo, con la sua costanza, ottenne ciò che gli era stato promesso" (Ebrei 6,15).

Le promesse di Dio sono assolutamente certe: "Gli uomini infatti giurano per qualcuno maggiore di loro.... Perciò Dio, volendo mostrare più chiaramente agli eredi della promessa l'irrevocabilità della sua decisione, intervenne con un giuramento" (vv.16-17, MSG).

La nostra speranza non si basa su un vago ottimismo o su un pensiero velleitario. È fiducia nelle promesse infrangibili di Dio. È incentrata su Gesù, che è "sommo sacerdote per sempre secondo l'ordine di Melchìsedek" (v.20). Nel libro della Genesi, Melchìsedek appare dal nulla e del suo futuro non sappiano nulla. Egli prefigura Gesù: "Fatto simile al Figlio di Dio, rimane sacerdote per sempre" (7,3, AMP).

L'autore di Ebrei dimostra la superiorità di Gesù (sacerdozio di Melchìsedek) rispetto a qualsiasi altro sacerdote (sacerdozio di Levi) (vv.1-10).

Gesù, sacerdote secondo l'ordine di Melchìsedek, è un giusto re di pace. Il nome di Melchìsedek significa "re di giustizia" e anche "re di Salem", che significa "re di pace" (v.2).

Il sacerdozio di Gesù è permanente. Per Melchìsedek non si registra alcuna "fine della vita" (vv.3.8). Come lui, Gesù è sacerdote vivente per sempre. Anche il Salmo 110 dichiara che il Signore è "sacerdote per sempre al modo di Melchìsedek" (v.4).

Gesù (Melchìsedek) riceve una decima da Abramo (Ebrei 7,4). Questo dono spontaneo da parte di Abramo dimostra che Abramo riconosce la propria inferiorità rispetto a Melchìsedek. Levi è pronipote di Abramo. Nel pensiero biblico, un antenato è considerato come se contenesse in sé tutta la sua discendenza (vv.9-10). Pertanto, il sacerdozio di Gesù (Melchìsedek) gode di uno status superiore a quello del sacerdozio levitico.

Melchìsedek benedice Abramo (vv.6-7). Dio aveva promesso che in Abramo sarebbero state benedette tutte le nazioni del mondo (Genesi 22,18). Pertanto, se Melchìsedek può benedire Abramo, lo status di Melchìsedek è superiore all'ordine levitico (Ebrei 7,7).

Il sacerdozio di Gesù, "nell'ordine di Melchìsedek", ci ricorda che possiamo confidare che le promesse di Dio sono totalmente sicure. Gesù le ha garantite per noi andando dove noi non potevamo, "a nostro favore". Egli è il nostro "sommo sacerdote per sempre, secondo l'ordine di Melchìsedek" (6,20).

Preghiera

Signore, grazie perché mantieni sempre le tue promesse - ferme e sicure - ancora per l'anima mia.
Antico Testamento

Ezechiele 7,1-9,11

Annuncio della fine d’Israele

7 Mi fu rivolta questa parola del Signore: 2 "Ora, figlio dell'uomo, riferisci: Così dice il Signore Dio alla terra d'Israele.

  Ecco la fine: essa giunge
   sino ai quattro estremi della terra.
  3 Ora che su di te pende la fine,
   io scaglio contro di te la mia ira,
  per giudicarti secondo le tue opere
   e per domandarti conto di tutti i tuoi abomini.
  4 Non avrà pietà di te il mio occhio
   e non avrò compassione,
  ma ti riterrò responsabile della tua condotta
   e diverranno palesi in mezzo a te i tuoi abomini;

saprete allora che io sono il Signore.

5 Così dice il Signore Dio:

  Ecco, arriva
   sventura su sventura.
  6 Viene la fine, viene su di te:
   ecco, viene!
  7 Viene il tuo turno, o abitante della terra:
   arriva il tempo,
  è prossimo il giorno terribile
   e non di tripudio sui monti.
  8 Ora, fra breve, rovescerò il mio furore su di te,
   e su di te darò sfogo alla mia ira,
  per giudicarti secondo le tue opere
   e per domandarti conto di tutti i tuoi abomini.
  9 Non avrà pietà di te il mio occhio
   e non avrò compassione,
  ma ti riterrò responsabile della tua condotta
   e diverranno palesi in mezzo a te i tuoi abomini:

saprete allora che sono io, il Signore, colui che colpisce.

  10 Ecco il giorno, eccolo: arriva.
   È giunto il tuo turno.
  L'ingiustizia fiorisce,
   germoglia l'orgoglio
  11 e regna la violenza,
   scettro della malvagità.
  12 È giunto il tempo,
   è vicino il giorno:
  chi ha comprato non si allieti,
   chi ha venduto non rimpianga,
   perché l'ira pende su tutti!
  13 Chi ha venduto non tornerà
   in possesso di ciò che ha venduto,
   anche se rimarrà in vita,
  perché la condanna contro il loro fasto
   non sarà revocata e nessuno,
  per la sua perversità,
   potrà salvare la sua esistenza.

  14 Si suona il corno
   e tutto è pronto;
  ma nessuno muove a battaglia,
   perché il mio furore è contro
  tutta quella moltitudine.
   15 La spada all'esterno,
  la peste e la fame di dentro:
   chi è in campagna perirà di spada,
  chi è in città sarà divorato
   dalla fame e dalla peste.   16 Chi di loro potrà fuggire
   e salvarsi sui monti,
  gemerà come le colombe delle valli,
   ognuno per la sua iniquità.
  17 Tutte le mani si indeboliranno
   e tutte le ginocchia si scioglieranno come acqua.
  18 Vestiranno il sacco
   e lo spavento li avvolgerà.
  Su tutti i volti sarà la vergogna
   e tutte le teste saranno rasate.

  19 Getteranno l'argento per le strade
   e il loro oro si cambierà in immondizia,
  con esso non si sfameranno,
   non si riempiranno il ventre,
   perché è stato per loro causa di peccato.
  20 Della bellezza dei loro gioielli
   fecero oggetto d'orgoglio
  e fabbricarono con essi le abominevoli statue dei loro idoli.
   Per questo li tratterò come immondizia,
 21 li darò in preda agli stranieri
   e saranno bottino per i malvagi della terra
   che li profaneranno.
  22 Distoglierò da loro la mia faccia,
   sarà profanato il mio tesoro,
  vi entreranno i ladri
   e lo profaneranno.

  23 Prepàrati una catena,
   poiché il paese è pieno di assassini
   e la città è colma di violenza.
  24 Io manderò i popoli più feroci
   e s'impadroniranno delle loro case,
  abbatterò la superbia dei potenti,
   i santuari saranno profanati.
  25 Giungerà l'angoscia
   e cercheranno pace, ma pace non vi sarà.
  26 Sventura seguirà a sventura,
   allarme succederà ad allarme:
  ai profeti chiederanno responsi,
   ai sacerdoti verrà meno la legge,
   agli anziani il consiglio.
  27 Il re sarà in lutto,
   il principe sarà ammantato di desolazione.
   Tremeranno le mani della popolazione del paese.
  Li tratterò secondo la loro condotta,
   li giudicherò secondo i loro giudizi:

così sapranno che io sono il Signore".

Visione del tempio profanato dall’idolatria

8 Nell'anno sesto, nel sesto mese, il cinque del mese, mentre mi trovavo in casa e dinanzi a me sedevano gli anziani di Giuda, la mano del Signore Dio si posò su di me 2 e vidi qualcosa dall'aspetto d'uomo: da ciò che sembravano i suoi fianchi in giù, appariva come di fuoco e dai fianchi in su appariva come uno splendore simile al metallo incandescente. 3 Stese come una mano e mi afferrò per una ciocca di capelli: uno spirito mi sollevò fra terra e cielo e in visioni divine mi portò a Gerusalemme, all'ingresso della porta interna, che guarda a settentrione, dove era collocato l'idolo della gelosia, che provoca gelosia. 4 Ed ecco, là era la gloria del Dio d'Israele, simile a quella che avevo visto nella valle.

5 Mi disse: "Figlio dell'uomo, alza gli occhi verso settentrione!". Ed ecco, a settentrione della porta dell'altare l'idolo della gelosia, proprio all'ingresso.

6 Mi disse: "Figlio dell'uomo, vedi che cosa fanno costoro? Guarda i grandi abomini che la casa d'Israele commette qui per allontanarmi dal mio santuario! Ne vedrai altri ancora peggiori".

7 Mi condusse allora all'ingresso del cortile e vidi un foro nella parete. 8 Mi disse: "Figlio dell'uomo, sfonda la parete". Sfondai la parete, ed ecco apparve una porta.

9 Mi disse: "Entra e osserva gli abomini malvagi che commettono costoro". 10 Io entrai e vidi ogni sorta di rettili e di animali obbrobriosi e tutti gli idoli della casa d'Israele raffigurati intorno alle pareti. 11 Settanta anziani della casa d'Israele, fra i quali vi era Iaazania, figlio di Safan, ritto in mezzo a loro, stavano davanti ad essi, ciascuno con il turibolo in mano, mentre il profumo saliva in nubi d'incenso.

12 Mi disse: "Hai visto, figlio dell'uomo, quello che fanno gli anziani della casa d'Israele nelle tenebre, ciascuno nella stanza recondita del proprio idolo? Vanno dicendo: "Il Signore non ci vede, il Signore ha abbandonato il paese"". 13 Poi mi disse: "Vedrai che si commettono abomini peggiori di questi".

14 Mi condusse all'ingresso della porta del tempio del Signore che guarda a settentrione e vidi donne sedute che piangevano Tammuz. 15 Mi disse: "Hai visto, figlio dell'uomo? Vedrai abomini peggiori di questi".

16 Mi condusse nel cortile interno del tempio del Signore; ed ecco, all'ingresso dell'aula del tempio, fra il vestibolo e l'altare, circa venticinque uomini, con le spalle voltate al tempio e la faccia a oriente che, prostrati, adoravano il sole.

17 Mi disse: "Hai visto, figlio dell'uomo? Come se non bastasse per quelli della casa di Giuda commettere simili abomini in questo luogo, hanno anche riempito il paese di violenze, per provocare la mia collera. Eccoli, vedi, che si portano il ramoscello sacro alle narici. 18 Ebbene, anch'io agirò con furore. Il mio occhio non avrà pietà e non avrò compassione: manderanno alte grida ai miei orecchi, ma non li ascolterò".

Punizione di Gerusalemme

9 Allora una voce potente gridò ai miei orecchi: "Avvicinatevi, voi che dovete punire la città, ognuno con lo strumento di sterminio in mano". 2 Ecco sei uomini giungere dalla direzione della porta superiore che guarda a settentrione, ciascuno con lo strumento di sterminio in mano. In mezzo a loro c'era un altro uomo, vestito di lino, con una borsa da scriba al fianco. Appena giunti, si fermarono accanto all'altare di bronzo.

3 La gloria del Dio d'Israele, dal cherubino sul quale si posava, si alzò verso la soglia del tempio e chiamò l'uomo vestito di lino che aveva al fianco la borsa da scriba. 4 Il Signore gli disse: "Passa in mezzo alla città, in mezzo a Gerusalemme, e segna un tau sulla fronte degli uomini che sospirano e piangono per tutti gli abomini che vi si compiono".

5 Agli altri disse, in modo che io sentissi: "Seguitelo attraverso la città e colpite! Il vostro occhio non abbia pietà, non abbiate compassione. 6 Vecchi, giovani, ragazze, bambini e donne, ammazzate fino allo sterminio: non toccate, però, chi abbia il tau in fronte. Cominciate dal mio santuario!". Incominciarono dagli anziani che erano davanti al tempio.

7 Disse loro: "Profanate pure il tempio, riempite di cadaveri i cortili. Uscite!". Quelli uscirono e fecero strage nella città. 8 Mentre essi facevano strage, io ero rimasto solo. Mi gettai con la faccia a terra e gridai: "Ah! Signore Dio, sterminerai quanto è rimasto d'Israele, rovesciando il tuo furore sopra Gerusalemme?".

9 Mi disse: "L'iniquità d'Israele e di Giuda è enorme, la terra è coperta di sangue, la città è piena di violenza. Infatti vanno dicendo: "Il Signore ha abbandonato il paese; il Signore non vede". 10 Ebbene, neppure il mio occhio avrà pietà e non avrò compassione: farò ricadere sul loro capo la loro condotta".

11 Ed ecco, l'uomo vestito di lino, che aveva la borsa al fianco, venne a rendere conto con queste parole: "Ho fatto come tu mi hai comandato".

Commento

Ascoltare le promesse di Dio e nutrirsi di esse

Chi si nutre delle promesse di Dio non soffrirà mai di fame spirituale. Ma molte persone oggi ripongono la propria fiducia altrove. Alcuni, per avere sicurezza, si affidano al denaro. Ma Dio dice che così facendo "getteranno l'argento per le strade e il loro oro si cambierà in immondizia" (7,19a). Le loro ricchezze "non... sfameranno, non... riempiranno il ventre" (v.19b).

Aristotele Onassis è stato una delle persone più ricche del mondo. Alla fine della sua vita ha detto: "I milioni non sempre corrispondono a ciò di cui una persona ha bisogno nella vita". Molte persone cercano di riempire il vuoto dentro di sé in modi che alla fine non soddisfano. Cercano la gioia nei posti sbagliati.

Lungi dal portare soddisfazione e gioia, la ricchezza può spesso condurci all'orgoglio, al peccato e all'idolatria (vv.1-11). Inoltre, la ricchezza non può dare sicurezza totale. Una flessione del mercato e un'inflazione dilagante possono portare alla bancarotta persino un intero Paese (vv.12-20).

Viceversa, le promesse di Dio sono solide come una roccia. Ciò che Dio dice, lo promette. Ezechiele annuncia le promesse di Dio dicendo: "Mi fu rivolta questa parola del Signore: 'Ora, figlio dell'uomo, riferisci: Così dice il Signore Dio alla terra d'Israele'" (vv.1-2). Il suo messaggio è: "Ecco la fine: essa giunge sino ai quattro estremi della terra" (v.2, MSG).

Ezechiele promette il giudizio di Dio. Sarà assolutamente giusto: "Li tratterò secondo la loro condotta, li giudicherò secondo i loro giudizi" (v.27; vedi anche Romani 2,1). Questo avverrà "nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini, secondo il… Vangelo, per mezzo di Cristo Gesù" (Romani 2,16).

Ezechiele intravede colui che giudicherà il mondo. Dice: "Vidi qualcosa dall'aspetto d'uomo: da ciò che sembravano i suoi fianchi in giù, appariva come di fuoco e dai fianchi in su appariva come uno splendore simile al metallo incandescente" (Ezechiele 8,2). Questa descrizione è simile a quella di Gesù in Apocalisse 1,10-16.

L'unico modo per sfuggire al giudizio è avere un marchio sulla fronte (Ezechiele 9,4). Il Signore dice: "Passa in mezzo alla città, in mezzo a Gerusalemme, e segna un tau sulla fronte degli uomini che sospirano e piangono per tutti gli abomini che vi si compiono... non toccate, però, chi abbia il tau in fronte" (vv.4.6).

Le persone con il marchio sulla fronte avevano un simbolo di protezione a difesa del giudizio imminente. In ebraico la parola usata per dire "marchio" è tav, l'ultima lettera dell'alfabeto ebraico. A quel tempo, la lettera veniva scritta con una X, cioè una croce. Una coincidenza questa? Oppure un segno del fatto che coloro che erano protetti avevano il segno della croce sulla fronte?

Nell'Apocalisse leggiamo che l'angelo dice: "Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio" (Apocalisse 7,3; vedi anche Apocalisse 9,4; 14,1).

Preghiera

Signore, grazie per aver portato il mio peccato e il mio giudizio sulla croce. Grazie per aver lasciato un segno sulla mia fronte. Grazie perché posso confidare nelle tue promesse per il futuro e avere questa speranza come ancora per la mia anima.

La moglie di Nicky dice

Ebrei 6,15

"Così Abramo, con la sua costanza, ottenne ciò che gli era stato promesso".

Attendere per qualcosa è davvero difficile. L'esempio di Abramo è un incoraggiamento a continuare a pregare anche quando sembra che non stia accadendo nulla.

Versetto del giorno

Ebrei 6,15

"Così Abramo, con la sua costanza, ottenne ciò che gli era stato promesso".

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Per ulteriori approfondimenti e/o proseguimento della lettura della Bibbia si rimanda al sito ufficiale BibbiaEdu nonché all’app La Sacra Bibbia.

John Blanchard, Gathered Gold (Evangelical Press, 2000), p.251.

Peter Evans, Ari: Life and Times of Aristotle Socrates Onassis (Summit Books 1986), p.283.

Nicky Gumbel, Questions of Life (Hodder & Stoughton, 2018), p.125.

Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®.

Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti. NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
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