Accelerazione divina
Introduzione
Alcuni anni fa, io e mia moglie Pippa ci recammo nel Somerset, nel sud-est dell'Inghilterra, per parlare ad una conferenza. Era una giornata molto calda. Entrambi pensavamo che il viaggio sarebbe durato circa tre ore ma purtroppo rimanemmo bloccati per molto tempo in autostrada. Un furgone aveva preso fuoco e parte del suo carico si era riversato sul manto stradale. Ad emergenza finita, fu grande il sollievo nel poter riprendere la marcia e ritornare ad accelerare.
A volte, nella nostra vita, nella chiesa e nel ministero che svolgiamo, incontriamo ostacoli e ci troviamo bloccati. Altre volte tutto sembra andare liscio, le opportunità si aprono ed è bello poter accelerare.
Dio è il Dio dell'accelerazione. Egli è capace di accelerare le cose in modo incredibile e superiore alle nostre attese.
Salmi 9,1-7
Salmo 9
1 Al maestro del coro. Su "La morte del figlio". Salmo. Di Davide.
2 Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
annuncerò tutte le tue meraviglie.
3 Gioirò ed esulterò in te,
canterò inni al tuo nome, o Altissimo,
4 mentre i miei nemici tornano indietro,
davanti a te inciampano e scompaiono,
5 perché hai sostenuto il mio diritto e la mia causa:
ti sei seduto in trono come giudice giusto.
6 Hai minacciato le nazioni, hai sterminato il malvagio,
il loro nome hai cancellato in eterno, per sempre.
7 Il nemico è battuto, ridotto a rovine per sempre.
È scomparso il ricordo delle città che hai distrutto.
Commento
Aspettarsi opposizione
Accelerare comporta sempre un rischio. Il rischio di ricevere opposizione. Di solito, più è alto il profilo che decidiamo di tenere, più grandi sono le critiche che rischiamo di ricevere. Il popolo di Dio ha da sempre incontrato opposizione. Davide stesso ha affrontato molti nemici (Salmi 9,3-6). Il contrasto e l'ostilità sono esperienze estremamente dolorose e difficili. Ma la promessa di Dio è grande: alla fine, in Cristo, vinceremo.
Nel salmo di oggi, osserviamo un'immagine di tutto questo. Davide loda Dio per la vittoria: "Renderò grazie al Signore con tutto il cuore, annuncerò tutte le tue meraviglie. Gioirò ed esulterò in te, canterò inni al tuo nome, o Altissimo, mentre i miei nemici tornano indietro, davanti a te inciampano e scompaiono" (vv.2-4).
Il mondo di oggi è ostile. Gesù stesso lo dice: "Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada" (Matteo 10,34, MSG). In altre parole: non stupirti di ricevere opposizione.
Sii invece operatore o operatrice di pace (v.5,9.38-48). Siamo chiamati a spezzare ogni circolo di rivalsa e vendetta. Tuttavia, questo compito è spesso difficile soprattutto quando l'opposizione proviene da coloro a noi più vicini, come un amico o un familiare (vv.10,34-36).
Ogni giorno, milioni di discepoli di Gesù nel mondo affrontano persecuzioni fisiche a causa della loro fede. Alcuni affrontano opposizione, repressione e discriminazione dai propri governi locali o nazionali.
Anche tu potresti affrontare opposizione oggi, forse non opposizione o persecuzione fisica, ma gesti di contrasto e di umiliazione, ad esempio dai media, da colleghi d'ufficio o da amici o familiari che non comprendono la tua scelta di fede.
Preghiera
Matteo 10,32-11,15
32 Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; 33 chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.
34 Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. 35 Sono infatti venuto a separare
l'uomo da suo padre
e la figlia da sua madre
e la nuora da sua suocera;
36 e nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa.
37 Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; 38 chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. 39 Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
40 Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. 41 Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. 42 Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d'acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa".
Gesù e Giovanni il Battista
11 Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.
2 Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò 3 a dirgli: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?"
4 Gesù rispose loro: "Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: 5 i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. 6 E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!"
7 Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: "Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 8 Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! 9 Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. 10 Egli è colui del quale sta scritto:
"Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero,
davanti a te egli preparerà la tua via".
11 In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. 12 Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. 13 Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. 14 E, se volete comprendere, è lui quell'Elia che deve venire. 15 Chi ha orecchi, ascolti!
Commento
Prepararsi al sacrificio
Gesù invita i suoi discepoli ad essere disposti a sacrificare tutto per lui: “Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me" (10,37). Il tuo amore per Gesù dovrebbe superare anche il più grande amore che hai per coloro che ti sono più vicini.
Gesù continua: "Chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà" (vv.38-39). Lo stesso apostolo Paolo ci esorta a "offrire i [nostri] corpi come sacrificio vivente" (Romani 12,1).
Se faremo così, avremo la possibilità di scoprire la volontà di Dio per la nostra vita: "La volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto" (v.2). Se vuoi che Dio ti coinvolga di più in questa missione a cui ti chiama, preparati e sii disponibile ad accogliere questo tipo di sacrificio.
Nulla di ciò che fai al servizio di Gesù è sprecato. Gesù dice: "Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d'acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa” (Matteo 10,42, MSG).
Martino (316-397 d.C.) fu Vescovo di Tours dal 371 d.C. In una notte molto fredda, incontrò un povero. Sceso da cavallo, strappò il suo mantello e gliene diede una metà. Quella notte Gesù gli apparve in sogno con alle spalle il suo mantello strappato in due. “Da dove viene il mantello?” chiese una voce, e Gesù: "Me l'ha dato Martino, mio servo".
Nel brano di Matteo, il sacrificio a cui si riferisce Gesù consiste semplicemente nel vivere in questo mondo ostile identificandosi in lui. Gesù dice: “Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli" (vv.32-33).
Ma "riconoscere" Gesù ha un costo, la possibilità di ricevere opposizione e contrasto. Per molti dei primi discepoli è stato proprio così; sono stati perseguitati e chiamati a imitare Gesù fino alla morte di croce (v.38). Per noi il sacrificio potrebbe essere diverso. Ma in tutti i casi, la chiamata è la stessa: riconoscere e seguire in modo radicale Gesù.
Preghiera
Genesi 27,1-28,22
27 Isacco era vecchio e gli occhi gli si erano così indeboliti che non ci vedeva più. Chiamò il figlio maggiore, Esaù, e gli disse: "Figlio mio".
Gli rispose: "Eccomi".
2 Riprese: "Vedi, io sono vecchio e ignoro il giorno della mia morte. 3 Ebbene, prendi le tue armi, la tua faretra e il tuo arco, va' in campagna e caccia per me della selvaggina. 4 Poi preparami un piatto di mio gusto e portamelo; io lo mangerò affinché possa benedirti prima di morire".
5 Ora Rebecca ascoltava, mentre Isacco parlava al figlio Esaù. Andò dunque Esaù in campagna a caccia di selvaggina da portare a casa. 6 Rebecca disse al figlio Giacobbe: "Ecco, ho sentito tuo padre dire a tuo fratello Esaù: 7 "Portami della selvaggina e preparami un piatto, lo mangerò e poi ti benedirò alla presenza del Signore prima di morire". 8 Ora, figlio mio, da' retta a quel che ti ordino. 9 Va' subito al gregge e prendimi di là due bei capretti; io preparerò un piatto per tuo padre, secondo il suo gusto. 10 Così tu lo porterai a tuo padre, che ne mangerà, perché ti benedica prima di morire".
11 Rispose Giacobbe a Rebecca, sua madre: "Sai bene che mio fratello Esaù è peloso, mentre io ho la pelle liscia. 12 Forse mio padre mi toccherà e si accorgerà che mi prendo gioco di lui e attirerò sopra di me una maledizione invece di una benedizione".
13 Ma sua madre gli disse: "Ricada pure su di me la tua maledizione, figlio mio! Tu dammi retta e va' a prendermi i capretti".
14 Allora egli andò a prenderli e li portò alla madre, così la madre ne fece un piatto secondo il gusto di suo padre. 15 Rebecca prese i vestiti più belli del figlio maggiore, Esaù, che erano in casa presso di lei, e li fece indossare al figlio minore, Giacobbe; 16 con le pelli dei capretti rivestì le sue braccia e la parte liscia del collo. 17 Poi mise in mano a suo figlio Giacobbe il piatto e il pane che aveva preparato.
18 Così egli venne dal padre e disse: "Padre mio".
Rispose: "Eccomi; chi sei tu, figlio mio?"
19 Giacobbe rispose al padre: "Io sono Esaù, il tuo primogenito. Ho fatto come tu mi hai ordinato. Àlzati, dunque, siediti e mangia la mia selvaggina, perché tu mi benedica".
20 Isacco disse al figlio: "Come hai fatto presto a trovarla, figlio mio!"
Rispose: "Il Signore tuo Dio me l'ha fatta capitare davanti".
21 Ma Isacco gli disse: "Avvicìnati e lascia che ti tocchi, figlio mio, per sapere se tu sei proprio il mio figlio Esaù o no".
22 Giacobbe si avvicinò a Isacco suo padre, il quale lo toccò e disse: "La voce è la voce di Giacobbe, ma le braccia sono le braccia di Esaù". 23 Così non lo riconobbe, perché le sue braccia erano pelose come le braccia di suo fratello Esaù, e lo benedisse. 24 Gli disse ancora: "Tu sei proprio il mio figlio Esaù?"
Rispose: "Lo sono".
25 Allora disse: "Servimi, perché possa mangiare della selvaggina di mio figlio, e ti benedica".
Gliene servì ed egli mangiò, gli portò il vino ed egli bevve. 26 Poi suo padre Isacco gli disse: "Avvicìnati e baciami, figlio mio!"
27 Gli si avvicinò e lo baciò. Isacco aspirò l'odore degli abiti di lui e lo benedisse:
"Ecco, l'odore del mio figlio
come l'odore di un campo
che il Signore ha benedetto.
28 Dio ti conceda rugiada dal cielo,
terre grasse, frumento
e mosto in abbondanza.
29 Popoli ti servano
e genti si prostrino davanti a te.
Sii il signore dei tuoi fratelli
e si prostrino davanti a te i figli di tua madre.
Chi ti maledice sia maledetto
e chi ti benedice sia benedetto!"
30 Isacco aveva appena finito di benedire Giacobbe e Giacobbe si era allontanato dal padre Isacco, quando tornò dalla caccia Esaù, suo fratello. 31 Anch'egli preparò un piatto, lo portò al padre e gli disse: "Si alzi mio padre e mangi la selvaggina di suo figlio, per potermi benedire".
32 Gli disse suo padre Isacco: "Chi sei tu?"
Rispose: "Io sono il tuo figlio primogenito, Esaù".
33 Allora Isacco fu colto da un fortissimo tremito e disse: "Chi era dunque colui che ha preso la selvaggina e me l'ha portata? Io ho mangiato tutto prima che tu giungessi, poi l'ho benedetto e benedetto resterà".
34 Quando Esaù sentì le parole di suo padre, scoppiò in alte, amarissime grida. Disse a suo padre: "Benedici anche me, padre mio!"
35 Rispose: "È venuto tuo fratello con inganno e ha carpito la benedizione che spettava a te".
36 Riprese: "Forse perché si chiama Giacobbe mi ha soppiantato già due volte? Già ha carpito la mia primogenitura ed ecco ora ha carpito la mia benedizione!" E soggiunse: "Non hai forse in serbo qualche benedizione per me?"
37 Isacco rispose e disse a Esaù: "Ecco, io l'ho costituito tuo signore e gli ho dato come servi tutti i suoi fratelli; l'ho provveduto di frumento e di mosto; ora, per te, che cosa mai potrei fare, figlio mio?"
38 Esaù disse al padre: "Hai una sola benedizione, padre mio? Benedici anche me, padre mio!" Esaù alzò la voce e pianse.
39 Allora suo padre Isacco prese la parola e gli disse:
"Ecco, la tua abitazione
sarà lontano dalle terre grasse,
lontano dalla rugiada del cielo dall'alto.
40 Vivrai della tua spada
e servirai tuo fratello;
ma verrà il giorno che ti riscuoterai,
spezzerai il suo giogo dal tuo collo".
41 Esaù perseguitò Giacobbe per la benedizione che suo padre gli aveva dato. Pensò Esaù: "Si avvicinano i giorni del lutto per mio padre; allora ucciderò mio fratello Giacobbe".
42 Ma furono riferite a Rebecca le parole di Esaù, suo figlio maggiore, ed ella mandò a chiamare il figlio minore Giacobbe e gli disse: "Esaù, tuo fratello, vuole vendicarsi di te e ucciderti.
43 Ebbene, figlio mio, dammi retta: su, fuggi a Carran da mio fratello Làbano. 44 Rimarrai con lui qualche tempo, finché l'ira di tuo fratello si sarà placata. 45 Quando la collera di tuo fratello contro di te si sarà placata e si sarà dimenticato di quello che gli hai fatto, allora io manderò a prenderti di là. Perché dovrei venir privata di voi due in un solo giorno?"
46 E Rebecca disse a Isacco: "Ho disgusto della mia vita a causa delle donne ittite: se Giacobbe prende moglie tra le Ittite come queste, tra le ragazze della regione, a che mi giova la vita?"
28 Allora Isacco chiamò Giacobbe, lo benedisse e gli diede questo comando: "Tu non devi prender moglie tra le figlie di Canaan. 2 Su, va' in Paddan-Aram, nella casa di Betuèl, padre di tua madre, e prenditi là una moglie tra le figlie di Làbano, fratello di tua madre. 3 Ti benedica Dio l'Onnipotente, ti renda fecondo e ti moltiplichi, sì che tu divenga un insieme di popoli. 4 Conceda la benedizione di Abramo a te e alla tua discendenza con te, perché tu possieda la terra che Dio ha dato ad Abramo, dove tu sei stato forestiero". 5 Così Isacco fece partire Giacobbe, che andò in Paddan-Aram presso Làbano, figlio di Betuèl, l'Arameo, fratello di Rebecca, madre di Giacobbe e di Esaù.
6 Esaù vide che Isacco aveva benedetto Giacobbe e l'aveva mandato in Paddan-Aram per prendersi una moglie originaria di là e che, mentre lo benediceva, gli aveva dato questo comando: "Non devi prender moglie tra le Cananee". 7 Giacobbe, obbedendo al padre e alla madre, era partito per Paddan-Aram. 8 Esaù comprese che le figlie di Canaan non erano gradite a suo padre Isacco. 9 Allora si recò da Ismaele e, oltre le mogli che aveva, si prese in moglie Macalàt, figlia di Ismaele, figlio di Abramo, sorella di Nebaiòt.
Giacobbe in viaggio: il sogno della scala
10 Giacobbe partì da Betsabea e si diresse verso Carran. 11 Capitò così in un luogo, dove passò la notte, perché il sole era tramontato; prese là una pietra, se la pose come guanciale e si coricò in quel luogo. 12 Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco, gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa. 13 Ecco, il Signore gli stava davanti e disse: "Io sono il Signore, il Dio di Abramo, tuo padre, e il Dio di Isacco. A te e alla tua discendenza darò la terra sulla quale sei coricato. 14 La tua discendenza sarà innumerevole come la polvere della terra; perciò ti espanderai a occidente e a oriente, a settentrione e a mezzogiorno. E si diranno benedette, in te e nella tua discendenza, tutte le famiglie della terra. 15 Ecco, io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai; poi ti farò ritornare in questa terra, perché non ti abbandonerò senza aver fatto tutto quello che ti ho detto".
16 Giacobbe si svegliò dal sonno e disse: "Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo". 17 Ebbe timore e disse: "Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo".
18 La mattina Giacobbe si alzò, prese la pietra che si era posta come guanciale, la eresse come una stele e versò olio sulla sua sommità. 19 E chiamò quel luogo Betel, mentre prima di allora la città si chiamava Luz.
20 Giacobbe fece questo voto: "Se Dio sarà con me e mi proteggerà in questo viaggio che sto facendo e mi darà pane da mangiare e vesti per coprirmi, 21 se ritornerò sano e salvo alla casa di mio padre, il Signore sarà il mio Dio. 22 Questa pietra, che io ho eretto come stele, sarà una casa di Dio; di quanto mi darai, io ti offrirò la decima".
Commento
Accettare la sfida
Nelle gare di Formula 1, i piloti sono sottoposti a forti sollecitazioni fisiche. Per questo il loro corpo deve essere pronto, preparato, in perfetta forma.
Se vogliamo che il regno di Dio cresca e acceleri è necessario che sia sostenuto da persone forti. Le persone forti non si fermano di fronte alle difficoltà e neppure di fronte alla possibilità del sacrificio. Amano la sfida e ne traggono forza.
Nella storia della Chiesa, troviamo molti esempi di uomini e donne che ci affascinano e appassionano per la loro vita ardente, dinamica e piena d’iniziativa. Dio li ha coinvolti e usati per cambiare il mondo. Il regno dei cieli è cresciuto e si è esteso nel tempo grazie alle opere di queste persone forti e piene di Spirito Santo.
Gesù dice: "Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono" (Matteo 11,12). Queste parole sono state pronunciate da Gesù nel periodo di prigionia di Giovanni il Battista, il quale si chiedeva se Gesù fosse colui di cui si parlava nella profezia. Gesù risponde: "Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete" (v.4).
Gesù afferma inoltre che Giovanni il Battista è la persona più importante che sia vissuta prima di lui e della sua chiesa (v.11). È l'ultimo profeta dell'antica alleanza (v.13), l’ultimo di una successione di uomini e donne forti dell’Antico Testamento che hanno collaborato con Dio per il regno dei cieli (v.12).
Ad esempio Giacobbe, un uomo forte e determinato che cerca la benedizione di Dio (Genesi 32,22-32). A volte è proprio la sua determinazione che lo porta a commettere errori: vuole ad ogni costo avere la benedizione di suo padre, è molto importante per lui, e usa l'inganno per ottenerla (cap. 27).
Anche la madre di Giacobbe, Rebecca, è una donna forte: ha una predilezione per Giacobbe ed è l'artefice dell'inganno di Isacco. Come risultato finale ne esce una spettacolare faida familiare, le cui conseguenze si propagheranno per secoli.
Se ci pensiamo, non è un racconto molto edificante e neppure un bell'esempio da seguire!
Ciononostante, il progetto di Dio e i suoi obiettivi rimangono e procedono. Le promesse ad Abramo ed alla sua discendenza continuano. Vengono tramandate a Giacobbe (28,13-15) proprio come Dio aveva promesso prima che i fratelli nascessero (25,23). Quanta angoscia e quanto dolore si sarebbero evitati se le azioni fossero state sincere e oneste!
In queste storie e in queste persone troviamo imperfezioni. Ciononostante, Dio riesce a operare attraverso di loro. Trovo così incoraggiante che un Dio perfetto ami operare attraverso persone imperfette come tutti noi.
Dio benedice Giacobbe e anche suo padre Isacco lo benedice (28,3-4). Più tardi, Dio parla a Giacobbe in sogno. Sogna una scala che dalla terra raggiunge il cielo, con gli angeli di Dio che salgono e scendono su di essa (v.12). C'è una strada aperta, per noi, tra il cielo e la terra. Dio gli dice: "Si diranno benedette, in te e nella tua discendenza, tutte le famiglie della terra. Ecco, io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai" (vv.14b-15a).
Dio usa questi uomini e queste donne forti: Abramo e Sara, Isacco e Rebecca, Giacobbe e Rachele. Ma Gesù dice che nessuno di loro è grande quanto Giovanni il Battista e che Giovanni il Battista, non è più grande del più piccolo seguace di Gesù nei giorni del regno dei cieli. In altre parole, Gesù ti sta dicendo che sei grande, anche più di tutti quegli uomini e quelle donne così forti!
Preghiera
La moglie di Nicky dice
Genesi 27
L'unità familiare non si crea con l'inganno e la menzogna.
Versetto del giorno
Genesi 28,15
“Ecco, io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai”.
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