Non avere paura
Introduzione
Avere paura non è sempre un male. Vi è un tipo di paura che potremmo definire sana. La paura è infatti un'emozione umana naturale, una reazione che abbiamo ogni volta che percepiamo un pericolo. È un meccanismo dato da Dio che ci protegge nei momenti di pericolo.
Ma esiste anche una paura non sana. La parola greca comunemente usata nel Nuovo Testamento per questo tipo di paura è “phobos”, da cui "fobia". Questo tipo di paura non è sana perché sproporzionata rispetto alla realtà. Di solito porta a previsioni catastrofiche, a sopravvalutare il pericolo e a sottovalutare la propria capacità di affrontarlo.
Nel mondo di oggi le fobie sono tante, ad esempio la fobia di ammalarsi, di avere problemi economici, di fallire, di invecchiare, di morire, di rimanere soli, di essere rifiutati, del disordine, di parlare in pubblico, di volare, delle altezze, dei serpenti e dei ragni. Tra le più comuni oggi troviamo anche la FOMO (Fear Of Missing Out), la paura di essere esclusi o non considerati dagli altri, dalla società.
Nella vita ho sperimentato molte paure, alcune razionali, come quella di cadere da grandi altezze, altre irrazionali, come quella di predicare o di fare qualcosa che potesse disonorare il nome di Gesù.
Lo Spirito di Dio, a volte, ci viene incontro suscitando in noi delle paure “sane” che spesso chiamiamo timore, come il timore di Dio. Timore di Dio non significa avere paura di Dio, ma il contrario. Significa essere consapevoli di chi è Dio, della sua grandezza e della nostra nei suoi confronti. Significa rispetto, riverenza, timore reverenziale, onore, adorazione e venerazione; si potrebbe dire amore verso Dio. È riconoscere la sua potenza, la sua maestà e la sua santità. Il timore di Dio ti aiuta ad avere uno sguardo corretto su di lui ed è l'antidoto per tutte le altre paure e fobie della vita.
Non è un caso che in una società come quella di oggi, in cui il timore di Dio è andato via via diminuendo tra le persone, siano comparse o aumentate molte altre paure. Dovremmo quindi tornare ad un giusto atteggiamento nei confronti di Dio.
L'espressione "non avere paura" è una delle esortazioni più frequenti nella Bibbia. Nei brani di oggi, ricorre ben quattro volte.
Proverbi 1,20-33
La sapienza invita a seguirla
20La sapienza grida per le strade,
nelle piazze fa udire la voce;
21 nei clamori della città essa chiama,
pronuncia i suoi detti alle porte della città:
22 "Fino a quando, o inesperti, amerete l'inesperienza
e gli spavaldi si compiaceranno delle loro spavalderie
e gli stolti avranno in odio la scienza?
23 Tornate alle mie esortazioni:
ecco, io effonderò il mio spirito su di voi
e vi manifesterò le mie parole.
24 Perché vi ho chiamati ma avete rifiutato,
ho steso la mano e nessuno se ne è accorto.
25 Avete trascurato ogni mio consiglio
e i miei rimproveri non li avete accolti;
26 anch'io riderò delle vostre sventure,
mi farò beffe quando su di voi verrà la paura,
27 quando come una tempesta vi piomberà addosso il terrore,
quando la disgrazia vi raggiungerà come un uragano,
quando vi colpiranno angoscia e tribolazione.
28 Allora mi invocheranno, ma io non risponderò,
mi cercheranno, ma non mi troveranno.
29Perché hanno odiato la sapienza
e non hanno preferito il timore del Signore,
30 non hanno accettato il mio consiglio
e hanno disprezzato ogni mio rimprovero;
31 mangeranno perciò il frutto della loro condotta
e si sazieranno delle loro trame.
32 Sì, lo smarrimento degli inesperti li ucciderà
e la spensieratezza degli sciocchi li farà perire;
33 ma chi ascolta me vivrà in pace
e sarà sicuro senza temere alcun male".
Commento
Non avere paura del male
Questo passaggio ci offre la chiave per evitare "la paura" (v.26, AMP) e per vivere sicuri "dal timore del male" (v.32, AMP).
Il "timore di Dio" è uno dei temi chiave e più ricorrenti nel libro dei Proverbi. In tutto il libro compare ben ventuno volte. Nel testo, il timore di Dio è qualcosa che puoi scegliere. Chi è sapiente sceglie di amare “il timore del Signore" e di ascoltarlo (vv.29-30). Dio ci promette che vivremo "in pace" e sicuri "senza temere alcun male" (v.33).
Nel libro dei Proverbi, la Sapienza è descritta come una persona (v.20), una persona che alla luce del Nuovo Testamento scopriamo essere Gesù stesso "sapienza di Dio" (1 Corinzi 1,24).
Il brano in Proverbi 1,20-32 è una esortazione per tutti noi a non ignorare la voce di Dio e a non seguire una via di sbandamento e spensieratezza (v.32).
Ci incoraggia a temere Dio, ad ascoltare la sua voce e, se ci corregge, a ravvederci. Se lo farai, Dio ti rivelerà più di quanto tu possa immaginare. "Io \[la Sapienza\] effonderò il mio spirito su di voi e vi manifesterò le mie parole" (v.23, AMP). Attraverso le sue parole, Dio ci rivelerà i tesori nascosti della Sapienza. Se sceglieremo di temere Dio, vivremo “in pace" e saremo sicuri "senza temere alcun male” (v.33).
Preghiera
Matteo 10,1-31
Missione dei Dodici
10 Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
2 I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; 3 Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; 4 Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota, colui che poi lo tradì.
5 Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: "Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; 6 rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele. 7 Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. 8 Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.
9 Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, 10 né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. 11 In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. 12 Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. 13 Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. 14 Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. 15 In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città.
16 Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. 17 Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; 18 e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. 19 Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell'ora ciò che dovrete dire: 20 infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
21 Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. 22 Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. 23 Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un'altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d'Israele, prima che venga il Figlio dell'uomo.
24 Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; 25 è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia!
26 Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. 27 Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. 28 E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l'anima e il corpo. 29 Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. 30 Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. 31 Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Commento
Non avere paura delle persone
In questo brano, per ben tre volte Gesù incoraggia i suoi discepoli a non temere, a non avere paura (vv.26.28.31).
Gesù sta inviando i suoi discepoli in missione, a predicare il Vangelo e a guarire i malati. Un invito che riguarda non solo i primi discepoli ma anche ognuno di noi; un invito a:
- proclamare: “Il regno dei cieli è vicino" (v.7).
- realizzare un compito, una missione: “Guarite gli infermi” (v.8).
Ma questa missione non è facile. Gesù ci avverte che incontreremo difficoltà e opposizione. Dice: "Io vi mando come pecore in mezzo ai lupi" (v.16a) e che, per superare queste difficoltà, avremo bisogno di pura sapienza. Il suo invito è: "Siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe" (v.16b).
Ci avverte che potremmo essere consegnati "ai tribunali" (v.17), "odiati" (v.22), "perseguitati" (v.23) chiamati “Beelzebùl" (v.25). Ma in tutto questo, Gesù per tre volte ripete: "Non abbiate paura" (vv.26.28.31).
Non preoccuparti di ciò che dovrai dire
"Non abbiate dunque paura di loro" (v.26). Gesù ci esorta a non avere paura delle persone, per quanto potenti possano essere, e neppure dei tribunali, dei governatori e dei re (vv.17-18). E "quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell'ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi" (vv.19-20).
Non avere paura di cosa gli altri possono fare
Gesù ci dice di non avere paura di coloro "che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima", ma piuttosto di avere paura di "colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l'anima e il corpo" (v.28). Ci ricorda che il nostro rispetto va a Dio, che è amorevole ed onnipotente e che tiene nelle sue mani tutta la nostra vita (v.28, MSG).
Non temere ciò che può accadere
Gesù ci invita a temere Dio e a non avere paura di niente e di nessuno. Dio è sopra ogni cosa e ha il controllo su tutto: "Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro" (v.29). E non solo ha il controllo su tutto, ma ti ama così tanto che "perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!" (vv.30-31, AMP). Gesù si preoccupa di te e di ciò che ti può accadere, più di te e di quanto tu possa fare (v.30, MSG).
Preghiera
Genesi 25,1-26,35
Morte di Abramo e genealogia
25 Abramo prese un'altra moglie, che av eva nome Keturà. 2 Ella gli partorì Zimran, Ioksan, Medan, Madian, Isbak e Suach. 3 Ioksan generò Saba e Dedan, e i figli di Dedan furono gli Assurìm, i Letusìm e i Leummìm. 4 I figli di Madian furono Efa, Efer, Enoc, Abidà ed Eldaà. Tutti questi sono i figli di Keturà.
5 Abramo diede tutti i suoi beni a Isacco. 6 Invece ai figli delle concubine, che aveva avuto, Abramo fece doni e, mentre era ancora in vita, li licenziò, mandandoli lontano da Isacco suo figlio, verso il levante, nella regione orientale.
7 L'intera durata della vita di Abramo fu di centosettantacinque anni. 8 Poi Abramo spirò e morì in felice canizie, vecchio e sazio di giorni, e si riunì ai suoi antenati. 9 Lo seppellirono i suoi figli, Isacco e Ismaele, nella caverna di Macpela, nel campo di Efron, figlio di Socar, l'Ittita, di fronte a Mamre. 10 È appunto il campo che Abramo aveva comprato dagli Ittiti: ivi furono sepolti Abramo e sua moglie Sara. 11 Dopo la morte di Abramo, Dio benedisse il figlio di lui Isacco e Isacco abitò presso il pozzo di Lacai-Roì.
Discendenza di Ismaele
12 Questa è la discendenza di Ismaele, figlio di Abramo, che gli aveva partorito Agar l'Egiziana, schiava di Sara.
13 Questi sono i nomi dei figli d'Ismaele, con il loro elenco in ordine di generazione: il primogenito di Ismaele è Nebaiòt, poi Kedar, Adbeèl, Mibsam, 14 Misma, Duma, Massa, 15 Adad, Tema, Ietur, Nafis e Kedma. 16 Questi sono i figli di Ismaele e questi sono i loro nomi secondo i loro recinti e accampamenti. Sono i dodici prìncipi delle rispettive tribù. 17 La durata della vita di Ismaele fu di centotrentasette anni; poi spirò e si riunì ai suoi antenati. 18 Egli abitò da Avìla fino a Sur, che è lungo il confine dell'Egitto in direzione di Assur. Egli si era stabilito di fronte a tutti i suoi fratelli.
Esaù e Giacobbe
19 Questa è la discendenza di Isacco, figlio di Abramo.
Abramo aveva generato Isacco. 20 Isacco aveva quarant'anni quando si prese in moglie Rebecca, figlia di Betuèl l'Arameo, da Paddan-Aram, e sorella di Làbano, l'Arameo.
21 Isacco supplicò il Signore per sua moglie, perché ella era sterile e il Signore lo esaudì, così che sua moglie Rebecca divenne incinta. 22 Ora i figli si urtavano nel suo seno ed ella esclamò: "Se è così, che cosa mi sta accadendo?". Andò a consultare il Signore.
23 Il Signore le rispose:
"Due nazioni sono nel tuo seno
e due popoli dal tuo grembo si divideranno;
un popolo sarà più forte dell'altro
e il maggiore servirà il più piccolo".
24 Quando poi si compì per lei il tempo di partorire, ecco, due gemelli erano nel suo grembo. 25 Uscì il primo, rossiccio e tutto come un mantello di pelo, e fu chiamato Esaù. 26 Subito dopo, uscì il fratello e teneva in mano il calcagno di Esaù; fu chiamato Giacobbe. Isacco aveva sessant'anni quando essi nacquero.
27 I fanciulli crebbero ed Esaù divenne abile nella caccia, un uomo della steppa, mentre Giacobbe era un uomo tranquillo, che dimorava sotto le tende. 28 Isacco prediligeva Esaù, perché la cacciagione era di suo gusto, mentre Rebecca prediligeva Giacobbe.
29 Una volta Giacobbe aveva cotto una minestra; Esaù arrivò dalla campagna ed era sfinito. 30 Disse a Giacobbe: "Lasciami mangiare un po' di questa minestra rossa, perché io sono sfinito". Per questo fu chiamato Edom.
31 Giacobbe disse: "Vendimi subito la tua primogenitura".
32 Rispose Esaù: "Ecco, sto morendo: a che mi serve allora la primogenitura?"
33 Giacobbe allora disse: "Giuramelo subito". Quegli lo giurò e vendette la primogenitura a Giacobbe.
34 Giacobbe diede a Esaù il pane e la minestra di lenticchie; questi mangiò e bevve, poi si alzò e se ne andò.
A tal punto Esaù aveva disprezzato la primogenitura.
Isacco e Abimèlec
26 Venne una carestia nella terra, dopo quella che c'era stata ai tempi di Abramo, e Isacco andò a Gerar presso Abimèlec, re dei Filistei. 2 Gli apparve il Signore e gli disse: "Non scendere in Egitto, abita nella terra che io ti indicherò, 3 rimani come forestiero in questa terra e io sarò con te e ti benedirò: a te e alla tua discendenza io concederò tutti questi territori, e manterrò il giuramento che ho fatto ad Abramo tuo padre. 4 Renderò la tua discendenza numerosa come le stelle del cielo e concederò alla tua discendenza tutti questi territori: tutte le nazioni della terra si diranno benedette nella tua discendenza; 5 perché Abramo ha obbedito alla mia voce e ha osservato ciò che io gli avevo prescritto: i miei comandamenti, le mie istituzioni e le mie leggi".
6 Così Isacco dimorò a Gerar.
7 Gli uomini del luogo gli fecero domande sulla moglie, ma egli disse: "È mia sorella"; infatti aveva timore di dire: "È mia moglie", pensando che gli uomini del luogo lo avrebbero potuto uccidere a causa di Rebecca, che era di bell'aspetto.
8 Era là da molto tempo, quando Abimèlec, re dei Filistei, si affacciò alla finestra e vide Isacco scherzare con la propria moglie Rebecca. 9 Abimèlec chiamò Isacco e disse: "Sicuramente ella è tua moglie. E perché tu hai detto: "È mia sorella"?"
Gli rispose Isacco: "Perché mi son detto: che io non abbia a morire per causa di lei!"
10 Riprese Abimèlec: "Perché ti sei comportato così con noi? Poco ci mancava che qualcuno del popolo si unisse a tua moglie e tu attirassi su di noi una colpa".
11 Abimèlec diede quest'ordine a tutto il popolo: "Chi tocca quest'uomo o sua moglie sarà messo a morte!"
12 Isacco fece una semina in quella terra e raccolse quell'anno il centuplo. Il Signore infatti lo aveva benedetto. 13 E l'uomo divenne ricco e crebbe tanto in ricchezze fino a divenire ricchissimo: 14 possedeva greggi e armenti e numerosi schiavi, e i Filistei cominciarono a invidiarlo.
15 Tutti i pozzi che avevano scavato i servi di suo padre ai tempi di Abramo, suo padre, i Filistei li avevano chiusi riempiendoli di terra.
16 Abimèlec disse a Isacco: "Vattene via da noi, perché tu sei molto più potente di noi".
17 Isacco andò via di là, si accampò lungo il torrente di Gerar e vi si stabilì. 18 Isacco riattivò i pozzi d'acqua, che avevano scavato i servi di suo padre, Abramo, e che i Filistei avevano chiuso dopo la morte di Abramo, e li chiamò come li aveva chiamati suo padre.
19 I servi di Isacco scavarono poi nella valle e vi trovarono un pozzo di acqua viva. 20 Ma i pastori di Gerar litigarono con i pastori di Isacco, dicendo: "L'acqua è nostra!" Allora egli chiamò il pozzo Esek, perché quelli avevano litigato con lui. 21 Scavarono un altro pozzo, ma quelli litigarono anche per questo ed egli lo chiamò Sitna. 22 Si mosse di là e scavò un altro pozzo, per il quale non litigarono; allora egli lo chiamò Recobòt e disse: "Ora il Signore ci ha dato spazio libero, perché noi prosperiamo nella terra".
23 Di là salì a Bersabea. 24 E in quella notte gli apparve il Signore e disse: "Io sono il Dio di Abramo, tuo padre; non temere, perché io sono con te: ti benedirò e moltiplicherò la tua discendenza a causa di Abramo, mio servo".
25 Allora egli costruì in quel luogo un altare e invocò il nome del Signore. Lì piantò la tenda, e i servi di Isacco scavarono un pozzo.
26 Intanto Abimèlec da Gerar era andato da lui, insieme con Acuzzàt, suo consigliere, e Picol, capo del suo esercito. 27 Isacco disse loro: "Perché siete venuti da me, mentre voi mi odiate e mi avete scacciato da voi?".
28 Gli risposero: "Abbiamo visto che il Signore è con te e abbiamo detto: vi sia tra noi un giuramento, tra noi e te, e concludiamo un'alleanza con te: 29 tu non ci farai alcun male, come noi non ti abbiamo toccato e non ti abbiamo fatto se non del bene e ti abbiamo lasciato andare in pace. Tu sei ora un uomo benedetto dal Signore".
30 Allora imbandì loro un convito e mangiarono e bevvero. 31 Alzatisi di buon mattino, si prestarono giuramento l'un l'altro, poi Isacco li congedò e partirono da lui in pace.
32 Proprio in quel giorno arrivarono i servi di Isacco e lo informarono a proposito del pozzo che avevano scavato e gli dissero: "Abbiamo trovato l'acqua". 33 Allora egli lo chiamò Siba: per questo la città si chiama Bersabea ancora oggi.
Conflitto tra fratelli: inganno e partenza di Giacobbe
34 Quando Esaù ebbe quarant'anni, prese in moglie Giuditta, figlia di Beerì l'Ittita, e Basmat, figlia di Elon l'Ittita. 35 Esse furono causa d'intima amarezza per Isacco e per Rebecca.
Commento
Non temere la morte
La vita non è facile. Non lo è stata neppure per Isacco. Attende vent'anni la nascita di un figlio (25,20-26). Fin dalla nascita dei due gemelli, soffre per la rivalità tra loro. Vive tra Filistei ostili e uno dei suoi figli è "causa d'intima amarezza per Isacco e per Rebecca" (v.26,35).
Cade nel medesimo peccato del padre, affermando che Rebecca era sua sorella (vv.7-11). Tuttavia, impara dagli errori del padre. Nel periodo in cui Rebecca non riesce ad avere un figlio, Isacco si rivolge a Dio e invece di risolvere le cose da solo, come aveva fatto Abramo attraverso la relazione con Agar, chiede un miracolo (25,21).
Il Signore appare allora ad Isacco e promette: "Io sarò con te e ti benedirò... tutte le nazioni della terra si diranno benedette nella tua discendenza" (26,3-4).
Ma Isacco non smette di avere paura. Teme di morire: "Pensando che gli uomini del luogo lo avrebbero potuto uccidere a causa di Rebecca, che era di bell'aspetto". Dice: "Che io non abbia a morire per causa di lei!" (vv.7.9b)
Teme le persone più di Dio. Ma Dio appare ad Isacco e gli dice: "Non temere, perché io sono con te" (v.24). Gli ricorda che non ha più bisogno di temere gli altri. Anche a te, oggi, Dio vuole ricordarti questa verità. Quando sei tentato o tentata dalla paura, ricorda: Dio è con te. E se Dio è con te, non c’è più niente e nessuno che devi temere.
Nonostante la paura di Isacco, Dio lo benedice: “Ti benedirò e moltiplicherò la tua discendenza” (v.24). La benedizione di Dio significa crescere e dare frutti più e più volte. Questo è ciò che Dio vuole anche per te e per la tua vita.
"Isacco riattivò i pozzi d'acqua, che avevano scavato i servi di suo padre, Abramo, e che i Filistei avevano chiuso dopo la morte di Abramo" (v.18). Oggi questo potrebbe significare riaprire chiese che sono state chiuse, perché possano essere fonte di acqua viva! Ogni volta che Isacco incontra opposizione e difficoltà, non si ferma ma prosegue fino al successivo pozzo da riaprire. Dio continua a benedirlo offrendogli spazi nuovi e liberi dove prosperare (v.22).
La vita non è facile, ma il Signore dice: “Non temere, perché io sono con te” (v.24).
Preghiera
La moglie di Nicky dice
Genesi 26,34
C'è una grande differenza tra il modo in cui Isacco sceglie sua moglie e il modo in cui la sceglie Esaù. Isacco prega e segue i segni che lo guidano verso una donna di fede. Esaù sceglie invece in modo incauto suscitando “dispiacere" in Isacco e Rebecca.
Scegliere bene il proprio partner è importante, come è importante pregare per noi, i nostri figli o i nostri amici affinché Dio ci guidi o li guidi verso la persona giusta ed un matrimonio pieno d’amore e di fede.
Versetto del giorno
Genesi 26,24
“Non temere, perché io sono con te”.
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