Giorno 330

La grande grazia di Dio

Sapienziali Salmi 134,1-3
Nuovo Testamento 1 Pietro 5,1-14
Antico Testamento Daniele 1,1-2,23

Introduzione

Si racconta che nel vedere un folto gruppo di prigionieri avvicinarsi al patibolo, John Bradford (1510-1555), il riformatore inglese, disse: "Là, per la grazia di Dio, va John Bradford".

Nel 1807, sul letto di morte, John Newton, autore dell'inno "Amazing Grace", sintetizzò così l'incredibile grazia di Dio: "Sono un grande peccatore, ma Cristo è un grande Salvatore".

Nel brano del Nuovo Testamento di oggi, Pietro parla del "Dio di ogni grazia" (1 Pietro 5,10). La domanda che ci poniamo è: come dovremmo rispondere alla grande grazia di Dio?

Sapienziali

Salmi 134,1-3

Salmo 134

Canto delle salite.

  1 Ecco, benedite il Signore, voi tutti, servi del Signore;
   voi che state nella casa del Signore durante la notte.
  2 Alzate le mani verso il santuario    e benedite il Signore.

  3 Il Signore ti benedica da Sion:
   egli ha fatto cielo e terra.

Commento

Ringraziare e lodare il Dio per ogni grazia

La grazia è un dono, e la risposta più appropriata a un dono è la gratitudine. La lode è la forma suprema di gratitudine. La lode e l'adorazione sono quindi la risposta più appropriata al Dio di ogni grazia.

Il salmista scrive: "Ecco, benedite il Signore, voi tutti, servi del Signore; voi che state nella casa del Signore durante la notte. Alzate le mani verso il santuario e benedite il Signore" (vv.1-2).

Preghiera

Signore, ti ringrazio perché tu sei il Dio di ogni grazia. Grazie perché tu, il Creatore del cielo e della terra, mi doni la tua benedizione (v.3).
Nuovo Testamento

1 Pietro 5,1-14

Ai responsabili della comunità

5 Esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi: 2 pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non perché costretti ma volentieri, come piace a Dio, non per vergognoso interesse, ma con animo generoso, 3 non come padroni delle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge. 4 E quando apparirà il Pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce.

5 Anche voi, giovani, siate sottomessi agli anziani. Rivestitevi tutti di umiltà gli uni verso gli altri, perché

  Dio resiste ai superbi,
   ma dà grazia agli umili.

6 Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché vi esalti al tempo opportuno, 7 riversando su di lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi.

8 Siate sobri, vegliate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare. 9 Resistetegli saldi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze sono imposte ai vostri fratelli sparsi per il mondo.

10 E il Dio di ogni grazia, il quale vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo Gesù, egli stesso, dopo che avrete un poco sofferto, vi ristabilirà, vi confermerà, vi rafforzerà, vi darà solide fondamenta. 11 A lui la potenza nei secoli. Amen!

Saluti e augurio

12 Vi ho scritto brevemente per mezzo di Silvano, che io ritengo fratello fedele, per esortarvi e attestarvi che questa è la vera grazia di Dio. In essa state saldi!

13 Vi saluta la comunità che vive in Babilonia e anche Marco, figlio mio. 14 Salutatevi l'un l'altro con un bacio d'amore fraterno.

Pace a voi tutti che siete in Cristo!

Commento

Umiliarsi davanti al Dio di ogni grazia

I leader sono chiamati a essere "modelli del gregge" (v.3). L'umiltà dovrebbe essere il segno distintivo del leader cristiano. Nel dire alle persone cosa fare, non dovremmo mai comandare atteggiandoci a: "padroni delle persone a \[noi\] affidate" (v.3). Non dovremmo dare ordini a destra e a sinistra, ma mostrare la strada amorevolmente (v.3, MSG).

I leader nella chiesa sono chiamati a essere pastori. I pastori amano le loro pecore, se ne prendono cura e stanno loro vicino. Papa Francesco ha detto che i pastori dovrebbero avere l'odore delle pecore. Un leader sorveglia il lavoro pastorale degli altri e li incoraggia ad usare i propri doni.

Pietro dice che questo non dovrebbe essere considerato un dovere, ma qualcosa che desideriamo veramente fare (v.2). Non dovrebbe essere fatto con il desiderio di un guadagno personale - "non per vergognoso interesse" (v.2) - ma con il desiderio di servire gli altri - cioè "volentieri" (v.2).

Ai giovani dice: "Siate sottomessi agli anziani" (v.5, MSG). I leader dovrebbero guidare con grazia e i membri della comunità dovrebbero seguire con grazia.

Chiude infine la sua lettera con tre istruzioni per "tutti" (v.5). Sono una risposta al "Dio di ogni grazia" (v.10). Una grazia che avvolge l'intero Nuovo Testamento e in particolare questo passaggio: "Questa è la vera grazia" (v.12). Da questi passaggi riceviamo tre ottimi consigli:

  1. Umiliarsi

    Pietro scrive: "Rivestitevi tutti di umiltà gli uni verso gli altri" (v.5). Mentre "Dio resiste ai superbi", egli "dà grazia agli umili" (v.5b). L'umiltà è una scelta. È qualcosa che dobbiamo fare a noi stessi. Dice: "Umiliatevi" (v.6). L'umiltà è un atto di volontà.

    L'umiltà non significa pensare meno a se stessi, ma pensare a se stessi in modo meno egoista. Tra umiltà e grazia c'è un forte legame. Poiché la grazia è gratuita e l'unica risposta appropriata alla grazia è l'umiltà.

  2. Vivere senza preoccupazioni davanti a Dio

    Pietro scrive: riversate "su di lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi" (v.7) e conclude: "Pace a voi tutti che siete in Cristo" (v.14). Dio ci ama. È il Dio di ogni grazia. A lui possiamo affidare tutte le nostre preoccupazioni. Non c'è nulla di troppo grande o di troppo piccolo che non possa essergli consegnato. Thomas Kempis ha detto: "Quelli che sono portati dalla grazia di Dio viaggiano leggermente".

    Rimanere in pace è un segno che davanti a Dio stiamo vivendo in modo umile e che nelle cose che facciamo confidiamo in lui.

  3. Rimanere svegli

    "Siate sobri, vegliate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare" (v.8, MSG). Pietro ricorda ai suoi lettori che non sono gli unici a soffrire e che la sofferenza non durerà per sempre. Dice che Dio avrà "la potenza nei secoli" (vv.9-11, MSG).

Le qualità raccomandate in questo passaggio sono molto diverse dai valori della nostra cultura. Il culto della giovinezza e della bellezza è sostituito dalla valorizzazione e sottomissione agli anziani e ai saggi. L'auto-glorificazione è sostituita dall'umiltà. Nell'affrontare le difficoltà dello stress e delle preoccupazioni, possiamo contare sull'aiuto di Dio. Invece di cercare gratificazione istantanea, siamo chiamati ad essere sobri e attenti. Queste non sono cose facili da fare, ma se le faremo, rimarremo saldi e resisteremo al diavolo.

Preghiera

Signore, aiutaci a rimanere sottomessi, umili, temperanti e vigili. Aiutaci a riconoscere l'opera del diavolo e a resistergli. Oggi desideriamo gettare su di te tutta la nostra ansia... Grazie perché tu sei il Dio di ogni grazia.
Antico Testamento

Daniele 1,1-2,23

I giovani ebrei alla corte di Babilonia

1 L'anno terzo del regno di Ioiakìm, re di Giuda, Nabucodònosor, re di Babilonia, marciò su Gerusalemme e la cinse d'assedio. 2 Il Signore diede Ioiakìm, re di Giuda, nelle sue mani, insieme con una parte degli arredi del tempio di Dio, ed egli li trasportò nel paese di Sinar, nel tempio del suo dio, e li depositò nel tesoro del tempio del suo dio.

3 Il re ordinò ad Asfenàz, capo dei suoi funzionari di corte, di condurgli giovani israeliti di stirpe regale o di famiglia nobile, 4 senza difetti, di bell'aspetto, dotati di ogni sapienza, istruiti, intelligenti e tali da poter stare nella reggia, e di insegnare loro la scrittura e la lingua dei Caldei. 5 Il re assegnò loro una razione giornaliera delle sue vivande e del vino che egli beveva; dovevano essere educati per tre anni, al termine dei quali sarebbero entrati al servizio del re.

6 Fra loro vi erano alcuni Giudei: Daniele, Anania, Misaele e Azaria; 7 però il capo dei funzionari di corte diede loro altri nomi, chiamando Daniele Baltassàr, Anania Sadrac, Misaele Mesac e Azaria Abdènego.

8 Ma Daniele decise in cuor suo di non contaminarsi con le vivande del re e con il vino dei suoi banchetti e chiese al capo dei funzionari di non obbligarlo a contaminarsi. 9 Dio fece sì che Daniele incontrasse la benevolenza e la simpatia del capo dei funzionari. 10 Però egli disse a Daniele: "Io temo che il re, mio signore, che ha stabilito quello che dovete mangiare e bere, trovi le vostre facce più magre di quelle degli altri giovani della vostra età e così mi rendereste responsabile davanti al re".

11 Ma Daniele disse al custode, al quale il capo dei funzionari aveva affidato Daniele, Anania, Misaele e Azaria: 12 "Mettici alla prova per dieci giorni, dandoci da mangiare verdure e da bere acqua, 13 poi si confrontino, alla tua presenza, le nostre facce con quelle dei giovani che mangiano le vivande del re; quindi deciderai di fare con i tuoi servi come avrai constatato". 14 Egli acconsentì e fece la prova per dieci giorni,

15 al termine dei quali si vide che le loro facce erano più belle e più floride di quelle di tutti gli altri giovani che mangiavano le vivande del re. 16 Da allora in poi il sovrintendente fece togliere l'assegnazione delle vivande e del vino che bevevano, e diede loro soltanto verdure.

17 Dio concesse a questi quattro giovani di conoscere e comprendere ogni scrittura e ogni sapienza, e rese Daniele interprete di visioni e di sogni.

18 Terminato il tempo, stabilito dal re, entro il quale i giovani dovevano essergli presentati, il capo dei funzionari li portò a Nabucodònosor. 19 Il re parlò con loro, ma fra tutti non si trovò nessuno pari a Daniele, Anania, Misaele e Azaria, i quali rimasero al servizio del re; 20 su qualunque argomento in fatto di sapienza e intelligenza il re li interrogasse, li trovava dieci volte superiori a tutti i maghi e indovini che c'erano in tutto il suo regno.

21 Così Daniele vi rimase fino al primo anno del re Ciro.

Sogno di Nabucodònosor

2 Nel secondo anno del suo regno, Nabucodònosor fece un sogno e il suo animo ne fu tanto agitato da non poter più dormire. 2 Allora il re ordinò che fossero chiamati i maghi, gli indovini, gli incantatori e i Caldei a spiegargli i sogni. Questi vennero e si presentarono al re. 3 Egli disse loro: "Ho fatto un sogno e il mio animo si è tormentato per trovarne la spiegazione".

4 I Caldei risposero al re: "O re, vivi per sempre. Racconta il sogno ai tuoi servi e noi te ne daremo la spiegazione".

5 Rispose il re ai Caldei: "La mia decisione è ferma: se voi non mi fate conoscere il sogno e la sua spiegazione, sarete fatti a pezzi e le vostre case saranno ridotte a letamai. 6 Se invece mi rivelerete il sogno e la sua spiegazione, riceverete da me doni, regali e grandi onori. Rivelatemi dunque il sogno e la sua spiegazione".

7 Essi replicarono: "Esponga il re il sogno ai suoi servi e noi ne daremo la spiegazione".

8 Rispose il re: "Comprendo bene che voi volete guadagnare tempo, perché vedete che la mia decisione è ferma. 9 Se non mi fate conoscere il sogno, una sola sarà la vostra sorte. Vi siete messi d'accordo per darmi risposte astute e false, in attesa che le circostanze mutino. Perciò ditemi il sogno e io saprò che voi siete in grado di darmene anche la spiegazione".

10 I Caldei risposero davanti al re: "Non c'è nessuno al mondo che possa soddisfare la richiesta del re: difatti nessun re, per quanto potente e grande, ha mai domandato una cosa simile a un mago, indovino o Caldeo. 11 La richiesta del re è tanto difficile, che nessuno ne può dare al re la risposta, se non gli dèi la cui dimora non è tra gli uomini".

12 Allora il re andò su tutte le furie e, acceso di furore, ordinò che tutti i saggi di Babilonia fossero messi a morte. 13 Il decreto fu pubblicato e già i saggi venivano uccisi; anche Daniele e i suoi compagni erano ricercati per essere messi a morte.

14 Ma Daniele rivolse parole piene di saggezza e di prudenza ad Ariòc, capo delle guardie del re, che stava per uccidere i saggi di Babilonia, 15 e disse ad Ariòc, ufficiale del re: "Perché il re ha emanato un decreto così severo?". Ariòc ne spiegò il motivo a Daniele. 16 Egli allora entrò dal re e pregò che gli si concedesse tempo: egli avrebbe dato la spiegazione del sogno al re.

17 Poi Daniele andò a casa e narrò la cosa ai suoi compagni, Anania, Misaele e Azaria, 18 affinché implorassero misericordia dal Dio del cielo riguardo a questo mistero, perché Daniele e i suoi compagni non fossero messi a morte insieme con tutti gli altri saggi di Babilonia. 19 Allora il mistero fu svelato a Daniele in una visione notturna; perciò Daniele benedisse il Dio del cielo:

  20 "Sia benedetto il nome di Dio di secolo in secolo,
   perché a lui appartengono la sapienza e la potenza.
  21 Egli alterna tempi e stagioni,
   depone i re e li innalza,
  concede la sapienza ai saggi,
   agli intelligenti il sapere.
  22 Svela cose profonde e occulte
   e sa quello che è celato nelle tenebre,
   e presso di lui abita la luce.
  23 Gloria e lode a te, Dio dei miei padri,
   che mi hai concesso la sapienza e la forza,
  mi hai manifestato ciò che ti abbiamo domandato
   e ci hai fatto conoscere la richiesta del re".

Commento

Porre la propria fiducia nel Dio di ogni grazia

Le persone che vivono con te o con cui lavori ogni giorno come sono? Sono come te o hanno standard di vita molto diversi?

Il libro di Daniele racconta le vite di Daniele e di altri tre giovani. Giovani che nella vita della società Babilonese hanno avuto modo di emergere e fiorire. Il loro esempio ci offre un ottimo modello su come lavorare in modo divino in contesti in cui Dio non è riconosciuto o seguito. Questi capitoli sono una vera miniera di esempi utili e pratici.

I quattro amici cooperano con i loro datori di lavoro ma senza compromessi. Rifiutano di conformarsi e si gettano con tutto il cuore nella loro nuova situazione e carriera. Affrontano tre anni di formazione e preparazione alla leadership. Lasciano che i loro nomi vengano cambiati come segno che ora sono parte dell'amministrazione babilonese e sembrano tutti perseguire carriere di successo.

Eppure, in tutto questo, decidono di non compromettere le loro convinzioni e di non contaminarsi. Oggi contaminarsi è molto facile, ad esempio con i film e i programmi televisivi, i siti internet o le cose che ascoltiamo. "Daniele decise in cuor suo di non contaminarsi con le vivande del re e con il vino dei suoi banchetti" (1,8). Questo forse perché il cibo reale era un'offerta sacrificale agli dèi babilonesi. Non permettono che il loro lavoro e le loro carriere prevalgano sulla loro fedeltà a Dio.

Daniele dimostra di essere sufficientemente saggio non solo a non disobbedire ma a cercare di collaborare con coloro che hanno autorità su di lui. Chiede il permesso e Dio, nella sua grazia, fa sì che l'ufficiale mostri lui favore e simpatia (v.9).

"Dio concesse a questi quattro giovani di conoscere e comprendere ogni scrittura e ogni sapienza, e rese Daniele interprete di visioni e di sogni" (v.17). Anche se questi giovani sono dotati di capacità eccezionali - erano "senza difetti, di bell'aspetto, dotati di ogni sapienza, istruiti, intelligenti e tali da poter stare nella reggia" (v.4) - la loro vera potenza proviene dalla sapienza soprannaturale di Dio.

Anche noi, come Daniele, siamo chiamati a vivere una vita di purezza e ad essere totalmente in pace. A seguire l'esempio di Daniele, a sentirci a nostro agio in noi stessi e a camminare in stretta relazione con Dio.

Nabucodònosor è dotato invece di un enorme potere e di una enorme ricchezza. È popolare, rispettato e temuto. Nessuno lo sta veramente minacciando, eppure si sente insicuro e spaventato. Dietro una facciata di sicurezza e autosufficienza può nascondersi una profonda insicurezza.

È così tormentato dai suoi sogni che non riesce a dormire. In questa crisi, nel suo cuore sa bene che i maghi non hanno il potere che affermano di avere e che stanno solo giocando. Hanno praticamente ammesso di non avere sapienza soprannaturale (2,9-11).

Daniele riconosce che solo Dio è la fonte di ogni potere e sapienza (v.20). In modo meraviglioso, Dio, nella sua grazia, non solo ci rivela le cose, ma ci dona la sapienza e il potere per comprendere e affrontare ogni situazione. Dall'esempio di Daniele, possiamo imparare a:

  1. Avere fede in Dio

    Crede che Dio gli avrebbe parlato (v.16). Dio parlerà anche a noi.

  2. Conoscere il potere della preghiera

    Chiede un po' di tempo. Poi si rivolge ai suoi amici "affinché implorassero misericordia dal Dio del cielo riguardo a questo mistero" (v.18, MSG).

  3. Combinare preghiera e azione

    Va a trovare Nabucodònosor rivolgendogli "parole piene di saggezza e di prudenza" (v.14).

  4. Imparare a riconoscere la voce di Dio

    Dio gli parla in visione. Daniele ascolta, lo ringrazia e condivide con il re quanto ascoltato: "Sia benedetto il nome di Dio di secolo in secolo, perché a lui appartengono la sapienza e la potenza.... Gloria e lode a te, Dio" (vv.20.23).

Preghiera

Dio di ogni grazia, ti lodo perché sei il Creatore del cielo e della terra. Aiutami a vivere una vita di purezza e in stretta relazione con te. Concedimi la sapienza e aiutami a sentire la tua voce per trasmetterla agli altri con fiducia.

La moglie di Nicky dice

Daniele 1,12-15

"Mettici alla prova per dieci giorni, dandoci da mangiare verdure e da bere acqua, poi si confrontino, alla tua presenza, le nostre facce con quelle dei giovani che mangiano le vivande del re; quindi deciderai di fare con i tuoi servi come avrai constatato".

Mangiare sano è veramente importante. Bear Grylls insiste sul mangiare sano e guardatelo! (Vado a comprare un po' di verdura!).

Versetto del giorno

1 Pietro 5,7

"Riversando su di lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi".

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