Giorno 281

Glorificati nella sconfitta

Sapienziali Salmi 118,17-29
Nuovo Testamento Colossesi 4,2-18
Antico Testamento Geremia 16,1-17,27

Introduzione

Non dimenticherò mai quella conversazione con padre Raniero Cantalamessa, frate francescano, ora cardinale e predicatore della Casa Pontificia dal 1980. Stava per iniziare un dibattito pubblico riguardante il tema dei "nuovi atei" in Italia.

Gli chiesi se si sentiva preoccupato per quel dibattito e se pensava che ne sarebbe uscito vincitore. Mi disse che non lo sapeva e che avrebbe potuto perdere. "Ma", aggiunse, "il Signore può essere glorificato anche nella sconfitta".

Gesù ha messo il mondo sottosopra. Ha ribaltato i valori di quel tempo. In modo sublime, sulla croce, ha capovolto la situazione. In un atto di estrema umiliazione e di apparente sconfitta, ha riportato la più grande vittoria che il mondo abbia mai conosciuto.

Dei suoi discepoli si diceva che mettevano "il mondo in agitazione" (Atti 17,6, NRSV). Nei brani di oggi osserveremo in che modo il Signore può essere glorificato anche nella sconfitta.

Sapienziali

Salmi 118,17-29

17 Non morirò, ma resterò in vita
   e annuncerò le opere del Signore.
18 Il Signore mi ha castigato duramente,
   ma non mi ha consegnato alla morte.
19 Apritemi le porte della giustizia:
   vi entrerò per ringraziare il Signore.
20 È questa la porta del Signore:
   per essa entrano i giusti.
21 Ti rendo grazie, perché mi hai risposto,
   perché sei stato la mia salvezza.

22 La pietra scartata dai costruttori
   è divenuta la pietra d'angolo.
23 Questo è stato fatto dal Signore:
   una meraviglia ai nostri occhi.
24 Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
   rallegriamoci in esso ed esultiamo!

25 Ti preghiamo, Signore: dona la salvezza!
   Ti preghiamo, Signore: dona la vittoria!

26 Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
   Vi benediciamo dalla casa del Signore.
27 Il Signore è Dio,
   egli ci illumina.
Formate il corteo con rami frondosi
   fino agli angoli dell'altare.

28 Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie,
   sei il mio Dio e ti esalto.

29 Rendete grazie al Signore, perché è buono,
   perché il suo amore è per sempre.

Commento

Dio può trarre successo da una apparente sconfitta

Nella mia vita, Dio ha usato le difficoltà e le mie sconfitte più di ogni mio apparente successo.

Il salmista ha chiaramente attraversato un periodo difficile. Scrive: "Il Signore mi ha castigato duramente" (v.18a, MSG). Eppure è pieno di gratitudine, lode e gioia: "Apritemi le porte… vi entrerò per ringraziare il Signore" (v.19). "Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci in esso ed esultiamo" (v.24).

È pieno di gratitudine perché si accorge che Dio può trasformare una apparente sconfitta in un grande successo. Scrive: "La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d'angolo" (v.22, AMP).

Gesù è l'esempio supremo di come Dio possa fare tutto questo. Egli è la pietra scartata dai costruttori e che ora è divenuta la pietra d'angolo della Chiesa. Un versetto, questo del Salmo 118, che Gesù richiama e applica proprio a se stesso (Marco 12,10). Anche Pietro fa questo collegamento (1 Pietro 2). Sottolinea che Gesù è "pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio" (v.4). Gesù è ora la pietra d'angolo principale su cui poggia tutta la Chiesa.

Il salmista invita a ringraziare Dio. Dice: "Rendete grazie al Signore, perché è buono, perché il suo amore è per sempre" (Salmi 118,29).

Preghiera

Signore, ti ringrazio per il modo in cui da un'apparente sconfitta ci conduci ad un grande successo. "Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie, sei il mio Dio e ti esalto" (v.28).
Nuovo Testamento

Colossesi 4,2-18

Raccomandazioni

2 Perseverate nella preghiera e vegliate in essa, rendendo grazie. 3 Pregate anche per noi, perché Dio ci apra la porta della Parola per annunciare il mistero di Cristo. Per questo mi trovo in prigione, 4 affinché possa farlo conoscere, parlandone come devo. 5 Comportatevi saggiamente con quelli di fuori, cogliendo ogni occasione. 6 Il vostro parlare sia sempre gentile, sensato, in modo da saper rispondere a ciascuno come si deve.

Notizie e saluti

7 Tutto quanto mi riguarda ve lo riferirà Tìchico, il caro fratello e ministro fedele, mio compagno nel servizio del Signore, 8 che io mando a voi perché conosciate le nostre condizioni e perché rechi conforto ai vostri cuori. 9 Con lui verrà anche Onèsimo, il fedele e carissimo fratello, che è dei vostri. Essi vi informeranno su tutte le cose di qui.

10 Vi salutano Aristarco, mio compagno di carcere, e Marco, il cugino di Bàrnaba, riguardo al quale avete ricevuto istruzioni - se verrà da voi, fategli buona accoglienza - 11 e Gesù, chiamato Giusto. Di coloro che vengono dalla circoncisione questi soli hanno collaborato con me per il regno di Dio e mi sono stati di conforto. 12 Vi saluta Èpafra, servo di Cristo Gesù, che è dei vostri, il quale non smette di lottare per voi nelle sue preghiere, perché siate saldi, perfetti e aderenti a tutti i voleri di Dio. 13 Io do testimonianza che egli si dà molto da fare per voi e per quelli di Laodicèa e di Geràpoli. 14 Vi salutano Luca, il caro medico, e Dema. 15 Salutate i fratelli di Laodicèa, Ninfa e la Chiesa che si raduna nella sua casa.

16 E quando questa lettera sarà stata letta da voi, fate che venga letta anche nella Chiesa dei Laodicesi e anche voi leggete quella inviata ai Laodicesi.

17 Dite ad Archippo: "Fa' attenzione al ministero che hai ricevuto nel Signore, in modo da compierlo bene".

18 Il saluto è di mia mano, di me, Paolo. Ricordatevi delle mie catene. La grazia sia con voi.

Commento

Dio può usarci in ogni circostanza

A volte nella nostra vita ci riempiamo di molti "Se". Se mi fossi sposato o non mi fossi sposato. Se avessi completato gli studi. Se avessi scelto quel lavoro. Se avessimo dei figli. Se non avessimo così tanti figli. Se vivessimo in un altro luogo... Ma Dio si è servito di Paolo nonostante le circostanze, e persino attraverso di esse!

Paolo scrive: "Cogliendo ogni occasione" (v.5, MSG). Non tutti possiamo avere "successo", ma tutti possiamo fare del nostro meglio in qualsiasi situazione ci troviamo. Paolo manda a dire ad Archippo: "Fa' attenzione al ministero che hai ricevuto nel Signore, in modo da compierlo bene" (v.17, MSG).

Paolo è straordinariamente ricco di doni. Ha un messaggio urgente e vitale da proclamare al mondo. Ma non sa come Dio intenda usarlo. Forse si aspetta che Dio lo metta in una posizione di autorità e di potere, così da usare al meglio i suoi doni e proclamare il suo messaggio.

Ma Dio ha in mente altri piani, e permette che finisca in prigione. Termina la lettera dicendo: "Ricordatevi delle mie catene" (v.18, AMP). Come per Gesù, il quale nella sua apparente sconfitta è stato glorificato, Dio capovolge la situazione di Paolo. Dopo 2.000 anni di storia, le parole di Paolo in carcere sono ancora lette e seguite. Dio ha usato le sue parole per cambiare il mondo.

Le nostre parole sono potenti. Paolo scrive: "Il vostro parlare sia sempre gentile, sensato, in modo da saper rispondere a ciascuno come si deve" (v.6, AMP). Ad esempio, se stai guidando un piccolo gruppo Alpha, prega per avere la sapienza di sapere quando parlare, cosa dire e come dire.

Dio ha usato le preghiere di Paolo anche per cambiare il mondo. Ecco un'altra sfida alle nostre priorità. Scrive: "Perseverare nella preghiera" (v.2). Il mondo considera la preghiera una completa perdita di tempo. Paolo la considera la massima priorità della nostra vita. Elogia Èpafra perché "non smette di lottare per voi nelle sue preghiere, perché siate saldi, perfetti e aderenti a tutti i voleri di Dio" (v.12).

Desidera che i suoi amici preghino. Dice: "Perché Dio ci apra la porta della Parola per annunciare il mistero di Cristo. Per questo mi trovo in prigione, affinché possa farlo conoscere, parlandone come devo" (vv.3-4).

Ecco un'altra sfida alle nostre priorità. Paolo non vuole che si preghi perché le grandi folle vengano ad ascoltarlo, ma perché possa proclamare il messaggio con chiarezza.

Non vuole che si preghi perché si aprano le porte della prigione, ma perché si aprino le porte del messaggio del Vangelo. Le sue parole ci invitano a guardare al futuro, a quando ci troveremo in una situazione migliore per servire Dio. Ci invitano a concentrarci su come poter servire Dio nel presente, qualunque siano le nostre circostanze.

Preghiera

Signore, aiutami a stabilire le mie priorità, a dedicarmi alla preghiera e all'annuncio in qualsiasi circostanza. Donami la sapienza oggi per sapere quando parlare, cosa dire e come dire.
Antico Testamento

Geremia 16,1-17,27

Celibato di Geremia

16 Mi fu rivolta questa parola del Signore: 2 "Non prendere moglie, non avere figli né figlie in questo luogo, 3 perché dice il Signore riguardo ai figli e alle figlie che nascono in questo luogo e riguardo alle madri che li partoriscono e ai padri che li generano in questo paese: 4 Moriranno di malattie strazianti, non saranno rimpianti né sepolti, ma diverranno come letame sul suolo. Periranno di spada e di fame; i loro cadaveri saranno pasto agli uccelli del cielo e alle bestie della terra".

5 Poiché così dice il Signore: "Non entrare in una casa dove si fa un banchetto funebre, non piangere con loro e non commiserarli, perché io ho ritirato da questo popolo la mia pace - oracolo del Signore -, la mia benevolenza e la mia compassione. 6 Moriranno in questo paese grandi e piccoli; non saranno sepolti né si farà lamento per loro e nessuno per disperazione si farà incisioni né per lutto si taglierà i capelli per loro. 7 Non si spezzerà il pane all'afflitto per consolarlo del morto e non gli si darà da bere il calice della consolazione per suo padre e per sua madre.

8 Non entrare nemmeno in una casa dove si banchetta per sederti a mangiare e a bere con loro, 9 poiché così dice il Signore degli eserciti, Dio d'Israele: Ecco, sotto i vostri occhi e nei vostri giorni farò cessare da questo luogo i canti di gioia e di allegria, i canti dello sposo e della sposa.

10 Quando annuncerai a questo popolo tutte queste cose, ti diranno: "Perché il Signore ha decretato contro di noi questa sventura così grande? Quali iniquità e quali peccati abbiamo commesso contro il Signore, nostro Dio?". 11 Tu allora risponderai loro: Perché i vostri padri mi abbandonarono - oracolo del Signore -, seguirono altri dèi, li servirono e li adorarono, mentre abbandonarono me e non osservarono la mia legge. 12 E voi avete agito peggio dei vostri padri; ognuno di voi, infatti, segue caparbiamente il suo cuore malvagio e si rifiuta di ascoltarmi. 13 Perciò vi scaccerò da questo paese verso un paese che né voi né i vostri padri avete conosciuto, e là servirete divinità straniere giorno e notte, perché non vi farò più grazia.

14 Pertanto, ecco, verranno giorni - oracolo del Signore - nei quali non si dirà più: "Per la vita del Signore che ha fatto uscire gli Israeliti dalla terra d'Egitto!", 15 ma piuttosto: "Per la vita del Signore che ha fatto uscire gli Israeliti dalla terra del settentrione e da tutte le regioni dove li aveva dispersi!". E io li ricondurrò nella loro terra che avevo concesso ai loro padri.

16 Ecco, io invierò numerosi pescatori a pescarli - oracolo del Signore -, quindi invierò numerosi cacciatori a catturarli, su ogni monte, su ogni colle e nelle fessure delle rocce; 17 poiché i miei occhi scrutano le loro vie: ciò che fanno non può restare nascosto dinanzi a me, né si può occultare la loro iniquità davanti ai miei occhi. 18 Anzitutto ripagherò due volte la loro iniquità e il loro peccato, perché hanno profanato la mia terra con le carogne dei loro idoli, e con i loro abomini hanno riempito la mia eredità".

19 Signore, mia forza e mia difesa,
   mio rifugio nel giorno della tribolazione,
a te verranno le genti
   dalle estremità della terra e diranno:
"I nostri padri ereditarono soltanto menzogna,
   e nullità che non giovano".
20 Può forse l'uomo fabbricarsi i propri dèi?
   Ma quelli non sono dèi!

21 "Perciò, ecco,
   io faccio loro conoscere questa volta
   la mia mano e la mia forza.
Essi sapranno
   che il mio nome è Signore".

17 Il peccato di Giuda è scritto con stilo di ferro,
   è inciso con punta di diamante
sulla tavola del loro cuore
   e sui corni dei loro altari.
2 Così i loro figli ricorderanno
   i loro altari e i loro pali sacri
presso gli alberi verdi,
   sui colli elevati,
3 sui monti e in aperta campagna.
   "I tuoi averi e tutti i tuoi tesori
li abbandonerò al saccheggio,
   come ricompensa per tutti i peccati
   commessi in tutti i tuoi territori.
4 Dovrai ritirare la mano
   dall'eredità che ti avevo dato;
ti renderò schiavo dei tuoi nemici
   in una terra che non conosci,
perché avete acceso il fuoco della mia ira,
   che arderà sempre".

Così dice il Signore:

5 "Maledetto l'uomo che confida nell'uomo,
   e pone nella carne il suo sostegno,
   allontanando il suo cuore dal Signore.
6 Sarà come un tamerisco nella steppa;
   non vedrà venire il bene,
dimorerà in luoghi aridi nel deserto,
   in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere.

7 Benedetto l'uomo che confida nel Signore
   e il Signore è la sua fiducia.
8 È come un albero piantato lungo un corso d'acqua,
   verso la corrente stende le radici;
non teme quando viene il caldo,
   le sue foglie rimangono verdi,
nell'anno della siccità non si dà pena,
   non smette di produrre frutti.

9 Niente è più infido del cuore
   e difficilmente guarisce!
   Chi lo può conoscere?

10 Io, il Signore, scruto la mente
   e saggio i cuori,
per dare a ciascuno secondo la sua condotta,
   secondo il frutto delle sue azioni.

11 È come una pernice che cova uova altrui,
   chi accumula ricchezze in modo disonesto.
A metà dei suoi giorni dovrà lasciarle
   e alla fine apparirà uno stolto".

12 Trono di gloria, eccelso fin dal principio,
   è il luogo del nostro santuario!
13 O speranza d'Israele, Signore,
   quanti ti abbandonano resteranno confusi;
quanti si allontanano da te saranno scritti nella polvere,
   perché hanno abbandonato
   il Signore, fonte di acqua viva.

14 Guariscimi, Signore, e guarirò,
   salvami e sarò salvato,
   poiché tu sei il mio vanto.
15 Essi mi dicono:
   "Dov'è la parola del Signore?
   Si compia finalmente!".
16 Io non ho insistito presso di te per la sventura
   né ho desiderato il giorno funesto, tu lo sai.
   Ciò che è uscito dalla mia bocca è innanzi a te.
17 Non essere per me causa di spavento,
   tu, mio solo rifugio nel giorno della sventura.
18 Siano confusi i miei avversari,
   non io,
si spaventino loro,
   non io.
Manda contro di loro il giorno della sventura,
   distruggili due volte.

Osservare il sabato

19 Il Signore mi disse: "Va' a metterti alla porta dei Figli del popolo, per la quale entrano ed escono i re di Giuda, e a tutte le porte di Gerusalemme. 20 Dirai loro: Ascoltate la parola del Signore, o re di Giuda e voi tutti Giudei e abitanti di Gerusalemme, che entrate per queste porte. 21 Così dice il Signore: Per amore della vostra stessa vita, guardatevi dal trasportare un peso in giorno di sabato e dall'introdurlo per le porte di Gerusalemme. 22 Non portate alcun peso fuori dalle vostre case in giorno di sabato e non fate alcun lavoro, ma santificate il giorno di sabato, come io ho comandato ai vostri padri. 23 Ma essi non ascoltarono né prestarono orecchio, anzi si intestardirono a non ascoltarmi e a non accogliere la lezione. 24 Se mi ascolterete sul serio - oracolo del Signore -, se non introdurrete nessun peso entro le porte di questa città in giorno di sabato e santificherete il giorno di sabato non eseguendo alcun lavoro, 25 entreranno per le porte di questa città re e prìncipi che sederanno sul trono di Davide, vi passeranno su carri e su cavalli insieme ai loro ufficiali, agli uomini di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme. Questa città sarà abitata per sempre. 26 Verranno dalle città di Giuda e dai dintorni di Gerusalemme, dalla terra di Beniamino e dalla Sefela, dai monti e dal meridione, presentando olocausti, sacrifici, offerte e incenso e sacrifici di ringraziamento nel tempio del Signore. 27 Ma se non ascolterete il mio comando di santificare il giorno di sabato, di non trasportare pesi e di non introdurli entro le porte di Gerusalemme in giorno di sabato, io accenderò un fuoco alle sue porte; esso divorerà i palazzi di Gerusalemme e mai si estinguerà".

Commento

Dio può fare dei "tempi peggiori" i nostri "tempi migliori"

"Era il migliore di tutti i tempi, era il peggiore di tutti i tempi". Il romanzo Racconto di due città di Charles Dickens (1859), ambientato a Londra e a Parigi prima e durante la Rivoluzione francese, inizia proprio da queste parole.

Ancora una volta, possiamo vedere che Dio può essere glorificato anche in situazioni di apparente sconfitta. Un "anno di siccità" può diventare un anno di "frutti" (17,8). I tempi cattivi possono diventare tempi buoni per la Chiesa. Quando la società diventa più oscura, la buona notizia risplende più luminosa.

Dio è in grado di prendere qualcosa di orribile e di usarlo per il bene. L'esempio supremo è che Dio ha preso l'evento peggiore della storia del mondo, la crocifissione di suo Figlio, e lo ha usato per la salvezza del mondo. Dio può prendere una crisi globale come la pandemia da COVID-19 e usarla per il bene. Nella nostra comunità ad esempio, la pandemia ha visto crescere sia la frequenza online sia la partecipazione in presenza nella comunità e la sua attenzione nei confronti dei più bisognosi. La crisi non è mai il momento di ritirarsi, ma il momento di avanzare di più nella costruzione del regno di Dio. I tempi peggiori possono essere i migliori.

In questo brano troviamo un esempio di tutto questo. Invece di obbedire a Dio, il popolo continua a seguire la durezza del suo cuore malvagio (16,12). Geremia avverte il popolo, lo mette in guardia dall'imminente giudizio e dal pericolo di ingannare se stessi: "Niente è più infido del cuore e difficilmente guarisce" (17,9).

Possiamo facilmente ingannare noi stessi. Se vogliamo qualcosa, la nostra mente può presentare una serie di ragioni a giustificazione di ciò che vogliamo fare. Anche quando siamo nel torto, possiamo facilmente giustificarci.

Questo è uno dei motivi per cui è necessario rimanere vicini a Dio (v.7, MSG). Controllare costantemente noi stessi con la Parola di Dio e la sapienza della comunità cristiana, per evitare che la nostra fiducia possa finire nel posto sbagliato. Il Signore dice: "Maledetto l'uomo che confida nell'uomo, e pone nella carne il suo sostegno, allontanando il suo cuore dal Signore" (v.5).

Dice anche: "Benedetto l'uomo che confida nel Signore e il Signore è la sua fiducia. È come un albero piantato lungo un corso d'acqua, verso la corrente stende le radici; non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi, nell'anno della siccità non si dà pena, non smette di produrre frutti" (vv.7-8).

Ancora una volta, Dio capovolge le cose. All'arrivo del caldo, le foglie dell'albero dovrebbero seccarsi, diventare gialle e cadere. Ma non è così, perché le radici dell'albero si estendono verso il torrente e così le sue foglie rimangono verdi. Il salmista paragona l'albero alla persona che confida nel Signore, la cui fiducia è posta in lui. Questa persona non avrà paura né si preoccuperà dell'arrivo del caldo.

Ci sono momenti della vita in cui il "caldo" aumenta. Veniamo messi alla prova da circostanze e sfide difficili. Ma se rimarremo vicini al Signore e confideremo in lui, Dio avrà la possibilità di capovolgere le cose. "Benedetto l'uomo che confida nel Signore e il Signore è la sua fiducia" (v.7).

Preghiera

Signore Gesù, hai trasformato un'apparente sconfitta in un grande successo. Grazie perché posso fidarmi di te anche quando le circostanze sembrano contro di me. Oggi desidero riporre la mia fiducia e la mia sicurezza in te.

La moglie di Nicky dice

Geremia 17,7

"Benedetto l'uomo che confida nel Signore e il Signore è la sua fiducia".

La fiducia è la capacità di lasciarsi andare e di affidare se stessi, o una situazione, a Dio senza trattenersi. È come un bambino tra le braccia di un genitore. Nemmeno per un istante Il suo cuore dubita di trovarsi al sicuro.

Versetto del giorno

Geremia 17,7

"Benedetto l'uomo che confida nel Signore e il Signore è la sua fiducia".

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Per ulteriori approfondimenti e/o proseguimento della lettura della Bibbia si rimanda al sito ufficiale BibbiaEdu nonché all’app La Sacra Bibbia.

Charles Dickens, A Tale of Two Cities (Penguin Classics, 2003).

Rick Warren interviewed by Nicky Gumbel at the Leadership Conference 2012 in the Royal Albert Hall. www.alpha.org/lc

Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®.

Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.

NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
AMP - Amplified® Bible, Copyright © 1954, 1958, 1962, 1964, 1965, 1987 - Casa Editrice The Lockman Foundation NKJV - New King James Version®. Copyright © 1982 - Casa Editrice Thomas Nelson NLT - New Living Translation - Copyright © 1996, 2004, 2015, 2017 - Casa Editrice Tyndale House Fondation

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