Giorno 275

Ambizione divina

Sapienziali Salmi 116,1-11
Nuovo Testamento Filippesi 3,1-4,1
Antico Testamento Geremia 4,10-5,31

Introduzione

Chuck Colson si fece da solo. Da studente rifiutò una borsa di studio ad Harvard. Si arruolò nei Marines, fondò un proprio studio legale ed entrò in politica. A quarant'anni diventò uno dei consiglieri più stretti del presidente Nixon. Amava definirsi "un giovane ambizioso artefice di politica". Era conosciuto come "l'ascia di guerra" di Nixon.

Fu coinvolto nello scandalo del Watergate, si dichiarò colpevole e fu rinchiuso in prigione. A quel punto incontrò Gesù. Il giorno della sentenza, nel lasciare il tribunale, disse: "Quello che è successo oggi in tribunale è la volontà del tribunale e la volontà del Signore. Ora desidero dare la mia vita a Gesù Cristo e lavorare per lui sia in prigione che fuori".

Ed è proprio questo che Colson ha fatto. Dopo il suo rilascio, ha fondato la Prison Fellowship ed è stato direttamente o indirettamente responsabile di aver condotto migliaia di persone a Cristo. Una volta l'ho sentito dire: "Ero ambizioso e sono ambizioso anche oggi, ma non più per Chuck Colson (anche se ci sto ancora lavorando). Desidero esserlo per Cristo".

L'ambizione è stata definita come il "desiderio di avere successo". Nella vita delle persone, le ambizioni dominanti sono due: una è la nostra gloria e l'altra la gloria di Dio.

Sapienziali

Salmi 116,1-11

Salmo 116

1 Amo il Signore, perché ascolta
   il grido della mia preghiera.
2 Verso di me ha teso l'orecchio
   nel giorno in cui lo invocavo.

3 Mi stringevano funi di morte,
   ero preso nei lacci degli inferi,
   ero preso da tristezza e angoscia.
4 Allora ho invocato il nome del Signore:
   "Ti prego, liberami, Signore".

5 Pietoso e giusto è il Signore,
   il nostro Dio è misericordioso.
6 Il Signore protegge i piccoli:
   ero misero ed egli mi ha salvato.

7 Ritorna, anima mia, al tuo riposo,
   perché il Signore ti ha beneficato.

8 Sì, hai liberato la mia vita dalla morte,
   i miei occhi dalle lacrime,
   i miei piedi dalla caduta.
9 Io camminerò alla presenza del Signore
   nella terra dei viventi.

10 Ho creduto anche quando dicevo:
   "Sono troppo infelice".
11 Ho detto con sgomento:
   "Ogni uomo è bugiardo".

Commento

Essere ambiziosi nel rapporto con Dio

La relazione con Dio dovrebbe diventare la nostra priorità numero uno. Come il salmista, anche noi dovremmo dichiarare che la nostra ambizione è camminare alla presenza del Signore: "Io camminerò alla presenza del Signore" (v.9, MSG). Dovremmo assicurarci che la nostra vita sia sempre incentrata sulla relazione d'amore con Dio. In questo modo la nostra "anima" potrà trovare "riposo" (v.7).

Questa relazione si fonda sui molti modi in cui sperimentiamo l'aiuto di Dio. Anch'io come il salmista, amo ricordare come Dio ha ascoltato "il grido della mia preghiera" (v.1), come quando ero "misero", "egli mi ha salvato" (v.6), come è stato buono con me e "mi ha beneficiato" (v.7) e come ha "liberato la mia vita dalla morte, i miei occhi dalle lacrime, i miei piedi dalla caduta" (v.8). Questa è la base della nostra ambizione: camminare "alla presenza del Signore nella terra dei viventi" (v.9).

Preghiera

Signore, ti amo. Desidero che la mia ambizione oggi, e per il resto della mia vita, sia di camminare alla tua presenza nella terra dei viventi.
Nuovo Testamento

Filippesi 3,1-4,1

Guadagni e perdite di Paolo

3 Per il resto, fratelli miei, siate lieti nel Signore. Scrivere a voi le stesse cose, a me non pesa e a voi dà sicurezza. 2 Guardatevi dai cani, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi da quelli che si fanno mutilare! 3 I veri circoncisi siamo noi, che celebriamo il culto mossi dallo Spirito di Dio e ci vantiamo in Cristo Gesù senza porre fiducia nella carne, 4 sebbene anche in essa io possa confidare.

Se qualcuno ritiene di poter avere fiducia nella carne, io più di lui: 5 circonciso all'età di otto giorni, della stirpe d'Israele, della tribù di Beniamino, Ebreo figlio di Ebrei; quanto alla Legge, fariseo; 6 quanto allo zelo, persecutore della Chiesa; quanto alla giustizia che deriva dall'osservanza della Legge, irreprensibile.

7 Ma queste cose, che per me erano guadagni, io le ho considerate una perdita a motivo di Cristo. 8 Anzi, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo 9 ed essere trovato in lui, avendo come mia giustizia non quella derivante dalla Legge, ma quella che viene dalla fede in Cristo, la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede: 10 perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte, 11 nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti.

12 Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch'io sono stato conquistato da Cristo Gesù. 13 Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, 14 corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.

15 Tutti noi, che siamo perfetti, dobbiamo avere questi sentimenti; se in qualche cosa pensate diversamente, Dio vi illuminerà anche su questo. 16 Intanto, dal punto a cui siamo arrivati, insieme procediamo.

Modello da imitare

17 Fratelli, fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l'esempio che avete in noi. 18 Perché molti - ve l'ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto - si comportano da nemici della croce di Cristo. 19 La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra. 20 La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, 21 il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose.

Esortazioni

4 Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete in questo modo saldi nel Signore, carissimi!

Commento

Essere ambiziosi per Cristo

A volte i cristiani si chiedono se sia giusto essere ambiziosi. Associano l'ambizione all'orgoglio e pensano che l'umiltà significhi non essere ambiziosi.

Ma Paolo è incredibilmente ambizioso. Prima di diventare cristiano, era ambizioso nel suo zelo per il giudaismo, che lo aveva portato a perseguitare la Chiesa. Dopo la conversione, la sua natura ambiziosa non cambia, anzi diviene ancora più ambiziosa! Viene semplicemente orientata verso un obiettivo diverso. In questo passo, l'apostolo si descrive come un atleta che vuole vincere una gara (3,13-14).

Paolo contrappone la sua grande ambizione per Gesù a due tipi di ambizione sbagliati. La prima è la sua ambizione prima di diventare cristiano. Racconta come prima confidava nella carne: "Se qualcuno ritiene di poter avere fiducia nella carne, io più di lui" (v.3, AMP), confidando nei diversi segni della sua vecchia religione (vv. 3-6). Ma, come disse una volta il grande teologo Karl Barth, "Gesù Cristo è venuto a distruggere la religione umana".

Dio vuole che diventiamo fiduciosi in Dio, nel suo amore e nella sua provvidenza. L'ambizione religiosa e lo zelo di Paolo erano mal indirizzati. Per questo finì per diventare "persecutore della Chiesa" (v.6).

Il secondo tipo di ambizione sbagliata è l'attenzione materiale e terrena al mondo che ci circonda: "La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra" (v.19).

Paolo ora ha un'ambizione divina. Descrive la sublime "conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore" (v. 8), e le ambizioni che ne derivano (vv.8-11).

Si rende conto che non potrà mai raggiungere la perfezione. Tutte le sue ambizioni di raggiungere una giustizia per conto suo, ora le considera "spazzatura" (v.9). Come Paolo, anche noi oggi possiamo godere del fatto che, grazie alla fiducia in Cristo, abbiamo ricevuto "la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede" (v.9).

In questa vita, non raggiungeremo mai la perfezione. Le nostre debolezze ci rendono dipendenti da Dio, bisognosi di appoggiarci a lui, al suo amore e alla sua grazia.

Ma quali dovrebbero essere allora le nostre ambizioni?

  1. Conoscere Cristo intimamente

    L'ambizione di Paolo è "conoscere lui", Gesù (v.10). In greco la parola usata per dire "conoscere" esprime molto di più di una semplice conoscenza intellettuale, cioè del sapere cose su qualcosa. Esprime una conoscenza personale, più intima. Come Paolo, la nostra ambizione non dovrebbe essere solo di conoscere cose su Cristo, ma di conoscerlo intimamente.

  2. Sperimentare la potenza di risurrezione di Cristo

    Paolo descrive il significato di questa relazione intima con Cristo. Significa conoscere "la potenza della sua risurrezione" (v.10), non solo come un evento storico passato, ma come una potenza dinamica ed esaltante all'opera nella nostra vita.

\t Lo Spirito di Dio porta questa potenza di risurrezione nella nostra vita. Con la potenza della sua morte e risurrezione, Gesù ha disarmato Satana, ha spezzato la presa del peccato e ha sconfitto la morte. Questa potenza è a nostra disposizione per permetterci di vivere una vita santa e di servire gli altri con la sua potenza di risurrezione. La nostra ambizione dovrebbe essere di conoscere meglio questa potenza.

  1. Partner della sofferenza di Cristo

    Per Paolo, "conoscere Cristo" implica "la comunione alle sue sofferenze" e diventare conformi "alla sua morte" (v.10). Per lui, la sofferenza è una parte inevitabile della conoscenza di Cristo. Non è una pena, ma un privilegio.

\t Gesù ha sofferto ed è morto in un modo unico. È morto per i nostri peccati, per salvarci da ciò che meritiamo. Non soffriremo mai esattamente come lui. Ma a volte soffriremo per le nostre ambizioni divine.

\t Questa sofferenza è il risultato pratico della nostra vita cristiana. Per alcuni, questo significherà ricevere opposizione e persecuzione.

\t Per tutti noi, significherà vivere "tutti i dolori e le afflizioni... nella lotta contro il peccato, sia all'interno che all'esterno" (J.B. Lightfoot). È in momenti di sofferenza come questi che sperimentiamo la "comunione" con Cristo. Per questo, questa comunione dovrebbe diventare la nostra ambizione numero uno, a qualsiasi costo.

  1. Conoscere la propria destinazione

    Conoscere Cristo significa condividere il suo destino, "nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti" (v.11). Quando Paolo dice "speranza di giungere", non dubita di questo, ma riconosce che si tratta di un mistero meraviglioso.

\t Jackie Pullinger ha detto che Dio le ha dato "occhi di risurrezione". Dice: "Solo Gesù apre gli occhi... ma tutti coloro che credono nella risurrezione dei morti sanno che la loro destinazione è un luogo di conforto, un paese migliore, una città celeste".

Paolo dice di non esserci ancora, ma anche che questo è il suo obiettivo e la sua ambizione (v.12): "Corro verso la meta" (v. 14, MSG). Non dovremmo concentrarci quindi sul passato, su quanto siamo caduti, sui nostri fallimenti o sui nostri successi. Ma, "dimenticando ciò che… sta alle spalle", concentrarsi su Gesù, essere determinati, protesi "verso ciò che sta di fronte" e rispondere alla nostra chiamata.

Preghiera

Signore, aiutaci a realizzare le nostre ambizioni. Aiutaci a concentrare la nostra vita sulla "conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore" (v.8).
Antico Testamento

Geremia 4,10-5,31

4
10 Allora io dissi: "Ah, Signore Dio, hai dunque del tutto ingannato questo popolo e Gerusalemme, quando dicevi: "Voi avrete pace", mentre una spada giunge fino alla gola".

11 In quel tempo si dirà a questo popolo e a Gerusalemme: "Il vento ardente delle dune soffia dal deserto verso la figlia del mio popolo, ma non per vagliare, né per mondare il grano. 12 Un vento minaccioso si alza per mio ordine. Ora, anch'io voglio pronunciare contro di loro la condanna".

13 Ecco, egli sale come nubi
   e come un turbine sono i suoi carri,
i suoi cavalli sono più veloci delle aquile.
   Guai a noi! Siamo perduti!
14 Purifica il tuo cuore dalla malvagità, Gerusalemme,
   perché possa uscirne salva.
Fino a quando abiteranno in te
   i tuoi pensieri d'iniquità?
15 Ecco, una voce reca la notizia da Dan,
   annuncia la sventura dalle montagne di Èfraim.
16 Annunciatelo alle nazioni,
   fatelo sapere a Gerusalemme:
"I nemici vengono da una terra lontana,
   mandano urla contro le città di Giuda.
17 Come guardiani di un campo l'hanno circondata,
   perché si è ribellata contro di me".
   Oracolo del Signore.
18 La tua condotta e le tue azioni
   ti hanno causato tutto ciò.
Com'è amara
   la tua malvagità!
   Ora ti penetra fino al cuore.

19 Le mie viscere, le mie viscere! Sono straziato.
   Mi scoppia il cuore in petto, mi batte forte;
non riesco più a tacere,
   perché ho udito il suono del corno,
   il grido di guerra.
20 Si annuncia un disastro dopo l'altro:
   tutta la terra è devastata.
A un tratto sono distrutte le mie tende,
   in un attimo i miei padiglioni.
21 Fino a quando dovrò vedere segnali
   e udire il suono del corno?

22 "Stolto è il mio popolo:
   non mi conosce,
sono figli insipienti,
   senza intelligenza;
sono esperti nel fare il male,
   ma non sanno compiere il bene".

23 Guardai la terra, ed ecco vuoto e deserto,
   i cieli, e non v'era luce.
24 Guardai i monti,
   ed ecco tremavano
   e tutti i colli ondeggiavano.
25 Guardai, ed ecco non c'era nessuno
   e tutti gli uccelli dell'aria erano volati via.
26 Guardai, ed ecco il giardino era un deserto
   e tutte le sue città erano state distrutte
   dal Signore e dalla sua ira ardente.

27 Poiché così dice il Signore:

"Tutta la terra sarà devastata,
   ma non la distruggerò completamente.
28 Pertanto la terra sarà in lutto
   e il cielo si oscurerà:
l'ho detto e non mi pento,
   l'ho pensato e non ritratterò".

29 Per lo strepito di cavalieri e di arcieri
   tutti gli abitanti del paese sono in fuga,
entrano nelle grotte,
   si nascondono nella folta boscaglia e salgono sulle rupi.
Ogni città è abbandonata,
   nessuno più vi abita.

30 E tu, devastata, che cosa farai?
   Anche se ti vestissi di scarlatto,
   ti adornassi di fregi d'oro
e ti facessi gli occhi grandi con il bistro,
   invano ti faresti bella.
I tuoi amanti ti disprezzano;
   essi vogliono la tua vita.

31 Sento un grido come di donna nei dolori,
   un urlo come di donna al primo parto;
è il grido della figlia di Sion,
   che spasima e tende le mani:
"Guai a me! La mia vita soccombe
   di fronte agli assassini".

Il popolo d'Israele rende inevitabile la punizione

5 Percorrete le vie di Gerusalemme,
   osservate bene e informatevi,
   cercate nelle sue piazze
se c'è un uomo che pratichi il diritto,
   e cerchi la fedeltà,
   e io la perdonerò.
2 Invece giurano certamente il falso
   anche quando dicono: "Per la vita del Signore!".

3 I tuoi occhi, Signore, non cercano forse la fedeltà?
   Tu li hai percossi, ma non mostrano dolore;
   li hai fiaccati, ma rifiutano di comprendere la correzione.
Hanno indurito la faccia più di una rupe,
   rifiutano di convertirsi.
4 Io pensavo: "Sono certamente gente di bassa condizione,
   quelli che agiscono da stolti,
non conoscono la via del Signore,
   la legge del loro Dio.
5 Mi rivolgerò
   e parlerò ai grandi,
che certo conoscono la via del Signore,
   e il diritto del loro Dio".
Purtroppo anche questi hanno rotto il giogo,
   hanno spezzato i legami!
6 Per questo li azzanna il leone della foresta,
   il lupo delle steppe ne fa scempio,
il leopardo sta in agguato vicino alle loro città:
   quanti escono saranno sbranati,
perché si sono moltiplicati i loro peccati,
   sono aumentate le loro ribellioni.

7 "Perché ti dovrei perdonare?
   I tuoi figli mi hanno abbandonato,
   hanno giurato per coloro che non sono dèi.
Io li ho saziati,
   ed essi hanno commesso adulterio,
   si affollano nelle case di prostituzione.
8 Sono come stalloni ben pasciuti e focosi;
   ciascuno nitrisce dietro la moglie del suo prossimo.
9 Non dovrei forse punirli?
   Oracolo del Signore.
Di una nazione come questa
   non dovrei vendicarmi?

10 Salite sulle sue terrazze e distruggetele,
   senza compiere uno sterminio;
strappate i tralci,
   perché non sono del Signore.
11 Poiché si sono ribellate contro di me
   la casa d'Israele e la casa di Giuda".
   Oracolo del Signore.

12 Hanno rinnegato il Signore,
   hanno proclamato: "Non esiste!
Non verrà sopra di noi la sventura,
   non vedremo né spada né fame.
13 I profeti sono diventati vento,
   la sua parola non è in loro".

14 Perciò dice il Signore, Dio degli eserciti:

"Poiché avete fatto questo discorso,
   farò delle mie parole come un fuoco sulla tua bocca
   e questo popolo sarà la legna che esso divorerà.
15 Ecco, manderò da lontano una nazione
   contro di te, casa d'Israele.
Oracolo del Signore.
   È una nazione valorosa,
è una nazione antica!
   Una nazione di cui non conosci la lingua
   e non comprendi che cosa dice.
16 La sua faretra è come un sepolcro aperto.
   Sono tutti prodi.
17 Divorerà le tue messi e il tuo pane,
   divorerà i tuoi figli e le tue figlie,
divorerà le greggi e gli armenti,
   divorerà le tue vigne e i tuoi fichi,
distruggerà le città fortificate,
   nelle quali riponevi la tua fiducia.

18 Ma anche in quei giorni - oracolo del Signore - non farò di voi uno sterminio".19 Allora, se diranno: "Perché il Signore Dio ci fa tutto questo?", tu risponderai loro: "Come avete abbandonato il Signore per servire nella vostra terra divinità straniere, così sarete servi degli stranieri in una terra non vostra".

20 Annunciatelo nella casa di Giacobbe,
   fatelo udire in Giuda e dite:
21 "Ascolta, popolo stolto e privo di senno,
   che ha occhi ma non vede,
   ha orecchi ma non ode.
22 Non mi temerete? Oracolo del Signore.
   Non tremerete dinanzi a me,
che ho posto la sabbia per confine al mare,
   limite perenne che non varcherà?
Le sue onde si agitano ma non prevalgono,
   rumoreggiano ma non l'oltrepassano".
23 Questo popolo ha un cuore indocile e ribelle;
   si voltano indietro e se ne vanno,
24 e non dicono in cuor loro:
   "Temiamo il Signore, nostro Dio,
che dona la pioggia autunnale
  e quella primaverile a suo tempo,
che custodisce per noi
   le settimane fissate per la messe".
25 Le vostre iniquità hanno sconvolto quest'ordine
   e i vostri peccati tengono lontano da voi il benessere;

26 poiché tra il mio popolo si trovano malvagi,
   che spiano come cacciatori in agguato,
   pongono trappole per prendere uomini.
27 Come una gabbia piena di uccelli,
   così le loro case sono piene di inganni;
perciò diventano grandi e ricchi.
28   Sono grassi e pingui,
oltrepassano i limiti del male;
   non difendono la causa,
non si curano della causa dell'orfano,
   non difendono i diritti dei poveri.
29 Non dovrei forse punirli?
   Oracolo del Signore.
Di una nazione come questa
   non dovrei vendicarmi?

30 Cose spaventose e orribili
   avvengono nella terra:
31 i profeti profetizzano menzogna
   e i sacerdoti governano al loro cenno,
e il mio popolo ne è contento.
   Che cosa farete quando verrà la fine?

Commento

Essere ambiziosi nel pronunciare le parole di Dio

Il Signore parla attraverso Geremia. Dice: "Stolto è il mio popolo: non mi conosce... sono esperti nel fare il male, ma non sanno compiere il bene" (4,22). Riprende il popolo per aver orientato le proprie ambizioni nella direzione sbagliata e avverte che il giudizio è in arrivo.

Geremia pensa che sicuramente i capi conosceranno la strada giusta: "Mi rivolgerò e parlerò ai grandi, che certo conoscono la via del Signore, e il diritto del loro Dio" (5,5). Ma essi, come il popolo, "rifiutarono di convertirsi" (v.3c). Le loro ambizioni sono concentrate su falsi dei come il denaro, il sesso e il potere.

Solo Dio può soddisfare i bisogni più profondi del cuore (v.7b, MSG). Dio dice loro: "Io li ho saziati, ed essi hanno commesso adulterio, si affollano nelle case di prostituzione. Sono come stalloni ben pasciuti e focosi; ciascuno nitrisce dietro la moglie del suo prossimo" (vv.7b-8).

"Le loro case sono piene di inganni". Sono "diventati grandi e ricchi", "grassi e pingui" (vv.27-28a). Pur essendo ricchi e potenti, non si curano dei poveri: "Oltrepassano i limiti del male; non difendono la causa, non si curano della causa dell'orfano, non difendono i diritti dei poveri" (v.28, MSG).

Dio chiama Geremia ad un nuovo livello di parola potente: "Farò delle mie parole come un fuoco sulla tua bocca" (5,14, MSG). Ora anche noi possiamo fare questa esperienza di pronunciare le potenti parole di Dio che cambiano la vita a coloro che le ascoltano.

Preghiera

Signore, fa' che le mie parole siano come fuoco, affinché altri possano sperimentare la grandezza sconfinata della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore.

La moglie di Nicky dice

Filippesi 3,13b

"So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte".

È importante non farsi ostacolare in alcun modo dal passato, né dai fallimenti e dalle delusioni, né dai successi, che potrebbero renderci troppo sicuri di noi stessi. Dobbiamo invece tenere gli occhi fissi su Gesù.

Versetto del giorno

Filippesi 3,8

"Ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore".

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Charles W. Colson, Born Again (Chosen Books, 2008) p.37.

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