Giorno 258

Ogni crisi è un'opportunità

Sapienziali Salmi 107,23-32
Nuovo Testamento Galati 2,1-10
Antico Testamento Isaia 36,1-37,38

Introduzione

Il presidente John F. Kennedy una volta fece notare che "in cinese, la parola 'crisi' è fatta di due caratteri. Uno rappresenta il pericolo, l'altro l'opportunità". Ogni crisi è anche opportunità. Le crisi nascono spesso da "tempeste inaspettate".

Tutti affrontiamo problemi e a volte momenti di crisi. In queste situazioni, come dovremmo reagire? Come dovremmo rispondere alle prove, ai pericoli o alle difficoltà inattese della vita? Quale contributo dovremmo dare per rispondere alle difficoltà nella Chiesa o nella nostra nazione? Come reagire quando tutta la nostra "abilità" sembra essere "svanita"? (Salmi 107,27) E quando la stessa verità del Vangelo sembra essere minacciata? (Galati 2,5) E come affrontare le giornate di crisi nella nostra vita? (Isaia 37,3, MSG)

Sapienziali

Salmi 107,23-32

23 Altri, che scendevano in mare sulle navi
   e commerciavano sulle grandi acque,
24 videro le opere del Signore
   e le sue meraviglie nel mare profondo.
25 Egli parlò e scatenò un vento burrascoso,
   che fece alzare le onde:
26 salivano fino al cielo, scendevano negli abissi;
   si sentivano venir meno nel pericolo.
27 Ondeggiavano e barcollavano come ubriachi:
   tutta la loro abilità era svanita.
28 Nell'angustia gridarono al Signore,
   ed egli li fece uscire dalle loro angosce.
29 La tempesta fu ridotta al silenzio,
   tacquero le onde del mare.
30 Al vedere la bonaccia essi gioirono,
   ed egli li condusse al porto sospirato.
31 Ringrazino il Signore per il suo amore,
   per le sue meraviglie a favore degli uomini.
32 Lo esaltino nell'assemblea del popolo,
   lo lodino nell'adunanza degli anziani.

Commento

Gridare al Signore nella preghiera

Ci sono momenti nella vita in cui siamo chiamati ad affrontare vere e proprie tempeste. Veniamo sopraffatti da un "vento burrascoso," che fa "alzare le onde" (v.25). Il coraggio si scioglie (v.26b) e ci sentiamo allo stremo delle forze (vv.26-27). Attorno a noi si scatena una tempesta inaspettata da cui non riusciamo a capire come uscirne.

Questo salmo ci suggerisce come reagire. Riferendosi al popolo di Israele, il salmista dice:

"Gridarono al Signore, ed egli li fece uscire dalle loro angosce" (v.28 MSG). Dio non è mai in ritardo, né in anticipo. Interviene sempre al momento giusto!

"La tempesta fu ridotta al silenzio,
tacquero le onde del mare.
Al vedere la bonaccia essi gioirono,
ed egli li condusse al porto sospirato" (vv.29-30b).

Dio ascolta il nostro grido di aiuto e risponde. A noi il compito di ringraziarlo:

"Ringrazino il Signore per il suo amore,
per le sue meraviglie a favore degli uomini" (vv.31-32, MSG).

Preghiera

Signore, grazie per tutte le volte in cui ci hai ascoltato e salvato. Oggi gridiamo aiuto per la nostra vita e per la Chiesa in questa nazione.
Nuovo Testamento

Galati 2,1-10

Paolo accolto dagli apostoli

2 Quattordici anni dopo, andai di nuovo a Gerusalemme in compagnia di Bàrnaba, portando con me anche Tito: 2 vi andai però in seguito a una rivelazione. Esposi loro il Vangelo che io annuncio tra le genti, ma lo esposi privatamente alle persone più autorevoli, per non correre o aver corso invano. 3 Ora neppure Tito, che era con me, benché fosse greco, fu obbligato a farsi circoncidere; 4 e questo contro i falsi fratelli intrusi, i quali si erano infiltrati a spiare la nostra libertà che abbiamo in Cristo Gesù, allo scopo di renderci schiavi; 5 ma a loro non cedemmo, non sottomettendoci neppure per un istante, perché la verità del Vangelo continuasse a rimanere salda tra voi.

6 Da parte dunque delle persone più autorevoli - quali fossero allora non m'interessa, perché Dio non guarda in faccia ad alcuno - quelle persone autorevoli a me non imposero nulla. 7 Anzi, visto che a me era stato affidato il Vangelo per i non circoncisi, come a Pietro quello per i circoncisi - 8 poiché colui che aveva agito in Pietro per farne un apostolo dei circoncisi aveva agito anche in me per le genti - 9 e riconoscendo la grazia a me data, Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Bàrnaba la destra in segno di comunione, perché noi andassimo tra le genti e loro tra i circoncisi. 10 Ci pregarono soltanto di ricordarci dei poveri, ed è quello che mi sono preoccupato di fare.

Commento

Usare abilità, diplomazia e coraggio

Come abbiamo visto ieri, a volte nella Chiesa siamo tentati a guardare gli altri con giudizio, dall'alto verso il basso. A volte si tratta di persone della nostra comunità, di gruppi diversi dal nostro o di cristiani di denominazioni diverse dalla nostra.

Pensiamo che gli altri siano in errore e che dovrebbero fare le cose come le facciamo noi! Così facendo, però, è come se dicessimo che la fede in Gesù da sola non basta.

Questo è ciò che nel brano di oggi accade nelle chiese della Galazia. Qualcuno dice che la fede in Gesù da sola non basta. Se le persone vogliono essere cristiane vere, devono essere circoncise.

La chiesa primitiva affronta una crisi inaspettata. Per evitare divisione e scissione, l'apostolo Paolo interviene con coraggio e determinazione, assieme ad abilità e diplomazia.

Paolo vuole chiarire che sta agendo sotto la guida e l'attività dello Spirito Santo: "Vi andai però in seguito a una rivelazione" (v.2). È convinto della validità del Vangelo, ma è anche preoccupato per l'unità: "Esposi loro il Vangelo che io annuncio tra le genti, ma lo esposi privatamente alle persone più autorevoli, per non correre o aver corso invano" (v.2, MSG).

Porta con sé due amici: Barnaba e Tito. Barnaba è un ebreo e Tito un greco (un gentile non circonciso). Per un ebreo del primo secolo, una persona poteva essere o Giudeo o Greco (circonciso o non circonciso). La circoncisione era un segno che contraddistingueva un ebreo in conformità al comando di Dio (Genesi 17,9-14). Significava l'alleanza di Dio con il suo popolo eletto.

Eppure, Paolo sceglie Tito come uno dei suoi compagni. "Ora neppure Tito, che era con me, benché fosse greco, fu obbligato a farsi circoncidere" (Galati 2,3, MSG). Il punto di Paolo è che gli stessi apostoli di Gerusalemme (Giacomo, Pietro e Giovanni) concordano sul fatto che la buona notizia di Gesù Cristo sia per tutti: Giudei e Gentili, circoncisi e non circoncisi.

Paolo è costretto così a difendere la "libertà che abbiamo in Cristo Gesù" (v.4). La vera libertà si trova solo attraverso la fede in Cristo. La necessità della circoncisione per la giustificazione davanti a Dio ci renderebbe di nuovo "schiavi" (v.4).

Se cedesse alle richieste di circoncisione dei gentili convertiti, negherebbe l'essenza stessa del Vangelo. Lo scopo di questa lettera è spiegare "la verità del Vangelo" (v.5). Vuole dimostrare che la vita, la morte e la risurrezione di Gesù soddisfano tutti i requisiti della legge di Mosè.

L'incontro a Gerusalemme permette di risolvere la questione della circoncisione. La decisione raggiunta è una delle più importanti nella storia del cristianesimo. Evita una divisione dolorosa all'interno della Chiesa e rende opportunità quella che sembrava crisi.

La questione viene risolta e viene stabilito con fermezza che il Vangelo predicato da Pietro e quello predicato da Paolo sono gli stessi (v.6). I leader di Gerusalemme riconoscono che l'apostolato di Paolo porta tutti i segni dell'autorità divina.

Pietro e gli altri accettano Paolo e concordano una divisione delle responsabilità: Paolo per i non ebrei e Pietro per gli ebrei. Il medesimo Vangelo sarebbe stato portato in contesti diversi da persone diverse. Come segno dell'accordo raggiunto, i due si stringono la mano (vv.7-9). Un momento questo di monumentale importanza per la Chiesa primitiva.

Le due parti vivono così una discussione sensata e dettagliata sulle proprie differenze. Paolo si rifiuta di lasciarsi intimorire, anche se coloro con cui si confronta sono "ritenuti colonne" (v.9). Per lui, non è un incontro facile! Giacomo è presumibilmente già leader della Chiesa di Gerusalemme. Pietro e Giovanni sono invece entrambi membri della cerchia ristretta di Gesù.

Viene raggiunto un accordo soddisfacente. Nonostante sia un uomo determinato e consapevole di un compito speciale, Paolo agisce con rispetto e cortesia. Non permette all'opposizione dall'esterno, né allo scoraggiamento dall'interno, di impedirgli di fare ciò che è chiamato a fare.

L'unica condizione che i capi di Gerusalemme pongono è di "Ricordar\[si\] dei poveri" (v.10). La Chiesa deve sempre dare priorità ai poveri e agli svantaggiati della società.

Preghiera

Signore, concedici abilità, diplomazia e coraggio nell'annunciare la buona notizia del Vangelo. Aiutaci, come Paolo, ad abbracciare l'intera Chiesa di Gesù Cristo.
Antico Testamento

Isaia 36,1-37,38

Intervento degli ambasciatori assiri e risposta di Isaia

36 Nell'anno quattordicesimo del re Ezechia, Sennàcherib, re d'Assiria, salì contro tutte le città fortificate di Giuda e le prese. 2 Il re d'Assiria mandò da Lachis a Gerusalemme, dal re Ezechia, il gran coppiere con una schiera numerosa. Egli si fermò presso il canale della piscina superiore, che è nella via del campo del lavandaio. 3 Gli andarono incontro, Eliakìm, figlio di Chelkia, il maggiordomo, Sebna lo scriba e Iòach, figlio di Asaf, l'archivista.

4 Il gran coppiere disse loro: "Riferite a Ezechia:

"Così dice il grande re, il re d'Assiria: Che fiducia è quella nella quale confidi? 5 Domando: forse che la sola parola delle labbra può essere di consiglio e di forza per la guerra? Ora, in chi confidi per ribellarti a me? 6 Ecco, tu confidi su questo sostegno di canna spezzata, che è l'Egitto, che penetra nella mano, forandola, a chi vi si appoggia; tale è il faraone, re d'Egitto, per tutti coloro che confidano in lui. 7 Se mi dici: Noi confidiamo nel Signore, nostro Dio, non è forse quello stesso del quale Ezechia eliminò le alture e gli altari, ordinando alla gente di Giuda e di Gerusalemme: Vi prostrerete solo davanti a questo altare?

8 Ora fa' una scommessa col mio signore, re d'Assiria; io ti darò duemila cavalli, se potrai mettere tuoi cavalieri su di essi. 9 Come potrai far voltare indietro uno solo dei più piccoli servi del mio signore? Ma tu confidi nell'Egitto per i carri e i cavalieri! 10 Ora, non è forse secondo il volere del Signore che io sono salito contro questa terra per mandarla in rovina? Il Signore mi ha detto: Sali contro questa terra e mandala in rovina"".

11 Eliakìm, Sebna e Iòach risposero al gran coppiere: "Per favore, parla ai tuoi servi in aramaico, perché noi lo comprendiamo; non parlarci in giudaico: il popolo che è sulle mura ha orecchi per sentire".

12 Il gran coppiere replicò: "Forse il mio signore mi ha inviato per pronunciare tali parole al tuo signore e a te e non piuttosto agli uomini che stanno sulle mura, ridotti a mangiare i propri escrementi e a bere la propria urina con voi?".

13 Il gran coppiere allora si alzò in piedi e gridò a gran voce in giudaico, e disse: "Udite le parole del grande re, del re d'Assiria. 14 Così dice il re: "Non vi inganni Ezechia, poiché non potrà liberarvi. 15 Ezechia non vi induca a confidare nel Signore, dicendo: Certo, il Signore ci libererà, questa città non sarà consegnata in mano al re d'Assiria".

16 Non ascoltate Ezechia, poiché così dice il re d'Assiria: "Fate la pace con me e arrendetevi. Allora ognuno potrà mangiare i frutti della propria vigna e del proprio fico e ognuno potrà bere l'acqua della sua cisterna, 17 fino a quando io verrò per condurvi in una terra come la vostra, terra di frumento e di mosto, terra di pane e di vigne.

18 Non vi inganni Ezechia dicendo: Il Signore ci libererà! Forse gli dèi delle nazioni sono riusciti a liberare ognuno la propria terra dalla mano del re d'Assiria? 19 Dove sono gli dèi di Camat e di Arpad? Dove sono gli dèi di Sefarvàim? Hanno forse liberato Samaria dalla mia mano? 20 Quali mai, fra tutti gli dèi di quelle regioni, hanno liberato la loro terra dalla mia mano, perché il Signore possa liberare Gerusalemme dalla mia mano?"".

21 Quelli tacquero e non gli risposero nulla, perché l'ordine del re era: "Non rispondetegli".

22 Eliakìm, figlio di Chelkia, il maggiordomo, Sebna lo scriba e Iòach, figlio di Asaf, l'archivista, si presentarono a Ezechia con le vesti stracciate e gli riferirono le parole del gran coppiere.

Annuncio della liberazione di Gerusalemme

37 Quando udì, il re Ezechia si stracciò le vesti, si ricoprì di sacco e andò nel tempio del Signore. 2 Quindi mandò Eliakìm il maggiordomo, Sebna lo scriba e gli anziani dei sacerdoti ricoperti di sacco dal profeta Isaia, figlio di Amoz, 3 perché gli dicessero: "Così dice Ezechia: "Giorno di angoscia, di castigo e di disonore è questo, perché i bimbi stanno per nascere, ma non c'è forza per partorire. 4 Forse il Signore, tuo Dio, udrà le parole del gran coppiere che il re d'Assiria, suo signore, ha inviato per insultare il Dio vivente e lo castigherà per le parole che il Signore, tuo Dio, avrà udito. Innalza ora una preghiera per quel resto che ancora rimane"".

5 Così i ministri del re Ezechia andarono da Isaia. 6 Disse loro Isaia: "Riferite al vostro signore: "Così dice il Signore: Non temere per le parole che hai udito e con le quali i ministri del re d'Assiria mi hanno ingiuriato. 7 Ecco, io infonderò in lui uno spirito tale che egli, appena udrà una notizia, ritornerà nella sua terra e nella sua terra io lo farò cadere di spada"".

8 Il gran coppiere ritornò, ma trovò il re d'Assiria che combatteva contro Libna; infatti aveva udito che si era allontanato da Lachis,

9 avendo avuto, riguardo a Tiraka, re d'Etiopia, questa notizia: "Ecco, è uscito per combattere contro di te". Allora il re d'Assiria inviò di nuovo messaggeri a Ezechia dicendo: 10 "Così direte a Ezechia, re di Giuda: "Non ti illuda il tuo Dio in cui confidi, dicendo: Gerusalemme non sarà consegnata in mano al re d'Assiria. 11 Ecco, tu sai quanto hanno fatto i re d'Assiria a tutti i territori votandoli allo sterminio. Soltanto tu ti salveresti? 12 Gli dèi delle nazioni, che i miei padri hanno devastato, hanno forse salvato quelli di Gozan, di Carran, di Resef e i figli di Eden che erano a Telassàr? 13 Dove sono il re di Camat e il re di Arpad e il re della città di Sefarvàim, di Ena e di Ivva?"".

Preghiera di Ezechia

14 Ezechia prese la lettera dalla mano dei messaggeri e la lesse, poi salì al tempio del Signore, l'aprì davanti al Signore 15 e pregò davanti al Signore: 16 "Signore degli eserciti, Dio d'Israele, che siedi sui cherubini, tu solo sei Dio per tutti i regni della terra; tu hai fatto il cielo e la terra. 17 Porgi, Signore, il tuo orecchio e ascolta; apri, Signore, i tuoi occhi e guarda. Ascolta tutte le parole che Sennàcherib ha mandato a dire per insultare il Dio vivente.

18 È vero, Signore, i re d'Assiria hanno devastato le nazioni e la loro terra, 19 hanno gettato i loro dèi nel fuoco; quelli però non erano dèi, ma solo opera di mani d'uomo, legno e pietra: perciò li hanno distrutti. 20 Ma ora, Signore, nostro Dio, salvaci dalla sua mano, perché sappiano tutti i regni della terra che tu solo sei il Signore".

Caduta di Sennàcherib

21 Allora Isaia, figlio di Amoz, mandò a dire a Ezechia: "Così dice il Signore, Dio d'Israele: "Poiché tu mi hai pregato riguardo a Sennàcherib, re d'Assiria, 22 questa è la sentenza che il Signore ha pronunciato contro di lui:

Ti disprezza, ti deride
   la vergine figlia di Sion.
Dietro a te scuote il capo
   la figlia di Gerusalemme.
23 Chi hai insultato e ingiuriato?
   Contro chi hai alzato la voce
e hai levato in alto i tuoi occhi?
   Contro il Santo d'Israele!
24 Per mezzo dei tuoi ministri hai insultato il mio Signore
   e hai detto: Con la moltitudine dei miei carri
sono salito in cima ai monti,
  sugli estremi gioghi del Libano:
ne ho reciso i cedri più alti,
   i suoi cipressi migliori,
sono penetrato nel suo angolo più remoto,
   nella sua foresta lussureggiante.
25 Io ho scavato
   e bevuto le acque,
ho fatto inaridire con la pianta dei miei piedi
   tutti i fiumi d'Egitto.

26 Non l'hai forse udito?
   Da tempo ho preparato questo,
da giorni remoti io l'ho progettato;
   ora lo eseguo.
E sarai tu a ridurre in mucchi di rovine
   le città fortificate.
27 I loro abitanti, stremati di forza,
erano atterriti e confusi, erano erba del campo,
   foglie verdi d'erbetta,
erba di tetti, grano riarso
   prima di diventare messe.

28 Che tu ti sieda,
   esca o rientri,
   io lo so.
29 Poiché il tuo infuriarti contro di me
   e il tuo fare arrogante è salito ai miei orecchi,
porrò il mio anello alle tue narici
   e il mio morso alle tue labbra;
ti farò tornare per la strada
   per la quale sei venuto".

30 Questo sarà per te il segno:

mangiate quest'anno il frutto dei semi caduti,
   nel secondo anno ciò che nasce da sé,
nel terzo anno seminate e mietete,
   piantate vigne e mangiatene il frutto.
31 Il residuo superstite della casa di Giuda
   continuerà a mettere radici in basso e a fruttificare in alto.
32 Poiché da Gerusalemme uscirà un resto,
   dal monte Sion un residuo.
Lo zelo del Signore degli eserciti
   farà questo.

33 Pertanto così dice il Signore riguardo al re d'Assiria:

"Non entrerà in questa città
   né vi lancerà una freccia,
non l'affronterà con scudi
   e contro di essa non costruirà terrapieno.
34 Ritornerà per la strada per cui è venuto;
   non entrerà in questa città.
   Oracolo del Signore:
35 Proteggerò questa città per salvarla,
   per amore di me e di Davide mio servo".

36 Ora l'angelo del Signore uscì e colpì nell'accampamento degli Assiri centoottantacinquemila uomini. Quando i superstiti si alzarono al mattino, ecco, erano tutti cadaveri senza vita. 37 Sennàcherib, re d'Assiria, levò le tende, partì e fece ritorno a Ninive, dove rimase.

38 Mentre si prostrava nel tempio di Nisroc, suo dio, i suoi figli Adrammèlec e Sarèser lo colpirono di spada, mettendosi quindi al sicuro nella terra di Araràt. Al suo posto divenne re suo figlio Assarhàddon.

Commento

Offrire al Signore le situazioni "impossibili"

Sei mai stato deriso, o derisa, per la tua fede in Dio? A volte ci dicono: Pensi davvero che Dio sia dalla tua parte? O non pensi che tutto questo sia frutto della tua immaginazione? Oppure, pensi davvero che fidarti di Dio ti porterà a qualcosa di buono? Questo è un esempio del modo in cui il popolo di Dio è stato da sempre deriso nel corso della storia.

Il popolo di Dio subisce un attacco inaspettato. È un episodio così importante da comparire tre volte nella Bibbia (vedi 2 Re 18; 2 Cronache 32). Sennacherib, re di Assiria, sta attaccando Gerusalemme con un grande esercito. I suoi servi scherniscono il popolo. Dicono: "In chi confidi per ribellarti a me?" (Isaia 36,5) "Vi prostrerete solo davanti a questo altare?" (v.7b) Vengono scherniti e ridicolizzati per la loro fede in Dio.

La situazione del popolo di Dio è davvero drammatica: nessuno era mai stato liberato dalla "mano del re di Assiria" (v.18). Nonostante le provocazioni, il popolo non risponde. A volte la migliore risposta alle critiche e agli attacchi è mantenere un dignitoso silenzio: "Quelli tacquero e non gli risposero nulla, perché l'ordine del re era: 'Non rispondetegli'" (v.21).

Re Ezechia reagisce alla crisi stracciandosi le vesti, indossando il sacco e recandosi nel tempio del Signore (37,1). Manda a chiamare il profeta Isaia, gli dice: "Giorno di angoscia, di castigo e di disonore è questo, perché i bimbi stanno per nascere, ma non c'è forza per partorire" (v.3, MSG), e gli chiede di pregare (v.4).

Attraverso Isaia, Dio risponde dicendo: "Non temere per le parole che hai udito... io infonderò in lui uno spirito" (vv.6-7, MSG).

Con la lettera appena ricevuta, Ezechia sale al tempio del Signore: "L'aprì davanti al Signore e pregò… 'Signore degli eserciti, Dio d'Israele... tu solo sei Dio per tutti i regni della terra; tu hai fatto il cielo e la terra. Porgi, Signore, il tuo orecchio e ascolta; apri, Signore, i tuoi occhi e guarda. Ascolta tutte le parole che Sennàcherib ha mandato a dire per insultare il Dio vivente... Ma ora, Signore, nostro Dio, salvaci dalla sua mano, perché sappiano tutti i regni della terra che tu solo sei il Signore'" (vv.14-20).

Attraverso Isaia, il Signore risponde così: "Poiché tu mi hai pregato... Proteggerò questa città per salvarla, per amore di me e di Davide mio servo" (vv.21.35).

Dio ascolta la preghiera di Ezechia e Isaia, salva e libera il suo popolo (vv.36-38).

Preghiera

Signore, nella nostra società, il nome di Gesù non è più onorato. Ti chiedo di riversare nuovamente il tuo Spirito sul tuo popolo affinché possa rivolgersi a te in preghiera. Ascolta oggi il nostro grido di preghiera e liberaci in questo momento di crisi.

La moglie di Nicky dice

"Ci pregarono soltanto di ricordarci dei poveri, ed è quello che mi sono preoccupato di fare".

Anch'io spesso sento il desiderio di ricordarmi dei poveri, ma a volte mi sento troppo sopraffatta per sapere cosa fare, o troppo preoccupata o semplicemente disillusa per qualche esperienza passata non andata molto bene. Penso però che non dovremmo mai scoraggiarci e, come dice la Bibbia, continuare a ricordarci dei poveri.

Versetto del giorno

Isaia 36,7

"Noi confidiamo nel Signore, nostro Dio".

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