Giorno 226

Notte con una zanzara

Sapienziali Salmi 96,1-13
Nuovo Testamento 1 Corinzi 9,1-18
Antico Testamento Qoelet 9,13-12,14

Introduzione

La storia umana è una storia di persone che influenzano la vita di altre persone. La leadership è la capacità di influenzare le vite degli altri. In un certo senso, siamo tutti dei leader. I sociologi dicono che anche la persona più introversa e isolata del mondo, nell'arco di una vita, giunge ad influenzare un numero di persone pari almeno a 10.000. Tutti noi ci influenziamo gli uni con gli altri e in modi diversi: da cosa mangiamo e quali film guardiamo, a questioni più importanti come l'etica e la verità.

Nella mia vita sono state molte le persone che hanno influenzato il mio modo di essere, pensare e di agire: i miei genitori, gli insegnanti, i miei amici e i miei parenti. E anch'io a mia volta ho inevitabilmente influenzato le persone a me vicine attraverso ciò che ho detto e fatto, nel bene e nel male.

Un proverbio africano dice: "Se pensi di essere troppo piccolo per fare la differenza, prova a dormire con una zanzara". Se vuoi riposare, la presenza di una zanzara nella stanza può fare una grande differenza. Una persona ha il potere di risolvere piccole o grandi ingiustizie. Può essere una voce piccola o grande a difesa della verità. Un gesto di gentilezza può cambiare e salvare la vita di una persona. Ogni persona può fare la differenza.

La domanda che ci poniamo è: come esercitare la nostra massima influenza ed usarla per il bene?

Sapienziali

Salmi 96,1-13

Salmo 96

1 Cantate al Signore un canto nuovo,
  cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
2 Cantate al Signore, benedite il suo nome,
  annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
3 In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
  a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

4 Grande è il Signore e degno di ogni lode,
  terribile sopra tutti gli dèi.
5 Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla,
  il Signore invece ha fatto i cieli.
6 Maestà e onore sono davanti a lui,
  forza e splendore nel suo santuario.

7 Date al Signore, o famiglie dei popoli,
  date al Signore gloria e potenza,
8 date al Signore la gloria del suo nome.
  Portate offerte ed entrate nei suoi atri,
9 prostratevi al Signore nel suo atrio santo.
  Tremi davanti a lui tutta la terra.
10 Dite tra le genti: "Il Signore regna!".
È stabile il mondo, non potrà vacillare!
  Egli giudica i popoli con rettitudine.

11 Gioiscano i cieli, esulti la terra,
  risuoni il mare e quanto racchiude;
12 sia in festa la campagna e quanto contiene,
  acclamino tutti gli alberi della foresta
13 davanti al Signore che viene:
  sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
  e nella sua fedeltà i popoli.

Commento

Per il bene di tutti

Dio ha scelto Israele. Ha benedetto il popolo di Israele in maniera speciale. Ma il suo intento non era di rendere questo popolo altezzoso e superiore agli altri, ma che fosse benedizione per il mondo intero (Genesi 12,3). È stato benedetto per essere a sua volta benedizione per gli altri. È stato chiamato ad usare la sua influenza per il bene di tutte le nazioni.

Dio ora ha esteso la sua chiamata a tutti noi, la Chiesa. Una chiamata ad essere benedizione per tutte le genti. Siamo benedetti per benedire gli altri.

Questo salmo parla ai popoli di tutte le nazioni. Proclama le meraviglie e le benedizioni di Dio a tutti. Siamo chiamati a benedire attraverso:

1. La lode

"Cantate al Signore un canto nuovo" (Salmi 96,1). È Interessante notare che la lode dovrebbe essere creativa ed innovativa.

2. La testimonianza

"Cantate al Signore, benedite il suo nome, annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. In mezzo alle genti narrate la sua gloria, a tutti i popoli dite le sue meraviglie". "Dite tra le genti: 'Il Signore regna!'" (vv.2-3.10a, MSG).

Preghiera

Signore, aiutaci a non diventare altezzosi e autoreferenziali. Fa che tutto ciò che facciamo come individui e come comunità sia orientato all'esterno, per portare benedizione al mondo, proclamando la tua salvezza ogni giorno.
Nuovo Testamento

1 Corinzi 9,1-18

Paolo apostolo: suoi diritti e doveri

9Non sono forse libero, io? Non sono forse un apostolo? Non ho veduto Gesù, Signore nostro? E non siete voi la mia opera nel Signore? 2 Anche se non sono apostolo per altri, almeno per voi lo sono; voi siete nel Signore il sigillo del mio apostolato.

3 La mia difesa contro quelli che mi accusano è questa: 4 non abbiamo forse il diritto di mangiare e di bere? 5 Non abbiamo il diritto di portare con noi una donna credente, come fanno anche gli altri apostoli e i fratelli del Signore e Cefa? 6 Oppure soltanto io e Bàrnaba non abbiamo il diritto di non lavorare?

7 E chi mai presta servizio militare a proprie spese? Chi pianta una vigna senza mangiarne il frutto? Chi fa pascolare un gregge senza cibarsi del latte del gregge? 8 Io non dico questo da un punto di vista umano; è la Legge che dice così. 9 Nella legge di Mosè infatti sta scritto: Non metterai la museruola al bue che trebbia. Forse Dio si prende cura dei buoi? 10 Oppure lo dice proprio per noi? Certamente fu scritto per noi. Poiché colui che ara, deve arare sperando, e colui che trebbia, trebbiare nella speranza di avere la sua parte. 11 Se noi abbiamo seminato in voi beni spirituali, è forse gran cosa se raccoglieremo beni materiali? 12 Se altri hanno tale diritto su di voi, noi non l'abbiamo di più?

Noi però non abbiamo voluto servirci di questo diritto, ma tutto sopportiamo per non mettere ostacoli al vangelo di Cristo.

13 Non sapete che quelli che celebrano il culto, dal culto traggono il vitto, e quelli che servono all'altare, dall'altare ricevono la loro parte? 14 Così anche il Signore ha disposto che quelli che annunciano il Vangelo vivano del Vangelo.

15 Io invece non mi sono avvalso di alcuno di questi diritti, né ve ne scrivo perché si faccia in tal modo con me; preferirei piuttosto morire. Nessuno mi toglierà questo vanto! 16 Infatti annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo! 17 Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. 18 Qual è dunque la mia ricompensa? Quella di annunciare gratuitamente il Vangelo senza usare il diritto conferitomi dal Vangelo.

Commento

Annunciare la buona notizia

Paolo è perfettamente consapevole della sua influenza come Cristiano e, in particolare, come apostolo. Per questo è assolutamente determinato a massimizzare la sua influenza per il bene e a sopportare di tutto "per non mettere ostacoli al Vangelo di Cristo" (v.12),

Sembrerebbe che la chiamata al celibato sia per lui il modo migliore per sfruttare al massimo la sua influenza. Non dice che nel matrimonio c'è qualcosa di sbagliato. Da quel che sembra, gli altri apostoli, e tra questi i "fratelli del Signore e Cefa", cioè Pietro, erano tutti sposati (v.5).

Un altro modo attraverso il quale cerca di massimizzare la sua influenza è attraverso il lavoro. Lavora per vivere. Sottolinea che potrebbe anche non farlo. Dice: "Il Signore ha disposto che quelli che annunciano il Vangelo vivano del Vangelo" (v.14). O, come traduce Eugene Peterson: "Quelli che diffondono il Messaggio siano sostenuti da quelli che credono nel Messaggio" (MSG). In altre parole, come cristiani dovremmo sostenere finanziariamente coloro che diffondono il Vangelo a tempo pieno.

Il punto di Paolo è che sebbene avesse questo diritto, non ne fa uso: "Noi però non abbiamo voluto servirci di questo diritto, ma tutto sopportiamo per non mettere ostacoli al Vangelo di Cristo" (v.12, MSG).

Paolo è estremamente appassionato della predicazione del Vangelo. Non vuole che alcunché ostacoli il suo massimo impatto. Quindi, non utilizza nessuno dei suoi diritti. La sua missione è di primaria importanza (v.15). Si sente costretto a predicare: "Guai a me se non annuncio il Vangelo" (v.16). Sente di avere un obbligo a cui sta semplicemente adempiendo.

Ciò che Paolo desidera più di ogni altra cosa è che le persone possano ascoltare il Vangelo "gratuitamente" (v.18): "Preferirei piuttosto morire. Nessuno mi toglierà questo vanto!" (v.15, MSG)

È questo uno dei principali motivi per il quale facciamo in modo che la partecipazione ai corsi Alpha sia sempre gratuita. Ed è per questo che evitiamo nel modo più assoluto di richiedere un contributo ai partecipanti anche alla fine del corso. Non vogliamo che le persone paghino direttamente o indirettamente per il privilegio di ascoltare il Vangelo. Paolo dice: "Preferirei morire piuttosto che..." (v.15).

Ricordo ancora quella volta in cui Billy Graham venne a predicare il Vangelo a Londra nel 1989. Ad un certo punto, gli venne proposto di vendere i biglietti alla cifra simbolica di una sterlina, invece di distribuirli gratuitamente. Non si voleva che andassero sprecati. Ma questo suggerimento non fu accolto da Billy Graham. Aveva deciso che avrebbe sempre predicato il Vangelo gratuitamente.

Preghiera

Signore, aiutaci a seguire sempre l'esempio dell'apostolo Paolo per essere influenti nella predicazione del Vangelo, nella completa gratuità e a sopportare qualsiasi cosa piuttosto che ostacolare il Vangelo di Cristo.
Antico Testamento

Qoelet 9,13-12,14

La sapienza del povero è disprezzata

13 Anche quest'altro esempio di sapienza ho visto sotto il sole e mi parve assai grave: 14 c'era una piccola città con pochi abitanti. Un grande re si mosse contro di essa, l'assediò e costruì contro di essa grandi fortificazioni. 15 Si trovava però in essa un uomo povero ma saggio, il quale con la sua sapienza salvò la città; eppure nessuno si ricordò di quest'uomo povero. 16 Allora io dico: "È meglio la sapienza che la forza, ma la sapienza del povero è disprezzata e le sue parole non sono ascoltate".

17 Le parole pacate dei sapienti si ascoltano meglio
  delle urla di un comandante di folli.
18 Vale più la sapienza che le armi da guerra,
  ma un solo errore può distruggere un bene immenso.

10Una mosca morta guasta l'unguento del profumiere:
  un po' di follia ha più peso della sapienza e dell'onore.
2 Il cuore del sapiente va alla sua destra,
  il cuore dello stolto alla sua sinistra.
3 E anche quando lo stolto cammina per strada,
  il suo cuore è privo di senno
  e di ognuno dice: "Quello è un pazzo".
4 Se l'ira di un potente si accende contro di te,
  non lasciare il tuo posto,
  perché la calma pone rimedio a errori anche gravi.

5 C'è un male che io ho osservato sotto il sole,
  uno sbaglio commesso da un sovrano:
6 la stoltezza viene collocata in posti elevati
  e i ricchi siedono in basso.
7 Ho visto schiavi andare a cavallo
  e prìncipi camminare a piedi, per terra, come schiavi.

8 Chi scava una fossa vi può cadere dentro
  e chi abbatte un muro può essere morso da una serpe.
9 Chi spacca pietre può farsi male
  e chi taglia legna può correre pericoli.

10 Se il ferro si ottunde
  e non se ne affila il taglio,
bisogna raddoppiare gli sforzi:
  il guadagno sta nel saper usare la saggezza.

11 Se il serpente morde prima d'essere incantato,
  non c'è profitto per l'incantatore.

12 Le parole del saggio procurano stima,
  ma le labbra dello stolto lo mandano in rovina:
13 l'esordio del suo parlare è sciocchezza,
  a fine del suo discorso pazzia funesta.
14   L'insensato moltiplica le parole,

ma l'uomo non sa quello che accadrà:
  chi può indicargli ciò che avverrà dopo di lui?

15 Lo stolto si ammazza di fatica,
  ma non sa neppure andare in città.

16 Povero te, o paese, che per re hai un ragazzo
  e i tuoi prìncipi banchettano fin dal mattino!
17 Fortunato te, o paese, che per re hai un uomo libero
  e i tuoi prìncipi mangiano al tempo dovuto,
  per rinfrancarsi e non per gozzovigliare.

18 Per negligenza il soffitto crolla
  e per l'inerzia delle mani piove in casa.

19 Per stare lieti si fanno banchetti
  e il vino allieta la vita,
  ma il denaro risponde a ogni esigenza.

20 Non dire male del re neppure con il pensiero
  e nella tua stanza da letto non dire male del potente,
perché un uccello del cielo potrebbe trasportare la tua voce
  e un volatile riferire la tua parola.

Invito ad agire

11Getta il tuo pane sulle acque,
  perché con il tempo lo ritroverai.
2 Fanne sette o otto parti,
  perché non sai quale sciagura potrà arrivare sulla terra.

3 Se le nubi sono piene d'acqua,
  la rovesciano sopra la terra;
se un albero cade verso meridione o verso settentrione,
  là dove cade rimane.
4 Chi bada al vento non semina mai,
  e chi osserva le nuvole non miete.

5 Come tu non conosci la via del soffio vitale
  né come si formino le membra nel grembo d'una donna incinta,
così ignori l'opera di Dio
  che fa tutto.

6 Fin dal mattino semina il tuo seme
  e a sera non dare riposo alle tue mani,
perché non sai quale lavoro ti riuscirà meglio,
  se questo o quello,
  o se tutti e due andranno bene.

Invito alla gioia

7 Dolce è la luce
  e bello è per gli occhi vedere il sole.
8 Anche se l'uomo vive molti anni,
  se li goda tutti,
e pensi ai giorni tenebrosi,
  che saranno molti:
tutto ciò che accade è vanità.

9 Godi, o giovane, nella tua giovinezza,
  e si rallegri il tuo cuore nei giorni della tua gioventù.
Segui pure le vie del tuo cuore
  e i desideri dei tuoi occhi.
Sappi però che su tutto questo
  Dio ti convocherà in giudizio.
10 Caccia la malinconia dal tuo cuore,
  allontana dal tuo corpo il dolore,
  perché la giovinezza e i capelli neri sono un soffio.

12Ricòrdati del tuo creatore
  nei giorni della tua giovinezza,
prima che vengano i giorni tristi
  e giungano gli anni di cui dovrai dire:
  "Non ci provo alcun gusto";
2 prima che si oscurino il sole, la luce,
  la luna e le stelle
  e tornino ancora le nubi dopo la pioggia;
3 quando tremeranno i custodi della casa
  e si curveranno i gagliardi
e cesseranno di lavorare le donne che macinano, perché rimaste poche,
  e si offuscheranno quelle che guardano dalle finestre
4 e si chiuderanno i battenti sulla strada;
  quando si abbasserà il rumore della mola
e si attenuerà il cinguettio degli uccelli
  e si affievoliranno tutti i toni del canto;
5 quando si avrà paura delle alture
  e terrore si proverà nel cammino;
quando fiorirà il mandorlo
  e la locusta si trascinerà a stento
  e il cappero non avrà più effetto,
poiché l'uomo se ne va nella dimora eterna
  e i piagnoni si aggirano per la strada;

6 prima che si spezzi il filo d'argento
  e la lucerna d'oro s'infranga
e si rompa l'anfora alla fonte
  e la carrucola cada nel pozzo,
7 e ritorni la polvere alla terra, com'era prima,
  e il soffio vitale torni a Dio, che lo ha dato.

8 Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
  tutto è vanità.

Epilogo

9 Oltre a essere saggio, Qoèlet insegnò al popolo la scienza; ascoltò, meditò e compose un gran numero di massime. 10 Qoèlet cercò di trovare parole piacevoli e scrisse con onestà parole veritiere.

11 Le parole dei saggi sono come pungoli, e come chiodi piantati sono i detti delle collezioni: sono dati da un solo pastore. 12 Ancora un avvertimento, figlio mio: non si finisce mai di scrivere libri e il molto studio affatica il corpo.

13 Conclusione del discorso,
  dopo aver ascoltato tutto:
temi Dio e osserva i suoi comandamenti,
  perché qui sta tutto l'uomo.
14 Infatti, Dio citerà in giudizio ogni azione,
  anche tutto ciò che è occulto,
  bene o male.

Commento

Seminare semi buoni

Salomone conosce molto bene il potere che deriva dall'essere influenti. L'influenza può essere usata a fin di bene o a fin di male.

Un uomo sapiente può salvare una città intera (9,13-18a), ma "un solo errore può distruggere un bene immenso" (v.18b). Hitler, Stalin e Pol Pot ne sono esempi emblematici. Un singolo uomo può esercitare la sua influenza per fare del male e causare danni enormi.

Ma non è detto che l'influenza debba essere sempre al negativo, per fare del male, come quella dei grandi tiranni della storia: "Una mosca morta guasta l'unguento del profumiere: un po’ di follia ha più peso della sapienza e dell'onore" (10,1, MSG). Se persino una mosca morta può fare danno, chiunque allora, per poca influenza possa avere, può fare il bene o fare il male. Tutti noi possiamo essere come la mosca che rovina un profumo.

L'autore di questo libro si sofferma su come la nostra influenza possa essere esercitata a fin di bene anziché per fare del male:

1. Badare a ciò che si dice

Salomone ricorda che "Le parole del saggio procurano stima" (10,12a) e che a chi ci parla con ira dovremmo rispondere con calma (10,4).

Ci mette in guardia dai pettegolezzi e le maldicenze nei confronti dei potenti e ci esorta a stare attenti a ciò che diciamo e pensiamo: "Non dire male del re neppure con il pensiero e nella tua stanza da letto non dire male del potente, perché un uccello del cielo potrebbe trasportare la tua voce e un volatile riferire la tua parola" (10,20).

2. Accettare il rischio di fallire

Se vuoi che la tua influenza sia veramente a fin di bene, prenditi dei rischi. "Getta il tuo pane sulle acque, perché con il tempo lo ritroverai. Fanne sette o otto parti, perché non sai quale sciagura potrà arrivare sulla terra" (11,1-2, MSG). Un detto dice: "Chi non risica non rosica". Amare significa anche rischiare di non essere amati. Tentare significa anche accettare il rischio di fallire. Ma nella vita prendere dei rischi è essenziale, perché il più grande rischio nella vita è non correre alcun rischio.

Se nella vita saremo eccessivamente prudenti in tutto, non otterremo mai nulla. "Chi bada al vento non semina mai, e chi osserva le nuvole non miete" (11,4). Questo principio è importante anche nella Chiesa, ogni volta che iniziamo un nuovo progetto. Significa correre dei rischi ed essere determinati a raggiungere ciò a cui puntiamo. Di fronte ad ostacoli che ci sembrano insormontabili, non dovremmo fermarci. E neppure spaventarci per il vento o per la paura di perderci nelle nuvole.

3. Metterci tutte le proprie forze

Se vuoi ottenere buoni frutti, dovrai darti molto da fare: "Fin dal mattino semina il tuo seme e a sera non dare riposo alle tue mani, perché non sai quale lavoro ti riuscirà meglio" (11,6).

Un detto dice: "Non mettere tutte le uova nello stesso cesto". Impegnati su tutti i fronti e cerca di dare il meglio in ogni opportunità. Questa è la ragione per cui nella Chiesa siamo chiamati a seminare in ogni campo. Seminiamo per lodare il Signore, seminiamo nella preghiera, nella formazione, nel discepolato, nello studio della teologia, nell'aiuto a migliorare la società, nell'evangelizzazione, nel combattere l'ingiustizia, nell'aiuto ai carcerati, ai poveri ed agli emarginati.

4. Trovare nuove opportunità

La vita è breve. Non perdere tempo a preoccuparti: "Caccia la malinconia dal tuo cuore" (11,10). Le tue opportunità sono limitate dall'età: "Anche se l'uomo vive molti anni, se li goda tutti... Godi, o giovane, nella tua giovinezza" (11,8a-9a, MSG).

Dopo una lunga ricerca, questo libro si conclude con semplici parole. Il senso ultimo della vita sta nel temere Dio e nell'osservare i suoi comandamenti: "Perché qui sta tutto l'uomo" (12,13b).

Preghiera

Signore, aiutami ad adorarti e ad osservare i tuoi comandamenti. Aiutami ad usare la mia influenza per il bene e non per il male. Aiutami a sfruttare al massimo ogni opportunità che hai posto dinanzi a me.

La moglie di Nicky dice

Qoelet 12,12

"Ancora un avvertimento, figlio mio: non si finisce mai di scrivere libri e il molto studio affatica il corpo".

Che affermazione profetica! Sembra che Salomone vedesse già l'oceano di libri che sarebbero stati scritti su ogni argomento nel corso degli anni. Oggi disponiamo di così tanti libri belli e stimolanti, anche se alcuni lo sono di meno. Molti anni fa, uno dei nostri figli, nel leggere un libro assegnato come compito, mi disse: "Non mi piacciono i libri. Non mi piacciono proprio. Sono pieni di parole!"

Versetto del giorno

Qoelet 11,10

"Caccia la malinconia dal tuo cuore".

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