Giorno 224

Vivere il presente

Sapienziali Proverbi 19,23-20,4
Nuovo Testamento 1 Corinzi 7,17-35
Antico Testamento Qoelet 4,1-6,12

Introduzione

Molte persone oggi vedono la vita come un continuo susseguirsi di fatiche e difficoltà, un po' come le tre Streghe nel Macbeth di Shakespeare: "Doppia, doppia fatica e guai". Anch'io una volta vedevo la vita così. Ma un giorno un amico mi ha fatto notare che la vita in realtà è un susseguirsi di situazioni e problemi da risolvere. Non ci saranno mai periodi senza problemi. Se, in mezzo alle sfide e alle situazioni di ogni giorno, impareremo a crescere e a prosperare, la nostra vita troverà gioia e appagamento.

L'autore del libro del Qoelet dice: "Ad ogni uomo, al quale Dio concede ricchezze e beni, egli dà facoltà di mangiarne, prendere la sua parte e godere della sua fatica: anche questo è dono di Dio. Egli infatti non penserà troppo ai giorni della sua vita, poiché Dio lo occupa con la gioia del suo cuore" (Qoelet 5,18-19, MSG). Per questo dovremmo continuamente imparare a godere di questo meraviglioso dono della vita. Se non lo faremo, la vita ci passerà accanto e della sua bellezza non riusciremo che a cogliere un debole riflesso.

Sapienziali

Proverbi 19,23-20,4

23 Il timore di Dio conduce alla vita
  e chi ne è pieno dorme tranquillo senza essere raggiunto dalla sventura.

24 Il pigro immerge la mano nel piatto,
  ma non è capace di riportarla alla bocca.

25 Percuoti lo spavaldo e l'inesperto diventerà accorto,
  rimprovera il prudente e imparerà la lezione.

26 Rovina il padre e fa fuggire la madre
  un figlio disonorato e infame.

27 Figlio mio, cessa di accogliere l'istruzione
  se vuoi allontanarti dalle parole della sapienza.

28 Il testimone iniquo si beffa della giustizia
  e la bocca dei malvagi ingoia l'iniquità.

29 Per gli spavaldi sono pronte le punizioni
  e le percosse per la schiena degli stolti.

20Il vino è beffardo, il liquore è tumultuoso;
  chiunque si perde dietro ad esso non è saggio.

2 La collera del re è come ruggito di leone;
  chiunque lo irrita rischia la vita.

3 È una gloria evitare le contese,
  attaccar briga è proprio degli stolti.

4 Il pigro non ara d'autunno:
  alla mietitura cerca, ma non trova nulla.

Commento

Rispettare, onorare e confidare in Dio

L'autore del libro dei Proverbi dice che il "timore di Dio" (19,23a) ci permette di dormire tranquilli al riparo dalle sventure. Timore di Dio significa vivere una profonda relazione con lui, confidare sempre in lui, rispettarlo ed onorarlo. È scritto: "Il timore di Dio conduce alla vita e chi ne è pieno dorme tranquillo senza essere raggiunto dalla sventura" (v.23).

Il salmo prosegue parlando di alcune cause di sventura non necessarie, cioè evitabili:

  1. Pigrizia. La pigrizia è qui indicata come causa di future sventure: "Il pigro non ara d'autunno: alla mietitura cerca, ma non trova nulla" (20,4, MSG, vedi anche 19,24).

  2. Cinismo. La spavalderia (19,25.29) è una forma di cinismo. Un atteggiamento, oggi, molto comune. A volte lo si trova anche nella vita religiosa, e non è mai una cosa buona. Prima o poi porterà a problemi.

  3. Malvagità. Un'altra causa di sventura è la disonestà, la quale, prima o poi, causerà disonore ed infamia (v.26). "Il testimone iniquo si beffa della giustizia e la bocca dei malvagi ingoia l'iniquità" (v.28, MSG).

  4. Dipendenza dalle sostanze. "Il vino è beffardo, il liquore è tumultuoso; chiunque si perde dietro ad esso non è saggio" (20,1, MSG). La dipendenza dall'alcol è causa di grandi problemi. Buona parte della criminalità che affligge la nostra società oggi è legata all'uso di alcol e droghe.

  5. Litigi. "È una gloria evitare le contese, attaccar briga è proprio degli stolti" (v.3, MSG).

Preghiera

Signore, grazie perché vivere in relazione con te conduce alla vita e alla gioia. Aiutami a prendere le distanze da queste cause di sventura non necessarie.
Nuovo Testamento

1 Corinzi 7,17-35

Rimanere nella propria condizione

17 Fuori di questi casi, ciascuno - come il Signore gli ha assegnato - continui a vivere come era quando Dio lo ha chiamato; così dispongo in tutte le Chiese. 18 Qualcuno è stato chiamato quando era circonciso? Non lo nasconda! È stato chiamato quando non era circonciso? Non si faccia circoncidere! 19 La circoncisione non conta nulla, e la non circoncisione non conta nulla; conta invece l'osservanza dei comandamenti di Dio. 20 Ciascuno rimanga nella condizione in cui era quando fu chiamato.

21 Sei stato chiamato da schiavo? Non ti preoccupare; anche se puoi diventare libero, approfitta piuttosto della tua condizione! 22 Perché lo schiavo che è stato chiamato nel Signore è un uomo libero, a servizio del Signore! Allo stesso modo chi è stato chiamato da libero è schiavo di Cristo. 23 Siete stati comprati a caro prezzo: non fatevi schiavi degli uomini! 24 Ciascuno, fratelli, rimanga davanti a Dio in quella condizione in cui era quando è stato chiamato.

Il tempo si è fatto breve

25 Riguardo alle vergini, non ho alcun comando dal Signore, ma do un consiglio, come uno che ha ottenuto misericordia dal Signore e merita fiducia. 26 Penso dunque che sia bene per l'uomo, a causa delle presenti difficoltà, rimanere così com'è. 27 Ti trovi legato a una donna? Non cercare di scioglierti. Sei libero da donna? Non andare a cercarla. 28 Però se ti sposi non fai peccato; e se la giovane prende marito, non fa peccato. Tuttavia costoro avranno tribolazioni nella loro vita, e io vorrei risparmiarvele.

29 Questo vi dico, fratelli: il tempo si è fatto breve; d'ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l'avessero; 30 quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che gioiscono, come se non gioissero; quelli che comprano, come se non possedessero; 31 quelli che usano i beni del mondo, come se non li usassero pienamente: passa infatti la figura di questo mondo!

32 Io vorrei che foste senza preoccupazioni: chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore; 33 chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie, 34 e si trova diviso! Così la donna non sposata, come la vergine, si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito; la donna sposata invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere al marito. 35 Questo lo dico per il vostro bene: non per gettarvi un laccio, ma perché vi comportiate degnamente e restiate fedeli al Signore, senza deviazioni.

Commento

Essere totalmente fedeli al Signore

Uno dei maggiori problemi delle persone oggi è il continuo senso di ansia e frustrazione. Sensazioni che derivano da una continua ed esasperata competizione in tutti i campi e dalla paura di sentirsi "esclusi", in inglese FOMO (Fear of missing out).

Nel brano di oggi, Paolo offre una risposta a queste paure. Dice: "Ciascuno - come il Signore gli ha assegnato - continui a vivere come era quando Dio lo ha chiamato" (v.17, MSG). Con tali parole, traccia la strada per coloro che iniziano un cammino di fede. Li invita a rimanere fedeli alla condizione in cui erano nel momento in cui sono stati chiamati.

Proprio su questo fa tre esempi: matrimonio, circoncisione e schiavitù. È bene ricordare qui che in quel periodo storico i primi cristiani erano una piccola minoranza e non erano nella condizione di poter abolire la schiavitù.

Le situazioni in cui le persone si potevano trovare erano ovviamente molte di più. Ad eccezione di situazioni illegali o immorali, coloro che diventavano cristiani non dovevano lasciare il loro lavoro senza aver avuto una chiara chiamata a fare qualcos'altro. Dio ci chiama esattamente lì dove siamo.

Paolo desidera risparmiare alle persone le molte "tribolazioni nella loro vita" (v.28). Ma allo stesso tempo vuole che non si complichino inutilmente la vita (v.29, MSG). Riguardo al matrimonio e al celibato, la sua preoccupazione è che le persone restino "fedeli al Signore, senza deviazioni" (v.35).

Parla inoltre dei vantaggi del celibato. Sappiamo bene che Gesù era celibe e che riguardo a questo ha detto che per alcuni la condizione di celibato non dipende dalla loro volontà, mentre per altri si tratta di una scelta "per il regno dei cieli" (Matteo 19,12). La condizione di celibato contro la propria volontà può essere difficile e dolorosa, ma non è questo di cui Gesù parla in Matteo 19 e in questo brano. Qui Paolo sta parlando del celibato per il regno dei cieli, una condizione che può essere permanente o per un periodo limitato di tempo.

Il celibato ha degli svantaggi. Ad esempio, la mancanza di un coniuge e di conseguenza la solitudine, la mancanza di una relazione sessuale e il non avere figli. Ma ha anche dei grandi vantaggi. Qui Paolo ne presenta due:

  1. La brevità della vita. Paolo scrive: "Questo vi dico, fratelli: il tempo si è fatto breve" (1 Corinzi 7,29, MSG), quindi "quelli che hanno moglie, vivano come se non l'avessero; quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che gioiscono, come se non gioissero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano i beni del mondo, come se non li usassero pienamente" (vv.29-31, MSG).

    Paolo non intende svalutare il matrimonio, così come non vuole escludere dalla nostra vita i momenti di gioia, di tristezza né l'uso dei beni del mondo. Paolo intende che rispetto alla grazia del servire il Signore, ogni cosa appare insignificante. Per questo abbiamo bisogno di staccarci dalle cose del mondo, e questo può essere più facile per chi è celibe.

  2. Libertà dalle distrazioni. Questo aspetto si applica in modo particolare ai tempi di persecuzione. Paolo dice: "Penso dunque che sia un bene per l'uomo, a causa delle presenti difficoltà, rimanere così com'è" (v.26).

    E aggiunge: "Io vorrei che foste senza preoccupazioni: chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore... Chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo... e si trova diviso! Così la donna non sposata, come la vergine, si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito... Questo lo dico per il vostro bene: non per gettarvi un laccio, ma perché vi comportiate degnamente e restiate fedeli al Signore, senza deviazioni" (vv.32-35, MSG).

La durata della nostra vita, le nostre forze, il denaro sono tutte cose destinate ad esaurirsi. E non c'è dubbio che la vita coniugale richieda molto impegno. Paolo ha una visione positiva della condizione del celibato. Che sia per tutta la vita o solo per un certo periodo di tempo, tale condizione può essere vissuta con pienezza, come lo è stato per Gesù.

In un altro passo, Paolo descrive la relazione coniugale come immagine del grande mistero della relazione tra Cristo e la Chiesa (Efesini 5). Tutto è fondato su Cristo. Sia il matrimonio sia il celibato sono suoi doni. Ciò che importa, qualunque sia la nostra condizione, è restare "fedeli al Signore" (1 Corinzi 7,35). Spesso pensiamo che il matrimonio sia la migliore e la più naturale condizione da ricercare nella nostra vita. Paolo invita a non trascurare i benefici della condizione del celibato, che può rivelarsi ugualmente piena e ricca di frutti.

Preghiera

Signore, aiutami a trovare vita e appagamento in qualunque situazione mi trovi, conducendo una vita "gradita al Signore". Fa che possa vivere in modo retto nella piena dedizione al Signore (v.35).
Antico Testamento

Qoelet 4,1-6,12

L’oppressione

4Tornai poi a considerare tutte le oppressioni che si fanno sotto il sole.

Ecco le lacrime degli oppressi
  e non c'è chi li consoli;
dalla parte dei loro oppressori sta la violenza,
  ma non c'è chi li consoli.
2 Allora ho proclamato felici i morti,
  ormai trapassati,
più dei viventi
  che sono ancora in vita;
3 ma più felice degli uni
  e degli altri chi ancora non esiste,
e non ha visto le azioni malvagie
  che si fanno sotto il sole.

4 Ho osservato anche che ogni fatica e ogni successo ottenuto non sono che invidia dell'uno verso l'altro. Anche questo è vanità, un correre dietro al vento.

5 Lo stolto incrocia le sue braccia
  e divora la sua carne.
6 Meglio una manciata guadagnata con calma
  che due manciate con tormento
  e una corsa dietro al vento.

7 E tornai a considerare quest'altra vanità sotto il sole:

8 il caso di chi è solo
  e non ha nessuno, né figlio né fratello.
Eppure non smette mai di faticare,
  né il suo occhio è mai sazio di ricchezza:
"Per chi mi affatico
  e mi privo dei beni?".
Anche questo è vanità
  e un'occupazione gravosa.

9 Meglio essere in due che uno solo,
  perché otterranno migliore compenso per la loro fatica.
10 Infatti, se cadono,
  l'uno rialza l'altro.
Guai invece a chi è solo: se cade,
  non ha nessuno che lo rialzi.
11 Inoltre, se si dorme in due, si sta caldi;
  ma uno solo come fa a riscaldarsi?
12 Se uno è aggredito,
  in due possono resistere:
una corda a tre capi non si rompe tanto presto.

Il potere

13 Meglio un giovane povero ma accorto, che un re vecchio e stolto, che non sa più accettare consigli. 14 Il giovane infatti può uscire di prigione ed essere fatto re, anche se, mentre quello regnava, era nato povero. 15 Ho visto tutti i viventi che si muovono sotto il sole stare con quel giovane, che era subentrato al re. 16 Era una folla immensa quella che gli stava davanti. Ma coloro che verranno dopo non si rallegreranno neppure di lui. Anche questo è vanità, un correre dietro al vento.

Fedeltà alle promesse fatte a Dio

17 Bada ai tuoi passi quando ti rechi alla casa di Dio. Avvicìnati per ascoltare piuttosto che offrire sacrifici, come fanno gli stolti, i quali non sanno di fare del male.

5Non essere precipitoso con la bocca
  e il tuo cuore non si affretti
  a proferire parole davanti a Dio,
perché Dio è in cielo
  e tu sei sulla terra;
  perciò siano poche le tue parole.
2 Infatti dalle molte preoccupazioni vengono i sogni,
  e dalle molte chiacchiere il discorso dello stolto.

3 Quando hai fatto un voto a Dio, non tardare a soddisfarlo, perché a lui non piace il comportamento degli stolti: adempi quello che hai promesso. 4 È meglio non fare voti che farli e poi non mantenerli. 5 Non permettere alla tua bocca di renderti colpevole e davanti al suo messaggero non dire che è stata una inavvertenza, perché Dio non abbia ad adirarsi per le tue parole e distrugga l'opera delle tue mani. 6 Poiché dai molti sogni provengono molte illusioni e tante parole. Tu, dunque, temi Dio!

L'autorità, la ricchezza e i loro rischi

7 Se nella provincia vedi il povero oppresso e il diritto e la giustizia calpestati, non ti meravigliare di questo, poiché sopra un'autorità veglia un'altra superiore e sopra di loro un'altra ancora più alta. 8 In ogni caso, la terra è a profitto di tutti, ma è il re a servirsi della campagna.

9 Chi ama il denaro non è mai sazio di denaro
  e chi ama la ricchezza non ha mai entrate sufficienti.
  Anche questo è vanità.

10 Con il crescere delle ricchezze
  aumentano i profittatori
e quale soddisfazione ne riceve il padrone
  se non di vederle con gli occhi?

11 Dolce è il sonno del lavoratore,
  poco o molto che mangi;
ma la sazietà del ricco
  non lo lascia dormire.

12 Un altro brutto guaio ho visto sotto il sole:

ricchezze custodite dal padrone a suo danno.
  13 Se ne vanno in fumo queste ricchezze per un cattivo affare
e il figlio che gli è nato
  non ha nulla nelle mani.
14 Come è uscito dal grembo di sua madre,
  nudo ancora se ne andrà come era venuto,
e dalle sue fatiche
  non ricaverà nulla da portare con sé.

15 Anche questo è un brutto guaio:

che se ne vada proprio come è venuto.
  Quale profitto ricava
  dall'avere gettato le sue fatiche al vento?
16 Tutti i giorni della sua vita li ha passati nell'oscurità,
  fra molti fastidi, malanni e crucci.

17 Ecco quello che io ritengo buono e bello per l'uomo: è meglio mangiare e bere e godere dei beni per ogni fatica sopportata sotto il sole, nei pochi giorni di vita che Dio gli dà, perché questa è la sua parte. 18 Inoltre ad ogni uomo, al quale Dio concede ricchezze e beni, egli dà facoltà di mangiarne, prendere la sua parte e godere della sua fatica: anche questo è dono di Dio. 19 Egli infatti non penserà troppo ai giorni della sua vita, poiché Dio lo occupa con la gioia del suo cuore.

6Un altro male ho visto sotto il sole, che grava molto sugli uomini. 2 A uno Dio ha concesso beni, ricchezze, onori e non gli manca niente di quanto desidera; ma Dio non gli concede di poterne godere, anzi sarà un estraneo a divorarli. Ciò è vanità e grave malanno.

3 Se uno avesse cento figli e vivesse molti anni e molti fossero i giorni della sua vita, se egli non gode a sazietà dei suoi beni e non ha neppure una tomba, allora io dico che l'aborto è meglio di lui. 4 Questi infatti viene come un soffio, se ne va nella tenebra e l'oscurità copre il suo nome, 5 non vede neppure il sole, non sa niente; così è nella quiete, a differenza dell'altro! 6 Se quell'uomo vivesse anche due volte mille anni, senza godere dei suoi beni, non dovranno forse andare tutti e due nel medesimo luogo?

7 Tutta la fatica dell'uomo è per la bocca,
  ma la sua fame non è mai sazia.
8 Quale vantaggio ha il saggio sullo stolto?
  Qual è il vantaggio del povero
nel sapersi destreggiare nella vita?
9 Meglio vedere con gli occhi
  che vagare con il desiderio.
Anche questo è vanità
  e un correre dietro al vento.

10 Ciò che esiste, da tempo ha avuto un nome,
  e si sa che cos'è un uomo:
egli non può contendere in giudizio
  con chi è più forte di lui.
11 Più aumentano le parole,
  più cresce il vuoto,
  e quale utilità c'è per l'uomo?

12 Chi sa quel che è bene per l'uomo durante la sua vita, nei pochi giorni della sua vana esistenza, che passa via come un'ombra? Chi può indicare all'uomo che cosa avverrà dopo di lui sotto il sole?

Commento

Godere delle benedizioni del lavoro e delle relazioni

L'autore del libro del Qoelet continua il discorso sul tema della vanità della vita e della sua insensatezza. Vede la vita come piena di problemi, "oppressioni" e "fatica" (4,1-6).

Parla del vuoto sperimentato da coloro che occupano alte posizioni (vv.3-16), come pure del vuoto di una vita avida (5,16-17) e della qualità sfuggente del desiderio (6,9). In mezzo a questa visione piuttosto pessimistica e deprimente della vita, condivide alcuni spunti chiave per una vita prospera pur in mezzo a fatiche e problemi.

  1. Lavoro. La mancanza di lavoro è un male: "Lo stolto incrocia le sue braccia e divora la sua carne" (4,5). Ma anche lavorare troppo non è un bene: "Chi è solo e non ha nessuno, né figlio né fratello. Eppure non smette mai di faticare, né il suo occhio è mai sazio di ricchezza: 'Per chi mi affatico e mi privo dei beni?'. Anche questo è vanità e un'occupazione gravosa" (v.8, MSG).

    L'optimum è un lavoro moderato: "Meglio una manciata guadagnata con calma che due manciate con tormento e una corsa dietro al vento" (v.6). E aggiunge: "Dolce è il sonno del lavoratore, poco o molto che mangi" (5,12).

  2. Relazioni. L'autore parla poi dell'importanza vitale delle relazioni: matrimonio, amicizie e colleghi di lavoro (4,9-12). Un primo aspetto importante è la sinergia. "Meglio essere in due che uno solo, perché otterranno migliore compenso per la loro fatica" (v.9, MSG). Lavorare in squadra è meglio e più efficiente.

    Un secondo aspetto importante è il supporto reciproco. "Se cadono, l'uno rialza l'altro. Guai invece a chi è solo: se cade, non ha nessuno che lo rialzi" (v.10).

    Un terzo aspetto è il vantaggio del sostegno fisico e spirituale: "Una corda a tre capi non si rompe tanto presto" (v.12).

    La chiave di un'amicizia forte o di un matrimonio forte è la terza corda, quella che negli altri brani di oggi è chiamata fedeltà al Signore (1 Corinzi 7,35) e "timore di Dio" (Proverbi 19,23a).

Preghiera

Signore, ti prego di aiutarmi ad evitare inutili sventure e a crescere nella devozione completa a te. Fa che impari non a sopravvivere, ma a prosperare e vivere la vita in tutta la sua pienezza.

La moglie di Nicky dice

Qoelet 4,4

"Ho osservato anche che ogni fatica e ogni successo ottenuto non sono che invidia dell'uno verso l'altro".

Questo modo di guardare le cose potrebbe sembrare un po' cinico. L'invidia, infatti, è sempre molto distruttiva. Tuttavia, un po' di sana competizione, a volte, può fare molto bene!

Versetto del giorno

1 Corinzi 7,19

"La circoncisione non conta nulla, e la non circoncisione non conta nulla; conta invece l'osservanza dei comandamenti di Dio".

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William Shakespeare, Macbeth, Act IV Scene I, first published 1623.

Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®.

Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti. NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
AMP - Amplified® Bible, Copyright © 1954, 1958, 1962, 1964, 1965, 1987 - Casa Editrice The Lockman Foundation NKJV - New King James Version®. Copyright © 1982 - Casa Editrice Thomas Nelson NLT - New Living Translation - Copyright © 1996, 2004, 2015, 2017 - Casa Editrice Tyndale House Fondation Tutti i diritti riservati.

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