Giorno 219

Tre atteggiamenti sbagliati che causano divisione

Sapienziali Salmi 92,1-16
Nuovo Testamento 1 Corinzi 3,1-23
Antico Testamento 1 Cronache 24,1-26,19

Introduzione

Negli anni dell'università, ho avuto il piacere di condividere la camera con il mio grande amico Nicky Lee, che è poi diventato uno dei vicari associati della nostra chiesa di HTB (Holy Trinity Brompton). Ci occupavamo di tutto, compresa la preparazione di pranzi e cene. Io cucinavo e Nicky Lee suddivideva le porzioni in parti uguali. Era un esperto nel dividere ogni cosa in parti esattamente uguali! Un esempio, il suo, di come la divisione possa essere usata in senso positivo.

Le divisioni fanno parte della vita e non sono necessariamente un male. Anzi, a volte sono addirittura necessarie. Ad esempio, suddividere i compiti e collocare le persone in parti diverse all'interno di un'organizzazione può essere utile e importante. Un esempio di questo tipo di divisione lo troviamo nel brano dell'Antico Testamento di oggi.

Anche nel giorno del giudizio, si parla di divisione. La divisione necessaria tra il bene e il male. Il salmo di oggi parla proprio di questo.

Ma c'è anche un terzo tipo di divisione, che non è né buona, né utile o necessaria. È la disunione e la divisione nella Chiesa. Questa divisione è una tragedia e dovremmo fare sempre di tutto per cercare di evitarla. Nel brano del Nuovo Testamento di oggi, l'apostolo Paolo parla proprio di questo tipo di divisione.

Sapienziali

Salmi 92,1-16

Salmo 92

1 Salmo. Canto. Per il giorno del sabato.

2 È bello rendere grazie al Signore
 e cantare al tuo nome, o Altissimo,
3 annunciare al mattino il tuo amore,
 la tua fedeltà lungo la notte,
4 sulle dieci corde e sull'arpa,
 con arie sulla cetra.

5 Perché mi dai gioia, Signore, con le tue meraviglie,
 esulto per l'opera delle tue mani.
6 Come sono grandi le tue opere, Signore,
 quanto profondi i tuoi pensieri!
7 L'uomo insensato non li conosce
 e lo stolto non li capisce:
8 se i malvagi spuntano come l'erba
 e fioriscono tutti i malfattori,
 è solo per la loro eterna rovina,

9 ma tu, o Signore, sei l'eccelso per sempre.

10 Ecco, i tuoi nemici, o Signore,
 i tuoi nemici, ecco, periranno,
 saranno dispersi tutti i malfattori.
11 Tu mi doni la forza di un bufalo,
 mi hai cosparso di olio splendente.
12 I miei occhi disprezzeranno i miei nemici
 e, contro quelli che mi assalgono, i miei orecchi udranno sventure.

13 Il giusto fiorirà come palma,
 crescerà come cedro del Libano;
14 piantati nella casa del Signore,
 fioriranno negli atri del nostro Dio.
15 Nella vecchiaia daranno ancora frutti,
 saranno verdi e rigogliosi,
16 per annunciare quanto è retto il Signore,
 mia roccia: in lui non c'è malvagità.

Commento

Divisione tra giusti e malvagi

Secondo il salmista, il mondo si divide in "malvagi" (v.8) e giusti (v.13). I malvagi sono stolti, insensati e non capiscono (v.7). Sono "nemici" di Dio (v.10). Un giorno, non solo saranno separati dai giusti, ma saranno anche divisi tra loro, "saranno dispersi" (v.10) e "periranno" (v.10). I "giusti", invece, hanno un futuro sicuro (vv.13-16).

Sia i "malvagi" (v.8) che i giusti fioriranno (vv.13-14), ma in modo diverso. Per i "malvagi" (v.8) sarà una fioritura passeggera e temporale, che porterà ad una "eterna rovina" (v.8). Sono infatti come l'erba. Ma per i "giusti" (v.13) sarà una fioritura eterna. Sono come una "palma" o "un cedro del Libano" (v.13). "Nella vecchiaia daranno ancora frutti, saranno verdi e rigogliosi" (v.14).

La differenza tra successo del mondo (potere, fama e denaro) e successo dei discepoli di Gesù è come la differenza tra l'erba, che dura solo pochi giorni, e una palma che resiste nei secoli.

Preghiera

Signore, quando vedo le benedizioni che concedi a coloro che ti seguono, sento il desiderio di "annunciare al mattino il tuo amore, la tua fedeltà lungo la notte" (v.3).
Nuovo Testamento

1 Corinzi 3,1-23

Il dovere dei predicatori

3Io, fratelli, sinora non ho potuto parlare a voi come a esseri spirituali, ma carnali, come a neonati in Cristo. 2 Vi ho dato da bere latte, non cibo solido, perché non ne eravate ancora capaci. E neanche ora lo siete, 3 perché siete ancora carnali. Dal momento che vi sono tra voi invidia e discordia, non siete forse carnali e non vi comportate in maniera umana? 4 Quando uno dice: "Io sono di Paolo", e un altro: "Io sono di Apollo", non vi dimostrate semplicemente uomini?

5 Ma che cosa è mai Apollo? Che cosa è Paolo? Servitori, attraverso i quali siete venuti alla fede, e ciascuno come il Signore gli ha concesso. 6 Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma era Dio che faceva crescere. 7 Sicché, né chi pianta né chi irriga vale qualcosa, ma solo Dio, che fa crescere. 8 Chi pianta e chi irriga sono una medesima cosa: ciascuno riceverà la propria ricompensa secondo il proprio lavoro. 9 Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete campo di Dio, edificio di Dio.

10 Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un saggio architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento a come costruisce. 11 Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo. 12 E se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, 13 l'opera di ciascuno sarà ben visibile: infatti quel giorno la farà conoscere, perché con il fuoco si manifesterà, e il fuoco proverà la qualità dell'opera di ciascuno. 14 Se l'opera, che uno costruì sul fondamento, resisterà, costui ne riceverà una ricompensa. 15 Ma se l'opera di qualcuno finirà bruciata, quello sarà punito; tuttavia egli si salverà, però quasi passando attraverso il fuoco.

16 Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? 17 Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi.

18 Nessuno si illuda. Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente, 19 perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio. Sta scritto infatti: Egli fa cadere i sapienti per mezzo della loro astuzia. 20 E ancora: Il Signore sa che i progetti dei sapienti sono vani. 21 Quindi nessuno ponga il suo vanto negli uomini, perché tutto è vostro: 22 Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! 23 Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio.

Commento

Divisioni nella Chiesa

La lettera di Paolo ai Corinzi è come un sandwich. Inizia con la lode e l'amore. Termina con la grazia e l'amore. Nel mezzo, solleva tutta una serie di questioni importanti.

Questo di Paolo è un buon esempio di come affrontare i problemi, sia personali sia legati alla propria comunità. Iniziare e terminare in modo positivo è importante. Ma lo è anche avere il coraggio di affrontare i problemi.

Uno dei problemi da lui sollevati riguarda le divisioni nella Chiesa. Dei suoi interlocutori, dice che sono ancora "carnali" (v.1) e non "spirituali" (v.1, MSG). Eppure, le chiese a cui Paolo scrive sono, a quel tempo, le più "spirituali" di tutte. Non mancano di alcun carisma (1,7). Tuttavia sono ancora troppo poco "spirituali" e questo a causa di atteggiamenti sbagliati che portano divisione.

Tra gli atteggiamenti sbagliati ne indica tre. Si tratta di rischi che tutti corrono e, in modo particolare, i leader cristiani.

  1. Gelosia. Paolo scrive: "Dal momento che vi sono tra voi invidia e discordia, non siete forse carnali?" (3,3) Spesso, come cristiani, siamo tentati di paragonarci agli altri e, quando sentiamo parlare di una benedizione ricevuta da qualcun altro, tendiamo a pensare: "Quando succederà a me?" Come dice Joyce Meyer, la verità è che "dovremmo benedire gli altri e non temere che ci precedano. Non dovremmo invidiarne l'aspetto, i beni, l'istruzione, la posizione sociale, lo stato civile, i doni e i talenti, il lavoro o qualsiasi altra cosa, perché questo non porterebbe altro che ad ostacolare la benedizione per noi".

  2. Vanto. Paolo dice: "Quindi nessuno ponga il suo vanto negli uomini!" (v.21) La vanagloria è la tentazione di confrontarsi con gli altri, di pensare che noi siamo i migliori e di vantarci del nostro "successo". Per questo dovremmo sempre cercare di vedere il nostro ruolo dalla prospettiva di Dio. In primo luogo, considerare che siamo "semplicemente uomini" e donne (v.4); in secondo luogo, che siamo "solo servitori" (v.5); in terzo luogo, che "né chi pianta né chi irriga vale qualcosa" (v.7). Pertanto, non c'è motivo di porre il proprio "vanto" (v.21).

  3. Litigi. Paolo scrive che non sono "spirituali" anche a causa del loro "litigio". Per questo dovremmo sempre evitare di fare schieramenti, dove uno dice: "Io sono di Paolo" e un altro: "Io sono di Apollo" (v.4).

Tutto ciò deriva da una visione distorta della propria importanza. Per Paolo, questi atteggiamenti non sono "spirituali". Pur diffusi e molto comuni nell'umanità decaduta, infettano il mondo e purtroppo anche la Chiesa.

Ciò che invece dovremmo capire è che tutti dipendiamo totalmente da Dio. Uno pianta un seme e l'altro innaffia, ma è Dio che lo fa crescere (v.6). Piantare e innaffiare sono operazioni importanti, ma anche relativamente facili. È Dio che svolge la parte più difficile e fa crescere le piante, le persone e le chiese.

Ognuno di noi ha un ruolo da svolgere. In primo luogo, abbiamo il compito di portare le persone alla fede. Come Apollo e Paolo "attraverso i quali [i Corinzi sono] venuti alla fede" (v.5). In secondo luogo, Dio ci ricompenserà. Chi pianta e chi innaffia lo fa per uno scopo preciso e questi verrà ricompensato secondo il proprio lavoro. In terzo luogo, siamo "collaboratori di Dio" (v.9). Dio ha scelto di non fare tutto da solo. Ha scelto di fare le cose con noi.

Collaborare con Dio è un enorme privilegio. Ma non solo siamo suoi "collaboratori" (v.9), ma anche "campo di Dio, edificio di Dio" (v.9). Le persone cercano di costruire la propria vita su molte cose: denaro, istruzione, titoli di lavoro, possedimenti e così via. Ma, in fondo, solo Gesù è l'unico fondamento sicuro (v.11).

Paolo continua dicendo: "Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?" (v.16) Pertanto: "Nessuno ponga il suo vanto negli uomini, perché tutto è vostro... voi siete di Cristo e Cristo è di Dio" (vv.21-23, MSG).

Preghiera

Signore, grazie perché ci chiami ad essere tuoi collaboratori e sei tu che fai crescere e prosperare le cose. Proteggici dall'orgoglio e dalla vana gloria, dalla gelosia e dalla lite. Aiutaci a custodire l'unità nella Chiesa.
Antico Testamento

1 Cronache 24,1-26,19

Organizzazione delle classi dei sacerdoti

24Classi dei figli di Aronne.

Figli di Aronne: Nadab, Abiu, Eleàzaro e Itamàr. 2 Nadab e Abiu morirono prima del padre e non lasciarono figli. Esercitarono il sacerdozio Eleàzaro e Itamàr. 3 Davide, insieme con Sadoc dei figli di Eleàzaro e con Achimèlec dei figli di Itamàr, li divise in classi secondo il loro servizio. 4 Poiché risultò che i figli di Eleàzaro, quanto alla somma dei maschi, erano più numerosi dei figli di Itamàr, furono così classificati: sedici capi di casato per i figli di Eleàzaro, otto per i figli di Itamàr. 5 Li divisero a sorte, questi come quelli, perché c'erano prìncipi del santuario e prìncipi di Dio sia tra i figli di Eleàzaro che tra i figli di Itamàr.

6 Lo scriba Semaià, figlio di Netanèl, dei figli di Levi, ne fece il catalogo alla presenza del re, dei prìncipi, del sacerdote Sadoc, di Achimèlec, figlio di Ebiatàr, dei capi dei casati sacerdotali e levitici; si registravano due casati per Eleàzaro e uno per Itamàr.

7 La prima sorte toccò a Ioiarìb,

la seconda a Iedaià,

8 la terza a Carim,

la quarta a Seorìm,

9 la quinta a Malchia,

la sesta a Miamìn,

10 la settima ad Akkos,

l'ottava ad Abia,

11 la nona a Giosuè,

la decima a Secania,

12 l'undecima a Eliasìb,

la dodicesima a Iakim,

13 la tredicesima a Cuppà,

la quattordicesima a Is-Baal,

14 la quindicesima a Bilga,

la sedicesima a Immer,

15 la diciassettesima a Chezir,

la diciottesima a Appisès,

16 la diciannovesima a Petachia,

la ventesima a Ezechiele,

17 la ventunesima a Iachin,

la ventiduesima a Gamul,

18 la ventitreesima a Delaià,

la ventiquattresima a Maazia.

19 Queste furono le classi secondo il loro servizio, per entrare nel tempio del Signore secondo la regola stabilita dal loro antenato Aronne, come gli aveva ordinato il Signore, Dio d'Israele.

Supplementi: organizzazione dei leviti

20 Quanto agli altri figli di Levi,

per i figli di Amram c'era Subaèl;

per i figli di Subaèl, Iecdia.

21 Quanto a Recabia,

il capo dei figli di Recabia era Issia.

22 Per gli Isariti, Selomòt;

per i figli di Selomòt, Iacat.

23 Figli di Ebron: Ieria il capo, Amaria secondo, Iacazièl terzo, Iekamàm quarto.

24 Figli di Uzzièl: Mica;

per i figli di Mica, Samir;

25 fratello di Mica era Issia;

per i figli di Issia, Zaccaria.

26 Figli di Merarì:

Maclì e Musì, figli di Iaazia, suo figlio.

27 Figli di Merarì

nella linea di Iaazia, suo figlio: Soam, Zaccur e Ibrì.

28 Per Maclì: Eleàzaro, che non ebbe figli,

29 e Kis. Figlio di Kis

era Ieracmeèl.

30 Figli di Musì: Maclì, Eder e Ierimòt.

Questi sono i figli dei leviti secondo i loro casati. 31 Anch'essi, come i loro fratelli, figli di Aronne, furono sorteggiati alla presenza del re Davide, di Sadoc, di Achimèlec, dei capi dei casati sacerdotali e levitici: sia i casati del maggiore sia quelli di suo fratello minore.

I cantori

25Quindi Davide, insieme con i comandanti dell'esercito, separò per il servizio i figli di Asaf, di Eman e di Idutùn, che profetavano con cetre, arpe e cimbali. Ed ecco il numero di questi uomini, incaricati di tale attività.

2 Per i figli di Asaf:

Zaccur, Giuseppe, Netania, Asarela; i figli di Asaf erano sotto la direzione di Asaf, che eseguiva la musica secondo le istruzioni del re.

3 Per Iedutùn, i figli di Iedutùn:

Godolia, Serì, Isaia, Simei, Casabia, Mattitia: sei, sotto la direzione del loro padre Iedutùn, che cantava sulla cetra ed eseguiva musica per celebrare e lodare il Signore.

4 Per Eman, i figli di Eman:

Bukkia, Mattania, Uzzièl, Sebuèl, Ierimòt, Anania, Anàni, Eliata, Ghiddalti, Romàmti-Ezer, Iosbekasa, Malloti, Otir, Macaziòt. 5 Tutti costoro erano figli di Eman, veggente del re, secondo la promessa di Dio di esaltare la sua potenza. Dio infatti concesse a Eman quattordici figli e tre figlie.

6 Tutti costoro, sotto la direzione del loro padre, cantavano nel tempio del Signore con cimbali, arpe e cetre,

per il servizio del tempio di Dio, agli ordini del re. 7 Il numero di costoro, insieme con i fratelli, esperti nel canto del Signore, tutti maestri, era di duecentoottantotto. 8 Per i loro turni di servizio furono sorteggiati i piccoli come i grandi, i maestri come i discepoli.

 9 La prima sorte toccò, per Asaf, a Giuseppe; secondo fu Godolia,  con i fratelli e i figli: dodici;  10 terzo Zaccur, con i figli e i fratelli: dodici;  11 quarto Isrì, con i figli e i fratelli: dodici;  12 quinto Netania, con i figli e i fratelli: dodici;  13 sesto Bukkia, con i figli e i fratelli: dodici;  14 settimo Iesarela, con i figli e i fratelli: dodici;  15 ottavo Isaia, con i figli e i fratelli: dodici;  16 nono Mattania, con i figli e i fratelli: dodici;  17 decimo Simei, con i figli e i fratelli: dodici;  18 undicesimo Azarèl, con i figli e i fratelli: dodici;  19 dodicesimo Casabia, con i figli e i fratelli: dodici;  20 tredicesimo Subaèl, con i figli e i fratelli: dodici;  21 quattordicesimo Mattitia, con i figli e i fratelli: dodici;  22 quindicesimo Ieremòt, con i figli e i fratelli: dodici;  23 sedicesimo Anania, con i figli e i fratelli: dodici;  24 diciassettesimo Iosbekasa, con i figli e i fratelli: dodici;  25 diciottesimo Anàni, con i figli e i fratelli: dodici;  26 diciannovesimo Malloti, con i figli e i fratelli: dodici;  27 ventesimo Eliata, con i figli e i fratelli: dodici;  28 ventunesimo Otir, con i figli e i fratelli: dodici;  29 ventiduesimo Ghiddalti, con i figli e i fratelli: dodici;  30 ventitreesimo Macaziòt, con i figli e i fratelli: dodici;  31 ventiquattresimo Romàmti-Ezer, con i figli e i fratelli: dodici.

Organizzazione delle classi dei portinai

26Quanto alle classi dei portieri,

per i Coriti vi era Meselemia, figlio di Cori, dei figli di Asaf.

2 Figli di Meselemia:

Zaccaria il primogenito,

Iediaèl il secondo,

Zebadia il terzo,

Iatnièl il quarto,

3 Elam il quinto,

Giovanni il sesto,

Elioenài il settimo.

4 Figli di Obed-Edom:

Semaià il primogenito,

Iozabàd il secondo,

Iòach il terzo,

Sacar il quarto,

Netanèl il quinto,

5 Ammièl il sesto,

Ìssacar il settimo,

Peulletài l'ottavo,

poiché Dio l'aveva benedetto.

6 A Semaià, suo figlio, nacquero figli che dominavano nel loro casato perché erano uomini valorosi. 7 Figli di Semaià: Otnì, Raffaele, Obed, Elzabàd con i suoi fratelli, uomini valorosi, Eliu e Semachia. 8 Tutti costoro erano discendenti di Obed-Edom. Essi e i loro figli e i loro fratelli, uomini valorosi, erano in forza per il servizio. Per Obed-Edom: sessantadue in tutto.

9 Meselemia aveva figli e fratelli, tutti uomini valorosi: diciotto in tutto.

10 Figli di Cosa, dei discendenti di Merarì: Simrì, il capo; non era primogenito, ma suo padre lo aveva costituito capo. 11 Chelkia era il secondo, Tebalia il terzo, Zaccaria il quarto. Totale dei figli e fratelli di Cosa: tredici.

12 Queste classi di portieri, cioè i capigruppo, avevano l'incarico, come i loro fratelli, di servire nel tempio del Signore. 13 Gettarono le sorti, tanto il piccolo quanto il grande, secondo i loro casati, per ciascuna porta.

14 Per il lato orientale la sorte toccò a Selemia; a Zaccaria, suo figlio, consigliere assennato, per sorteggio toccò il lato settentrionale, 15 a Obed-Edom quello meridionale, ai suoi figli toccarono i magazzini. 16 Il lato occidentale con la porta Sallèchet, sulla via della salita, toccò a Suppìm e a Cosa.

Un posto di guardia era accanto all'altro. 17 Per il lato orientale erano incaricati sei uomini ogni giorno, per il lato settentrionale quattro al giorno, per quello meridionale quattro al giorno, per ogni magazzino due. 18 Alla loggia a occidente, ce n'erano quattro per la strada e due per la loggia.

19 Queste le classi dei portieri per i figli di Core e per i figli di Merarì.

Commento

Divisioni per il ministero

In questo brano, la parola "divisione" è usata in senso positivo. Si parla di: "Classi dei figli di Aronne" (24,1). "Davide... li divise in classi secondo il loro servizio" (v.3). "Furono così classificati: sedici capi di casato per i figli di Eleàzaro, otto per i figli di Itamàr" (v.4). "Li divisero a sorte" (v.5). Ci furono anche "divisioni dei portieri" (26,1.19). "Queste classi di portieri, cioè i capigruppo, avevano l'incarico, come i loro fratelli, di servire nel tempio del Signore" (v.12).

L'elenco contiene nomi interessanti. Tra i cantori, troviamo i salmisti "Asaph" (Salmo 50 e Salmi 73-83), "Jeduthun" (Salmi 39, 62 e 77) e "Heman" (Salmo 88).

Tra i guardiani della porta (o, come spesso viene tradotto, i "portieri") ci sono i Korahiti. Il Salmo 84 è attribuito ai "Figli di Korah". Presumibilmente, quindi, è stato scritto da un portiere. Questo ci aiuta a capire cosa si intende quando dice: "Sì, è meglio un giorno nei tuoi atri che mille nella mia casa; stare sulla soglia della casa del mio Dio è meglio che abitare nelle tende dei malvagi" (v.11).

Nella Chiesa, corpo di Cristo, i ruoli sono suddivisi. Ogni parte del corpo ha una funzione diversa. San Paolo scrive: "Il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo... Dio ha disposto il corpo conferendo maggiore onore a ciò che non ne ha, perché nel corpo non vi sia divisione, ma anzi le varie membra abbiano cura le une delle altre" (1 Corinzi 12,12.24-25).

L'apostolo descrive il lato positivo della divisione (i diversi ruoli delle membra nel corpo) ed il pericolo del suo lato negativo (non ci deve essere divisione o disunione nel corpo).

È sempre un grande onore essere coinvolti in un servizio per la "casa di Dio", sia che si tratti di aiutare all'accoglienza, con il caffè o con il servizio al parcheggio, sia che si tratti di guidare il ministero della preghiera. Ogni persona ha un grande valore e vive un grande privilegio. Serve nella casa di Dio.

Preghiera

Signore, aiutaci a prendere decisioni sagge nell'assegnazione dei ruoli nel corpo di Cristo affinché tutti ne siano coinvolti. Aiuta la tua Chiesa a vivere l'unità come insieme di tante parti in cooperazione sotto la guida dello Spirito Santo.

La moglie di Nicky dice

Salmi 92,15

"Nella vecchiaia daranno ancora frutti, saranno verdi e rigogliosi".

"Verdi e rigogliosi" è un'espressione meravigliosa. Nel vedere la mia vita scorrere velocemente verso la vecchiaia, sento questo versetto di grande incoraggiamento. C'è qualcosa di veramente bello nel vedere persone anziane e devote a Dio. Mi vengono in mente tante persone anziane che stimo moltissimo. La loro sapienza e la loro vita spirituale sono di grande edificazione per me. Anch'io, nella mia vecchiaia, vorrei produrre buoni frutti come loro, e restare verde e rigogliosa.

Versetto del giorno

Salmi 92,15

"Nella vecchiaia daranno ancora frutti, saranno verdi e rigogliosi".

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Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®.

Joyce Meyer, The Everyday Life Bible (Hodder & Stoughton, 2018) p.1849

Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.

NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
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