Giorno 180

Come pianificare la nostra vita

Sapienziali Proverbi 15,31-16,7
Nuovo Testamento Atti degli Apostoli 19,14-40
Antico Testamento 1 Re 22,1-54

Introduzione

Quasi tutti facciamo dei piani. Piani su come trascorrere le nostre serate, i nostri fine settimana o le nostre vacanze. Piani sulla nostra famiglia, sul numero di figli e sulla loro istruzione. Pianificare le proprie finanze, quanto spendere, risparmiare e donare, è importante. Le persone hanno dei piani. Le aziende hanno dei piani. Le chiese dovrebbero avere dei piani.

Amo ritornare sugli appunti scritti in passato a fianco delle pagine della mia Bibbia. Accanto al versetto "Affida al Signore le tue opere e i tuoi progetti avranno efficacia" (Proverbi 16,3), nel giugno del 1992 ho scritto i piani pensati per quell'anno e per quello successivo. Dio ha benedetto quei piani più di quanto avrei mai potuto sperare. Da allora, ogni anno ho scritto i piani per l'anno successivo. Trovo così incoraggiante e positivo per la nostra fede guardare indietro e renderci conto di quanto il Signore ha fatto per noi nel corso degli anni. È così facile dimenticare la sua bontà e la sua fedeltà.

Sapienziali

Proverbi 15,31-16,7

31 Chi ascolta un rimprovero salutare
  potrà stare in mezzo ai saggi.

32 Chi rifiuta la correzione disprezza se stesso,
  ma chi ascolta il rimprovero acquista senno.

33 Il timore di Dio è scuola di sapienza,
  prima della gloria c'è l'umiltà.

16All'uomo appartengono i progetti del cuore,
  ma dal Signore viene la risposta della lingua.

2 Agli occhi dell'uomo tutte le sue opere sembrano pure,
  ma chi scruta gli spiriti è il Signore.

3 Affida al Signore le tue opere
  e i tuoi progetti avranno efficacia.

4 Il Signore ha fatto ogni cosa per il suo fine
  e anche il malvagio per il giorno della sventura.

5 Il Signore ha in orrore ogni cuore superbo,
  certamente non resterà impunito.

6 Con la bontà e la fedeltà si espia la colpa,
  ma con il timore del Signore si evita il male.

7 Se il Signore si compiace della condotta di un uomo,
  lo riconcilia anche con i suoi nemici.

Commento

I nostri piani

Non sempre ci riusciamo, io no di certo. Ma fare dei piani non è sbagliato. Anzi, pianificare in anticipo è molto importante. Quando Noè iniziò a costruire la sua arca, non pioveva ancora! L'autore dei Proverbi dice: "All'uomo appartengono i progetti del cuore... affida al Signore le tue opere e i tuoi progetti avranno efficacia" (16,1.3).

In questo passo, troviamo la vera chiave del successo. I nostri progetti non dovrebbero mai escludere il Signore. Siamo chiamati a relazionarci con lui. I nostri piani dovrebbero essere sempre allineati con i suoi e guidati dallo Spirito. Dovremmo sempre ricercare la guida di Dio e affidare i nostri progetti a lui. Portiamoli a lui. Esponiamoli a lui. Dio promette che i nostri "progetti avranno efficacia" (v.3). Ma cosa significa affidare al Signore ogni cosa che facciamo?

1. Collaborare

Una delle traduzioni della parola ebraica usata per "impegnarsi" è "andare verso". I modi per affrontare la vita sono essenzialmente due. Uno è decidere di fare tutto da soli, senza Dio. Fare progetti per compiacere a se stessi. Questa è la via dell'orgoglio (v.5) e dell'indipendenza. All'orgoglioso non si può dire nulla, perché pensa di sapere già tutto.

L'altro è essere disposti a mettere da parte i propri desideri. Questa è la via della fede e dell'umiltà: "Prima della gloria c'è l'umiltà" (15,33).

Dio ha dei buoni piani per la nostra vita (Geremia 29,11; Romani 12,2; Efesini 2,10). Per questo ciò che dovremmo fare è collaborare umilmente con lui. Essere disposti a rinunciare a tutto ciò che contrasta con il suo progetto per noi.

2. Confidare

Affidare i nostri progetti al Signore significa parlare con lui dei nostri e dei suoi piani, fare progetti insieme a lui. All'inizio di ogni giornata potremo affidargli i nostri progetti, le nostre idee. Trovo che le vacanze siano un buon momento per pianificare il futuro e affidare a Dio i mesi o addirittura l'anno a venire.

Ricordo ancora quell'intervista all'attore David Suchet. Era da poco diventato cristiano. Gli chiesero se c'erano ruoli che non amava o che era solito non accettare. Rispose: "È una domanda molto difficile. Tutto quello che posso dire è che ora, quando mi viene offerta una parte, mi allontano per pregare e se sento che questa parte è sbagliata la rifiuto, mentre prima dicevo: 'Quanto?'"

3. Consultare

Il Signore dice: "Guai a voi... che fate progetti senza di me... Siete partiti per scendere in Egitto senza consultarmi" (Isaia 30,1-2a). Impegnarsi con il Signore significa consultarlo, discutere con lui i propri piani e cercare la sua sapienza e il suo consiglio (Proverbi 15,33a). In caso di decisioni importanti, una persona sapiente si consulta con altri per verificare di avere ascoltato accuratamente il Signore (vv.31-32).

Dopo aver affidato i nostri piani al Signore, possiamo fidarci della sua promessa di successo. Dio è sovrano sui nostri piani. "All'uomo appartengono i progetti del cuore, ma dal Signore viene la risposta della lingua" (16,1, MSG). "Il cuore dell'uomo elabora progetti, ma è il Signore che rende saldi i suoi passi" (v.9).

Dio ci dà la libertà e la responsabilità di fare progetti. Ed è assolutamente giusto farlo. Tuttavia, vuole che le nostre decisioni siano in relazione con la nostra meta. Questo non è un motivo per essere passivi o fatalisti, ma un incoraggiamento a stare tranquilli che Dio preparerà le cose. Non si tratta allora di rimanere bloccati in uno stato di indecisione.

Possiamo confidare nel fatto che Dio farà ogni cosa per il bene di coloro che lo amano (vv.6b.7; Romani 8,28).

Preghiera

Signore, ti lodo e ti ringrazio per il modo straordinario in cui benedici i piani che ti affido. Quest'anno ti voglio affidare tutti i miei progetti per il futuro.
Nuovo Testamento

Atti degli Apostoli 19,14-40

14 Così facevano i sette figli di un certo Sceva, uno dei capi dei sacerdoti, giudeo. 15 Ma lo spirito cattivo rispose loro: "Conosco Gesù e so chi è Paolo, ma voi chi siete?". 16 E l'uomo che aveva lo spirito cattivo si scagliò su di loro, ebbe il sopravvento su tutti e li trattò con tale violenza che essi fuggirono da quella casa nudi e coperti di ferite.

17 Il fatto fu risaputo da tutti i Giudei e i Greci che abitavano a Èfeso e tutti furono presi da timore, e il nome del Signore Gesù veniva glorificato. 18 Molti di quelli che avevano abbracciato la fede venivano a confessare in pubblico le loro pratiche di magia 19 e un numero considerevole di persone, che avevano esercitato arti magiche, portavano i propri libri e li bruciavano davanti a tutti. Ne fu calcolato il valore complessivo e si trovò che era di cinquantamila monete d'argento. 20 Così la parola del Signore cresceva con vigore e si rafforzava.

21 Dopo questi fatti, Paolo decise nello Spirito di attraversare la Macedonia e l'Acaia e di recarsi a Gerusalemme, dicendo: "Dopo essere stato là, devo vedere anche Roma". 22 Inviati allora in Macedonia due dei suoi aiutanti, Timòteo ed Erasto, si trattenne ancora un po' di tempo nella provincia di Asia.

La sommossa di Efeso

23 Fu verso quel tempo che scoppiò un grande tumulto riguardo a questa Via. 24 Un tale, di nome Demetrio, che era òrafo e fabbricava tempietti di Artèmide in argento, procurando in tal modo non poco guadagno agli artigiani, 25 li radunò insieme a quanti lavoravano a questo genere di oggetti e disse: "Uomini, voi sapete che da questa attività proviene il nostro benessere; 26 ora, potete osservare e sentire come questo Paolo abbia convinto e fuorviato molta gente, non solo di Èfeso, ma si può dire di tutta l'Asia, affermando che non sono dèi quelli fabbricati da mani d'uomo. 27 Non soltanto c'è il pericolo che la nostra categoria cada in discredito, ma anche che il santuario della grande dea Artèmide non sia stimato più nulla e venga distrutta la grandezza di colei che tutta l'Asia e il mondo intero venerano".

28 All'udire ciò, furono pieni di collera e si misero a gridare: "Grande è l'Artèmide degli Efesini!". 29 La città fu tutta in agitazione e si precipitarono in massa nel teatro, trascinando con sé i Macèdoni Gaio e Aristarco, compagni di viaggio di Paolo. 30 Paolo voleva presentarsi alla folla, ma i discepoli non glielo permisero. 31 Anche alcuni dei funzionari imperiali, che gli erano amici, mandarono a pregarlo di non avventurarsi nel teatro.

32 Intanto, chi gridava una cosa, chi un'altra; l'assemblea era agitata e i più non sapevano il motivo per cui erano accorsi. 33 Alcuni della folla fecero intervenire un certo Alessandro, che i Giudei avevano spinto avanti, e Alessandro, fatto cenno con la mano, voleva tenere un discorso di difesa davanti all'assemblea. 34 Appena s'accorsero che era giudeo, si misero tutti a gridare in coro per quasi due ore: "Grande è l'Artèmide degli Efesini!".

35 Ma il cancelliere della città calmò la folla e disse: "Abitanti di Èfeso, chi fra gli uomini non sa che la città di Èfeso è custode del tempio della grande Artèmide e della sua statua caduta dal cielo? 36 Poiché questi fatti sono incontestabili, è necessario che stiate calmi e non compiate gesti inconsulti. 37 Voi avete condotto qui questi uomini, che non hanno profanato il tempio né hanno bestemmiato la nostra dea. 38 Perciò, se Demetrio e gli artigiani che sono con lui hanno delle ragioni da far valere contro qualcuno, esistono per questo i tribunali e vi sono i proconsoli: si citino in giudizio l'un l'altro. 39 Se poi desiderate qualche altra cosa, si deciderà nell'assemblea legittima. 40 C'è infatti il rischio di essere accusati di sedizione per l'accaduto di oggi, non essendoci alcun motivo con cui possiamo giustificare questo assembramento". Detto questo, sciolse l'assemblea.

Commento

I piani di Paolo

Paolo è un pensatore strategico. I suoi piani sono accurati. È scritto: "Dopo questi fatti, Paolo decise nello Spirito di attraversare la Macedonia e l'Acaia e di recarsi a Gerusalemme, dicendo: 'Dopo essere stato là, devo vedere anche Roma'. Inviati allora in Macedonia due dei suoi aiutanti, Timòteo ed Erasto, si trattenne ancora un po' di tempo nella provincia di Asia" (vv.21-22).

La visione, la missione e i piani di Paolo ruotano attorno all'evangelizzazione di tutto il mondo conosciuto. La sua strategia si concentra sulle città: Gerusalemme, Roma, Corinto ed Efeso.

In queste città trascorre molto tempo, predicando il Vangelo al maggior numero di persone possibile sia nelle sinagoghe che nei luoghi di studio.

Tutto questo, ovviamente, non avviene senza contrasti. È interessante notare che a Efeso l'opposizione non avviene in termini dottrinali o di etica, ma economici. A causa della predicazione di Paolo, Demetrio teme di poter perdere denaro. Per questo fomenta l'opposizione (vv.24-29).

Ma anche qui Dio ha un piano. Nei Proverbi di oggi è scritto: "Il Signore ha fatto ogni cosa per il suo fine" (Proverbi 16,4). A Efeso, Dio opera attraverso il cancelliere della città (Atti 19,35). Anche se non sembra credere in Dio (vv.35-36), le sue azioni fermano i disordini. Per realizzare i suoi piani, Dio opera anche attraverso coloro che non sono credenti.

Preghiera

Signore, grazie per l'esempio di pianificazione, strategia e coraggio di Paolo di fronte all'opposizione. Ti ringrazio perché tu risolvi tutto per i tuoi fini. Guidaci in tutti i nostri piani. Aiutaci ad essere strategici e coraggiosi.
Antico Testamento

1 Re 22,1-54

Nuova guerra aramea e morte di Acab

22Trascorsero tre anni senza guerra fra Aram e Israele. 2 Nel terzo anno Giòsafat, re di Giuda, scese dal re d'Israele. 3 Ora il re d'Israele aveva detto ai suoi ufficiali: "Non sapete che Ramot di Gàlaad è nostra? Eppure noi ce ne stiamo inerti, senza riprenderla dalla mano del re di Aram".

4 Disse a Giòsafat: "Verresti con me a combattere per Ramot di Gàlaad?".

Giòsafat rispose al re d'Israele: "Conta su di me come su te stesso, sul mio popolo come sul tuo, sui miei cavalli come sui tuoi". 5 Giòsafat disse al re d'Israele: "Consulta, per favore, oggi stesso la parola del Signore".

6 Il re d'Israele radunò i profeti, quattrocento persone, e domandò loro: "Devo andare in guerra contro Ramot di Gàlaad o devo rinunciare?".

Risposero: "Attacca; il Signore la metterà in mano al re".

7 Giòsafat disse: "Non c'è qui ancora un profeta del Signore da consultare?".

8 Il re d'Israele rispose a Giòsafat: "C'è ancora un uomo, per consultare tramite lui il Signore, ma io lo detesto perché non mi profetizza il bene, ma il male: è Michea, figlio di Imla".

Giòsafat disse: "Il re non parli così!".

9 Il re d'Israele, chiamato un cortigiano, gli ordinò: "Convoca subito Michea, figlio di Imla".

10 Il re d'Israele e Giòsafat, re di Giuda, sedevano ognuno sul suo trono, vestiti dei loro mantelli, nello spiazzo all'ingresso della porta di Samaria; tutti i profeti profetizzavano davanti a loro. 11 Sedecìa, figlio di Chenaanà, che si era fatto corna di ferro, affermava: "Così dice il Signore: "Con queste cozzerai contro gli Aramei sino a finirli"".

12 Tutti i profeti profetizzavano allo stesso modo: "Assali Ramot di Gàlaad, avrai successo. Il Signore la metterà in mano al re".

13 Il messaggero, che era andato a chiamare Michea, gli disse: "Ecco, le parole dei profeti concordano sul successo del re; ora la tua parola sia come quella degli altri: preannuncia il successo!".

14 Michea rispose: "Per la vita del Signore, annuncerò quanto il Signore mi dirà".

15 Si presentò al re, che gli domandò: "Michea, dobbiamo andare in guerra contro Ramot di Gàlaad o rinunciare?".

Gli rispose: "Attaccala e avrai successo; il Signore la metterà nella mano del re".

16 Il re gli disse: "Quante volte ti devo scongiurare di non dirmi se non la verità nel nome del Signore?".

17 Egli disse: "Vedo tutti gli Israeliti vagare sui monti come pecore che non hanno pastore. Il Signore dice: "Questi non hanno padrone; ognuno torni a casa sua in pace!"".

18 Il re d'Israele disse a Giòsafat: "Non te l'avevo detto che costui non mi profetizza il bene, ma solo il male?".

19 Michea disse: "Perciò, ascolta la parola del Signore. Io ho visto il Signore seduto sul trono; tutto l'esercito del cielo gli stava intorno, a destra e a sinistra. 20 Il Signore domandò: "Chi ingannerà Acab perché salga contro Ramot di Gàlaad e vi perisca?".

Chi rispose in un modo e chi in un altro. 21 Si fece avanti uno spirito che, presentatosi al Signore, disse: "Lo ingannerò io".

"Come?", gli domandò il Signore.

22 Rispose: "Andrò e diventerò spirito di menzogna sulla bocca di tutti i suoi profeti".

Gli disse: "Lo ingannerai; certo riuscirai: va' e fa' così".

23 Ecco, dunque, il Signore ha messo uno spirito di menzogna sulla bocca di tutti questi tuoi profeti, ma il Signore a tuo riguardo parla di sciagura".

24 Allora Sedecìa, figlio di Chenaanà, si avvicinò e percosse Michea sulla guancia dicendo: "In che modo lo spirito del Signore è passato da me per parlare a te?".

25 Michea rispose: "Ecco, lo vedrai nel giorno in cui passerai di stanza in stanza per nasconderti".

26 Il re d'Israele disse: "Prendi Michea e conducilo da Amon, governatore della città, e da Ioas, figlio del re. 27 Dirai loro: "Così dice il re: Mettete costui in prigione e nutritelo con il minimo di pane e di acqua finché tornerò in pace"".

28 Michea disse: "Se davvero tornerai in pace, il Signore non ha parlato per mezzo mio". E aggiunse: "Popoli tutti, ascoltate!".

Acab muore in combattimento

29 Il re d'Israele marciò, insieme con Giòsafat, re di Giuda, contro Ramot di Gàlaad. 30 Il re d'Israele disse a Giòsafat: "Io per combattere mi travestirò. Tu resta con i tuoi abiti". Il re d'Israele si travestì ed entrò in battaglia.

31 Il re di Aram aveva ordinato ai comandanti dei suoi carri, che erano trentadue: "Non combattete contro nessuno, piccolo o grande, ma unicamente contro il re d'Israele". 32 Appena videro Giòsafat, i comandanti dei carri dissero: "Certo, quello è il re d'Israele". Si avvicinarono a lui per combattere. Giòsafat lanciò un grido. 33 I comandanti dei carri si accorsero che non era il re d'Israele e si allontanarono da lui.

34 Ma un uomo tese a caso l'arco e colpì il re d'Israele fra le maglie dell'armatura e la corazza. Il re disse al suo cocchiere: "Gira, portami fuori della mischia, perché sono ferito". 35 La battaglia infuriò in quel giorno; il re stette sul suo carro di fronte agli Aramei. Alla sera morì; il sangue della sua ferita era colato sul fondo del carro. 36 Al tramonto questo grido si diffuse per l'accampamento: "Ognuno alla sua città e ognuno alla sua terra!".

37 Il re dunque morì. Giunsero a Samaria e seppellirono il re a Samaria. 38 Il carro fu lavato nella piscina di Samaria; i cani leccarono il suo sangue e le prostitute vi si bagnarono, secondo la parola pronunciata dal Signore.

39 Le altre gesta di Acab, tutte le sue azioni, la costruzione della casa d'avorio e delle città da lui erette, non sono forse descritte nel libro delle Cronache dei re d'Israele? 40 Acab si addormentò con i suoi padri e al suo posto divenne re suo figlio Acazia.

Giòsafat, re di Giuda

41 Giòsafat, figlio di Asa, divenne re su Giuda l'anno quarto di Acab, re d'Israele. 42 Giòsafat aveva trentacinque anni quando divenne re; regnò venticinque anni a Gerusalemme. Sua madre si chiamava Azubà, figlia di Silchì. 43 Seguì in tutto la via di Asa, suo padre, non si allontanò da essa, facendo ciò che è retto agli occhi del Signore. 44 Ma non scomparvero le alture; il popolo ancora sacrificava e offriva incenso sulle alture.

45 Giòsafat fece pace con il re d'Israele. 46 Le altre gesta di Giòsafat e la potenza con cui agì e combatté, non sono forse descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda? 47 Egli spazzò via dalla terra il resto dei prostituti sacri, che era rimasto al tempo di suo padre Asa.

48 Allora non c'era re in Edom; lo sostituiva un governatore. 49 Giòsafat costruì navi di Tarsis per andare a cercare l'oro in Ofir; ma non ci andò, perché le navi si sfasciarono a Esion-Ghèber.

50 Allora Acazia, figlio di Acab, disse a Giòsafat: "I miei servi vadano con i tuoi servi sulle navi". Ma Giòsafat non volle.

Acazia, Re d'Israele

51 Giòsafat si addormentò con i suoi padri, fu sepolto con i suoi padri nella Città di Davide, suo padre, e al suo posto divenne re suo figlio Ioram. 52 Acazia, figlio di Acab, divenne re su Israele a Samaria nell'anno diciassettesimo di Giòsafat, re di Giuda; regnò due anni su Israele. 53 Fece ciò che è male agli occhi del Signore, seguendo la via di suo padre, quella di sua madre e quella di Geroboamo, figlio di Nebat, che aveva fatto peccare Israele. 54 Servì Baal e si prostrò davanti a lui irritando il Signore, Dio d'Israele, come aveva fatto suo padre.

Commento

I progetti di Dio

Cercare di ingannare Dio non è una buona idea! È questo il problema di Acab: per disfare i progetti di Dio, cerca di manipolare persone ed eventi.

Giòsafat gli dice che prima di andare in guerra con Aram, sarebbe meglio chiedere consiglio al Signore: "Consulta, per favore, oggi stesso la voce del Signore" (v.5, MSG). Qui troviamo un altro esempio del principio essenziale: se vogliamo che i nostri piani abbiano successo, dobbiamo coinvolgere Dio e chiedere la sua guida.

I 400 profeti "fantoccio" sono come "pappagalli" che dicono esattamente quello che il loro re vuole sentirsi dire.

Giosafat sa bene che queste parole non sono profezia autentica e chiede: "Non c'è qui ancora un profeta del Signore da consultare?" (v.7) Il re risponde: "C'è ancora un uomo, per consultare tramite lui il Signore, ma io lo detesto perché non mi profetizza il bene, ma il male: è Michea, figlio di Imla" (v.8).

Michea, che è profeta autentico, annuncia la parola del Signore. Se i 400 profeti condividono il pensiero del popolo, Michea si affida totalmente al pensiero del Signore. Non dovremmo mai farci cullare dall'opinione del popolo, se questa non viene dal Signore. E non dovremmo mai preoccuparci del fatto che l'opinione del Signore possa essere non popolare.

Michea è abbastanza coraggioso da dire la verità: "Per la vita del Signore, annuncerò quanto il Signore mi dirà" (v.14, MSG). Li mette in guardia dal pericolo di andare contro i piani di Dio. Le sue parole disturbano e per questo viene messo in carcere con un nutrimento "minimo di pane e acqua" (v.27).

Acab è deciso a non ascoltare la voce di Dio. Continua la sua manipolazione. Pensa di poter ingannare Dio camuffandosi (v.30). Ma, come abbiamo letto, "Il Signore ha fatto ogni cosa per il suo fine" (Proverbi 16,4).

Un principio che ritroviamo applicato poco più avanti, quando "un uomo tese a caso l'arco e colpì il re d'Israele fra le maglie dell'armatura e la corazza… Il re dunque morì… i cani leccarono il suo sangue... secondo la parola pronunciata dal Signore" (1 Re 22,34.37-38).

Preghiera

Grazie Signore perché sei sovrano e controlli amorevolmente gli eventi della storia. Perdonami, Signore, per le volte in cui pur sapendo di essere sulla strada sbagliata ho cercato di manipolare gli eventi. Aiutami a rimanere sempre in linea con i tuoi piani. Fa che i miei piani siano i tuoi e questi possano avere successo.

La moglie di Nicky dice

Proverbi 16,2

"Agli occhi dell'uomo tutte le sue opere sembrano pure, ma chi scruta gli spiriti è il Signore".

A volte le nostre motivazioni non sono limpide, ma un po' ingarbugliate.

Versetto del giorno

Proverbi 16,3

"Affida al Signore le tue opere e i tuoi progetti avranno efficacia".

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