Giorno 176

Il potere della preghiera

Sapienziali Proverbi 15,21-30
Nuovo Testamento Atti degli Apostoli 16,16-40
Antico Testamento 1 Re 14,21-16,7

Introduzione

Sei anni fa, Justin Welby, arcivescovo di Canterbury, e Pete Greig, fondatore di 24-7 Prayer, lanciarono un'iniziativa di preghiera a livello globale. Centinaia di migliaia di cristiani, di molte chiese e denominazioni diverse, furono invitate a pregare ad una sola voce per l'evangelizzazione delle nazioni. L'iniziativa si svolse durante la settimana che precedeva la domenica di Pentecoste e culminò con eventi e celebrazioni in cattedrali e chiese di tutto il mondo. Justin Welby chiese di pregare per tre cose: "Che tutti i cristiani trovassero nuova vita in Gesù Cristo… che tutte le persone a noi vicine potessero vedere in noi qualcosa di Gesù... che la Chiesa potesse traboccare della presenza viva e reale di Gesù".

Pete Greig ricorda quella settimana come "un'esplosione, un movimento dal basso verso l'alto". Racconta la storia di un ragazzo che in quei giorni pregò per cinque suoi amici. Tre di questi, successivamente, incontrarono Gesù e diventarono cristiani!

La preghiera è nutrimento spirituale. Come il corpo ha bisogno di cibo fisico, così l'anima ha bisogno di cibo spirituale. La preghiera ci cambia. La preghiera è potente. Charles Haddon Spurgeon ha definito la preghiera come: "L'esile nervo che muove i muscoli dell'onnipotenza". La preghiera ha il potere di cambiare le circostanze, le persone e persino il corso della storia.

Sapienziali

Proverbi 15,21-30

21 La stoltezza è una gioia per chi è privo di senno;
  chi è prudente cammina diritto.

22 Falliscono le decisioni prese senza consultazione,
  riescono quelle suggerite da molti consiglieri.

23 È una gioia saper dare una risposta;
  una parola detta al momento giusto è gradita!

24 Per l'uomo assennato la strada della vita è verso l'alto,
  per salvarlo dal regno dei morti che è in basso.

25 Il Signore abbatte la casa dei superbi,
  ma consolida il confine della vedova.

26 Il Signore aborrisce i pensieri malvagi,
  ma le parole benevole gli sono gradite.

27 Sconvolge la sua casa chi è avido di guadagni disonesti,
  ma chi detesta i regali vivrà.

28 La mente del giusto riflette prima di rispondere,
  ma la bocca dei malvagi esprime cattiveria.

29 Il Signore è lontano dai malvagi,
  ma ascolta la preghiera dei giusti.

30 Uno sguardo luminoso dà gioia al cuore,
  una notizia lieta rinvigorisce le ossa.

Commento

La preghiera cambia le circostanze

Dio "ascolta la preghiera dei giusti" (v.29, MSG). Le nostre preghiere possono fare la differenza nelle cose che accadono. "Il Signore è lontano dai malvagi, ma ascolta la preghiera dei giusti" (v.29). Secondo l'autore del libro dei Proverbi, essere "giusti" significa camminare "diritto" (v.21), ascoltare i consigli (v.22) e mantenere la purezza nei pensieri (v.26). Significa riflettere "prima di rispondere" (v.28, MSG). Grazie a Gesù, tutti coloro che credono sono giusti (Romani 3,22). Per questo possiamo dire che Dio ascolta le nostre preghiere (v.29).

Preghiera e pianificazione accurata non sono azioni in contrasto tra loro. Oltre a parlare con Dio, è saggio farsi consigliare da altri: "Falliscono le decisioni prese senza consultazione, riescono quelle suggerite da molti consiglieri" (v.22).

Così facendo, porteremo benedizione ovunque andremo: "Uno sguardo luminoso dà gioia al cuore, una notizia lieta rinvigorisce le ossa" (v.30, AMP).

Preghiera

Signore, grazie per tutte le volte che hai ascoltato e risposto alle mie preghiere. Signore, oggi desidero pregarti per...
Nuovo Testamento

Atti degli Apostoli 16,16-40

Paolo e Sila in prigione

16 Mentre andavamo alla preghiera, venne verso di noi una schiava che aveva uno spirito di divinazione: costei, facendo l'indovina, procurava molto guadagno ai suoi padroni. 17 Ella si mise a seguire Paolo e noi, gridando: "Questi uomini sono servi del Dio altissimo e vi annunciano la via della salvezza". 18 Così fece per molti giorni, finché Paolo, mal sopportando la cosa, si rivolse allo spirito e disse: "In nome di Gesù Cristo ti ordino di uscire da lei". E all'istante lo spirito uscì.

19 Ma i padroni di lei, vedendo che era svanita la speranza del loro guadagno, presero Paolo e Sila e li trascinarono nella piazza principale davanti ai capi della città. 20 Presentandoli ai magistrati dissero: "Questi uomini gettano il disordine nella nostra città; sono Giudei 21 e predicano usanze che a noi Romani non è lecito accogliere né praticare".

22 La folla allora insorse contro di loro e i magistrati, fatti strappare loro i vestiti, ordinarono di bastonarli 23 e, dopo averli caricati di colpi, li gettarono in carcere e ordinarono al carceriere di fare buona guardia. 24 Egli, ricevuto quest'ordine, li gettò nella parte più interna del carcere e assicurò i loro piedi ai ceppi.

25 Verso mezzanotte Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i prigionieri stavano ad ascoltarli. 26 D'improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le fondamenta della prigione; subito si aprirono tutte le porte e caddero le catene di tutti. 27 Il carceriere si svegliò e, vedendo aperte le porte del carcere, tirò fuori la spada e stava per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti. 28 Ma Paolo gridò forte: "Non farti del male, siamo tutti qui".

29 Quello allora chiese un lume, si precipitò dentro e tremando cadde ai piedi di Paolo e Sila; 30 poi li condusse fuori e disse: "Signori, che cosa devo fare per essere salvato?".

31 Risposero: "Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia". 32 E proclamarono la parola del Signore a lui e a tutti quelli della sua casa. 33 Egli li prese con sé, a quell'ora della notte, ne lavò le piaghe e subito fu battezzato lui con tutti i suoi; 34 poi li fece salire in casa, apparecchiò la tavola e fu pieno di gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto in Dio.

35 Fattosi giorno, i magistrati inviarono le guardie a dire: "Rimetti in libertà quegli uomini!". 36 Il carceriere riferì a Paolo questo messaggio: "I magistrati hanno dato ordine di lasciarvi andare! Uscite dunque e andate in pace".

37 Ma Paolo disse alle guardie: "Ci hanno percosso in pubblico e senza processo, pur essendo noi cittadini romani, e ci hanno gettato in carcere; e ora ci fanno uscire di nascosto? No davvero! Vengano loro di persona a condurci fuori!".

38 E le guardie riferirono ai magistrati queste parole. All'udire che erano cittadini romani, si spaventarono; 39 vennero e si scusarono con loro; poi li fecero uscire e li pregarono di andarsene dalla città. 40 Usciti dal carcere, si recarono a casa di Lidia, dove incontrarono i fratelli, li esortarono e partirono.

Commento

La preghiera cambia le persone

Cosa rendeva la prima Chiesa così potente? Un elemento importante è sicuramente la vita di preghiera.

  1. Pregare regolarmente
    Per i primi cristiani la preghiera è un'abitudine regolare. È scritto: "Mentre andavamo alla preghiera..." (v.16). Non pregano soltanto da soli, ma anche insieme e regolarmente.

  2. Pregare nel nome di Gesù
    La preghiera cristiana è potente perché non si prega nel proprio nome, ma nel nome di Gesù.

    Nella città di Filippi, Paolo viene seguito più e più volte da una donna "sensitiva", che si occupa di pratiche occulte ed è chiaramente sotto l'influenza demoniaca (v.17). Dopo molti giorni Paolo decide di intervenire. Si rivolge allo spirito e dice: "In nome di Gesù Cristo ti ordino di uscire da lei!" (v.18) "E all'istante lo spirito uscì" (v.18, MSG).

    Il nome di Gesù è così potente. L'unico modo per affrontare il potere demoniaco è attraverso il nome di Gesù. Nessun demone può competere con Gesù. Gesù ci libera dalle forze demoniache. Trasforma completamente la vita di questa giovane donna.

  3. Pregare in ogni circostanza
    La donna guarita "procurava molto guadagno ai suoi padroni". Era infatti un'indovina. Nel vederla guarita e senza più poteri soprannaturali, i suoi padroni si infuriano, prendono Paolo e Sila, li bastonano e li fanno gettare in carcere (vv.22-23, MSG).

    Anche la folla "insorse contro di loro" (v.22). Quando iniziamo a fare la differenza nella società, la nostra vita si complica. Le nostre opinioni danno fastidio, diventano impopolari o addirittura fuori legge. Ma gli "attacchi" non sono sempre segno di fallimento; a volte sono segno di successo.

    I magistrati cedono alle pressioni e ordinano che vengano spogliati, fustigati duramente e gettati, sotto stretta sorveglianza, "nella parte più interna del carcere" (v.24, MSG).

    La scena che il carceriere si trova davanti è del tutto inusuale. Paolo e Sila non sbraitano, non imprecano e non bestemmiano come la maggior parte degli altri detenuti. Al contrario, pregano, adorano e cantano inni a Dio (v.25). Una combinazione, questa, di preghiera e adorazione potente.

    Un terremoto scuote la prigione e tutte le porte si aprono. Nel vedere questo, il carceriere decide di togliersi la vita. Pensa che tutti i prigionieri se ne siano andati e teme le conseguenze. Ma Paolo sceglie di non scappare e di portare il suo carceriere a Cristo.

    Paolo lo rassicura sul fatto che tutti i prigionieri sono ancora lì. Allora il carceriere gli chiede: "Che cosa devo fare per essere salvato?" (v.30) Questa è ciò che si potrebbe definire "un'opportunità evangelica!" Paolo spiega a quell'uomo tutto ciò che deve fare. Sia lui che tutta la sua famiglia iniziano a credere in Gesù e vengono battezzati.

    Di colpo, la sua vita cambia. Mostra compassione, lava le ferite di Paolo e Sila (v.33) e apparecchia per loro una tavola (v.34). Tutti nella sua famiglia sono "pien\[i\] di gioia" (v.34) e disposti a farsi riconoscere pubblicamente come cristiani. Diventano membri fondatori della chiesa di Filippi.

    Questi eventi sono così chiaramente soprannaturali che Paolo vede in essi la sorprendente potenza di Dio che accompagna l'azione umana delle sue parole.

    Questo episodio si conclude con i magistrati che si scusano personalmente con Paolo e Sila perché non si erano resi conto che erano cittadini romani e che quindi era illegale trattarli nel modo in cui erano stati trattati: "Le guardie si spaventarono... si scusarono... li fecero uscire… Usciti dal carcere, si recarono a casa di Lidia, dove incontrarono i fratelli, li esortarono e partirono" (vv.38-40, MSG).

    La preghiera ha il potere non solo di cambiare la nostra vita, ma anche le circostanze, gli eventi e la vita degli altri.

Preghiera

Signore, aiutaci ad essere più simili alla chiesa primitiva. Metti in noi il desiderio di incontrarci regolarmente per pregare. Grazie per il potere nel nome di Gesù. Signore, fa che la preghiera e l'adorazione siano alla base del nostro agire.
Antico Testamento

1 Re 14,21-16,7

Roboamo re di Giuda

21 Roboamo, figlio di Salomone, regnò in Giuda. Aveva quarantun anni quando divenne re e regnò diciassette anni a Gerusalemme, città scelta dal Signore fra tutte le tribù d'Israele per collocarvi il suo nome. Sua madre, ammonita, si chiamava Naamà.

22 Giuda fece ciò che è male agli occhi del Signore; essi provocarono il Signore a gelosia più di quanto avevano fatto i loro padri, con i peccati da loro commessi. 23 Anch'essi si costruirono alture, stele e pali sacri su ogni alto colle e sotto ogni albero verde. 24 Inoltre nella terra c'erano prostituti sacri. Essi commisero tutti gli abomini dei popoli che il Signore aveva scacciato davanti agli Israeliti.

25 Nell'anno quinto del re Roboamo, il re d'Egitto, Sisak, salì contro Gerusalemme. 26 Prese i tesori del tempio del Signore e i tesori della reggia, portò via tutto, prese anche gli scudi d'oro fatti da Salomone. 27 Il re Roboamo li sostituì con scudi di bronzo, che affidò ai comandanti delle guardie addette alle porte della reggia. 28 Ogni volta che il re andava nel tempio del Signore, le guardie li prendevano, poi li riportavano nella sala delle guardie.

29 Le altre gesta di Roboamo e tutte le sue azioni non sono forse descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda? 30 Ci fu guerra continua fra Roboamo e Geroboamo. 31 Roboamo si addormentò con i suoi padri e fu sepolto con i suoi padri nella Città di Davide. Sua madre, ammonita, si chiamava Naamà. Al suo posto divenne re suo figlio Abiam.

Abiam re di Giuda

15Nell'anno diciottesimo del re Geroboamo, figlio di Nebat, Abiam divenne re su Giuda. 2 Regnò tre anni a Gerusalemme. Sua madre si chiamava Maacà, figlia di Abisalòm.

3 Egli imitò tutti i peccati che suo padre aveva commesso prima di lui; il suo cuore non fu integro con il Signore, suo Dio, come il cuore di Davide, suo padre. 4 Ma, per amore di Davide, il Signore, suo Dio, gli concesse una lampada a Gerusalemme, facendo sorgere suo figlio dopo di lui e rendendo stabile Gerusalemme, 5 perché Davide aveva fatto ciò che è retto agli occhi del Signore e non aveva deviato da quanto il Signore aveva ordinato, durante tutta la sua vita, se si eccettua il caso di Uria l'Ittita.

6 Ci fu guerra continua fra Roboamo e Geroboamo. 7 Le altre gesta di Abiam e tutte le sue azioni non sono forse descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda? Ci fu guerra fra Abiam e Geroboamo. 8 Abiam si addormentò con i suoi padri; lo seppellirono nella Città di Davide e al suo posto divenne re suo figlio Asa.

Asa, re di Giuda

9 Nell'anno ventesimo di Geroboamo, re d'Israele, Asa divenne re di Giuda. 10 Egli regnò quarantun anni a Gerusalemme. Sua madre si chiamava Maacà, figlia di Abisalòm.

11 Asa fece ciò che è retto agli occhi del Signore, come Davide, suo padre. 12 Eliminò i prostituti sacri dalla terra e allontanò tutti gli idoli che avevano fatto i suoi padri. 13 Privò anche sua madre Maacà del titolo di regina madre, perché ella aveva eretto ad Asera un'immagine infame; Asa demolì l'immagine infame e la bruciò nella valle del torrente Cedron. 14 Ma non scomparvero le alture, anche se il cuore di Asa si mantenne integro nei riguardi del Signore per tutta la sua vita. 15 Fece portare nel tempio del Signore le offerte consacrate da suo padre e quelle consacrate da lui stesso, consistenti in argento, oro e utensili.

16 Ci fu guerra fra Asa e Baasà, re d'Israele, per tutta la loro vita. 17 Il re d'Israele, Baasà, salì contro Giuda; egli fortificò Rama per impedire il transito ad Asa, re di Giuda.

18 Asa prese tutto l'argento e l'oro rimasti nei tesori del tempio del Signore e nei tesori della reggia, li consegnò ai suoi ministri, che li portarono per ordine del re Asa a Ben-Adàd, figlio di Tabrimmòn, figlio di Cheziòn, re di Aram, residente a Damasco, con questa proposta: 19 "Ci sia un'alleanza fra me e te, come tra mio padre e tuo padre. Ecco, ti mando un dono d'argento e d'oro. Su, rompi la tua alleanza con Baasà, re d'Israele, in modo che egli si ritiri da me".

20 Ben-Adàd ascoltò il re Asa; mandò contro le città d'Israele i comandanti del suo esercito, che colpirono Iion, Dan, Abel-Bet-Maacà e l'intera regione di Chinaròt, compreso tutto il territorio di Nèftali. 21 Quando lo seppe, Baasà smise di fortificare Rama e tornò a Tirsa. 22 Allora il re Asa convocò tutti quelli di Giuda, nessuno escluso; costoro andarono a prendere le pietre e il legname con cui Baasà stava fortificando Rama e con essi il re Asa fortificò Gheba di Beniamino e Mispa.

23 Tutte le altre gesta di Asa, tutta la sua potenza e tutte le sue azioni, le città che egli edificò, non sono forse descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda? Tuttavia nella sua vecchiaia fu ammalato ai piedi. 24 Asa si addormentò con i suoi padri, fu sepolto con i suoi padri nella Città di Davide, suo padre, e al suo posto divenne re suo figlio Giòsafat.

Nadab, re d'Israele

25 Nadab, figlio di Geroboamo, divenne re su Israele nell'anno secondo di Asa, re di Giuda, e regnò su Israele due anni. 26 Egli fece ciò che è male agli occhi del Signore, seguendo la via di suo padre e il peccato che questi aveva fatto commettere a Israele.

27 Contro di lui congiurò Baasà, figlio di Achia, della casa di Ìssacar; Baasà lo colpì a Ghibbetòn, che apparteneva ai Filistei, mentre Nadab e tutto Israele assediavano Ghibbetòn. 28 Baasà lo fece morire nell'anno terzo di Asa, re di Giuda, e divenne re al suo posto.

29 Appena divenuto re, egli colpì tutta la casa di Geroboamo: non risparmiò nessuno della stirpe di Geroboamo, fino ad estinguerla, secondo la parola del Signore pronunciata per mezzo del suo servo Achia di Silo, 30 a causa dei peccati che Geroboamo commise e fece commettere a Israele, e a causa dello sdegno a cui aveva provocato il Signore, Dio d'Israele.

31 Le altre gesta di Nadab e tutte le sue azioni non sono forse descritte nel libro delle Cronache dei re d'Israele? 32 Ci fu guerra fra Asa e Baasà, re d'Israele, per tutta la loro vita.

Baasà, re d'Israele

33 Nell'ann,o terzo di Asa, re di Giuda, Baasà, figlio di Achia, divenne re su tutto Israele a Tirsa. Regnò ventiquattro anni. 34 Egli fece ciò che è male agli occhi del Signore, seguendo la via di Geroboamo e il peccato che questi aveva fatto commettere a Israele.

16La parola del Signore fu rivolta a Ieu, figlio di Anàni, contro Baasà: 2 "Io ti ho innalzato dalla polvere e ti ho costituito capo sul mio popolo Israele, ma tu hai seguito la via di Geroboamo e hai fatto peccare il mio popolo Israele, provocandomi con i loro peccati. 3 Ecco, io spazzerò via Baasà e la sua casa, e renderò la tua casa come la casa di Geroboamo, figlio di Nebat. 4 I cani divoreranno quanti della casa di Baasà moriranno in città; quelli morti in campagna li divoreranno gli uccelli del cielo".

5 Le altre gesta di Baasà, le sue azioni e la sua potenza non sono forse descritte nel libro delle Cronache dei re d'Israele? 6 Baasà si addormentò con i suoi padri; fu sepolto a Tirsa e al suo posto divenne re suo figlio Ela.

7 Attraverso il profeta Ieu, figlio di Anàni, la parola del Signore fu rivolta a Baasà e alla sua casa, per tutto il male che aveva commesso agli occhi del Signore, irritandolo con le opere delle sue mani, tanto che la sua casa era diventata come quella di Geroboamo, e perché egli aveva colpito quella casa.

Commento

La preghiera cambia la storia

La preghiera non può cambiare il passato, ma può cambiare il futuro.

La storia del popolo di Dio, riportata nel libro dei Re, è piuttosto controversa. Più e più volte leggiamo che il popolo di Dio "fece ciò che è male agli occhi del Signore" (14,22; 15,26.34; 16,7). Commettono peccati (vedi ad esempio: 14,22b; 15,26.30.34; 16,2), praticano la prostituzione sacra (14,24a), commettono abomini (v.24b); sono in continua guerra tra di loro (v.30; 15,6.32). I re si dimostrano deboli e non "integri con il Signore" (v.3).

Ci sono comunque eccezioni degne di nota, come Asa (15,9-24): egli "fece ciò che è retto agli occhi del Signore, come Davide, suo padre. Eliminò i prostituti sacri dalla terra e allontanò tutti gli idoli..." (vv.11-12a, MSG).

In mezzo a tutto questo, troviamo un commento affascinante: "Ma per amore di Davide, il Signore, suo Dio, gli concesse una lampada a Gerusalemme, facendo sorgere suo figlio dopo di lui e rendendo stabile Gerusalemme, perché Davide aveva fatto ciò che è retto agli occhi del Signore e non aveva deviato da quanto il Signore aveva ordinato, durante tutta la sua vita, se si eccettua il caso di Uria l'Ittita" (vv.4-5).

I benefici della fedeltà di Davide a Dio continuano anche dopo la sua morte. Per generazioni, Dio continua a rispondere e ad onorare le sue preghiere.

A Davide, Dio dice: "La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a te, il tuo trono sarà reso stabile per sempre" (2 Samuele 7,16). E Davide prega così: "Ora, Signore Dio, la parola che hai pronunciato sul tuo servo e sulla sua casa confermala per sempre e fà come hai detto. Il tuo nome sia magnificato per sempre così: 'Il Signore degli eserciti è il Dio d'Israele!' La casa del tuo servo Davide sia dunque stabile davanti a te!" (vv.25-26)

Il Signore ascolta la preghiera di Davide. La preghiera di Davide cambia il corso della storia. Davide vive una vita giusta ("se si eccettua il caso di Uria l'Ittita"). La sua vita è grande, ma la nostra può esserlo ancora di più! Il Nuovo Testamento ci dice che ogni persona che crede in Gesù si trova oggi in una posizione ancora più grande di quella di Davide. Grazie alla morte e alla risurrezione di Gesù, siamo giusti davanti a Dio. E Dio ascolta le preghiere dei giusti. Grazie a Gesù, anche le nostre preghiere possono cambiare il corso della storia.

Preghiera

Signore, riconduci a te la nostra città e la nostra nazione. Ti preghiamo di suscitare leader e politici completamente devoti a te, che si impegnino concretamente ad eliminare il male e a portare pace e giustizia nel nostro mondo.

La moglie di Nicky dice

Salomone è stato un uomo molto sapiente, forse il più sapiente nella storia del mondo. Come genitore però non è stato tra i migliori. Avrebbe dovuto applicare il proverbio (forse uno dei suoi) che dice: "Indirizza il giovane sulla via da seguire, neppure da vecchio se ne allontanerà" (Proverbi 22,6).

Versetto del giorno

Atti degli Apostoli 16,31

"Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia".

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Salvo diversa indicazione, le citazioni delle Scritture sono tratte dalla Sacra Bibbia Italiana Cattolica, testo CEI 2008 a cura della Conferenza Episcopale Italiana. Utilizzata con permesso.

Copyright © 2008 — 2019 Diritti d'autore riservati su testo e commento Fondazione di Religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena.

Per ulteriori approfondimenti e/o proseguimento della lettura della Bibbia si rimanda al sito ufficiale BibbiaEdu nonché all’app La Sacra Bibbia.

Spurgeon's Sermons Volume 12: 1866: The Ravens' Cry, delivered on Sunday evening, 14 January 1866 by C. H. Spurgeon at the Metropolitan Tabernacle, Newington.

Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®.

Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.

NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
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