Giorno 172

È il cuore che conta

Sapienziali Proverbi 15,11-20
Nuovo Testamento Atti degli Apostoli 14,8-28
Antico Testamento 1 Re 8,22-9,9

Introduzione

Paul Swala venne arrestato in Zambia con l'accusa grave di aver partecipato ad un golpe finalizzato a rovesciare il governo nazionale. In carcere, venne invitato ad un corso Alpha. Lì incontrò Gesù e gridò a Dio per essere salvato. Ripensando a quel giorno, oggi dice: "Di colpo mi sono trovato a sorridere e il mio cuore si è riempito di pace".

Con grande stupore di tutti, delle sessantanove persone accusate con lui, solo Paul venne assolto. Ho avuto il piacere di incontrare Paul qualche anno fa in occasione della Leadership Conference alla Royal Albert Hall di Londra. Il suo volto irradiava la gioia del Signore. Ora Paul serve Dio in tutti i carceri dello Zambia, condividendo la buona notizia di Gesù Cristo e di come, anche nelle situazioni più difficili, Gesù possa portare speranza e cambiare i cuori delle persone. Dice: "Non ho mai conosciuto un amico come Gesù". Dio ha davvero riempito il suo cuore di gioia.

Nei brani di oggi, la parola "cuore" compare almeno diciassette volte. Il concetto ebraico di "cuore" comprende emozioni, ma anche mente, coscienza e volontà. Significa tutto ciò che accade dentro di noi.

Tutti gli uomini e le donne delle quali Dio si serve in modo importante sono imperfette, hanno debolezze e commettono errori. Ma Dio vede che i loro cuori sono rivolti verso di lui. È il nostro cuore che conta. I nostri cuori sono "palesi davanti al Signore" (Proverbi 15,11). Solo Dio vede e conosce il cuore di ogni essere umano (1 Re 8,39).

Sapienziali

Proverbi 15,11-20

11 Abisso e regno dei morti sono palesi davanti al Signore,
  quanto più i cuori degli uomini!

12 Lo spavaldo non vuole essere corretto,
  egli non va in compagnia dei saggi.

13 Un cuore lieto dà serenità al volto,
  ma quando il cuore è triste, lo spirito è depresso.

14 Un cuore intelligente desidera imparare,
  la bocca dello stolto si pasce della sua ignoranza.

15 Tutti i giorni sono brutti per il povero,
  per un cuore felice è sempre festa.

16 È meglio aver poco con il timore di Dio
  che un grande tesoro con l'inquietudine.

17 È meglio un piatto di verdura con l'amore
  che un bue grasso con l'odio.

18 Chi è collerico suscita contese,
  chi è paziente calma le liti.

19 La strada del pigro è come una siepe di spine,
  il sentiero dei retti è scorrevole.

20 Il figlio saggio allieta il padre,
  il figlio stolto disprezza sua madre.

Commento

Il nostro volto riflette il nostro cuore

Ci sono persone i cui volti riflettono amore e gioia. I loro sorrisi ci donano pace e ci rallegrano. Ce ne sono altre invece i cui volti trasmettono durezza e ci lasciano inquieti.

Il nostro viso riflette il nostro cuore: "Un cuore lieto dà serenità al volto" (v.13). Ricordo ancora quel predicatore che una volta ci disse che il tipo di vita che abbiamo vissuto si vede sul nostro volto e che quindi tutti coloro che hanno più di quarant'anni sono responsabili del proprio volto!

Anche quando cerchiamo di nascondere il nostro cuore a chi è attorno a noi, Dio può vederlo: "Abisso e regno dei morti sono palesi davanti al Signore, quanto più i cuori degli uomini!" (v.11, MSG)

Dio è interessato al nostro cuore. Questo brano offre alcuni consigli molto saggi su come nutrire il nostro cuore: "Un cuore intelligente desidera imparare" (v.14), "Per un cuore felice è sempre festa" (v.15b, MSG).

Con un esempio, l'autore ci dice che ciò che viene dal cuore è molto più importante di ciò che appare all'esterno: "È meglio un piatto di verdura con l'amore che un bue grasso con l'odio" (v.17, MSG). L'amore e l'amicizia sono ciò che rendono piacevole e bella ogni giornata.

Preghiera

Grazie Signore perché tu vedi nel mio cuore oltre l'apparenza esteriore. Fa che il mio volto rifletta l'amore e la gioia che hai posto nel mio cuore per portare incoraggiamento e fiducia a tutti quelli che incontrerò.
Nuovo Testamento

Atti degli Apostoli 14,8-28

A Listra Paolo guarisce un paralitico

8 C'era a Listra un uomo paralizzato alle gambe, storpio sin dalla nascita, che non aveva mai camminato. 9 Egli ascoltava Paolo mentre parlava e questi, fissandolo con lo sguardo e vedendo che aveva fede di essere salvato, 10 disse a gran voce: "Àlzati, ritto in piedi!". Egli balzò in piedi e si mise a camminare.

11 La gente allora, al vedere ciò che Paolo aveva fatto, si mise a gridare, dicendo, in dialetto licaonio: "Gli dèi sono scesi tra noi in figura umana!". 12 E chiamavano Bàrnaba "Zeus" e Paolo "Hermes", perché era lui a parlare. 13 Intanto il sacerdote di Zeus, il cui tempio era all'ingresso della città, recando alle porte tori e corone, voleva offrire un sacrificio insieme alla folla.

14 Sentendo ciò, gli apostoli Bàrnaba e Paolo si strapparono le vesti e si precipitarono tra la folla, gridando: 15 "Uomini, perché fate questo? Anche noi siamo esseri umani, mortali come voi, e vi annunciamo che dovete convertirvi da queste vanità al Dio vivente, che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che in essi si trovano. 16 Egli, nelle generazioni passate, ha lasciato che tutte le genti seguissero la loro strada; 17 ma non ha cessato di dar prova di sé beneficando, concedendovi dal cielo piogge per stagioni ricche di frutti e dandovi cibo in abbondanza per la letizia dei vostri cuori". 18 E così dicendo, riuscirono a fatica a far desistere la folla dall'offrire loro un sacrificio.

Ritorno di Paolo e Bàrnaba ad Antiòchia in Siria

19 Ma giunsero da Antiòchia e da Icònio alcuni Giudei, i quali persuasero la folla. Essi lapidarono Paolo e lo trascinarono fuori della città, credendolo morto. 20 Allora gli si fecero attorno i discepoli ed egli si alzò ed entrò in città. Il giorno dopo partì con Bàrnaba alla volta di Derbe.

21 Dopo aver annunciato il Vangelo a quella città e aver fatto un numero considerevole di discepoli, ritornarono a Listra, Icònio e Antiòchia, 22 confermando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede "perché - dicevano - dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni". 23 Designarono quindi per loro in ogni Chiesa alcuni anziani e, dopo avere pregato e digiunato, li affidarono al Signore, nel quale avevano creduto. 24 Attraversata poi la Pisìdia, raggiunsero la Panfìlia 25 e, dopo avere proclamato la Parola a Perge, scesero ad Attàlia;

26 di qui fecero vela per Antiòchia, là dove erano stati affidati alla grazia di Dio per l'opera che avevano compiuto. 27 Appena arrivati, riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fede. 28 E si fermarono per non poco tempo insieme ai discepoli.

Commento

Un cuore pieno di gioia nonostante le circostanze esterne

Paolo affronta enormi difficoltà, ma è pieno di gioia perché il suo cuore è giusto e sta facendo una grande differenza nel mondo.

La gioia viene dal cuore e non è necessariamente legata alle circostanze esteriori. Dio ci ama. Si compiace di noi. Certo, tutti abbiamo delle debolezze e commettiamo errori, ma Dio vede il nostro cuore.

Paolo sta conducendo la prima campagna di evangelizzazione nel mondo dei gentili. Una missione che permetterà al cristianesimo di diventare una fede che oggi appassiona e coinvolge milioni e milioni di persone al mondo: "Riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fede" (v.27, MSG).

Paolo parla di "tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro" (v. 27). Eppure, da una prospettiva umana, le probabilità di successo per lui erano del tutto basse. Fisicamente, il suo aspetto non colpisce (2 Corinzi 10,10). In un documento del secondo secolo chiamato "Atti di Paolo e Tecla", Paolo è descritto come "uomo di bassa statura, con i capelli sottili, le gambe storte, di buona costituzione, con le sopracciglia unite e il naso un po' adunco, pieno di grazia; a volte appare come un uomo, volte con il volto di un angelo".

Soffre inoltre di una malattia fisica (Galati 4,13) e il suo corpo è malconcio e livido per tutte le persecuzioni fisiche subite. In questa occasione, la folla lo percuote fino a farlo svenire e a lasciarlo quasi morto (Atti 14,19).

Come tanti altri che hanno seguito le sue orme, nonostante le sofferenze fisiche, il cuore di Paolo è pieno di gioia. Dio opera attraverso di lui, lo usa nella sua debolezza. Un incoraggiamento, questo, anche per noi a credere che Dio può operare anche attraverso le nostre debolezze.

In questo brano troviamo descritti tre diversi tipi di cuore:

1. Cuori pieni di fede

Paolo segue l'esempio del Signore e guarda al cuore. Vede "un uomo paralizzato alle gambe, storpio sin dalla nascita, che non aveva mai camminato" (v.8). Guardandolo, vede il suo cuore e "che aveva fede di essere salvato" (v.9).

A volte Dio ci permette di vedere nel cuore delle persone, di vedere che hanno la fede per essere guarite, per essere riempite di Spirito o per ricevere qualche dono. Più avanti leggiamo che Dio ha aperto "ai pagani la porta della fede" (v.27). La fede è la chiave della salvezza.

2. Cuori volubili

Nel vedere l'uomo guarito, la folla inizia a trattare Paolo e Barnaba come divinità. Per questo i due apostoli dicono: "Noi siamo esseri umani" (v.15). Cercano di far capire che loro sono solo annunciatori della buona notizia del "Dio vivente". Tuttavia, il cuore della folla è volubile. Ben presto vengono conquistati dagli avversari di Paolo e in un istante passano dal desiderio di offrire sacrifici a Paolo all'intenzione di lapidarlo (vv.18-19).

3. Cuori pieni di gioia

Questa è solo una delle tante "tribolazioni" (v.22) che Paolo e i suoi compagni devono affrontare. Ciononostante, Paolo parla di Dio come "letizia dei vostri cuori" (v.17). Ancora una volta, ci sta dicendo che ciò che avviene dentro di noi è molto più importante di ciò che avviene al di fuori.

Paolo ritorna "confermando i discepoli" ed "esortandoli a restare saldi nella fede" (vv.21-22). Non dice che la vita cristiana è facile, ma che, sebbene i loro peccati siano alle spalle, avrebbero incontrato ancora molti ostacoli. Dice: "Dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni (v.22, MSG). Gesù non è venuto per rendere la vita facile, ma per rendere grandi le persone.

Preghiera

Signore, ti ringraziamo per l'esempio ispiratore di persone come l'apostolo Paolo. Qualunque sia l'aspetto esteriore o la circostanza, fa che i nostri cuori siano pieni di gioia. Concedici di non giudicare le persone o le situazioni da come appaiono esteriormente ma, imitando te, di guardare sempre al cuore.
Antico Testamento

1 Re 8,22-9,9

Preghiera di Salomone per la famiglia

22 Poi Salomone si pose davanti all'altare del Signore, di fronte a tutta l'assemblea d'Israele e, stese le mani verso il cielo, 23 disse:

"Signore, Dio d'Israele, non c'è un Dio come te, né lassù nei cieli né quaggiù sulla terra! Tu mantieni l'alleanza e la fedeltà verso i tuoi servi che camminano davanti a te con tutto il loro cuore. 24 Tu hai mantenuto nei riguardi del tuo servo Davide, mio padre, quanto gli avevi promesso; quanto avevi detto con la bocca l'hai adempiuto con la tua mano, come appare oggi.

25 Ora, Signore, Dio d'Israele, mantieni nei riguardi del tuo servo Davide, mio padre, quanto gli hai promesso dicendo: "Non ti mancherà mai un discendente che stia davanti a me e sieda sul trono d'Israele, purché i tuoi figli veglino sulla loro condotta, camminando davanti a me come hai camminato tu davanti a me". 26 Ora, Signore, Dio d'Israele, si adempia la tua parola, che hai rivolto al tuo servo Davide, mio padre!

27 Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno questa casa che io ho costruito! 28 Volgiti alla preghiera del tuo servo e alla sua supplica, Signore, mio Dio, per ascoltare il grido e la preghiera che il tuo servo oggi innalza davanti a te! 29 Siano aperti i tuoi occhi notte e giorno verso questa casa, verso il luogo di cui hai detto: "Lì porrò il mio nome!". Ascolta la preghiera che il tuo servo innalza in questo luogo. 30 Ascolta la supplica del tuo servo e del tuo popolo Israele, quando pregheranno in questo luogo. Ascoltali nel luogo della tua dimora, in cielo; ascolta e perdona!

31 Se uno pecca contro il suo prossimo e, perché gli è imposto un giuramento imprecatorio, viene a giurare davanti al tuo altare in questo tempio, 32 tu ascoltalo nel cielo, intervieni e fa' giustizia con i tuoi servi; condanna il malvagio, facendogli ricadere sul capo la sua condotta, e dichiara giusto l'innocente, rendendogli quanto merita la sua giustizia.

33 Quando il tuo popolo Israele sarà sconfitto di fronte al nemico perché ha peccato contro di te, ma si converte a te, loda il tuo nome, ti prega e ti supplica in questo tempio, 34 tu ascolta nel cielo, perdona il peccato del tuo popolo Israele e fallo tornare sul suolo che hai dato ai loro padri.

35 Quando si chiuderà il cielo e non ci sarà pioggia perché hanno peccato contro di te, ma ti pregano in questo luogo, lodano il tuo nome e si convertono dal loro peccato perché tu li hai umiliati, 36 tu ascolta nel cielo, perdona il peccato dei tuoi servi e del tuo popolo Israele, ai quali indicherai la strada buona su cui camminare, e concedi la pioggia alla terra che hai dato in eredità al tuo popolo.

37 Quando sulla terra ci sarà fame o peste, carbonchio o ruggine, invasione di locuste o di bruchi, quando il suo nemico lo assedierà nel territorio delle sue città o quando vi sarà piaga o infermità d'ogni genere, 38 ogni preghiera e ogni supplica di un solo individuo o di tutto il tuo popolo Israele, di chiunque abbia patito una piaga nel cuore e stenda le mani verso questo tempio, 39 tu ascoltala nel cielo, luogo della tua dimora, perdona, agisci e da' a ciascuno secondo la sua condotta, tu che conosci il suo cuore, poiché solo tu conosci il cuore di tutti gli uomini, 40 perché ti temano tutti i giorni della loro vita sul suolo che hai dato ai nostri padri.

41 Anche lo straniero, che non è del tuo popolo Israele, se viene da una terra lontana a causa del tuo nome, 42 perché si sentirà parlare del tuo grande nome, della tua mano potente e del tuo braccio teso, se egli viene a pregare in questo tempio, 43 tu ascolta nel cielo, luogo della tua dimora, e fa' tutto quello per cui ti avrà invocato lo straniero, perché tutti i popoli della terra conoscano il tuo nome, ti temano come il tuo popolo Israele e sappiano che il tuo nome è stato invocato su questo tempio che io ho costruito.

44 Quando il tuo popolo uscirà in guerra contro i suoi nemici, seguendo la via sulla quale l'avrai mandato, e pregheranno il Signore rivolti verso la città che tu hai scelto e verso il tempio che io ho costruito al tuo nome, 45 ascolta nel cielo la loro preghiera e la loro supplica e rendi loro giustizia.

46 Quando peccheranno contro di te, poiché non c'è nessuno che non pecchi, e tu, adirato contro di loro, li consegnerai a un nemico e i loro conquistatori li deporteranno in una terra ostile, lontana o vicina, 47 se nella terra in cui saranno deportati, rientrando in se stessi, torneranno a te supplicandoti nella terra della loro prigionia, dicendo: "Abbiamo peccato, siamo colpevoli, siamo stati malvagi", 48 se torneranno a te con tutto il loro cuore e con tutta la loro anima nella terra dei nemici che li avranno deportati, e ti supplicheranno rivolti verso la loro terra che tu hai dato ai loro padri, verso la città che tu hai scelto e verso il tempio che io ho costruito al tuo nome, 49 tu ascolta nel cielo, luogo della tua dimora, la loro preghiera e la loro supplica e rendi loro giustizia. 50 Perdona al tuo popolo, che ha peccato contro di te, tutte le loro ribellioni con cui si sono ribellati contro di te, e rendili oggetto di compassione davanti ai loro deportatori, affinché abbiano di loro misericordia, 51 perché si tratta del tuo popolo e della tua eredità, di coloro che hai fatto uscire dall'Egitto, da una fornace per fondere il ferro.

52 Siano aperti i tuoi occhi alla preghiera del tuo servo e del tuo popolo Israele e ascoltali in tutto quello che ti chiedono, 53 perché te li sei separati da tutti i popoli della terra come tua proprietà, secondo quanto avevi dichiarato per mezzo di Mosè tuo servo, mentre facevi uscire i nostri padri dall'Egitto, o Signore Dio".

54 Quando Salomone ebbe finito di rivolgere al Signore questa preghiera e questa supplica, si alzò davanti all'altare del Signore, dove era inginocchiato con le palme tese verso il cielo, 55 si mise in piedi e benedisse tutta l'assemblea d'Israele, a voce alta:

56 "Benedetto il Signore, che ha concesso tranquillità a Israele suo popolo, secondo la sua parola. Non è venuta meno neppure una delle parole buone che aveva pronunciato per mezzo di Mosè, suo servo. 57 Il Signore, nostro Dio, sia con noi come è stato con i nostri padri; non ci abbandoni e non ci respinga, 58 ma volga piuttosto i nostri cuori verso di lui, perché seguiamo tutte le sue vie e osserviamo i comandi, le leggi e le norme che ha ordinato ai nostri padri. 59 Queste mie parole, usate da me per supplicare il Signore, siano presenti davanti al Signore, nostro Dio, giorno e notte, perché renda giustizia al suo servo e a Israele, suo popolo, secondo le necessità di ogni giorno, 60 affinché sappiano tutti i popoli della terra che il Signore è Dio e che non ce n'è altri. 61 Il vostro cuore sarà tutto dedito al Signore, nostro Dio, perché cammini secondo le sue leggi e osservi i suoi comandi, come avviene oggi".

I sacrifici della festa di dedicazione

62 Il re e tutto Israele con lui offrirono un sacrificio davanti al Signore. 63 Salomone immolò al Signore, in sacrificio di comunione, ventiduemila giovenchi e centoventimila pecore; così il re e tutti gli Israeliti dedicarono il tempio del Signore.

64 In quel giorno il re consacrò il centro del cortile che era di fronte al tempio del Signore; infatti lì offrì l'olocausto, l'offerta e il grasso dei sacrifici di comunione, perché l'altare di bronzo, che era davanti al Signore, era troppo piccolo per contenere l'olocausto, l'offerta e il grasso dei sacrifici di comunione.

65 In quel tempo Salomone celebrò la festa davanti al Signore, nostro Dio, per sette giorni: tutto Israele, dall'ingresso di Camat al torrente d'Egitto, un'assemblea molto grande, era con lui. 66 Nell'ottavo giorno congedò il popolo. I convenuti, benedetto il re, andarono alle loro tende, contenti e con la gioia nel cuore per tutto il bene concesso dal Signore a Davide, suo servo, e a Israele, suo popolo.

Nuova apparizione del Signore

9Quando Salomone ebbe terminato di costruire il tempio del Signore, la reggia e quanto aveva voluto attuare, 2 il Signore apparve per la seconda volta a Salomone, come gli era apparso a Gàbaon. 3 Il Signore gli disse:

"Ho ascoltato la tua preghiera e la tua supplica che mi hai rivolto; ho consacrato questa casa, che tu hai costruito per porre in essa il mio nome per sempre. I miei occhi e il mio cuore saranno là tutti i giorni.

4 Quanto a te, se camminerai davanti a me come camminò Davide, tuo padre, con cuore integro e con rettitudine, facendo quanto ti ho comandato, e osserverai le mie leggi e le mie norme, 5 io stabilirò il trono del tuo regno su Israele per sempre, come ho promesso a Davide, tuo padre, dicendo: "Non ti sarà tolto un discendente dal trono d'Israele".

6 Ma se voi e i vostri figli vi ritirerete dal seguirmi, se non osserverete i miei comandi e le mie leggi che io vi ho proposto, se andrete a servire altri dèi e a prostrarvi davanti ad essi, 7 allora eliminerò Israele dalla terra che ho dato loro, rigetterò da me il tempio che ho consacrato al mio nome; Israele diventerà la favola e lo zimbello di tutti i popoli. 8 Questo tempio sarà una rovina; chiunque vi passerà accanto resterà sbigottito, fischierà di scherno e si domanderà: "Perché il Signore ha agito così con questa terra e con questo tempio?". 9 Si risponderà: "Perché hanno abbandonato il Signore, loro Dio, che aveva fatto uscire i loro padri dalla terra d'Egitto, e si sono legati a dèi stranieri, prostrandosi davanti a loro e servendoli. Per questo il Signore ha fatto venire su di loro tutta questa sciagura"".

Commento

Il nostro cuore deve essere completamente impegnato con il Signore

Nel dedicare il tempio, Salomone prega il Signore: "Non c'è un Dio come te... Tu mantieni l'alleanza e la fedeltà verso i tuoi servi che camminano davanti a te con tutto il loro cuore" (8,23).

Il cuore stesso di Dio è per il suo popolo ed egli vede e conosce il cuore di tutti gli uomini: "Solo tu conosci il cuore di tutti gli uomini" (v.39).

La preghiera di Salomone riconosce il fatto che tutti noi cadiamo e pecchiamo. Non dice "se" peccheranno, ma "quando peccheranno contro di te, poiché non c'è nessuno che non pecchi" (v.46, vedi anche Romani 3,23).

Ma grazie a Dio, c'è ancora speranza. Il nostro cuore può sempre cambiare (1 Re 8,47, MSG), può sempre tornare a Dio (v.48). Salomone prega perché Dio "volga piuttosto i nostri cuori verso di lui" (v.58). Dio è pieno di misericordia e di perdono (vv.28.30.34.36.39.50). Ama senza sosta e mantiene la sua parola (v.23, MSG).

Più arriveremo a conoscere Dio, il suo cuore, il suo carattere e il suo amore per noi, più diventerà facile obbedirgli con tutto il nostro cuore.

Non dovremmo mai accontentarci della seconda scelta. Come dice Salomone: "Il vostro cuore sarà tutto dedito al Signore, nostro Dio" (v.61). Dio vuole che camminiamo davanti a lui "con cuore integro e con rettitudine" (9,4). Il popolo decide di vivere così e torna a casa contento "e con la gioia nel cuore" (8,66). Come i discepoli, il loro cuore era pieno di gioia.

Tutti noi abbiamo delle debolezze e commettiamo degli errori. Ma Dio vede il nostro cuore. Ci ama e ci approva. Riempiamoci oggi della sua gioia.

Preghiera

Signore, il nostro cuore è rivolto a te. Eppure, sai quanto spesso falliamo. Ti preghiamo di perdonarci e ti invochiamo: abbi pietà di noi. Grazie perché ci permetti di tornare da te ogni giorno riempiendo il nostro cuore di gioia. Aiutaci oggi a seguirti con tutto il cuore.

La moglie di Nicky dice

Proverbi 15,13

"Un cuore lieto dà serenità al volto".

In Proverbi 15,13 è scritto: "Un cuore lieto dà serenità al volto". Sorridere è un gesto importante. Può cambiare la giornata delle persone che incontriamo. Ma sorridere non è sempre facile, soprattutto quando la vita è dura.

Una delle cose che mi hanno sempre colpito dei bambini in Africa è il sorriso sui loro volti. Spesso sono bambini che non possiedono nulla. I loro sorrisi, però, sono i più belli del mondo.

Versetto del giorno

Proverbi 15,17

"È meglio un piatto di verdura con l'amore che un bue grasso con l'odio".

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Acts of Paul 3, ‘The Acts of Paul and Thecia’, Paragraph 2, in J.K.Elliot, The Apocryphal New Testament (Oxford: Clarendon, 1993), p.364.

Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®.

Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.

NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
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