Giorno 168

Le nostre preghiere fanno la differenza

Sapienziali Proverbi 15,1-10
Nuovo Testamento Atti degli Apostoli 11,19-12,19
Antico Testamento 1 Re 2,13-3,15

Introduzione

San Giovanni Crisostomo (349-407) ha scritto: "La preghiera... è la radice, la fonte, la madre di mille benedizioni... La potenza della preghiera ha sottomesso la forza del fuoco, ha imbrigliato la rabbia dei leoni... ha estinto le guerre, ha placato gli elementi, ha espulso i demoni, ha spezzato le catene della morte, ha spalancato le porte del cielo, ha placato le malattie... ha salvato le città dalla distruzione... e ha arrestato il progredire del fulmine".

Nella nostra chiesa di HTB (Holy Trinity Brompton) abbiamo una sala dedicata alla preghiera, aperta 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Trascorrere del tempo in quella stanza, da solo con Dio, è per me uno dei momenti più belli della settimana. La preghiera è davvero la radice e la fonte di tutto ciò che facciamo qui a HTB. Ed è un tale incoraggiamento sapere che ad ogni ora, giorno e notte, in quella stanza, c'è qualcuno che prega.

Sapienziali

Proverbi 15,1-10

15Una risposta gentile calma la collera,
  una parola pungente eccita l'ira.

2 Le parole dei saggi fanno gustare la scienza,
  mentre la bocca degli stolti esprime sciocchezze.

3 Gli occhi del Signore arrivano dappertutto,
  scrutano i malvagi e i buoni.

4 Una parola buona è un albero di vita,
  quella malevola è una ferita al cuore.

5 Lo stolto disprezza la correzione di suo padre,
  chi tiene conto del rimprovero diventa prudente.

6 Nella casa del giusto c'è abbondanza di beni,
  sul guadagno dell'empio incombe il dissesto.

7 Le labbra dei saggi diffondono la scienza,
  non così il cuore degli stolti.

8 Il sacrificio dei malvagi è un orrore per il Signore,
  la preghiera dei buoni gli è gradita.

9 Il Signore ha in orrore la condotta dei perversi,
  egli ama chi pratica la giustizia.

10 Correzione severa per chi abbandona il retto sentiero;
  chi rifiuta i rimproveri morirà!

Commento

Pregare e benedire

L'autore di Proverbi contrappone i "malvagi" a coloro che pregano: "Nella casa del giusto c'è abbondanza di beni", "La preghiera dei buoni gli è gradita", "Il Signore ha in orrore la condotta dei perversi, egli ama chi pratica la giustizia" (vv.6a.8b.9, MSG). Se vivremo in questo modo, porteremo grande benedizione agli altri.

Un aspetto importante in tutto questo è ciò che diciamo. Le nostre parole possono trasformare le vite. Mentre la parola "malevola è una ferita al cuore", "una parola buona è un albero di vita" (v.4, MSG). Nel mezzo di una discussione, dovremmo sempre ricordarci che: "Una risposta gentile calma la collera" (v.1a, MSG). Usare parole gentili è importante, per guarire, aiutare e incoraggiare gli altri: "Una parola buona è un albero di vita" (v.4).

Preghiera

Signore, aiutaci a pregare e ad usare le nostre parole per portare benedizione agli altri.
Nuovo Testamento

Atti degli Apostoli 11,19-12,19

Nascita della Chiesa di Antiòchia in Siria

19 Intanto quelli che si erano dispersi a causa della persecuzione scoppiata a motivo di Stefano erano arrivati fino alla Fenicia, a Cipro e ad Antiòchia e non proclamavano la Parola a nessuno fuorché ai Giudei. 20 Ma alcuni di loro, gente di Cipro e di Cirene, giunti ad Antiòchia, cominciarono a parlare anche ai Greci, annunciando che Gesù è il Signore. 21 E la mano del Signore era con loro e così un grande numero credette e si convertì al Signore.

22 Questa notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, e mandarono Bàrnaba ad Antiòchia. 23 Quando questi giunse e vide la grazia di Dio, si rallegrò ed esortava tutti a restare, con cuore risoluto, fedeli al Signore, 24 da uomo virtuoso qual era e pieno di Spirito Santo e di fede. E una folla considerevole fu aggiunta al Signore.

25 Bàrnaba poi partì alla volta di Tarso per cercare Saulo: 26 lo trovò e lo condusse ad Antiòchia. Rimasero insieme un anno intero in quella Chiesa e istruirono molta gente. Ad Antiòchia per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani.

27 In quei giorni alcuni profeti scesero da Gerusalemme ad Antiòchia. 28 Uno di loro, di nome Àgabo, si alzò in piedi e annunciò, per impulso dello Spirito, che sarebbe scoppiata una grande carestia su tutta la terra. Ciò che di fatto avvenne sotto l'impero di Claudio. 29 Allora i discepoli stabilirono di mandare un soccorso ai fratelli abitanti nella Giudea, ciascuno secondo quello che possedeva; 30 questo fecero, indirizzandolo agli anziani, per mezzo di Bàrnaba e Saulo.

Miracolosa liberazione di Pietro

12In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa. 2 Fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. 3 Vedendo che ciò era gradito ai Giudei, fece arrestare anche Pietro. Erano quelli i giorni degli Azzimi. 4 Lo fece catturare e lo gettò in carcere, consegnandolo in custodia a quattro picchetti di quattro soldati ciascuno, col proposito di farlo comparire davanti al popolo dopo la Pasqua.

5 Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui.

6 In quella notte, quando Erode stava per farlo comparire davanti al popolo, Pietro, piantonato da due soldati e legato con due catene, stava dormendo, mentre davanti alle porte le sentinelle custodivano il carcere. 7 Ed ecco, gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: "Àlzati, in fretta!". E le catene gli caddero dalle mani.

8 L'angelo gli disse: "Mettiti la cintura e légati i sandali". E così fece. L'angelo disse: "Metti il mantello e seguimi!". 9 Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non si rendeva conto che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell'angelo: credeva invece di avere una visione. 10 Essi oltrepassarono il primo posto di guardia e il secondo e arrivarono alla porta di ferro che conduce in città; la porta si aprì da sé davanti a loro. Uscirono, percorsero una strada e a un tratto l'angelo si allontanò da lui.

11 Pietro allora, rientrato in sé, disse: "Ora so veramente che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode e da tutto ciò che il popolo dei Giudei si attendeva".

12 Dopo aver riflettuto, si recò alla casa di Maria, madre di Giovanni, detto Marco, dove molti erano riuniti e pregavano. 13 Appena ebbe bussato alla porta esterna, una serva di nome Rode si avvicinò per sentire chi era. 14 Riconosciuta la voce di Pietro, per la gioia non aprì la porta, ma corse ad annunciare che fuori c'era Pietro.

15 "Tu vaneggi!", le dissero. Ma ella insisteva che era proprio così. E quelli invece dicevano: "È l'angelo di Pietro".

16 Questi intanto continuava a bussare e, quando aprirono e lo videro, rimasero stupefatti. 17 Egli allora fece loro cenno con la mano di tacere e narrò loro come il Signore lo aveva tratto fuori dal carcere, e aggiunse: "Riferite questo a Giacomo e ai fratelli". Poi uscì e se ne andò verso un altro luogo.

18 Sul far del giorno, c'era non poco scompiglio tra i soldati: che cosa mai era accaduto di Pietro? 19 Erode lo fece cercare e, non essendo riuscito a trovarlo, fece processare le sentinelle e ordinò che fossero messe a morte; poi scese dalla Giudea e soggiornò a Cesarèa.

Commento

Pregare con passione

La città greca di Antiochia era una delle capitali più ricche e cosmopolite d'Oriente. L'equivalente oggi di Londra, Parigi o New York. Era famosa per i suoi edifici e la sua cultura, ma anche per la sua decadenza morale e la corruzione diffusa.

Barnaba viene mandato ad Antiochia e da lì inizia un processo che porterà la città a cambiare e diventare riferimento e trampolino di lancio per la diffusione del Vangelo in tutto il mondo. La mano del Signore è con lui e i suoi compagni: "Un grande numero credette e si convertì al Signore" (11,21).

Dio si serve di Barnaba, il cui nome significa "Figlio dell'incoraggiamento". L'incoraggiamento non è adulazione o lode sterile; è come un raggio di sole verbale. Non costa nulla e riscalda il cuore degli altri, ispirando loro speranza e fiducia nella propria fede. Tutti noi abbiamo bisogno di persone come Barnaba. E noi stessi possiamo essere come Barnaba per gli altri.

Barnaba esorta tutti "a restare, con cuore risoluto, fedeli al Signore, da uomo virtuoso qual era e pieno di Spirito Santo e di fede. E una folla considerevole fu aggiunta al Signore" (vv.23-24).

Nuove persone si aggiungono alla Chiesa, e non per un'esperienza "mordi e fuggi": "Rimasero insieme un anno intero in quella Chiesa e istruirono molta gente. Ad Antiòchia per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani" (v.26).

Viene poi stabilito un modo per gestire le finanze. I discepoli "stabilirono di mandare un soccorso... ciascuno secondo quello che possedeva” (v.29). Un principio, questo, importante: chi può permettersi di contribuire economicamente lo fa anche per coloro che non se lo possono permettere.

Questo, per la chiesa delle origini, è un periodo di grande benedizione e crescita. Ma, assieme a questo, non mancano contrasti e opposizione.

Il re di Giudea, Erode Agrippa I (10 a.C. circa - 44 d.C.) ha un'indole crudele. Perseguita i cristiani. È un politico senza scrupoli che vuole guadagnare popolarità presso il popolo (12,1-3). Fa giustiziare Giacomo e, riguardo a Pietro, progetta un linciaggio pubblico (v.4, MSG).

In carcere, Pietro è sorvegliato da quattro squadre di quattro soldati ciascuna (v.4), il doppio delle guardie abituali, e trattenuto da catene ad entrambe le mani (v.6). In quel momento "stava dormendo" (v.6, MSG). Non c'è cuscino più morbido di una coscienza pulita!

La chiesa primitiva si trova qui ad affrontare una sfida molto difficile. Una situazione apparentemente impossibile da risolvere. La loro risposta è strabiliante: pregano. È scritto: "Dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui". Un esempio, il loro, che ci insegna molto su come pregare.

  1. Pregare Dio
    Quando preghiamo, non parliamo solo a noi stessi e non lo facciamo per far colpo su chi ci ascolta. Pregare Dio significa dialogare con lui. Significa entrare in contatto, alla sua presenza, chiedendo e ricevendo.

  2. Pregare insieme
    La Chiesa si unisce in preghiera: "Dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera" (v.5). Il Nuovo Testamento insegna molto sulla preghiera personale, ma ancora di più sulla preghiera comunitaria.

  3. Pregare con passione
    Ci sono due ragioni per cui potevano decidere di non pregare affatto. Primo, Giacomo era stato giustiziato (v.2). Dio non aveva risposto alle loro preghiere per Giacomo; non sappiamo perché. Ma questo non impedisce loro di pregare.

    Secondo, la situazione di Pietro è disperata. La scelta è tra rinunciare a pregare o pregare con passione. La parola greca ektenōs (qui tradotta con "ardentemente") è usata per descrivere un cavallo che va al galoppo. Denota la muscolatura tesa di uno sforzo strenuo e prolungato come quello di un atleta.

    Quel "saliva incessantemente" suggerisce che la loro preghiera non è "una tantum", ma continua e prolungata. Sono perseveranti.

  4. Pregare per gli altri
    Pregano per Pietro (v.5). Ci sono molti tipi di preghiera: l'adorazione, la lode, il ringraziamento, la preghiera di richiesta e così via. Qui assistiamo ad una preghiera di intercessione. Pregano per lui perché lo amano. La preghiera di intercessione è un atto d'amore.

    La storia appartiene alle persone che intercedono per gli altri. Attraverso la preghiera di intercessione, possiamo plasmare l'intera nostra generazione e influenzare il corso della storia.

    Un incontro di preghiera, questo, straordinario e con risultati evidenti (vv.6-15). In risposta alle loro preghiere, Dio agisce in modo soprannaturale. La notte prima del processo, Pietro viene liberato. Dio interviene con visioni, angeli e catene che cadono (vv.6-9). Gli ostacoli vengono rimossi. Le guardie non impediscono la fuga dei prigionieri e la porta di ferro della città si apre davanti a loro (v.10).

    Pietro si presenta così all'incontro di preghiera. Una visita così straordinaria e inattesa che Rode, la ragazza che apre la porta, si dimentica di farlo entrare e nessuno crede che sia davvero lui (vv.12-15)! Praticamente, dicono a Rode che è fuori di testa (v.15). La realtà è che Dio, in risposta alle loro accorate preghiere, ha fatto ciò che sembrava impossibile.

    La parola di Dio continua così a crescere e a diffondersi (v.24). John Stott ha detto: "Questo capitolo si apre con Giacomo morto, Pietro in prigione ed Erode che trionfa; si chiude con Erode morto, Pietro libero e la parola di Dio che trionfa".

Preghiera

Signore, aiutaci a pregare come la chiesa primitiva. La tua mano sia con noi perché possiamo anche noi vedere un gran numero di persone credere e rivolgersi a te e alla tua parola.
Antico Testamento

1 Re 2,13-3,15

Morte di Adonia

13 Adonia, figlio di Agghìt, si recò da Betsabea, madre di Salomone, che gli chiese: "Vieni con intenzioni pacifiche?".

"Pacifiche", rispose quello, 14 e soggiunse: "Ho da dirti una cosa".

E quella: "Parla!".

15 Egli disse: "Tu sai che il regno spettava a me e che tutti gli Israeliti si attendevano che io regnassi. Eppure il regno mi è sfuggito ed è passato a mio fratello, perché gli era stato decretato dal Signore. 16 Ora ti rivolgo una sola domanda: non respingermi".

Ed essa: "Parla!".

17 Adonia disse: "Di' al re Salomone, il quale nulla ti può negare, che mi conceda in moglie Abisàg, la Sunammita".

18 Betsabea rispose: "Bene! Parlerò io stessa al re in tuo favore".

19 Betsabea si presentò al re Salomone per parlargli in favore di Adonia. Il re si alzò per andarle incontro, si prostrò davanti a lei, quindi sedette sul trono, facendo collocare un trono per la madre del re. Questa gli sedette alla destra

20 e disse: "Ti rivolgo una sola piccola domanda: non respingermi".

Il re le rispose: "Chiedi, madre mia, certo non ti respingerò".

21 E quella: "Si conceda Abisàg, la Sunammita, in moglie ad Adonia, tuo fratello".

22 Il re Salomone rispose a sua madre: "Perché tu mi chiedi Abisàg, la Sunammita, per Adonia? Chiedi pure il regno per lui, poiché egli è mio fratello maggiore e per lui parteggiano il sacerdote Ebiatàr e Ioab figlio di Seruià".

23 Il re Salomone giurò per il Signore: "Dio mi faccia questo e altro mi aggiunga, se non è vero che Adonia ha avanzato questa proposta a danno della sua vita. 24 Ebbene, per la vita del Signore che mi ha reso saldo, mi ha fatto sedere sul trono di Davide, mio padre, e mi ha fatto una casa come aveva promesso, oggi stesso Adonia verrà ucciso". 25 Il re Salomone ordinò l'esecuzione a Benaià, figlio di Ioiadà, il quale lo colpì e quegli morì.

26 Il re disse al sacerdote Ebiatàr: "Vattene ad Anatòt, nella tua campagna. Certo, tu sei degno di morte, ma oggi non ti faccio morire, perché tu hai portato l'arca del Signore Dio davanti a Davide, mio padre, e perché ti sei occupato di tutto quello di cui mio padre si occupava". 27 Così Salomone espulse Ebiatàr, perché non fosse sacerdote del Signore, adempiendo la parola che il Signore aveva pronunciato a Silo riguardo alla casa di Eli.

28 La notizia arrivò a Ioab - Ioab si era schierato per Adonia, mentre non si era schierato per Assalonne - e allora Ioab fuggì nella tenda del Signore e si afferrò ai corni dell'altare. 29 Fu riferito al re Salomone che Ioab era fuggito nella tenda del Signore e che stava al fianco dell'altare. Salomone inviò Benaià figlio di Ioiadà con quest'ordine: "Va', colpiscilo!".

30 Benaià andò nella tenda del Signore e disse a Ioab: "Così dice il re: "Esci!"".

Quegli rispose: "No! Qui voglio morire!".

Benaià riferì al re: "Ioab ha parlato così e così mi ha risposto".

31 Il re gli disse: "Fa' come egli ha detto: colpiscilo e seppelliscilo; così allontanerai da me e dalla casa di mio padre il sangue che Ioab ha sparso senza motivo. 32 Il Signore farà ricadere il suo sangue sulla sua testa, perché egli ha colpito due uomini giusti e migliori di lui e li ha trafitti con la sua spada, senza che Davide mio padre lo sapesse: Abner, figlio di Ner, capo dell'esercito d'Israele, e Amasà, figlio di Ieter, capo dell'esercito di Giuda. 33 Il loro sangue ricadrà sulla testa di Ioab e sulla testa della sua discendenza per sempre, mentre per Davide e la sua discendenza, la sua casa e il suo trono vi sarà pace per sempre da parte del Signore".

34 Benaià, figlio di Ioiadà, salì, lo colpì e lo uccise; Ioab fu sepolto nella sua casa, nel deserto. 35 Il re lo sostituì, nominando capo dell'esercito Benaià, figlio di Ioiadà, mentre mise il sacerdote Sadoc al posto di Ebiatàr.

36 Il re mandò a chiamare Simei per dirgli: "Costruisciti una casa a Gerusalemme; ivi sarà la tua dimora e non ne uscirai per andartene qua e là. 37 Quando ne uscirai, oltrepassando il torrente Cedron, sappi bene che morirai certamente: il tuo sangue ricadrà sulla tua testa".

38 Simei disse al re: "Va bene! Come ha detto il re, mio signore, così farà il tuo servo". Simei dimorò in Gerusalemme per molto tempo.

39 Dopo tre anni, due schiavi di Simei fuggirono presso Achis figlio di Maacà, re di Gat. Fu riferito a Simei: "I tuoi schiavi sono in Gat". 40 Simei si alzò, sellò il suo asino e partì per Gat, andando da Achis in cerca dei suoi schiavi. Simei vi andò e ricondusse i suoi schiavi da Gat.

41 Fu riferito a Salomone che Simei era andato da Gerusalemme a Gat e che era ritornato. 42 Il re fece chiamare Simei e gli disse: "Non ti avevo forse fatto giurare per il Signore e non ti avevo ammonito dicendo: "Nel giorno in cui uscirai per andartene qua e là, sappi bene che certamente dovrai morire"? Tu mi avevi risposto: "Va bene, ho capito". 43 Perché non hai rispettato il giuramento del Signore e il comando che ti avevo impartito?".

44 Il re aggiunse a Simei: "Tu conosci, poiché il tuo cuore ne è consapevole, tutto il male che hai fatto a Davide, mio padre. Il Signore farà ricadere la tua malvagità sulla tua testa. 45 Invece sarà benedetto il re Salomone e il trono di Davide sarà saldo per sempre davanti al Signore".

46 Il re diede ordine a Benaià, figlio di Ioiadà, il quale, uscito, lo colpì e quegli morì.

Il regno si consolidò nelle mani di Salomone.

Il sogno di Gàbaon

3Salomone divenne genero del faraone, re d'Egitto. Prese la figlia del faraone, che introdusse nella Città di Davide, ove rimase finché non terminò di costruire la propria casa, il tempio del Signore e le mura di cinta di Gerusalemme. 2 Il popolo però offriva sacrifici sulle alture, perché ancora non era stato costruito un tempio per il nome del Signore. 3 Salomone amava il Signore e nella sua condotta seguiva le disposizioni di Davide, suo padre; tuttavia offriva sacrifici e bruciava incenso sulle alture.

4 Il re andò a Gàbaon per offrirvi sacrifici, perché ivi sorgeva l'altura più grande. Su quell'altare Salomone offrì mille olocausti. 5 A Gàbaon il Signore apparve a Salomone in sogno durante la notte. Dio disse: "Chiedimi ciò che vuoi che io ti conceda".

6 Salomone disse: "Tu hai trattato il tuo servo Davide, mio padre, con grande amore, perché egli aveva camminato davanti a te con fedeltà, con giustizia e con cuore retto verso di te. Tu gli hai conservato questo grande amore e gli hai dato un figlio che siede sul suo trono, come avviene oggi.

7 Ora, Signore, mio Dio, tu hai fatto regnare il tuo servo al posto di Davide, mio padre. Ebbene io sono solo un ragazzo; non so come regolarmi. 8 Il tuo servo è in mezzo al tuo popolo che hai scelto, popolo numeroso che per quantità non si può calcolare né contare. 9 Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male; infatti chi può governare questo tuo popolo così numeroso?".

10 Piacque agli occhi del Signore che Salomone avesse domandato questa cosa. 11 Dio gli disse: "Poiché hai domandato questa cosa e non hai domandato per te molti giorni, né hai domandato per te ricchezza, né hai domandato la vita dei tuoi nemici, ma hai domandato per te il discernimento nel giudicare, 12 ecco, faccio secondo le tue parole. Ti concedo un cuore saggio e intelligente: uno come te non ci fu prima di te né sorgerà dopo di te. 13 Ti concedo anche quanto non hai domandato, cioè ricchezza e gloria, come a nessun altro fra i re, per tutta la tua vita. 14 Se poi camminerai nelle mie vie osservando le mie leggi e i miei comandi, come ha fatto Davide, tuo padre, prolungherò anche la tua vita". 15 Salomone si svegliò; ecco, era stato un sogno.

Andò a Gerusalemme; stette davanti all'arca dell'alleanza del Signore, offrì olocausti, compì sacrifici di comunione e diede un banchetto per tutti i suoi servi.

Commento

Pregare per ricevere sapienza

Per assicurarsi un lungo mandato, Salomone liquida tutti i suoi nemici (capitolo 2). Quanto è diverso il modo di agire di questo figlio di Davide rispetto a Gesù, "il Figlio di Davide", che ha portato vita ad ognuno di noi e ci ha insegnato ad amare i nostri nemici! È lui che regna in eterno.

C'è però una cosa che Salomone fa sicuramente bene. Dio gli dice: "Chiedimi ciò che vuoi che io ti conceda" (3,5). La sua risposta è grande, dimostra umiltà e riconoscimento del suo bisogno di Dio. Prega così: "Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (v.9).

Dio si compiace della risposta di Salomone. Gli dice: "Poiché hai domandato questa cosa e non hai domandato per te molti giorni, né hai domandato per te ricchezza, né hai domandato la vita dei tuoi nemici, ma hai domandato per te il discernimento nel giudicare, ecco, faccio secondo le tue parole. Ti concedo un cuore saggio e intelligente: uno come te non ci fu prima di te né sorgerà dopo di te. Ti concedo anche quanto non hai domandato, cioè ricchezza e gloria, come a nessun altro fra i re, per tutta la tua vita" (vv.11-14, MSG).

Gesù ha detto: "Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta" (Matteo 6,33). In effetti, pregando per ricevere sapienza, Salomone cerca prima di tutto il regno di Dio. E Dio gli risponde che, di conseguenza, avrebbe ricevuto tutte le altre cose in aggiunta.

Il dono della sapienza non è concessa solo a Salomone. Giacomo scrive: "Se qualcuno di voi è privo di sapienza, la domandi a Dio, che dona a tutti con semplicità e senza condizioni, e gli sarà data" (Giacomo 1,5).

Preghiera

Signore, ho bisogno della tua sapienza. Ti chiedo un cuore saggio e sensibile in ogni situazione che dovrò affrontare. Ti prego perché la sapienza che viene dal cielo sia innanzitutto "pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera" (3,17).

La moglie di Nicky dice

Proverbi 15,3

"In ogni luogo sono gli occhi del Signore, scrutano i malvagi e i buoni".

Sia che pensiamo di essere buoni o cattivi, Dio ci osserva... Questo è confortante, o no?

Versetto del giorno

Proverbi 15,4

"Una parola buona è un albero di vita, quella malevola è una ferita al cuore".

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Riferimenti

Salvo diversa indicazione, le citazioni delle Scritture sono tratte dalla Sacra Bibbia Italiana Cattolica, testo CEI 2008 a cura della Conferenza Episcopale Italiana. Utilizzata con permesso.

Copyright © 2008 — 2019 Diritti d'autore riservati su testo e commento Fondazione di Religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena.

Per ulteriori approfondimenti e/o proseguimento della lettura della Bibbia si rimanda al sito ufficiale BibbiaEdu nonché all’app La Sacra Bibbia.

St John Chrysostom, quoted in Leonard Ravenhill, Why Revival Tarries (Minneapolis: Bethany Fellowship, 1959), p.156

John Stott, Through the Bible, Through the Year, (Candle Books, 2006), p.330

Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®.

Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.

NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
AMP - Amplified® Bible, Copyright © 1954, 1958, 1962, 1964, 1965, 1987 - Casa Editrice The Lockman Foundation NKJV - New King James Version®. Copyright © 1982 - Casa Editrice Thomas Nelson NLT - New Living Translation - Copyright © 1996, 2004, 2015, 2017 - Casa Editrice Tyndale House Fondation

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