Giorno 140

Come trovare pace nelle avversità

Sapienziali Proverbi 12,18-28
Nuovo Testamento Giovanni 11,45-12,11
Antico Testamento 1 Samuele 5,1-7,17

Introduzione

Per 2.000 anni, i discepoli di Gesù hanno affrontato avversità, opposizione e persecuzione. La persecuzione fisica dei cristiani è qualcosa di molto attuale anche oggi. Mai nella storia dell’umanità, i cristiani sono stati perseguitati come lo sono oggi.

In questo momento, qui in Occidente, nessuno di noi è perseguitato fisicamente. Tuttavia non mancano, e sono sempre di più, situazioni, comportamenti e messaggi il cui scopo è sradicare la fede cristiana. Atteggiamenti, questi, che in futuro potrebbero facilmente degenerare in aggressività e persecuzione fisica.

Ma l'opposizione per i cristiani è qualcosa di assolutamente normale. Coloro che desiderano "rettamente vivere in Cristo Gesù saranno perseguitati" (2 Timoteo 3,12). L'opposizione può venire sia da coloro che sono lontani da noi (i Filistei nel brano dell'Antico Testamento di oggi), sia da coloro a noi più vicini (i Farisei nel brano del Nuovo Testamento). In situazioni come queste, trovare e mantenere la pace non è facile. Per questo ci chiediamo: come trovare pace nelle avversità?

Sapienziali

Proverbi 12,18-28

18 C'è chi chiacchierando è come una spada tagliente,
  ma la lingua dei saggi risana.

19 Il labbro veritiero resta saldo per sempre,
  quello bugiardo per un istante solo.

20 L'inganno è nel cuore di chi trama il male,
  la gioia invece è di chi promuove la pace.

21 Al giusto non può accadere alcun male,
  i malvagi invece sono pieni di guai.

22 Le labbra bugiarde sono un obbrobrio per il Signore:
  egli si compiace di chiunque fa la verità.

23 Chi è avveduto nasconde quello che sa,
  il cuore degli stolti proclama stoltezze.

24 La mano operosa ottiene il comando,
  quella pigra invece è destinata a servire.

25 L'afflizione deprime il cuore dell'uomo,
  una parola buona lo allieta.

26 Il giusto è guida sicura per il suo prossimo,
  ma la via dei malvagi li porta fuori strada.

27 Il pigro non troverà selvaggina,
  ma la persona industriosa possiede una fortuna.

28 Sui sentieri della giustizia si trova la vita,
  la sua strada non va mai alla morte.

Commento

Promuovere la pace

L'antidoto all'opposizione e al male è la pace: essere "promotori di pace". L'autore contrappone "l'inganno... nel cuore di chi trama il male" (v.20a) con "la gioia... di chi promuove la pace" (v.20b). Ma come riuscire in questo?

1. Portare guarigione

Siamo chiamati a promuovere la pace con le parole: "C'è chi chiacchierando è come una spada tagliente, ma la lingua dei saggi risana" (v.18, MSG). Le parole sono così potenti. Possono ferire profondamente, ma possono anche guarire.

2. Essere sinceri

"Il labbro veritiero resta saldo per sempre, quello bugiardo per un istante solo" (v.19). Le parole vere non sono solo trasformanti, ma anche di impatto duraturo: "Resta saldo per sempre" (v.19).

3. Controllarsi

"Il cuore degli stolti proclama stoltezze" (v.23b), ma "chi è avveduto nasconde quello che sa" (v.23a, AMP). La conoscenza è come la biancheria intima: è utile averla, ma non è necessario metterla in mostra! Il solo fatto che tu conosca la risposta non significa che devi condividerla. Questo è esattamente ciò che vediamo regolarmente nei piccoli gruppi ad Alpha. Leader e helper di piccolo gruppo che mettono al primo posto il punto di vista dei partecipanti, e non il proprio o le proprie conoscenze.

4. Essere gentili

"L'afflizione deprime il cuore dell'uomo" (v.25a). Dio vuole che viviamo la nostra vita nella pienezza, che aiutiamo gli altri, che siamo leggeri e non appesantiti dall'ansia: "Una parola buona lo allieta" (v.25b). Con una parola positiva e incoraggiante possiamo trasformare la giornata di una persona o persino la sua vita.

Preghiera

Signore, aiutami ad essere una persona che promuove la pace, capace di pronunciare parole di guarigione, verità, moderazione e gentilezza.
Nuovo Testamento

Giovanni 11,45-12,11

Congiura dei capi contro Gesù

45 Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui. 46 Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. 47 Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio

e dissero: "Che cosa facciamo? Quest'uomo compie molti segni. 48 Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione".

49 Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell'anno, disse loro: "Voi non capite nulla! 50 Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!".

51 Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell'anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; 52 e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. 53 Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.

54 Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli.

55 Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. 56 Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: "Che ve ne pare? Non verrà alla festa?". 57 Intanto i capi dei sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunciasse, perché potessero arrestarlo.

Unzione di Gesù a Betania

12Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. 2 E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. 3 Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell'aroma di quel profumo.

4 Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: 5 "Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?". 6 Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.

7 Gesù allora disse: "Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura. 8 I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me".

9 Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. 10 I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Lazzaro, 11 perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

Commento

Vivere in pace

Dio è sovrano. Usa anche le cose più negative per il bene. La croce è l'esempio supremo di tutto questo: Dio usa il complotto più grande mai realizzato, la tortura e l'omicidio di suo Figlio innocente, per portare la salvezza all'umanità intera.

Per questo possiamo vivere in pace, confidando che Dio userà anche le cose più negative di noi e della nostra vita per il bene (Romani 8,28).

Gesù affronta trame malvagie. Il motivo sembra essere l'invidia (un peccato che colpisce spesso i religiosi). La gente è invidiosa di Gesù perché ha così tanti seguaci e sembra avere più "successo" dei leader religiosi. Per invidia, i sommi sacerdoti e i Farisei convocano un'adunanza del Sinedrio (Giovanni 11,47a).

Il Sinedrio è la corte suprema della nazione. Comprende 71 membri tra i quali il sommo sacerdote. Tra questi, i capi dei sacerdoti rappresentano la maggioranza e i Farisei una minoranza influente. Chiedono: "Che cosa facciamo?" (v.47b) Un'ottima domanda! Sono invidiosi della popolarità di Gesù e complottano per togliergli la vita (v.53).

Lo considerano come un male. Caifa, sommo sacerdote dal 18 al 36 d.C., profetizza: "Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!" (v.50) Dio è in grado di parlare anche attraverso persone che tramano il male.

Giovanni commenta: "Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell'anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi" (vv.51-52, MSG).

Forse consapevole del complotto che stavano tramando contro di lui, Gesù "non andava più in pubblico... ma da lì si ritirò... rimase con i discepoli" (v.54). Ma dell'opposizione che Gesù avrebbe dovuto affrontare, questo non era solo che l'inizio.

Gesù riceve la più dolorosa delle opposizioni da parte di Giuda. Quando Maria versa il profumo sui piedi di Gesù, Giuda dice: "Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?" (12,5) Un'obiezione, questa, a prima vista perfettamente sensata. Il problema è che: "Disse questo non perché gli importasse dei poveri" (v.6).

Per Gesù, deve essere stato così doloroso scoprire che il suo amico e discepolo, Giuda, stava derubando lui e i suoi discepoli dell'elemosina ricevuta (Luca 8,2-3).

All'obiezione di Giuda, Gesù risponde: "I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me" (Giovanni 12,8).

Questo di Gesù non è un invito a rassegnarsi alla povertà. Il fatto che la povertà non sarà mai cancellata nel mondo non significa che non dovremmo provarci. Dopotutto, la compassione per i poveri è al centro del ministero di Gesù. Questo di Gesù è un invito a rivolgere la nostra attenzione e dei suoi discepoli al significato di ciò che Maria ha fatto.

Mentre tutto questo accade, si trama contro Gesù (vv.9-11). L'invidia può portare all'omicidio. Non solo stanno complottando di togliere la vita a Gesù (11,53), ma progettano anche di uccidere Lazzaro. Lazzaro stava infatti avvicinando molte persone alla fede (12,10-11).

In tutto questo, la mano di Dio opera straordinariamente. Nonostante l'opposizione e il complotto, Dio porta a compimento il suo piano finale. Ciò che gli oppositori di Gesù considerano il male, Dio lo usa per il bene.

Preghiera

Signore, grazie perché ora possiamo vivere in pace, sapendo che in ogni cosa tu operi per il bene di chi ti ama.
Antico Testamento

1 Samuele 5,1-7,17

L’arca nel tempio di Dagon

5I Filistei, catturata l'arca di Dio, la portarono da Eben-Ezer ad Asdod. 2 I Filistei poi presero l'arca di Dio, la introdussero nel tempio di Dagon e la collocarono a fianco di Dagon. 3 Il giorno dopo i cittadini di Asdod si alzarono, ed ecco che Dagon era caduto con la faccia a terra davanti all'arca del Signore; essi presero Dagon e lo rimisero al suo posto. 4 Si alzarono il giorno dopo di buon mattino, ed ecco che Dagon era caduto con la faccia a terra davanti all'arca del Signore, mentre la testa di Dagon e le palme delle mani giacevano staccate sulla soglia; il resto di Dagon era intero. 5 Per questo i sacerdoti di Dagon e quanti entrano nel tempio di Dagon ad Asdod non calpestano la soglia di Dagon ancora oggi.

6 Allora incominciò a pesare la mano del Signore sugli abitanti di Asdod, li devastò e li colpì con bubboni, Asdod e il suo territorio. 7 I cittadini di Asdod, vedendo che le cose si mettevano in tal modo, dissero: "Non rimanga con noi l'arca del Dio d'Israele, perché la sua mano è dura contro di noi e contro Dagon, nostro dio!". 8 Allora, fatti radunare presso di loro tutti i prìncipi dei Filistei, dissero: "Che dobbiamo fare dell'arca del Dio d'Israele?".

Risposero: "Si porti a Gat l'arca del Dio d'Israele". E portarono via l'arca del Dio d'Israele.

9 Ma ecco, dopo che l'ebbero portata via, la mano del Signore fu sulla città e un terrore molto grande colpì gli abitanti della città, dal più piccolo al più grande, e scoppiarono loro dei bubboni. 10 Allora mandarono l'arca di Dio a Ekron; ma all'arrivo dell'arca di Dio a Ekron, i cittadini protestarono:

"Mi hanno portato qui l'arca del Dio d'Israele, per far morire me e il mio popolo!". 11 Fatti perciò radunare tutti i prìncipi dei Filistei, dissero: "Mandate via l'arca del Dio d'Israele! Ritorni alla sua sede e non faccia morire me e il mio popolo". Infatti si era diffuso un terrore mortale in tutta la città, perché la mano di Dio era molto pesante. 12 Quelli che non morivano erano colpiti da bubboni, e il gemito della città saliva al cielo.

Ritorno dell'arca

6L'arca del Signore rimase nel territorio dei Filistei sette mesi. 2 Poi i Filistei convocarono i sacerdoti e gli indovini e dissero: "Che dobbiamo fare dell'arca del Signore? Indicateci il modo di rimandarla alla sua sede".

3 Risposero: "Se intendete rimandare l'arca del Dio d'Israele, non rimandatela vuota, ma pagatele un tributo di riparazione per la colpa. Allora guarirete e vi sarà noto perché non si è ritirata da voi la sua mano".

4 Chiesero: "Quale riparazione dobbiamo darle?".

Risposero: "Secondo il numero dei prìncipi dei Filistei, cinque bubboni d'oro e cinque topi d'oro, perché unico è stato il flagello per tutti voi e per i vostri prìncipi. 5 Fate dunque figure dei vostri bubboni e figure dei vostri topi, che infestano la terra, e date gloria al Dio d'Israele. Forse renderà più leggera la sua mano su di voi, sul vostro dio e sul vostro territorio. 6 Perché ostinarvi come si sono ostinati gli Egiziani e il faraone? Non li hanno forse lasciati andare, dopo che egli infierì su di loro?

7 Dunque fate un carro nuovo, poi prendete due mucche che allattano sulle quali non sia mai stato posto il giogo, e attaccate queste mucche al carro, togliendo loro i vitelli e riconducendoli alla stalla. 8 Quindi prendete l'arca del Signore, collocatela sul carro e ponete gli oggetti d'oro che dovete darle in tributo di riparazione, in una cesta al suo fianco. Poi fatela partire e lasciate che se ne vada. 9 E state a vedere: se salirà a Bet-Semes, per la via che porta al suo territorio, è lui che ci ha provocato tutti questi mali così grandi; se no, sapremo che non ci ha colpiti la sua mano, ma per caso ci è capitato questo".

10 Quegli uomini fecero in tal modo. Presero due mucche che allattano, le attaccarono al carro e chiusero nella stalla i loro vitelli. 11 Quindi collocarono l'arca del Signore, sul carro, con la cesta e i topi d'oro e le figure delle escrescenze. 12 Le mucche andarono diritte per la strada di Bet-Semes, percorrendo sicure una sola via e muggendo, ma non piegarono né a destra né a sinistra. I prìncipi dei Filistei le seguirono sino al confine con Bet-Semes.

13 Gli abitanti di Bet-Semes stavano facendo la mietitura del grano nella pianura. Alzando gli occhi, scorsero l'arca ed esultarono a quella vista. 14 Il carro giunse al campo di Giosuè di Bet-Semes e si fermò là dove era una grossa pietra. Allora fecero a pezzi i legni del carro e offrirono le mucche in olocausto al Signore. 15 I leviti avevano deposto l'arca del Signore e la cesta che vi era appesa, nella quale stavano gli oggetti d'oro, e l'avevano collocata sulla grossa pietra. In quel giorno gli uomini di Bet-Semes offrirono olocausti e fecero sacrifici al Signore. 16 I cinque prìncipi dei Filistei stettero ad osservare, poi tornarono il giorno stesso a Ekron.

17 Sono queste le escrescenze che i Filistei diedero in tributo di riparazione al Signore: una per Asdod, una per Gaza, una per Àscalon, una per Gat, una per Ekron. 18 Invece i topi d'oro erano pari al numero delle città filistee appartenenti ai cinque prìncipi, dalle fortezze sino ai villaggi di campagna. Ne è testimonianza fino ad oggi nel campo di Giosuè di Bet-Semes la grossa pietra sulla quale avevano posto l'arca del Signore.

19 Ma il Signore colpì gli uomini di Bet-Semes, perché avevano guardato nell'arca del Signore; colpì nel popolo settanta persone su cinquantamila e il popolo fu in lutto, perché il Signore aveva inflitto alla loro gente questo grave colpo. 20 Gli uomini di Bet-Semes allora esclamarono: "Chi mai potrà stare al cospetto del Signore, questo Dio così santo? La manderemo via da noi; ma da chi?".

21 Perciò inviarono messaggeri agli abitanti di Kiriat-Iearìm a dire: "I Filistei hanno restituito l'arca del Signore. Scendete e portatela presso di voi".

7Gli abitanti di Kiriat-Iearìm vennero a portare via l'arca del Signore e la introdussero nella casa di Abinadàb, sulla collina; consacrarono suo figlio Eleàzaro perché custodisse l'arca del Signore. 2 Era trascorso molto tempo da quando l'arca era rimasta a Kiriat-Iearìm; erano passati venti anni,

Samuele giudice d’Israele

quando tutta la casa d'Israele alzò lamenti al Signore. 3 Allora Samuele disse a tutta la casa d'Israele: "Se è proprio di tutto cuore che voi tornate al Signore, eliminate da voi tutti gli dèi stranieri e le Astarti; indirizzate il vostro cuore al Signore e servite lui, lui solo, ed egli vi libererà dalla mano dei Filistei". 4 Subito gli Israeliti eliminarono i Baal e le Astarti e servirono solo il Signore.

5 Disse poi Samuele: "Radunate tutto Israele a Mispa, perché voglio pregare il Signore per voi". 6 Si radunarono pertanto a Mispa, attinsero acqua, la versarono davanti al Signore, digiunarono in quel giorno e là dissero: "Abbiamo peccato contro il Signore!". A Mispa Samuele fu giudice degli Israeliti.

7 Anche i Filistei udirono che gli Israeliti si erano radunati a Mispa e i prìncipi filistei si levarono contro Israele. Quando gli Israeliti lo udirono, ebbero paura dei Filistei. 8 Dissero allora gli Israeliti a Samuele: "Non cessare di gridare per noi al Signore, nostro Dio, perché ci salvi dalle mani dei Filistei". 9 Samuele prese un agnello da latte e lo offrì tutto intero in olocausto al Signore; Samuele alzò grida al Signore per Israele e il Signore lo esaudì.

10 Mentre Samuele offriva l'olocausto, i Filistei attaccarono battaglia contro Israele; ma in quel giorno il Signore tuonò con voce potente contro i Filistei, li terrorizzò ed essi furono sconfitti davanti a Israele. 11 Gli Israeliti uscirono da Mispa per inseguire i Filistei, e li batterono fin sotto Bet-Car.

12 Samuele prese allora una pietra e la pose tra Mispa e il Dente, e la chiamò Eben-Ezer, dicendo: "Fin qui ci ha soccorso il Signore".

13 Così i Filistei furono umiliati e non vennero più nel territorio d'Israele: la mano del Signore fu contro i Filistei per tutto il periodo di Samuele. 14 Tornarono anche in possesso d'Israele le città che i Filistei avevano preso agli Israeliti, da Ekron a Gat: Israele liberò il loro territorio dalla mano dei Filistei. E ci fu anche pace tra Israele e l'Amorreo.

15 Samuele fu giudice d'Israele per tutto il tempo della sua vita. 16 Ogni anno egli compiva il giro di Betel, Gàlgala e Mispa, ed era giudice d'Israele in tutte queste località. 17 Poi ritornava a Rama, perché là era la sua casa e anche là era giudice d'Israele. In quel luogo costruì anche un altare al Signore.

Commento

Pregare per la pace

Dio non dimentica nessuna delle nostre preghiere. Se anche noi ce ne dimenticassimo, lui non lo farà. Le cose che accadono oggi potrebbero essere la risposta di nostre preghiere del passato, di cui ci siamo completamente dimenticati. Con i suoi tempi, Dio continua a lavorare per noi. A noi il compito di continuare a pregare. La preghiera deve essere perseverante.

Secondo l'antica alleanza, l'arca di Dio era il luogo in cui Dio era presente in modo supremo e dove regnava la sua gloria. Ieri abbiamo letto che "se n'è andata lontano da Israele la gloria, perché era stata presa l'arca di Dio" (4,22).

A volte, prima che il Signore agisca e risponda alle nostre preghiere, siamo chiamati ad attendere molto tempo. Il popolo d'Israele attende vent'anni: "Era trascorso molto tempo... venti anni, quando tutta la casa d'Israele alzò lamenti al Signore" (7,2). A volte prego per una settimana e mi sembra di aver pregato a lungo. Ma una settimana non è nulla rispetto a vent'anni.

Spesso, il percorso per la liberazione inizia quando torniamo al Signore con tutto il nostro cuore. Samuele dice: "Se è proprio di tutto cuore che voi tornate al Signore, eliminate da voi tutti gli dèi stranieri e le Astarti; indirizzate il vostro cuore al Signore e servite lui, lui solo, ed egli vi libererà dalla mano dei Filistei". Il popolo di Dio ha fatto esattamente così. Prima si è sbarazzato di tutti gli dei e delle immagini di Baal e di Astarti, poi ha iniziato a dedicare la propria attenzione solo a Dio (vv.3-4, MSG).

Quando cerchiamo la presenza e l'aiuto di Dio, la prima cosa che dobbiamo fare è rimuovere tutto ciò che ostacola la nostra attenzione e che ci porta lontano da Dio.

Dopo essere ritornati al Signore, il popolo vive un tempo di pentimento, ravvedimento e digiuno: "In quel giorno... dissero: 'Abbiamo peccato contro il Signore!'" (v.6)

Samuele prega ed intercede per vent'anni, e il popolo di Dio trova la vittoria. Dice: "Voglio pregare il Signore per voi" (v.5). E il popolo: "Non cessare di gridare per noi al Signore, nostro Dio, perché ci salvi dalle mani dei Filistei" (v.8, MSG). Samuele allora "alzò grida al Signore per Israele e il Signore lo esaudì" (v.9).

Il popolo riconosce che la vittoria è frutto della propria preghiera: "Fin qui ci ha soccorso il Signore" (v.12). Grazie alla preghiera, il popolo viene liberato dal potere dei Filistei e al paese è donata la pace (v.13).

Preghiera

Signore, oggi desidero impegnarmi per servire solo te. Perdona i miei peccati e quelli del tuo popolo. Ti prego perché la mia comunità possa ottenere liberazione e pace. Fa che possiamo vedere molte persone di questa nostra nazione riporre la propria fede in Gesù e trovare pace nelle avversità.

La moglie di Nicky dice

1 Samuele 5,4

"Si alzarono il giorno dopo di buon mattino, ed ecco che Dagon era caduto con la faccia a terra davanti all'arca del Signore, mentre la testa di Dagon e le palme delle mani giacevano staccate sulla soglia; il resto di Dagon era intero".

Quando in un luogo il Signore è presente, la sua potenza si diffonde e i falsi idoli si infrangono a terra.

Versetto del giorno

Proverbi 12,25

"L'afflizione deprime il cuore dell'uomo, una parola buona lo allieta".

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