Giorno 133

Come affrontare i momenti di disperazione

Sapienziali Salmi 60,1-6
Nuovo Testamento Giovanni 7,45-8,11
Antico Testamento Giudici 16,1-17,13

Introduzione

Ricordo così chiaramente l'intervista a Rick e Kay Warren alla nostra Leadership Conference di qualche anno fa alla Royal Albert Hall di Londra. Era passato un anno dalla morte devastante del figlio, che si era tolto la vita a ventisette anni. Parlavano di come Dio potesse operare anche tra le rovine della vita.

Kay ha detto: "Quando nostro figlio è morto, le nostre vite erano distrutte. Una delle cose che mi ha tenuta ancorata alla vita e alla speranza è stata sapere che Dio, in quella devastazione, era lì con noi. In quella terribile circostanza, stava ancora lavorando al suo piano d'amore".

"Posso trovarmi in lacrime e afflitta dal dolore e non sapere cosa fare, ma credo che con l'aiuto di Dio mi possa risollevare. C'è speranza. C'è una nuova alba. Dio mi dà una corona al posto della cenere. Dio sa tirare fuori il bene dal male. Lui trionfa sulla morte. Mi aggrapperò a Dio con tutto quello che ho. Riporrò la mia fiducia nella sua bontà".

Nel libro dei Salmi, Davide parla di "dura prova" (Salmi 60,5). Ci sono momenti nella vita in cui tutto sembra andare storto. Forse anche tu adesso stai affrontando una dura prova: un problema di salute, in famiglia, al lavoro, un lutto, la rottura di una relazione, difficoltà economiche o un po' di tutto questo. Ma anche nelle prove più dure, puoi sempre trovare: fede, speranza e amore.

Sapienziali

Salmi 60,1-6

Salmo 60

1 Al maestro del coro. Su "Il giglio della testimonianza". Miktam. Di Davide. Da insegnare.
2 Quando uscì contro Aram Naharàim e contro Aram Soba e quando Ioab, nel ritorno, sconfisse gli Edomiti nella valle del Sale: dodicimila uomini.

3 Dio, tu ci hai respinti, ci hai messi in rotta,
  ti sei sdegnato: ritorna a noi.
4 Hai fatto tremare la terra, l'hai squarciata:
  risana le sue crepe, perché essa vacilla.
5 Hai messo a dura prova il tuo popolo,
  ci hai fatto bere vino che stordisce.
6 Hai dato un segnale a quelli che ti temono,
  perché fuggano lontano dagli archi.

Commento

La speranza nonostante l'apparente sconfitta

A volte, sembra che il popolo di Dio sia sull'orlo di una grande sconfitta. Oggi, la fede cristiana si sta diffondendo in molte parti del mondo, come ad esempio in Asia. Ma in altre, come in Europa occidentale, sta attraversando un tempo di disperazione. Le persone che vanno in chiesa sono sempre meno. Nella società, la fede cristiana viene marginalizzata.

Nella storia, il popolo di Dio ha vissuto tempi di disperazione. Questo salmo è un lamento collettivo di Israele dopo la conquista da parte dei suoi nemici. Il popolo di Dio si sente rifiutato. Davide dice: "Hai messo a dura prova il tuo popolo" (v.5a).

Per descrivere la disperazione e l'incertezza che stavano affrontando, il salmo usa l'immagine di un terremoto: "Hai fatto tremare la terra, l'hai squarciata: risana le sue crepe, perché essa vacilla" (v.4). I turbamenti che incontriamo nella nostra vita spesso ci appaiono proprio così, come un terremoto. La guerra in Ucraina, l'instabilità dell'economia, delle istituzioni, dei matrimoni, delle comunità e della politica creano turbamenti, incertezza e divisione.

Ma nonostante tutto, c'è speranza. Davide scrive: "Hai dato un segnale a quelli che ti temono, perché fuggano lontano dagli archi" (v.6). Il Signore ha designato un luogo dove il suo popolo possa trovare rifugio sotto la sua protezione ed essere al sicuro, persino nei momenti di disperazione.

Preghiera

Signore, grazie perché anche nei tempi più disperati posso rifugiarmi sotto la tua protezione.
Nuovo Testamento

Giovanni 7,45-8,11

Incredulità dei sacerdoti e dei farisei

45 Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: "Perché non lo avete condotto qui?".

46 Risposero le guardie: "Mai un uomo ha parlato così!".

47 Ma i farisei replicarono loro: "Vi siete lasciati ingannare anche voi? 48 Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? 49 Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!".

50 Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: 51 "La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?".

52 Gli risposero: "Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!".

53 E ciascuno tornò a casa sua.....

8 1 Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi.

2 Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. 3 Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e 4 gli dissero: "Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5 Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?". 6 Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.

Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7 Tuttavia, poiché insistevano nell'interrogarlo, si alzò e disse loro: "Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei". 8 E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra.

9 Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10 Allora Gesù si alzò e le disse: "Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?".

11 Ed ella rispose: "Nessuno, Signore".

E Gesù disse: "Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più."

Commento

L'amore invece della condanna

Il sesso fuori del matrimonio è lecito? O invece è peccato? E se è peccato, quale dovrebbe essere il nostro atteggiamento nei confronti di coloro che si rendono colpevoli di questo peccato?

Il dibattito sull'etica sessuale è oggi al centro dell'attenzione delle persone e dei media. Gesù affronta questo tema e ci dona un insegnamento che ancor'oggi, 2.000 anni dopo, continua ad essere rilevante.

Le parole di Gesù sono state le più importanti mai pronunciate. Le parole che ti aspetteresti da Dio! Di esse, le stesse guardie del tempio dicono: "Mai un uomo ha parlato così" (7,46). È triste constatare che alcuni dei capi religiosi non riconoscono Gesù e definiscono quelli che credono in lui come "gente... maledetta" (v.49).

La donna colta in flagrante adulterio si sente probabilmente disperata. La disperazione può seguire una sconfitta ma anche un fallimento morale. Quella donna prova un senso di colpa, di vergogna ma anche la paura di morire.

Gli accusatori cercano di "incastrare" Gesù attraverso una domanda (8,6). E Gesù risponde con una delle risposte più brillanti, memorabili e più spesso citate nella storia dell’umanità: "Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei" (v.7).

Gesù non giustifica l'adulterio della donna, né lo considera un peccato imperdonabile. Dimostra quanto sia facile condannare gli altri e allo stesso tempo, nei nostri cuori, essere colpevoli del medesimo peccato (vv.7-9). Lo possiamo vedere in tanti ambiti delle nostre vite. Prima di criticare gli altri, dovremmo chiederci se riguardo a quell'aspetto che critichiamo negli altri siamo noi stessi senza peccato.

Quando giudichiamo, accusiamo e condanniamo gli altri, proiettiamo su di loro ciò che rifiutiamo di vedere in noi stessi.

Un detto inglese dice: "Le persone che vivono in case di vetro non dovrebbero tirare i sassi". Se guardiamo ai nostri cuori, proprio sul tema dell'etica sessuale, spesso troviamo tanti "vetri" in giro.

Nel racconto della donna colta in adulterio, ognuno di quelli che l'accusavano viene colpito dalle parole di Gesù e alla fine "lo lasciarono solo" (v.9). Gesù le chiede: "Nessuno ti ha condannata?" (v.10) E alla risposta: "Nessuno, Signore", Gesù dice: "Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più" (v.11).

Sentirsi in colpa è orribile ed essere condannati terribile. Per questo le parole di Gesù suonano come meravigliose: "Neanch'io ti condanno" (v.11). Gesù, che è senza peccato, è l'unico nella posizione di "scagliare pietre", ma non lo fa.

C'è uno straordinario equilibrio e una combinazione quasi unica nelle parole di Gesù, piene di saggezza e grazia, misericordia e compassione. Gesù non poteva essere più chiaro: l'adulterio è peccato. Ciononostante, non condanna quella donna. Questo è il messaggio del Nuovo Testamento: "Non c'è nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù" (Romani 8,1). Gesù è morto sulla croce per noi, affinché io e te potessimo essere completamente perdonati, indipendentemente da quanto siamo caduti in basso.

Tuttavia, questa non è una ragione per continuare a peccare. Gesù non giustifica il suo peccato. Le dice: "Non peccare più" (v.11). Gesù non ci condanna ma ci esorta a "non peccare più".

Come sempre, le parole di Gesù sono motivate da amore e compassione. È lui il nostro esempio da seguire.

A volte è facile cadere in uno degli estremi opposti: o condannare le persone o giustificare il peccato. L'amore non condanna né giustifica il peccato perché è il peccato che ferisce le persone. Se amiamo come Gesù non giustifichiamo il peccato né condanniamo le persone, ma amorevolmente diciamo loro (e a noi stessi per primi) di abbandonare il peccato.

La parola greca usata per "perdonare" ha anche il significato di "liberare". Gesù è venuto per liberarci con il potere dello Spirito Santo. Siamo liberi di amare come Dio ci ama. Il perdono è al centro di ogni relazione. È l'essenza dell'amore.

Preghiera

Signore, grazie perché anche nei tempi più disperati posso rifugiarmi sotto la tua protezione.
Antico Testamento

Giudici 16,1-17,13

Sansone e Dalila

16Sansone andò a Gaza, vide una prostituta e andò da lei. 2 Fu riferito a quelli di Gaza: "È venuto Sansone". Essi lo circondarono, stettero in agguato tutta la notte presso la porta della città e tutta quella notte rimasero quieti, dicendo: "Attendiamo lo spuntar del giorno e allora lo uccideremo".

3 Sansone riposò fino a mezzanotte; a mezzanotte si alzò, afferrò i battenti della porta della città e i due stipiti, li divelse insieme con la sbarra, se li mise sulle spalle e li portò in cima al monte che è di fronte a Ebron.

4 In seguito si innamorò di una donna della valle di Sorek, che si chiamava Dalila. 5 Allora i prìncipi dei Filistei andarono da lei e le dissero: "Seducilo e vedi da dove proviene la sua forza così grande e come potremmo prevalere su di lui per legarlo e domarlo; ti daremo ciascuno millecento sicli d'argento".

6 Dalila dunque disse a Sansone: "Spiegami da dove proviene la tua forza così grande e in che modo ti si potrebbe legare per domarti".

7 Sansone le rispose: "Se mi si legasse con sette corde d'arco fresche, non ancora secche, io diventerei debole e sarei come un uomo qualunque".

8 Allora i capi dei Filistei le portarono sette corde d'arco fresche, non ancora secche, con le quali lo legò. 9 L'agguato era teso in una camera interna. Ella gli gridò: "Sansone, i Filistei ti sono addosso!". Ma egli spezzò le corde come si spezza un filo di stoppa quando sente il fuoco. Così il segreto della sua forza non fu conosciuto.

10 Poi Dalila disse a Sansone: "Ecco, ti sei burlato di me e mi hai detto menzogne; ora spiegami come ti si potrebbe legare".

11 Le rispose: "Se mi si legasse con funi nuove non ancora adoperate, io diventerei debole e sarei come un uomo qualunque".

12 Dalila prese dunque funi nuove, lo legò e gli gridò: "Sansone, i Filistei ti sono addosso!". L'agguato era teso nella camera interna. Egli ruppe come un filo le funi che aveva alle braccia.

13 Poi Dalila disse a Sansone: "Ancora ti sei burlato di me e mi hai detto menzogne; spiegami come ti si potrebbe legare".

Le rispose: "Se tu tessessi le sette trecce della mia testa nell'ordito e le fissassi con il pettine del telaio, io diventerei debole e sarei come un uomo qualunque". 14 Ella dunque lo fece addormentare, tessé le sette trecce della sua testa nell'ordito e le fissò con il pettine,

poi gli gridò: "Sansone, i Filistei ti sono addosso!". Ma egli si svegliò dal sonno e strappò il pettine del telaio e l'ordito.

15 Allora ella gli disse: "Come puoi dirmi: "Ti amo", mentre il tuo cuore non è con me? Già tre volte ti sei burlato di me e non mi hai spiegato da dove proviene la tua forza così grande". 16 Ora, poiché lei lo importunava ogni giorno con le sue parole e lo tormentava, egli ne fu annoiato da morire

17 e le aprì tutto il cuore e le disse: "Non è mai passato rasoio sulla mia testa, perché sono un nazireo di Dio dal seno di mia madre; se fossi rasato, la mia forza si ritirerebbe da me, diventerei debole e sarei come un uomo qualunque".

18 Allora Dalila vide che egli le aveva aperto tutto il suo cuore, mandò a chiamare i prìncipi dei Filistei e fece dir loro: "Venite, questa volta, perché egli mi ha aperto tutto il suo cuore". Allora i prìncipi dei Filistei vennero da lei e portarono con sé il denaro. 19 Ella lo addormentò sulle sue ginocchia, chiamò un uomo e gli fece radere le sette trecce del capo; cominciò così a indebolirlo e la sua forza si ritirò da lui.

20 Allora lei gli gridò: "Sansone, i Filistei ti sono addosso!".

Egli, svegliatosi dal sonno, pensò: "Ne uscirò come ogni altra volta e mi svincolerò". Ma non sapeva che il Signore si era ritirato da lui.

21 I Filistei lo presero e gli cavarono gli occhi; lo fecero scendere a Gaza e lo legarono con una doppia catena di bronzo. Egli dovette girare la macina nella prigione. 22 Intanto la capigliatura che gli avevano rasata cominciava a ricrescergli.

Morte di Sansone

23 Ora i prìncipi dei Filistei si radunarono per offrire un gran sacrificio a Dagon, loro dio, e per far festa. Dicevano: "Il nostro dio ci ha messo nelle mani Sansone nostro nemico".

24 Quando la gente lo vide, cominciarono a lodare il loro dio e a dire:

 "Il nostro dio ci ha messo nelle mani
  il nostro nemico,
 che devastava la nostra terra
  e moltiplicava i nostri caduti".

25 Nella gioia del loro cuore dissero: "Chiamate Sansone perché ci faccia divertire!". Fecero quindi uscire Sansone dalla prigione ed egli si mise a far giochi alla loro presenza.

Poi lo fecero stare fra le colonne. 26 Sansone disse al servo che lo teneva per la mano: "Lasciami toccare le colonne sulle quali posa il tempio, perché possa appoggiarmi ad esse". 27 Ora il tempio era pieno di uomini e di donne; vi erano tutti i prìncipi dei Filistei e sul terrazzo circa tremila persone fra uomini e donne, che stavano a guardare, mentre Sansone faceva i giochi. 28 Allora Sansone invocò il Signore dicendo: "Signore Dio, ricòrdati di me! Dammi forza ancora per questa volta soltanto, o Dio, e in un colpo solo mi vendicherò dei Filistei per i miei due occhi!". 29 Sansone palpò le due colonne di mezzo, sulle quali posava il tempio; si appoggiò ad esse, all'una con la destra e all'altra con la sinistra. 30 Sansone disse: "Che io muoia insieme con i Filistei!". Si curvò con tutta la forza e il tempio rovinò addosso ai prìncipi e a tutta la gente che vi era dentro. Furono più i morti che egli causò con la sua morte di quanti aveva uccisi in vita.

31 Poi i suoi fratelli e tutta la casa di suo padre scesero e lo portarono via; risalirono e lo seppellirono fra Sorea ed Estaòl, nel sepolcro di Manòach suo padre. Egli era stato giudice d'Israele per venti anni.

Gli idoli di Mica

17C'era un uomo delle montagne di Èfraim che si chiamava Mica. 2 Egli disse alla madre: "Quei millecento sicli d'argento che ti erano stati presi e per i quali hai pronunciato una maledizione, e l'hai pronunciata alla mia presenza, ecco, li ho io; quel denaro l'avevo preso io. Ora te lo restituisco".

La madre disse: "Benedetto sia mio figlio dal Signore!".

3 Egli restituì alla madre i millecento sicli d'argento e la madre disse: "Io consacro con la mia mano questo denaro al Signore, in favore di mio figlio, per farne una statua di metallo fuso".

4 Quando egli ebbe restituito il denaro alla madre, questa prese duecento sicli e li diede al fonditore, il quale ne fece una statua di metallo fuso, che fu collocata nella casa di Mica.

5 Quest'uomo, Mica, aveva un santuario; fece un efod e i terafìm e diede l'investitura a uno dei figli, che divenne suo sacerdote. 6 In quel tempo non c'era un re in Israele; ognuno faceva come gli sembrava bene.

7 Ora c'era un giovane di Betlemme di Giuda, della tribù di Giuda, il quale era un levita e abitava in quel luogo come forestiero. 8 Quest'uomo era partito dalla città di Betlemme di Giuda, per cercare una dimora dovunque la trovasse. Cammin facendo era giunto sulle montagne di Èfraim, alla casa di Mica.

9 Mica gli domandò: "Da dove vieni?".

Gli rispose: "Sono un levita di Betlemme di Giuda e vado a cercare una dimora dove la troverò".

10 Mica gli disse: "Rimani con me e sii per me padre e sacerdote; ti darò dieci sicli d'argento all'anno, vestiario e vitto". Il levita entrò. 11 Il levita dunque acconsentì a stare con quell'uomo, che trattò il giovane come un figlio. 12 Mica diede l'investitura al levita; il giovane divenne suo sacerdote e si stabilì in casa di lui. 13 Mica disse: "Ora so che il Signore mi farà del bene, perché questo levita è divenuto mio sacerdote."

Commento

La fede in mezzo al caos

Per il popolo di Israele sono tempi disperati. C'è una frase che corre attraverso tutto il libro dei Giudici. Dice: "In quel tempo non c'era un re in Israele; ognuno faceva come gli sembrava bene" (17,6). Sono tempi di caos.

In quei tempi così disperati, Dio suscita giudici come Sansone. Sansone ha guidato Israele per 20 anni (16,31). È considerato uno degli eroi della fede (Ebrei 11,32).

Consacrato dallo Spirito Santo, Dio lo usa in modo potente. Tuttavia, anche lui soffre di una debolezza che lo trascina verso l'immoralità (va con una prostituta, Giudici 16,1-3) e l'inganno (vv.4-10). Col tempo, attraverso continue disobbedienze, spinge Dio al limite della sopportazione fino a quando il Signore si ritira da lui (v.20).

Sansone aveva ricevuto una forza straordinaria da Dio. Ma questa era direttamente legata alla sua obbedienza. Dio gli aveva detto di non tagliarsi i capelli e che se avesse obbedito avrebbe conservato la sua forza sovrannaturale.

Ma per quanto grande possa diventare una persona di Dio, è importante ricordare che la forza viene solo da Dio. Gesù ha detto: "Senza di me non potete fare nulla" (Giovanni 15,5, NKV). Per questo dovremmo sempre stare attenti a non crogiolarsi sulle vittorie passate, ma piuttosto su quello che Dio ci ha donato.

Dopo ripetute seduzioni da parte di Dalila, e sebbene dovesse essere chiaro a Sansone che lei si sarebbe approfittata di lui, cede e le rivela il segreto della sua forza. Dalila taglia così i capelli di Sansone privandolo della sua forza.

Non solo la società di quel tempo è nel caos, ma anche Sansone lo è. Raggiunge un punto di profonda disperazione nella sua vita. Viene condotto in schiavitù, gli cavano gli occhi e i suoi carcerieri stanno quasi per fare di lui uno spettacolo pubblico (Giudici 16,21-25).

Nel pieno della sua disperazione, Sansone invoca il Signore. Dice: "Signore Dio, ricordati di me! Dammi forza ancora per questa volta soltanto, o Dio" (v.28). Dio ascolta la sua invocazione. Anche dopo tutte le sue mancanze, ascolta ancora il grido di Sansone. Non importa quale sia la situazione, e non importa quello che hai fatto, non è mai troppo tardi per ritornare a Dio.

Preghiera

Signore, grazie perché posso trovare rifugio alla tua presenza e perché ascolti sempre le mie grida disperate di aiuto. Signore, aiuto!

La moglie di Nicky dice

Giudici 16,1-17,13

Sansone è un leader straordinario. È come l'incredibile Hulk, un vero disastro con le donne.

Si innamora di Dalila, una donna senza cuore, disposta a tradire l'uomo che l'ama. Ma perché le svela il suo segreto nonostante lei lo abbia già tradito tre volte? Era chiaro che di lei non ci si poteva fidare. È così forte fisicamente, ma debole quando si tratta di donne. Non è l'unico grande leader a cadere a causa di una donna.

Versetto del giorno

Giovanni 8,7

"Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei".

reader

App

Scarica l'app La Bibbia in un anno per dispositivi iOS o Android e leggi ogni giorno.

reader

Email

Iscriviti ora per ricevere la Bibbia in un anno nella tua casella di posta ogni mattina. Riceverai un'email al giorno.

Sign up now
reader

Website

Inizia a leggere la devozione di oggi proprio qui sul sito web di BiOY.

Read now
reader

Book

The Bible in One Year Commentary è disponibile come libro.

Riferimenti

Salvo diversa indicazione, le citazioni delle Scritture sono tratte dalla Sacra Bibbia Italiana Cattolica, testo CEI 2008 a cura della Conferenza Episcopale Italiana. Utilizzata con permesso.

Copyright © 2008 — 2019 Diritti d'autore riservati su testo e commento Fondazione di Religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena.

Per ulteriori approfondimenti e/o proseguimento della lettura della Bibbia si rimanda al sito ufficiale BibbiaEdu nonché all’app La Sacra Bibbia.

Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®.

Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.

NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
AMP - Amplified® Bible, Copyright © 1954, 1958, 1962, 1964, 1965, 1987 - Casa Editrice The Lockman Foundation NKJV - New King James Version®. Copyright © 1982 - Casa Editrice Thomas Nelson NLT - New Living Translation - Copyright © 1996, 2004, 2015, 2017 - Casa Editrice Tyndale House Fondation

Tutti i diritti riservati.

Bible in One Year

  • Bible in One Year

Change Language

Bible in One Year is available in the following languages:

This website stores data such as cookies to enable necessary site functionality and analytics. Find out more