Giorno 130

Dio trasforma la nostra debolezza in forza

Sapienziali Salmi 59,1-9
Nuovo Testamento Giovanni 6,25-59
Antico Testamento Giudici 10,1-11,40

Introduzione

John Stott è stato uno tra i più grandi ed influenti leader cristiani del secolo scorso. Un giorno, in una missione a Sydney in Australia, si trovò a predicare agli studenti dell'Università. Poco prima di iniziare il suo ultimo talk, a causa di un'infiammazione alla gola, rimase praticamente senza voce.

Lo convinsero comunque a parlare. Nell'attendere il suo turno, lesse le parole di 2 Corinzi 12 riguardanti la "spina nella carne" dell'apostolo Paolo. Nel leggere il dialogo tra Gesù e Paolo, sentì come se Gesù stesse parlando a lui:

Stott (Paolo): "Ho pregato il Signore che l'allontanasse da me".
Gesù: "Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza".
Stott (Paolo): "Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo... quando sono debole, è allora che sono forte".

Quando venne il momento di parlare, del tutto incapace di modulare la sua voce o di esercitare in alcun modo la sua personalità, prese il microfono e in tono monotono gracchiò il Vangelo. Per tutto il tempo si affidò alla potenza di Cristo attraverso la sua debolezza.

In seguito ritornò in Australia molte volte, e con suo grande stupore ogni volta che ritornava incontrava sempre una o più persone che gli dicevano: "Ricordi quella volta all'Università e quel tuo talk senza voce? Proprio quella sera, ho incontrato Gesù per la prima volta".

Essendo una persona molto consapevole delle mie debolezze, trovo incoraggiante il fatto che quando mi sento debole, non sono solo. Quando riponiamo la nostra fede in Dio, lui trasforma la nostra debolezza in forza.

Sapienziali

Salmi 59,1-9

Salmi 59

1 Al maestro del coro. Su "Non distruggere". Di Davide. Miktam. Quando Saul mandò uomini a sorvegliare la casa e a ucciderlo.

2 Liberami dai nemici, mio Dio,
  difendimi dai miei aggressori.
3 Liberami da chi fa il male,
  salvami da chi sparge sangue.

4 Ecco, insidiano la mia vita,
  contro di me congiurano i potenti.
  Non c'è delitto in me, non c'è peccato, Signore;
5 senza mia colpa accorrono e si schierano.
  Svégliati, vienimi incontro e guarda.
6 Tu, Signore, Dio degli eserciti,
  Dio d'Israele,
 àlzati a punire tutte le genti;
  non avere pietà dei perfidi traditori.

7 Ritornano a sera
  e ringhiano come cani,
  si aggirano per la città.
8 Eccoli, la bava alla bocca;
  le loro labbra sono spade.
  Dicono: "Chi ci ascolta?".
9 Ma tu, Signore, ridi di loro,
  ti fai beffe di tutte le genti.

Commento

Fede e opposizione

Nei momenti di difficoltà, Dio è la nostra forza. La fede in Dio non è la ricetta per una vita facile. In realtà è l'esatto contrario. Nella vita siamo chiamati ad affrontare situazioni di opposizione.

La vita di Davide è in pericolo. Saul ha mandato degli uomini a sorvegliare la sua casa per ucciderlo. Si ritrova circondato da nemici, aggressori, persone che insidiano, che fanno il male e che spargono sangue (vv.2-5, MSG).

Eppure, in mezzo a tutto questo, Davide prega: "Salvami..." (vv.2-3, MSG). Ha totale fiducia che il Signore lo libererà (v.3). Più avanti nel salmo, per due volte chiama Dio: "Mia forza" (vv.10.18).

Davide sa di non essere perfetto (vedi ad esempio 2 Samuele 11), ma qui dice: "Senza mia colpa" (v.5, MSG). A volte anche tu potresti incontrare opposizione e non perché stai facendo qualcosa di sbagliato, ma perché stai facendo qualcosa di giusto.

In questi casi, rivolgiti a Dio e chiedi aiuto per questi momenti di difficoltà personali. Davide grida: "Svègliati, vienimi incontro e guarda" (Salmi 59,5b). E non dimenticarti di pregare per la tua nazione e per il mondo. La frase successiva di Davide è infatti una preghiera per la nazione (v.6a). Qualunque sia l'opposizione che stai affrontando, chiedi al Signore liberazione, aiuto e intervento.

Preghiera

Signore, mia forza, aiutami a confidare in te nei momenti di difficoltà e di opposizione. Liberaci da coloro che si oppongono ai tuoi piani.
Nuovo Testamento

Giovanni 6,25-59

Gesù pane di vita

25 Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: "Rabbì, quando sei venuto qua?".

26 Gesù rispose loro: "In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. 27 Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo".

28 Gli dissero allora: "Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?".

29 Gesù rispose loro: "Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato".

30 Allora gli dissero: "Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? 31 I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo".

32 Rispose loro Gesù: "In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. 33 Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo".

34 Allora gli dissero: "Signore, dacci sempre questo pane".

35 Gesù rispose loro: "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! 36 Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete. 37 Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, 38 perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. 39 E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell'ultimo giorno. 40 Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno".

41 Allora i Giudei si misero a mormorare contro di lui perché aveva detto: "Io sono il pane disceso dal cielo". 42 E dicevano: "Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: "Sono disceso dal cielo"?".

43 Gesù rispose loro: "Non mormorate tra voi. 44 Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 45 Sta scritto nei profeti: E tutti saranno istruiti da Dio. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. 46 Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. 47 In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. 48 Io sono il pane della vita. 49 I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; 50 questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. 51 Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo".

52 Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: "Come può costui darci la sua carne da mangiare?".

53 Gesù disse loro: "In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. 54 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 55 Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. 57 Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. 58 Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno". 59 Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.

Commento

Fede e vuoto

Gesù ci insegna la centralità della fede. Alla domanda: "Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?", risponde: "Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato" (vv.28-29).

Il nostro primo compito non è "realizzare cose", ma "credere". Il modo in cui realizziamo le cose è prima di tutto credendo.

Gesù dice: "Io sono il pane della vita" (v.35). Nella vita, non ci sono solo i bisogni fisici. Il pane di cui Gesù parla è la Parola che si fa carne, e che si presenta a noi come un amico. Gesù ci offre un rapporto personale, intimo, di cuore con lui. È il dono completo della sua persona per noi.

La fede in Gesù riempie il vuoto che sperimentiamo e soddisfa i nostri bisogni spirituali riguardo a scopo, stabilità e perdono.

  1. Scopo
    Il pane fisico non è tutto. Da sole, le cose materiali non soddisfano. Il denaro, le case, le automobili, il successo e persino le relazioni umane non riescono a soddisfare il nostro desiderio di scopo e di infinito.

    Il pane che soddisfa veramente è il "pane della vita". Ma il pane di vita non è semplicemente una cosa che Gesù ci offre. Lui stesso è pane di vita, dono e donatore. In questo testo le parole "io" o "me" compaiono per ben 35 volte. "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai" (v.35).

    A volte, persino quando abbiamo posto la nostra fede in Gesù, è facile essere rapiti dalle cose materiali o dalle trappole della religiosità. Ma in verità è solo la relazione con Gesù che può soddisfare la nostra fame spirituale.

    Le espressioni "Chi viene a me" (v.35), "Chi crede in me" (v.35), "Chiunque vede il figlio" (v.40), "Chi mangia la mia carne" (v.55 e seguenti) descrivono come vivere una relazione intima con Gesù.

  2. Stabilità
    Un giorno tutti noi moriremo. La morte è la grande verità ultima. Ma Gesù dice che questa vita non è la fine: "Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno... e io lo risusciterò nell'ultimo giorno" (vv.51.54).

    Gesù promette di resuscitarci nell'ultimo giorno e che vivremo per sempre. Per questo possiamo avere un'assoluta certezza che il nostro rapporto con Gesù sopravviverà alla morte.

    Di questa vita terrena, c'è una dimensione presente e una futura. I discepoli dicono a Gesù: "Signore, dacci sempre questo pane" (v.34). E Gesù dice loro sia che possono riceverlo immediatamente (v.35 e seguenti), sia che durerà per sempre (vv.50-51).

  3. Perdono
    Il perdono è in realtà il nostro più grande bisogno. La filosofa atea Marghanita Laski ha detto: "Quello che invidio di più di voi cristiani è il vostro perdono. Io non ho nessuno che mi perdoni". Noi tutti vogliamo avere certezza che saremo perdonati per tutto quello che abbiamo fatto di sbagliato.

    Gesù ha detto: "Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo" (v.51). Il suo sangue è stato sparso per la remissione dei peccati. Ogni volta che riceviamo la comunione, ci viene ricordato che Gesù ha dato la sua vita perché io e te potessimo essere perdonati.

    Ma come possiamo ricevere questo pane? Gesù ha detto: "In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita" (vv.47-48). Sebbene nel Vangelo di Giovanni non vi sia alcun riferimento riguardo all'istituzione della Santa Comunione da parte di Gesù, qui vediamo che l'insegnamento di Gesù sulla comunione è posto in un contesto di fede.

    Tra le altre cose, la comunione è un segno tangibile che ci aiuta a ricevere Cristo per mezzo della fede (vv.53-58). Essa manifesta e rinsalda l'amicizia che Gesù vuole avere con noi. È un dono del suo amore ed un segno del desiderio di abitare in noi per sempre.

Preghiera

Signore, grazie perché attraverso la fede in te ho trovato scopo nella vita, il perdono dei peccati e la promessa della vita eterna. Aiutami oggi a camminare in relazione intima con te.
Antico Testamento

Giudici 10,1-11,40

Tola

10Dopo Abimèlec, sorse a salvare Israele Tola, figlio di Pua, figlio di Dodo, uomo di Ìssacar. Dimorava a Samir, sulle montagne di Èfraim; 2 fu giudice d'Israele per ventitré anni, poi morì e fu sepolto a Samir.

Iair

3 Dopo di lui sorse Iair, il Galaadita, che fu giudice d'Israele per ventidue anni; 4 ebbe trenta figli che cavalcavano trenta asinelli e avevano trenta città, che si chiamano anche oggi villaggi di Iair e sono nella terra di Gàlaad. 5 Poi Iair morì e fu sepolto a Kamon.

Iefte

6 Gli Israeliti continuarono a fare ciò che è male agli occhi del Signore e servirono i Baal, le Astarti, gli dèi di Aram, gli dèi di Sidone, gli dèi di Moab, gli dèi degli Ammoniti e quelli dei Filistei; abbandonarono il Signore e non lo servirono più. 7 L'ira del Signore si accese contro Israele e li consegnò nelle mani dei Filistei e nelle mani degli Ammoniti. 8 Questi afflissero e oppressero per diciotto anni gli Israeliti, tutti i figli d'Israele che erano oltre il Giordano, nella terra degli Amorrei in Gàlaad. 9 Poi gli Ammoniti passarono il Giordano per combattere anche contro Giuda, contro Beniamino e contro la casa di Èfraim, e Israele fu in grande angoscia. 10 Allora gli Israeliti gridarono al Signore: "Abbiamo peccato contro di te, perché abbiamo abbandonato il nostro Dio e abbiamo servito i Baal".

11 Il Signore disse agli Israeliti: "Non vi ho forse liberati dagli Egiziani, dagli Amorrei, dagli Ammoniti e dai Filistei? 12 Quando quelli di Sidone, gli Amaleciti e i Madianiti vi opprimevano e voi gridavate a me, non vi ho forse salvati dalle loro mani? 13 Eppure, mi avete abbandonato e avete servito altri dèi; perciò io non vi salverò più. 14 Andate a gridare agli dèi che avete scelto: vi salvino loro nel tempo della vostra angoscia!".

15 Gli Israeliti dissero al Signore: "Abbiamo peccato! Fa' di noi ciò che sembra bene ai tuoi occhi; soltanto, liberaci in questo giorno". 16 Eliminarono gli dèi stranieri e servirono il Signore, il quale non tollerò più la tribolazione d'Israele.

17 Gli Ammoniti si radunarono e si accamparono in Gàlaad e anche gli Israeliti si adunarono e si accamparono a Mispa. 18 La gente, i prìncipi di Gàlaad, si dissero l'un l'altro: "Chi sarà l'uomo che comincerà a combattere contro gli Ammoniti? Egli sarà il capo di tutti gli abitanti di Gàlaad".

11 Ora Iefte, il Galaadita, era un guerriero forte, figlio di una prostituta; lo aveva generato Gàlaad. 2 La moglie di Gàlaad gli partorì dei figli, i figli di questa donna crebbero e cacciarono Iefte e gli dissero: "Tu non avrai eredità nella casa di nostro padre, perché sei figlio di un'altra donna". 3 Iefte fuggì lontano dai suoi fratelli e si stabilì nella terra di Tob. Attorno a Iefte si raccolsero alcuni sfaccendati e facevano scorrerie con lui.

4 Qualche tempo dopo gli Ammoniti mossero guerra a Israele. 5 Quando gli Ammoniti iniziarono la guerra contro Israele, gli anziani di Gàlaad andarono a prendere Iefte nella terra di Tob. 6 Dissero a Iefte: "Vieni, sii nostro condottiero e così potremo combattere contro gli Ammoniti".

7 Ma Iefte rispose agli anziani di Gàlaad: "Non siete forse voi quelli che mi avete odiato e scacciato dalla casa di mio padre? Perché venite da me ora che siete nell'angoscia?".

8 Gli anziani di Gàlaad dissero a Iefte: "Proprio per questo ora ci rivolgiamo a te: verrai con noi, combatterai contro gli Ammoniti e sarai il capo di noi tutti abitanti di Gàlaad".

9 Iefte rispose agli anziani di Gàlaad: "Se mi fate ritornare per combattere contro gli Ammoniti e il Signore li mette in mio potere, io sarò vostro capo".

10 Gli anziani di Gàlaad dissero a Iefte: "Il Signore sia testimone tra noi, se non faremo come hai detto". 11 Iefte dunque andò con gli anziani di Gàlaad; il popolo lo costituì suo capo e condottiero, e Iefte ripeté tutte le sue parole davanti al Signore a Mispa.

12 Poi Iefte inviò messaggeri al re degli Ammoniti per dirgli: "Che cosa c'è tra me e te, perché tu venga contro di me a muover guerra nella mia terra?".

13 Il re degli Ammoniti rispose ai messaggeri di Iefte: "Perché Israele, quando salì dall'Egitto, si impossessò del mio territorio, dall'Arnon fino allo Iabbok e al Giordano; restituiscilo pacificamente".

14 Iefte inviò di nuovo messaggeri al re degli Ammoniti per dirgli: 15 "Dice Iefte:

"Israele non si impossessò della terra di Moab, né di quella degli Ammoniti. 16 Quando salì dall'Egitto, Israele attraversò il deserto fino al Mar Rosso e giunse a Kades, 17 e mandò messaggeri al re di Edom per dirgli: "Lasciami passare per la tua terra". Ma il re di Edom non acconsentì. Ne mandò anche al re di Moab, ma anch'egli rifiutò e Israele rimase a Kades.

18 Poi camminò per il deserto, fece il giro della terra di Edom e di quella di Moab, giunse a oriente della terra di Moab e si accampò oltre l'Arnon senza entrare nei territori di Moab, perché l'Arnon segna il confine di Moab.

19 Allora Israele mandò messaggeri a Sicon, re degli Amorrei, re di Chesbon, e gli disse: "Lasciaci passare dalla tua terra, per arrivare alla nostra meta". 20 Ma Sicon non si fidò a lasciar passare Israele per i suoi territori; anzi radunò tutta la sua gente, si accampò a Iaas e combatté contro Israele.

21 Il Signore, Dio d'Israele, mise Sicon e tutta la sua gente nelle mani d'Israele, che li sconfisse; così Israele conquistò tutta la terra degli Amorrei che abitavano quel territorio: 22 conquistò tutti i territori degli Amorrei, dall'Arnon allo Iabbok e dal deserto al Giordano.

23 Ora il Signore, Dio d'Israele, ha scacciato gli Amorrei davanti a Israele, suo popolo, e tu vorresti scacciarlo? 24 Non possiedi tu quello che Camos, tuo dio, ti ha fatto possedere? Così anche noi possederemo la terra di quelli che il Signore ha scacciato davanti a noi. 25 Sei tu forse più di Balak, figlio di Sippor, re di Moab? Litigò forse con Israele o gli fece guerra? 26 Da trecento anni Israele abita a Chesbon e nelle sue dipendenze, ad Aroèr e nelle sue dipendenze e in tutte le città lungo l'Arnon; perché non gliele avete tolte durante questo tempo? 27 Io non ti ho fatto torto, e tu agisci male verso di me, muovendomi guerra; il Signore, che è giudice, giudichi oggi tra gli Israeliti e gli Ammoniti!".

28 Ma il re degli Ammoniti non ascoltò le parole che Iefte gli aveva mandato a dire.

29 Allora lo spirito del Signore venne su Iefte ed egli attraversò Gàlaad e Manasse, passò a Mispa di Gàlaad e da Mispa di Gàlaad raggiunse gli Ammoniti. 30 Iefte fece voto al Signore e disse: "Se tu consegni nelle mie mani gli Ammoniti, 31 chiunque uscirà per primo dalle porte di casa mia per venirmi incontro, quando tornerò vittorioso dagli Ammoniti, sarà per il Signore e io lo offrirò in olocausto".

32 Quindi Iefte raggiunse gli Ammoniti per combatterli e il Signore li consegnò nelle sue mani. 33 Egli li sconfisse da Aroèr fin verso Minnit, prendendo loro venti città, e fino ad Abel-Cheramìm. Così gli Ammoniti furono umiliati davanti agli Israeliti.

34 Poi Iefte tornò a Mispa, a casa sua; ed ecco uscirgli incontro la figlia, con tamburelli e danze. Era l'unica figlia: non aveva altri figli né altre figlie. 35 Appena la vide, si stracciò le vesti e disse: "Figlia mia, tu mi hai rovinato! Anche tu sei con quelli che mi hanno reso infelice! Io ho dato la mia parola al Signore e non posso ritirarmi".

36 Ella gli disse: "Padre mio, se hai dato la tua parola al Signore, fa' di me secondo quanto è uscito dalla tua bocca, perché il Signore ti ha concesso vendetta sugli Ammoniti, tuoi nemici". 37 Poi disse al padre: "Mi sia concesso questo: lasciami libera per due mesi, perché io vada errando per i monti a piangere la mia verginità con le mie compagne".

38 Egli le rispose: "Va'!", e la lasciò andare per due mesi. Ella se ne andò con le compagne e pianse sui monti la sua verginità. 39 Alla fine dei due mesi tornò dal padre ed egli compì su di lei il voto che aveva fatto. Ella non aveva conosciuto uomo;

di qui venne in Israele questa usanza: 40 le fanciulle d'Israele vanno a piangere la figlia di Iefte il Galaadita, per quattro giorni ogni anno.

Commento

Fede e fallibilità

In questo resoconto del popolo di Dio che pecca, grida al Signore e viene salvato dai giudici, ci imbattiamo in una delle storie più inquietanti dell'intera Bibbia.

Iefte è descritto come un "guerriero forte" (11,1). Sua madre era una prostituta (v.1). I suoi fratellastri lo cacciano via (v.2). Raccoglie intorno a sé un gruppo di "sfaccendati" (v.3). Diviene un leader straordinario. Lo Spirito del Signore scende su di lui (v.29) e viene usato da Dio per vincere sugli Ammoniti: "Il Signore li consegnò nelle sue mani" (v.32).

Eppure si rende protagonista di un episodio davvero incomprensibile. Attraverso un voto, promette a Dio che se lo avesse fatto vincere, avrebbe sacrificato chiunque fosse uscito dalla porta di casa per incontrarlo al suo ritorno. Ad uscire dalla porta è sua figlia, la sua unica figlia. E, secondo quanto leggiamo, compie ciò che ha promesso (vv.29-40).

Qui è importante notare che Dio non ha mai chiesto a Iefte di fare il voto, né di compiere il sacrificio. Questo gesto andava contro a tutto l'insegnamento dell'Antico Testamento, che proibiva il sacrificio dei bambini. Non è stata quindi volontà di Dio, ma orgoglio di un uomo che ha messo la propria reputazione al di sopra della vita di sua figlia. Un fatto questo che dimostra la fragilità delle persone, anche di quelle più grandi nella fede.

Nonostante questa vicenda, Iefte rimane un grande nella fede. Il libro di Ebrei parla di lui come uno degli eroi della fede. Un uomo la cui debolezza è stata trasformata in forza (Ebrei 11, 32-34).

Preghiera

Signore, grazie per il modo in cui usi le persone di fede e trasformi la nostra debolezza in forza. Aiutami oggi a vivere una vita di fede, confidando e credendo in Gesù, che è "il pane della vita" (Giovanni 6,35).

La moglie di Nicky dice

Giovanni 6,42

"Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre?"

Non importa quale sia il tuo passato, o le aspettative degli altri su di te, o anche la percezione che hai di te stesso, o di te stessa. Ciò che conta è come Dio ti vede. Tutte le persone sono molto belle. Infinitamente più belle, amate e preziose di quanto esse stesse possano immaginare.

Versetto del giorno

Salmi 59,2.6.10

"Liberami dai nemici, mio Dio… vienimi incontro e guarda… mia forza".

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Riferimenti

Salvo diversa indicazione, le citazioni delle Scritture sono tratte dalla Sacra Bibbia Italiana Cattolica, testo CEI 2008 a cura della Conferenza Episcopale Italiana. Utilizzata con permesso.

Copyright © 2008 — 2019 Diritti d'autore riservati su testo e commento Fondazione di Religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena.

Per ulteriori approfondimenti e/o proseguimento della lettura della Bibbia si rimanda al sito ufficiale BibbiaEdu nonché all’app La Sacra Bibbia.

John Stott adapted from, Michael P. Knowles (Ed), The Folly of Preaching (Eerdmans, 2007), pp. 137–138.

Marghanita Laski, quoted in John Stott, The Comtemporary Christian, (InterVarsity Press, 1995) p.48

Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®.

Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.

NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
AMP - Amplified® Bible, Copyright © 1954, 1958, 1962, 1964, 1965, 1987 - Casa Editrice The Lockman Foundation NKJV - New King James Version®. Copyright © 1982 - Casa Editrice Thomas Nelson NLT - New Living Translation - Copyright © 1996, 2004, 2015, 2017 - Casa Editrice Tyndale House Fondation

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