Giorno 122

Come gestire il confronto

Sapienziali Salmi 55,1-11
Nuovo Testamento Giovanni 3,1-21
Antico Testamento Giosuè 21,20-22,34

Introduzione

Trovo che il confronto non sia facile. È un'operazione delicata, che richiede di trovare l'approccio giusto e le parole giuste. Per usare l'analogia del golf, è l'abilità di saper scegliere la giusta mazza.

Le persone più capaci nel confronto sono in grado di capire quale approccio adottare, conoscono le parole e sanno quando e come usare quelle più appropriate.

Il confronto non è sempre la strada giusta. Non tutte le persone critiche devono essere affrontate. Non tutte le affermazioni sbagliate devono essere smentite.

Ammiro l'abilità di coloro che sanno quando confrontarsi e sono bravi a farlo in modo amorevole. Hanno imparato a dire la verità nell'amore (Efesini 4,15).

E tu, nei momenti di confronto, come rispondi? E in che modo sarebbe più opportuno farlo?

Sapienziali

Salmi 55,1-11

Salmo 55

1 Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Maskil. Di Davide.

2 Porgi l'orecchio, Dio, alla mia preghiera,
  non nasconderti di fronte alla mia supplica.
  3 Dammi ascolto e rispondimi;
 mi agito ansioso e sono sconvolto
 4 dalle grida del nemico,
  dall'oppressione del malvagio.
Mi rovesciano addosso cattiveria
  e con ira mi aggrediscono.

5 Dentro di me si stringe il mio cuore,
  piombano su di me terrori di morte.
6 Mi invadono timore e tremore
  e mi ricopre lo sgomento.
7 Dico: "Chi mi darà ali come di colomba
  per volare e trovare riposo?
8 Ecco, errando, fuggirei lontano,
  abiterei nel deserto.
9 In fretta raggiungerei un riparo
  dalla furia del vento, dalla bufera".

10 Disperdili, Signore, confondi le loro lingue.
  Ho visto nella città violenza e discordia:
11 giorno e notte fanno la ronda sulle sue mura;
  in mezzo ad essa cattiveria e dolore,
12 in mezzo ad essa insidia,
  e non cessano nelle sue piazze sopruso e inganno.

Commento

Affrontare il male con la preghiera

Oggi il male regna in tutte le città del mondo. È sufficiente accendere la Tv, ascoltare un notiziario o leggere un quotidiano per rendersi conto di quanto sia presente. Atti di violenza ed omicidi ad opera di gang e malavita, atrocità di guerra con migliaia di morti e milioni di rifugiati e fuggitivi innocenti in tanti luoghi del mondo.

Anche Davide deve affrontare le forze del male che portano violenza e distruzione nella città (vv.10-12).

Di fronte ai suoi nemici che "con ira" lo "aggrediscono" (v.4), dice: "Chi mi darà ali come di colomba per volare e trovare riposo? Ecco, errando, fuggirei lontano, abiterei nel deserto. In fretta raggiungerei un riparo dalla furia del vento, dalla bufera" (vv.7-9).

La fuga dalla realtà è un modo semplice per sottrarsi al confronto. Ma il male deve essere affrontato. Di fronte al male, non possiamo scappare e neppure esserne travolti. Dobbiamo fare, invece, tutto ciò che possiamo fare. Ed è così che possiamo fare la differenza. San Paolo dice: "Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene" (Romani 12,21).

Davide risponde alla violenza e alla distruzione chiedendo a Dio di intervenire. Prega così: "Disperdili, Signore, confondi le loro lingue" (Salmi 55,10). La preghiera è parte fondamentale della nostra risposta alla "cattiveria" e al "dolore", al "sopruso" e all'"inganno" (vv.11-12).

Preghiera ed azione si aiutano l'un l'altra. Anche quando non possiamo fare nulla di concreto, possiamo sempre pregare. Dio interverrà rispondendo alle nostre preghiere.

Preghiera

Signore, ascolta la nostra preghiera, non disprezzare la nostra supplica; ascoltaci e rispondici (v.1). Aiutaci a non essere sopraffatti dal male ma a vincere il male con il bene.
Nuovo Testamento

Giovanni 3,1-21

Gesù e Nicodemo

3Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. 2 Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: "Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui".

3 Gli rispose Gesù: "In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio".

4 Gli disse Nicodèmo: "Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?".

5 Rispose Gesù: "In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. 6 Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. 7 Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall'alto. 8 Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito".

9 Gli replicò Nicodèmo: "Come può accadere questo?".

10 Gli rispose Gesù: "Tu sei maestro d'Israele e non conosci queste cose? 11 In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. 12 Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? 13 Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo. 14 E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, 15 perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.

16 Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17 Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18 Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. 19 E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. 20 Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. 21 Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio".

Commento

Affrontare le persone con amore

Affrontare coloro che sono in una posizione di debolezza è abbastanza facile e talvolta vile. Affrontare coloro che hanno posizioni di potere su di noi, attraverso il loro lavoro, status o ricchezza, richiede grande coraggio.

Gesù è il maestro, nostro riferimento. Non ha mai evitato di affrontare le persone e non ha mai agito per nessun motivo se non per amore.

Nicodemo è un uomo molto potente. Un fariseo di grande statura morale, uomo retto e "uno dei capi dei Giudei" (v.1). Con lui Gesù è fermo. Lo affronta amorevolmente invitandolo a nascere "dall'alto" (v.3), a ricominciare, a lasciarsi alle spalle le ferite passate, le abitudini e le vecchie maniere. Il messaggio di Gesù riguarda la trasformazione.

Nicodemo ha bisogno di rinascere "da acqua e Spirito" (v.5). La purificazione esteriore deve accompagnarsi alla purificazione interiore per mezzo dello Spirito Santo.

Ora non vediamo Dio fisicamente, ma possiamo vedere testimonianze di Dio: "Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va" (v.8, MSG).

Allo stesso modo, Gesù dice che non si può vedere lo Spirito Santo ma se ne può vedere l'impatto sulla vita delle persone: "Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito" (v.8, MSG).

Gesù affronta amorevolmente Nicodemo sulle sue convinzioni. Usando l'immagine del serpente nel deserto (da Numeri 21), Gesù predice che sarà lui stesso innalzato sulla croce "perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna" (v.15).

"Credere" significa "fidarsi". Ogni volta che entriamo in una relazione corriamo un rischio. Tutte le relazioni richiedono fiducia. La fiducia in una relazione dinamica cresce e dura.

Gesù insegna l'amore di Dio. La parola greca usata per "amore", agape, compare 44 volte solo nel Vangelo di Giovanni. Questo versetto riassume il Vangelo di Giovanni e tutto il Nuovo Testamento: "Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna" (v.16).

C'è un Dio e il suo amore è così grande da abbracciare tutta l'umanità senza distinzioni o eccezioni. Non è un amore vago o sentimentale. L'amore di Dio è di intensità incommensurabile. Un'intensità che ha dimostrato attraverso la sua disponibilità a sacrificare il suo unico figlio per me e per te.

Il mondo è in un tale pasticcio. Le persone spesso chiedono: "Perché Dio non fa qualcosa?" La risposta è: l'ha fatto. È venuto nella persona di suo Figlio, Gesù, per morire in croce e risorgere per noi. Gesù ha abbracciato la sofferenza. Ha sofferto per noi e soffre insieme a noi.

Molte persone poi smettono di credere nella vita dopo la morte. Ma Gesù ha promesso che noi avremo "la vita eterna!" (v.15, AMP) Questa vita non è la fine. C'è speranza oltre la morte. Gesù ci offre la vita eterna.

Tra affrontare una persona e condannarla c'è una grande differenza. Gesù affronta le persone, ma non le condanna. Gesù non è venuto per condannarci, ma per salvarci dalla condanna (vv.17-18). Come Gesù, io e te abbiamo un messaggio da portare, ma non un messaggio di condanna, ma di buona notizia, di salvezza. Salvare significa tirare fuori una persona dal pericolo, liberare, aprire le porte di una prigione, guarire, risanare.

Gesù parla di luce e di come la luce affronta le tenebre (vv.19-21). Gesù sembra suggerire che il motivo per cui alcune persone lo rifiutano è "perché le loro opere erano malvagie" (v.19). Spesso, non vogliamo venire alla luce perché non vogliamo rinunciare alle cose che sappiamo essere sbagliate.

Non vogliamo che le persone vedano le nostre aree d'ombra. Nascondiamo tutto il buio dentro di noi dietro la nostra apparente bontà. Il peccato odia la luce. Quando pecchiamo, vogliamo evitare la luce di Gesù. Non vogliamo che le nostre azioni malvagie siano smascherate. Ma Gesù viene per affrontare le tenebre. Potremmo avere paura o vergognarci. Potrebbe essere estremamente difficile per noi. Ma anche noi dobbiamo affrontare l'oscurità nella nostra vita e cercare di vivere nella luce di Cristo, che ci ama così come siamo.

Martin Luther King ha detto: "L'oscurità non può scacciare l'oscurità: solo la luce può farlo. L'odio non può scacciare l'odio: solo l'amore può farlo”.

Preghiera

Signore, grazie per l'esempio di Gesù. Aiutami a vivere nella sua luce e ad avere il coraggio di dire la verità con amore.
Antico Testamento

Giosuè 21,20-22,34

20 Ai casati dei Keatiti, cioè al resto dei leviti, figli di Keat, toccarono città della tribù di Èfraim.

21 Fu loro data, come città di asilo per l'omicida, Sichem e i suoi pascoli sulle montagne di Èfraim; poi Ghezer e i suoi pascoli, 22 Kibsàim e i suoi pascoli, Bet-Oron e i suoi pascoli: quattro città.

23 Della tribù di Dan: Eltekè e i suoi pascoli, Ghibbetòn e i suoi pascoli, 24 Àialon e i suoi pascoli, Gat-Rimmon e i suoi pascoli: quattro città.

25 Di metà della tribù di Manasse: Taanac e i suoi pascoli, Ibleàm e i suoi pascoli: due città.

26 Totale: dieci città con i loro pascoli, che toccarono ai casati degli altri figli di Keat.

27 Ai figli di Gherson, che erano tra i casati dei leviti, furono date,

di metà della tribù di Manasse, come città di asilo per l'omicida,

Golan in Basan e i suoi pascoli, Astaròt con i suoi pascoli: due città;

28 della tribù d'Ìssacar,

Kisiòn e i suoi pascoli, Daberàt e i suoi pascoli, 29 Iarmut e i suoi pascoli, En-Gannìm e i suoi pascoli: quattro città;

30 della tribù di Aser,

Misal e i suoi pascoli, Abdon e i suoi pascoli, 31 Chelkat e i suoi pascoli, Recob e i suoi pascoli: quattro città;

32 della tribù di Nèftali, come città di asilo per l'omicida,

Kedes in Galilea e i suoi pascoli, Cammòt-Dor e i suoi pascoli, Kartan con i suoi pascoli: tre città.

33 Totale delle città dei Ghersoniti, secondo i loro casati: tredici città e i loro pascoli.

34 Ai casati dei figli di Merarì, cioè al resto dei leviti, furono date,

della tribù di Zàbulon,

Iokneàm e i suoi pascoli, Karta e i suoi pascoli, 35 Dimna e i suoi pascoli, Naalàl e i suoi pascoli: quattro città;

36 della tribù di Ruben,

come città di asilo per l'omicida, Beser e i suoi pascoli, Iaas e i suoi pascoli, 37 Kedemòt e i suoi pascoli, Mefàat e i suoi pascoli: quattro città;

38 della tribù di Gad, come città di asilo per l'omicida,

Ramot in Gàlaad e i suoi pascoli, Macanàim e i suoi pascoli, 39 Chesbon e i suoi pascoli, Iazer e i suoi pascoli: in tutto quattro città.

40 Totale delle città date in sorte ai figli di Merarì, secondo i loro casati, cioè il resto dei casati dei leviti: dodici città.

41 Totale delle città dei leviti in mezzo ai possessi degli Israeliti: quarantotto città e i loro pascoli. 42 Ciascuna di queste città comprendeva la città e il suo pascolo intorno: così di tutte queste città.

43 Il Signore assegnò dunque a Israele tutta la terra che aveva giurato ai padri di dar loro, e gli Israeliti ne presero possesso e vi si stabilirono. 44 Il Signore diede loro tranquillità all'intorno, come aveva giurato ai loro padri; nessuno tra tutti i loro nemici poté resistere loro: il Signore consegnò nelle loro mani tutti quei nemici. 45 Non una parola cadde di tutte le promesse che il Signore aveva fatto alla casa d'Israele: tutto si è compiuto.

Ritorno delle tribù a est del Giordano

22In quel tempo Giosuè convocò quelli di Ruben e di Gad e la metà della tribù di Manasse 2 e disse loro: "Voi avete adempiuto quanto Mosè, servo del Signore, vi aveva ordinato e avete ascoltato la mia voce, in tutto quello che io vi ho comandato. 3 Non avete abbandonato i vostri fratelli durante questo lungo tempo fino ad oggi e avete osservato scrupolosamente il comandamento del Signore, vostro Dio. 4 Ora che il Signore, vostro Dio, ha dato tranquillità ai vostri fratelli, come aveva loro promesso, tornate e andatevene alle vostre tende, nella terra di vostra proprietà, che Mosè, servo del Signore, vi ha assegnato a oriente del Giordano. 5 Tuttavia abbiate gran cura di eseguire il comandamento e la legge che Mosè, servo del Signore, vi ha dato: amare il Signore, vostro Dio, camminare in tutte le sue vie, osservare i suoi comandamenti, aderire a lui e servirlo con tutto il vostro cuore e con tutta la vostra anima".

6 Poi Giosuè li benedisse e li congedò ed essi tornarono alle loro tende. 7 Mosè aveva dato a metà della tribù di Manasse un possesso in Basan e Giosuè diede all'altra metà un possesso tra i loro fratelli, al di qua del Giordano, a occidente. Anche costoro Giosuè rimandò alle loro tende e li benedisse. 8 Disse loro: "Tornate alle vostre tende con grandi ricchezze, con bestiame molto numeroso, con argento, oro, bronzo, ferro e una grande quantità di vesti; dividete con i vostri fratelli il bottino, tolto ai vostri nemici".

9 I figli di Ruben e di Gad e la metà della tribù di Manasse tornarono. Lasciarono gli Israeliti a Silo, nella terra di Canaan, per andare nel territorio di Gàlaad, la terra di loro proprietà, che avevano ricevuto in possesso, secondo il comando del Signore, per mezzo di Mosè.

10 Giunti a Ghelilòt del Giordano, nella terra di Canaan, i Rubeniti e i Gaditi e la metà della tribù di Manasse vi costruirono un altare, presso il Giordano: un altare grande, ben visibile. 11 Gli Israeliti udirono che si diceva: "Ecco, Rubeniti, Gaditi e metà della tribù di Manasse hanno costruito un altare di fronte alla terra di Canaan, a Ghelilòt del Giordano, dalla parte degli Israeliti". 12 Quando gli Israeliti vennero a saperlo, riunirono tutta la loro comunità a Silo per muover loro guerra.

13 Gli Israeliti inviarono Fineès, figlio del sacerdote Eleàzaro, nel territorio di Gàlaad, ai Rubeniti, ai Gaditi e alla metà della tribù di Manasse, 14 e con lui dieci capi, un capo per ciascun casato di tutte le tribù d'Israele: tutti erano capi di un casato fra i gruppi di migliaia d'Israele.

15 Quando giunsero da quelli di Ruben, di Gad e di metà della tribù di Manasse nel territorio di Gàlaad, dissero loro: 16 "Così dice tutta la comunità del Signore: "Che cos'è questa infedeltà che avete commesso contro il Dio d'Israele, smettendo oggi di seguire il Signore, con la costruzione di un altare per ribellarvi oggi al Signore? 17 Non ci basta forse la colpa di Peor, dalla quale non ci siamo ancora purificati oggi e che ha attirato quel flagello sulla comunità del Signore? 18 Voi oggi avete smesso di seguire il Signore!

Poiché oggi vi siete ribellati al Signore, domani egli si adirerà contro tutta la comunità d'Israele. 19 Se la terra del vostro possesso è impura, ebbene, passate pure nella terra che è possesso del Signore, dove sta la Dimora del Signore, e stabilitevi in mezzo a noi; ma non ribellatevi al Signore e non rendeteci complici di ribellione, costruendovi un altare oltre l'altare del Signore nostro Dio. 20 Quando Acan figlio di Zerach commise un'infrazione contro lo sterminio, l'ira del Signore non venne forse su tutta la comunità d'Israele, sebbene fosse un individuo solo? Non morì forse per la sua colpa?"".

21 Allora quelli di Ruben, di Gad e la metà della tribù di Manasse risposero così ai capi delle migliaia d'Israele: 22 "Dio degli dèi è il Signore! Dio degli dèi è il Signore! Egli lo sa, ma lo sappia anche Israele. Se abbiamo agito con ribellione o con infedeltà verso il Signore, egli non ci salvi oggi stesso! 23 Se abbiamo costruito un altare per smettere di seguire il Signore, per offrirvi olocausti od oblazioni e per farvi sacrifici di comunione, il Signore stesso ce ne chieda conto!

24 Non è così! L'abbiamo fatto perché siamo preoccupati che in avvenire i vostri figli potrebbero dire ai nostri: "Che avete in comune voi con il Signore, Dio d'Israele? 25 Il Signore ha posto il Giordano come confine tra noi e voi, figli di Ruben e di Gad; voi non avete parte alcuna con il Signore!". Così i vostri figli farebbero desistere i nostri figli dal temere il Signore.

26 Perciò ci siamo detti: Costruiamo questo altare, non per olocausti o per sacrifici, 27 ma perché sia testimonianza fra noi e voi e fra i nostri discendenti dopo di noi, che vogliamo compiere il nostro servizio al Signore davanti a lui, con i nostri olocausti, con le nostre vittime e con i nostri sacrifici di comunione. Così i vostri figli non potranno un domani dire ai nostri: "Voi non avete parte con il Signore".

28 Ci siamo detti: Se in avvenire essi diranno questo a noi o ai nostri discendenti, risponderemo: "Guardate la forma dell'altare del Signore, che i nostri padri hanno costruito, non per olocausti o per sacrifici, ma perché fosse testimonianza fra noi e voi".

29 Lontano da noi l'idea di ribellarci al Signore e di smettere oggi di seguirlo, costruendo un altare per olocausti, offerte e sacrifici, oltre l'altare del Signore, nostro Dio, che è davanti alla sua Dimora!".

30 Quando il sacerdote Fineès, i capi della comunità e i comandanti delle migliaia d'Israele che l'accompagnavano, udirono le parole degli uomini di Ruben, di Gad e di Manasse, esse parvero buone ai loro occhi. 31 Fineès, figlio del sacerdote Eleàzaro, disse a quelli di Ruben, di Gad e di Manasse: "Oggi sappiamo che il Signore è in mezzo a noi, poiché non avete commesso questa infedeltà verso il Signore. Avete così liberato gli Israeliti dalla mano del Signore".

32 Fineès, figlio del sacerdote Eleàzaro, e i capi lasciarono quelli di Ruben e di Gad e tornarono dal territorio di Gàlaad alla terra di Canaan presso gli Israeliti, ai quali riferirono l'accaduto. 33 La cosa parve buona agli occhi degli Israeliti, i quali benedissero Dio e non parlarono più di muover guerra contro quelli di Ruben e di Gad, per devastare il territorio che essi abitavano.

34 Quelli di Ruben e di Gad chiamarono quell'altare Testimonianza, perché dissero: "È una testimonianza fra noi che il Signore è Dio".

Commento

Affrontare l'opposizione in modo sapiente

Se le persone parlassero tra loro, invece di parlare le une delle altre, molti conflitti potrebbero essere evitati.

A causa di un vero e proprio malinteso tra due tribù e mezzo (i Rubeniti, i Gaditi e mezza tribù di Manasse) ed il resto di Israele, si vengono a creare le condizioni di una guerra. Le restanti tribù di Israele pensano che le prime stiano facendo la cosa sbagliata e stiano disobbedendo a Dio (22,12).

Ma la guerra non scoppia. Le tribù si comportano in modo saggio limitandosi ad affrontarsi e a sfidarsi solo verbalmente. Questo confronto permette al resto delle tribù di capire che le loro paure erano infondate.

Il resto delle tribù ha fatto bene ad intromettersi ed intervenire, invece che ignorare, perché ciò che succede ad una parte del corpo ha effetti sull'intero corpo. Non potevano semplicemente dire: "Sono affari loro, noi non c'entriamo".

Le due tribù e mezzo forniscono queste spiegazioni: "L'abbiamo fatto perché siamo preoccupati che in avvenire i vostri figli potrebbero dire ai nostri: 'Che avete in comune voi con il Signore, Dio d'Israele'" (v.24, MSG). Volevano assicurarsi che i loro figli mantenessero la fede.

Una spiegazione, questa, che viene ritenuta soddisfacente: "Oggi sappiamo che il Signore è in mezzo a noi, poiché non avete commesso questa infedeltà verso il Signore" (v.31, MSG).

Il conflitto iniziato diviene così occasione di incontro e confronto (vv.32-33). Dopo l'incontro "non parlarono più di muover guerra" (v.33).

A volte nei confronti di altri cristiani e di altre comunità, diciamo cose o esprimiamo giudizi affrettati, negativi e non veritieri. Sono cose, queste, che dovremmo evitare. Dovremmo invece cercare di affrontare le questioni apertamente, ad esempio attraverso un incontro, per confrontarsi e ascoltare le ragioni dell'altro. Se lo facessimo, potremmo evitare moltissime divisioni e malumori inutili.

Dopo averli ascoltati e avere accolto la loro spiegazione, il popolo di Israele, non più scettico o cinico, benedice Dio (v.33). Quando sbagliamo nei rapporti con le persone, dovremmo essere generosi nell'ammettere i nostri errori. Ammettere di avere avuto torto non è facile. È qualcosa che solo le persone più grandi riescono a fare.

Preghiera

Signore, ti prego di donarci la sapienza per conoscere quando è importante incontrarsi, confrontarsi e ascoltare gli altri. Aiutaci ad evitare contrasti e divisioni inutili. Aiutaci a sviluppare e far crescere le abilità del confronto amorevole.

La moglie di Nicky dice

Salmi 55,10-11

"Ho visto nella città violenza e discordia... in mezzo ad essa cattiveria e dolore".

Nel nostro mondo, purtroppo, tutto questo accade ancora troppo spesso. Dobbiamo continuare a pregare e ad impegnarci per costruire e far crescere il regno di Dio sempre di più.

Versetto del giorno

Giovanni 3,16

"Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna".

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James Washington (ed), A Testament of Hope: The Essential Writings and Speeches of Martin Luther King, Jr., (Harper One, 2003).

Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®.

Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.

NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
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